Geologia, suoli e sismica

Forum NTC 2008 - Aspetti istituzionali e metodologici

Commissione consultiva di monitoraggio; Conferenza Unificata; Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; sviluppi normativi - circolari, direttive, istruzioni. Pericolosità e classificazione sismica e altre tematiche di normativa sismica, anche in connessione e anticipo di pubblicazione sulla Rivista Ingegneria Sismica.
  • Quesito relativo all'art.8.4 delle NTC 2008 di ROBERTO FRANCESCHINI del 23/03/2011
    Con la presente sono a richiedere una interpretazione in relazione all'art.8.4 delle Norme Tecniche Costruzioni 2008 riguardanti la classificazione degli interventi.
    Vedasi file allegato.
    Allegato Quesito interpretativo NTC 2008.pdf (pdf582.83 KB)
    ROBERTO, FRANCESCHINI
    (franceschini@deltasrl.org)
  • Articolo Ordine Ingegneri Milano relativo a NTC 2008 di Commissione Strutture Ordine Ingegneri della Provincia di Milano del 10/03/2011
    La Commissione Strutture dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano ha pubblicato recentemente sulla rivista dell'Ordine l'articolo che qui si allega. Questo articolo fa il punto della situazione relativa alle NTC 2008 ed alla relativa Circolare, a distanza ormai di tre anni dalla prima emissione. L'articolo è importante perchè per la prima volta un Ordine tra i maggiori per numero di associati, come quello di Milano, prende chiaramente posizione affermando che:
    "L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano non ritiene che l'attuale testo NTC 2008 e relativa Circolare siano adeguati per poter progettare e verificare strutture reali."
    Crediamo quindi che sia di interesse generale leggere quanto prodotto dall'Ordine di Milano e attivarsi ulteriormente per diffondere tale presa di posizione, a quanto risulta con pochi o inesistenti precedenti.
    Grazie
    La Commissione Strutture dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano
    (per la lista dei nomi si veda l'articolo)
    Allegato Articolo_NTC_finale_CS-OrdIngMI.pdf
    (pdf368.09 KB)
    Commissione Strutture, Ordine Ingegneri della Provincia di Milano
  • L'ITALIA NON PUO' PERDERE L'AQUILA. Le obiezioni, le prospettive. di Il moderatore del Forum Regione Emilia-Romagna del 07/02/2011
    Sul tema in oggetto l'ASSOCIAZIONE BIANCHI BANDINELLI ha promosso a Roma, il 19 gennaio 2011, un convegno nazionale con partecipazione di esperti e referenti di comitati di cittadini aquilani, nonché di politici e amministratori, per un confronto (di riflessioni, valutazioni e proposte) articolato in quattro Tavole rotonde sui seguenti argomenti:
    I. La sottovalutazione del rischio
    II. L'Aquila. Da città a periferia
    III. Istituzioni e servizi culturali al cittadino
    IV. Il destino del patrimonio artistico.
    Nell'attesa della pubblicazione degli atti del convegno, visti la pressante attualità e l'interesse nazionale per gli argomenti trattati, che si pongono anche in logico collegamento e sviluppo con contributi sul tema pervenuti circa un anno fa a questo Forum, previa autorizzazione della stessa Associazione, si anticipa - preceduto dal programma e dal comunicato stampa di presentazione del convegno, oltre che dalle sintesi dei contenuti delle Tavole rotonde - il testo scritto di riferimento dell'intervento svolto dalla prof.ssa Teresa Crespellani che sostiene la seguente "obiezione": "Il terremoto dell’Aquila ha portato in superficie l’inestricabile intreccio tra ‘potere e sapere’ creatosi negli ultimi 10 anni in materia sismica in Italia, svelando la malattia e lo stato di asservimento del mondo della ricerca scientifica e tecnologica all’ideologia dominante".
