La riattivazione di antiche frane in Emilia-Romagna, strategie di riduzione del rischio
Oltre 70.000 corpi di frana sono stati riconosciuti, censiti e catalogati dal SGSS. Almeno 4000 hanno volumi sull’ordine di grandezza dei milioni di metri cubi.
La riattivazione di queste grandi frane (per lo più grandi colate di terra originatesi nei primi millenni dopo la fine dell’ultima glaciazione e accresciutesi in volume nel periodo tra 6000 e 2000 anni fa) avviene spesso secondo fasi ricorrenti: l’inizio avviene per la discesa di una colata di terra dalla vecchia nicchia di distacco (la parte più ripida e instabile del versante), a cui fa seguito l’innesco di superfici di rottura listriche ed embriciate nel vecchio corpo di frana. Questo sistema di superfici di rottura si raccorda via via con la base dell’antica colata e “migra” col tempo verso valle attraverso un processo di “rottura progressiva”, sino a determinare lo scivolamento complessivo dell’intero corpo franoso.
Questi grandi fenomeni franosi non possono essere studiati attraverso la normale modellazione matematica e i consueti metodi deterministici come le verifiche di stabilità all’equilibrio limite. La variabilità dei caratteri geomeccanici (nello spazio e nel tempo) e le incognite relative alla rottura progressiva rendono del tutto virtuale ogni tentativo di riprodurre mediante modelli semplici (black-box) lo stato delle forze in gioco all’interno del versante.
Si ritiene che lo strumento di gestione più opportuno di questi grandi corpi franosi sia quindi una oculata programmazione territoriale, che limiti l’ampliarsi dell’urbanizzazione su di essi senza eccedere in una immotivata politica di restrizione.
Infine, nel caso dell’Emilia-Romagna e di situazioni analoghe, la definizione formale del rischio (Rischio = Esposizione x Pericolosità) andrebbe riconsiderata: spesso le frane che portano i maggiori “rischi” non sono quelle con la maggiore frequenza o probabilità di riattivazione, ma quelle con i più lunghi intervalli di quiescenza, che le rendono poco riconoscibili come reale fonte di rischio sia alla popolazione locale che alla classe dei “decisori” politici e tecnici.
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La riattivazione di antiche frane in Emilia-Romagna (Italia): strategie di riduzione del rischio
(2.4 MB)la relazione completa in lingua inglese