    Allegato 2011-01-19_convegno_su_L'Aquila.pdf
    (pdf256.44 KB)
    Il moderatore del Forum, Regione Emilia-Romagna
    (nucleotecnico@regione.emilia-romagna.it)
  • Re: Re: SCONTRI POLITICI SULLE NTC di Nucleo Tecnico Regione Emilia-Romagna del 20/09/2010 
    Sul tema in oggetto per il quale, nelle settimane successive al terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, si è svolto un significativo dibattito ospitato da questo FORUM, si aggiunge oggi (circa dopo sedici mesi) l'intervento appassionato di un altro professionista (l'ing. Alessandro Pignagnoli) che nel condividere l'intervento del 26/5/2009, a firma dell'ing. Paolo Rugarli, cita anche un articolo del Prof. Piero Pozzati di cinque anni prima.
    Al fine di una maggiore leggibilità dei suddetti due interventi, si riproducono gli stessi a seguire e si allega il file.pdf relativo al suddetto articolo del Prof. Piero Pozzati.
    Nucleo Tecnico
    Regione Emilia-Romagna

    Data: 20/09/2010
    Egregio ingegnere Paolo Rugarli. Vorrei commentare il suo intervento, quello del 2009, visto che mi sembra di capire che praticamente nessuno, dal 2009, abbia trovato il tempo di rispondere o commentare. Non vorrei che percepisse il senso di vuoto totale dell’uomo “che grida nel deserto”...
    Ciò che lei ha scritto è la semplice verità, anche se a nessuno ormai sembra interessare.
    Ciò che lei ha scritto, l’ha scritto perché lei è un ingegnere preparato, che ha studiato con diligenza e passione.
    Ciò che lei ha scritto, l’ha scritto perché Lei ritiene che siano fondamentali la correttezza ed il rigore intellettuale di un professionista, per cui sposa pienamente quel famoso articolo del Prof. Piero Pozzati, grande Ingegnere, grande Professore, e Grande Uomo, il quale ancora una volta, con grande pazienza, ha ammonito tutti, soprattutto i più scalpitanti, a tornare a quel senso di responsabilità che deve guidare la nostra Professione. Ci sono in gioco cose grosse, che coinvolgono altre persone, persone spesso ignare!
    Ciò che lei ha scritto, con tutta questa passione, lascia trasparire la verità e la sincerità della Persona e del messaggio. Su questo non vi è dubbio.
    Ciò che Lei ha scritto, è condiviso da noi tutti che lavoriamo, tutti i giorni, con il massimo del nostro impegno, con il massimo della passione, con il massimo del senso di responsabilità di cui possiamo disporre dentro di noi.
    Purtroppo però l’Italia soffre ormai da anni di una “malattia”, una malattia molto più vasta che invade tutti campi, compreso il nostro. Purtroppo le logiche che guidano molte persone oggi, e quindi anche moltissimi nostri colleghi, lucidamente decisi in questo, sono altre, in particolare il tornaconto personale immediato e diretto.
    L’importante, per me e per quelli come me, è farle sapere che siamo in tanti anche a pensarla come Lei, e siamo uniti e abbiamo le idee molto chiare. Siamo quelli che non cedono alle logiche delle Parcelle e a tutto il resto della malattia. Dobbiamo quindi attendere che tutti, lentamente, arrivino a condividere queste sue/nostre analisi.
    Aspetteremo quindi, democraticamente, o che si riesca a discutere in modo corretto dei problemi, oppure, sempre democraticamente, che si arrivi al primo collasso strutturale, con tutte le relative conseguenze di vite umane innocenti, causato da una bieca e disumana logica di soldi. Non c’è problema: è già cinicamente successo tante volte in Italia.
    La saluto cordialmente e con tanta stima.
    Dimenticavo: un saluto anche a tutti gli altri colleghi che hanno già supportato, prima di me, questi concetti, come l’ing Fausto Giovannardi e tutti gli altri.
    ing. Alessandro Pignagnoli – C.P.R. Ingegneria – Reggio Emilia

    Data: 26/05/2009
    Per ragioni politiche entrerà in vigore una norma non ancora messa completamente a punto e ancora bisognosa di limature e chiarimenti, nonché di essere armonizzata con le altre norme esistenti.
    Si è colpevolmente fatto credere - come già in passato per S. Giuliano di Puglia: c'è del metodo... - che i crolli de l'Aquila avessero a che fare con le norme e non con l'incuria criminale di singoli.
    Complici giornalisti pigri e smemorati, istituzioni cieche sorde e mute, politici un tanto al chilo, anchormen fieri della loro ignoranza.
    Dovremo quindi rodare sul campo 400 più 400 pagine, ed applicarle all'intero scibile, con considerevoli problemi applicativi dovuti al mancato vero lavoro di messa a punto mai ancora compiuto dalla Commissione di Monitoraggio. Molti calcoli inutili saranno obbligatori (per esempio il "calcolo" delle ag con 3 o 4 cifre significative), mentre le cose davvero importanti saranno seppellite sotto pagine e pagine o addirittura assenti.
    Si dice che siano prestazionali ma sono inutilmente, ridicolmente prescrittive. Non hanno la semplicità di una norma prestazionale, non hanno la ampiezza e serietà degli eurocodici: sono un bigino (o bignamino che dir si voglia).
    Le regole minime e fondamentali, nel frattempo, sono ampiamente disattese da decenni nonostante le norme già esistenti, e così continueranno ad essere, anche perché l'ignoranza dilaga, nascosta dietro l'impiego da parte di torme di incompetenti di software sempre più utilizzati come protesi per sanare vizi di conoscenza incoffessabili. Come nelle Università, un tempo gloriose, certi Allievi architetti presentano, sotto l'occhio compiaciuto dei loro Docenti, modelli fem 3d apparentemente complessi però totalmente errati, realizzati con alti programmi sblindati, vere panzane in 3d con animazione e prospettiva, e ciò per mascherare la loro ignoranza delle regole minime della statica che modellini con carta e penna avrebbero svelato; così, allo stesso modo, complessi algoritmi nonlineari che in Italia non più di qualche centinaio di persone sono davvero in grado di comprendere e dominare compiutamente saranno allegramente usati da moltitudini di p.iva per giocare a fare alta ingegneria, mentre nei cantieri le pieghe a 135° continueranno ad essere un mistero, clandestini portati col pullmino continueranno a fare cose che non sanno fare, guidati da occhiuti capomastri in delirio di onnipotenza, sempre più certi di avere una professionalità grazie agli apparenti successi dovuti ai mancati crolli al momento del disarmo. Fino a un nuovo terremoto, affinché il meraviglioso ciclo ricominci.
    Lo sguardo strabico del nostro Stato, con una mano chiederà di calcolare la ag con formule di interpolazione bilineari (dato che altrimenti genera mostri), con l'altra sanerà allegramente nuovi abusi edilizi per fare cassa, trasformando parti via via crescenti del nostro territorio in mari di cubicoli di calcestruzzo armato della più volgare fattura, blocchetti di tufo a vista, pareti non intonacate con finestre in alluminio anodizzato, ferri di ripresa in vista per futuri rialzi, sopralzi, superfetazioni, bubboni, e poi fogne a cielo aperto, quartieri dormitorio, lottizzazioni selvagge.
    Si è detto "si rimbocchino le maniche e lavorino per adeguarsi", come se qui si giocasse al ribasso, e non invece al rialzo. Ma la verità qual è?
    Chi ha scritto ottimi articoli tecnici, motivati e dettagliati, non ha avuto le necessarie, doverose risposte dal Soviet, che c'è solo per le parate, non per prendersi le proprie responsabilità.
    Così, esattamente come, in deroga ad ogni regola deontologica, gli errori del foglio EXCEL ministeriale venivano corretti alla chetichella senza farne menzione (come invece qualsiasi software house seria fa coi propri Clienti), nonostante le segnalazioni provenissero dal pubblico, un pubblico di "buoi" da mandare al macello senza informarli della esistenza di versioni con errori, allo stesso modo le amenità del room effect (cfr. questo stesso forum, 18-3-2008, e Ingegneria Sismica n° 1/2008) venivano sanate da una circolare esplicativa che, Unico Esempio al mondo, cambia le norme che intende spiegare, perché se le dovesse solo spiegare non saprebbe come fare.
    "I change the standard I wish to explain
    since any explaination would be vain"
    Ed ora, nascosto probabilmente dietro lo pseudonimo di Musumeci, qualcuno dal cognome più noto pretende di far apparire bianco il nero, e tondo il quadrato, a conferma che in questo Paese il ribaltamento della verità è sempre produttivo, sempre premiato dal consenso: in fondo tra chi promulga queste norme e la massa indistinta di chi le "applicherà" grazie alle protesi, rispettando magari la forma ma non la sostanza, vi è una profonda analogia, una analogia di fondo: ne fa fede lo stato in cui versa il nostro povero Paese, già a suo tempo testimoniato da alte voci di intellettuali, sempre disperatamente e inevitabilmente soli, sempre però lucidi nel descrivere la verità.
    Infatti diceva se non sbaglio il Poeta: "ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave senza nocchiero in gran tempesta, / non donna di province ma bordello!".
    Mai diagnosi fu, come in questi giorni, più azzeccata.
    Paolo Rugarli
    Ingegnere Strutturista & Software Developer
    Allegato 1. - Piero Pozzati_2004.pdf
    (pdf185.08 KB)
    Nucleo Tecnico, Regione Emilia-Romagna
    (nucleotecnico@regione.emilia-romagna.it)
  • applicazione del punto 8.5.3 delle NTC del 2008 di Mario Carinci del 17/05/2010
    Essendo le NTC del 2008 delle norme prestazionali, come si concilia che al punto 8.5.3 si prescriva che i valori delle resistenze meccaniche dei materiali vengono valutati sulla base
    delle prove effettuate sulla struttura e prescindono dalle classi discretizzate previste nelle norme per le
    nuove costruzioni?
    Quindi si possono avere delle costruzioni che hanno delle resistenze meccaniche che fino all’entrata in vigore della presente norma erano fuori legge, mentre ora sonoa norma.
    Se dette norme sono prestazionali, al contrario di quelle precedenti, che erano prescrittive, come può essere che le NTC del 2008 prescrivano dei valori in contrasto con quanto prescritto dal DM del1996?
    Partendo dalla considerazione che il progettista è sempre responsabile di quanto progetta ed il DL è responsabile di quanto si realizza, come è possibile che un professionista possa avvallare una situazione che fino al giorno prima era illegale, in modo particolare se il limite di collasso tende al valore di esercizio? Per esempio valori di Rck < 150 dN/cmq.
    A mio giudizio applicando il punto 8.5.3 delle NTC del 2008 si viola per dolo e colpa grave l’art. 2236 del Codice Civile.
    Rimango in attesa di una Vostra interpretazione delle norme e di una indicazione di comportamento da tenere.
    Mario, Carinci
    (carinci@deltasrl.org)
  • Commissione Monitoraggio Norme Tecniche di Fausto Giovannardi del 13/05/2010
    Riporto le conclusioni di quanto raccolto conversando con alcuni membri della Commissione.
    La Commissione ha tenuto solo tre riunioni (nov.08,gen.09,feb.09) sostanzialmente di natura interlocutoria. Le osservazioni presentate dai vari soggetti sono state raccolte per argomenti. A quelle dei produttori sembra abbia dato risposta il STC, per le altre era stata istituita a gennaio una commissione che ha fatto poco o nulla.
    Se quanto sopra corrisponde a verità, e non vi sono motivi per dubitarne, è opportuno sollecitare il Cons.Sup.LL.PP ad essere più attivo in questo settore.
    La grande importanza della commissione, tanto più in questo particolare momento di crisi, è fuori dubbio. Le NTC 2008 necessitano di numerosi chiarimenti sotto molteplici aspetti, di grande e piccola natura.
    Un piccolo esempio fattomi notare da un collega ingegnere friulano:
    Il DM 14 /01/ 2008 tratta il materiale "legno" dando per scontato che si tratta di elementi di nuova produzione. Sembra che il legislatore si sia dimenticato della possibilità di riutilizzo di vecchie travi in buono stato di conservazione. Così stando le cose il progettista non ha elementi per giustificare il loro impiego, anche perchè potrebbe trovare un ostacolo insormontabile nel collaudatore. Esiste un rimedio legittimo a tale situazione?
    Fausto, Giovannardi
    (fausto@giovannardierontini.it)
    • Re: Commissione Monitoraggio Norme Tecniche di Claudio Ferrari del 18/05/2010
      In relazione agli aspetti connessi all’impiego del legno è bene precisare che effettivamente il problema posto nell’intervento di Fausto Giovannardi non è certo privo di fondamento.
      Bisogna tenere in conto però che nel nostro paese solo 5 anni fa l’impiego del legno per usi strutturali ha avuto un quadro normativo di riferimento con il DM 14.09.2005, ulteriormente e doverosamente migliorato con il DM 14.01.2008, ma in ogni caso derivante dalla “cultura” che ha portato alla redazione dell’Eurocodice 5, in cui l’uso previsto per questo materiale è riferito alle nuove costruzioni.
      Quando si parla di legno come materiale strutturale e se ne parla per le costruzioni esistenti, si ricade inevitabilmente nel capitolo 8 del DM 14.01.2008 ed utilizzando le indicazioni del capitolo 12 è possibile fare riferimento ad una serie di norme UNI quali ad esempio la UNI 11119:2004, la UNI 11138:2004, la UNI 11035 1-2:2003, ecc. …
      Il vero problema è che attualmente non mi risulta emanata una norma tecnica che consenta la classificazione di elementi a sezione circolare in analogia alla UNI EN 338:2004 che contempla solo quelli a sezione rettangolare e in questo caso molto spesso si è costretti a dover motivare la scelta delle caratteristiche di resistenza ripercorrendo in analogia i criteri generali alla base della norma di riferimento.
      Ovviamente devono essere rispettate le prescrizioni del DM 14.01.2008 in termini di coefficiente parziale di sicurezza del materiale e di coefficiente di modificazione, altrimenti si sarebbe in palese contrasto con i principi posti alla base del capitolo 12.
      Ricordo comunque che il legno massiccio è l’unico materiale naturale che è impiegato nelle costruzioni e quindi non può essere trattato alla stessa stregua degli altri materiali (acciaio, calcestruzzo, ecc. …) che per loro natura sono di tipo artificiale.
      Claudio, Ferrari
      (c.ferrari@aierre.net)
    • Re: Commissione Monitoraggio Norme Tecniche di Carmelo Pace del 17/05/2010
      La Commissione cui fa riferimento l'ing. Giovannardi, è stata istituita con apposito D.M. 142 del 2008. Il testo integrale può essere reperito su questo stesso Forum (vedi contributo).
      Uno degli obiettivi principali della Commissione era quello di individuare l'eventuale esistenza di malfunzionamenti nell'applicazione concreta delle Norme Tecniche 2008.
      La fine dei lavori era prevista per il 30 Giugno 2009, ma anche perché è stata imposta l’applicazione obbligatoria del D.M. 14.01.2008 a datare dallo scorso 1° Luglio, la commissione non è stata in grado di completare i lavori iniziati, dovendosi però anche ricordare un ingiustificato atteggiamento di sostanziale “non ascolto” da parte ministeriale a fronte di osservazioni di utilizzatori (pur autorevoli) delle NTC, come si è verificato in ultimo (gennaio 2009) per un documento predisposto dalle Regioni, pubblicato anche su questo Forum (vedi contributo).
      Attualmente in vari Forum si trovano commenti e refusi relativi sia al D.M. che alla relativa circolare.
      Peraltro anche se chi di dovere non ha provveduto a revisionare tali norme, spuntano recentemente invece sul sito del Consiglio Superiore dei LL.PP. delle Linee Guida per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Collaudo di Interventi di Rinforzo di strutture di c.a., c.a.p. e murarie mediante FRP.
      Non mi risulta che ci sia alcuna iniziativa ufficiale di revisione delle norme da parte degli Enti competenti.
      Sul numero 1/2010 di Ingegneria sismica, a cura del sottoscritto, ma senza nessuna pretesa di esaustività è stata riportata una sorta di errata corrige della circolare.
      Una iniziativa lodevole è stata intrapresa dal Collegio dei Tecnici della Industrializzazione Edilizia, come riportato dal sito: http://www.cte-it.org/
      E'
      stato istituito un Tavolo Tecnico per le NTC. Per partecipare bisogna essere soci ATE o CTE.
      E' auspicabile che siano le Istituzioni preposte a tali adempimenti, ad adottare iniziative simili per epurare le norme da errori, imprecisioni e refusi che rendono difficoltosa la non semplice applicazione delle stesse.
      Carmelo, Pace
      (carmelo.pace@regione.sicilia.it)
  • Friuli 1976 e Abruzzo 2009: due diverse logiche di Antonio Perrotti del 24/03/2010
    Nella mia ricerca di esperienze di ricostruzione mi sono imbattuto negli allegati due documenti di consuntivo sulle strategie usate per il terremoto del 1976 in Friuli elaborati nel 1985 e nel 1986 dal compianto ing. Emanuele Chiavola, nella sua veste di Segretario generale per la ricostruzione del Friuli, pubblicati ora sul n. 1/2010 di “Ingegneria sismica” con presentazione del prof. Duilio Benedetti. Tali due documenti, per quanto “vecchi” di un quarto di secolo circa, sono ancora lì a testimoniare “che il caso Friuli rappresenta oggi l’unico esempio disponibile in Italia, di un processo ricostruttivo, le cui caratteristiche operative consentano tale descrizione e tale analisi; e ciò deriva dal fatto che l’intera operazione, ancorché ampiamente decentrata agli enti locali, fu tuttavia costantemente seguita e indirizzata da un centro decisionale principale, che fu appunto l’Amministrazione regionale, attraverso le strutture della Segreteria Generale Straordinaria per la ricostruzione del Friuli”.
    In particolare non può non fare riflettere la seguente considerazione finale dell’ing. Chiavola: “…. dopo dieci anni … La conclusione è che non esistono soluzioni semplici per affrontare situazioni difficili. Tanto vale saperlo subito, e prepararsi ad un lavoro lungo, difficile, ingrato; ma costituisce (va evidenziato ! n.d.r.) l’unico modo per arrivare in fondo”.
    Mentre noi invece in Abruzzo siamo stati oggetto di una “ricostruzione mediatica” ispirata alla “conquista di primati”, con eventi spettacolari ai quali siamo stati chiamati come pubblico passivo e inconsapevole. La stessa classe politica locale è diventata oggetto inerme di questa rappresentazione teatrale con ammiccanti momenti di eclatante immagine mediatica e non è di fatto ancora riuscita, sulla base di una coscienza profonda delle dimensioni della tragedia e dei problemi, a imporre un proprio ruolo programmatico e progettuale.
    Siamo così stati finora costretti ad aderire alla logica, da un lato, della deportazione e, dall’altro, a quella del “subito,dovunque e comunque” de “Il Progetto C.A.S.E.” con i suoi “definitivi” 4.600 alloggi disseminati in 19 nuovi nuclei residenziali dislocati in aree agricole periferiche e non urbanizzate.
    E’ da qualche giorno stata emanata un’ultronea e dilatoria ordinanza per i Centri Storici che non affronta i reali temi del finanziamento e non è partita la ricostruzione neanche degli edifici classificati in categoria A,B,C a danno medio-lieve.
    I comuni si sono gestita senza indicazioni e parametri di base tutta la partita delle demolizioni, delle macerie e dei puntellamenti senza poter interloquire sulle vere scelte e senza poter assumere una delibera per gli stessi Piani di Ricostruzione.
    Il comune di L’Aquila in particolare ha provato a fare un affidamento fiduciario di 50 ML di euro per la rimozione delle macerie e sta consentendo l’imprigionamento dei comparti del Centro Storico attraverso esorbitanti puntellamenti “da impresa”.
    Nessuna attenzione è stata quindi data alla riparazione e al rafforzamento del sistema produttivo; ad un anno dal sisma ancora non sono stati ricollocati gli ambulanti di Piazza Duomo, mentre sono stati costretti ad arrangiarsi in strutture episodiche gli oltre 1000 esercizi commerciali del Centro Storico di L’Aquila.
    Manca a tutt’oggi un Progetto Strategico finanziario della Regione e la Zona Franca è stata erroneamente limitata all’area urbana di L’Aquila.
    Infine va detto che contrariamente a quanto fatto nel Friuli i cittadini (ma anche gli stessi Consiglieri ai vari livelli istituzionali !!) sono stati interdetti da qualsiasi forma di partecipazione e solo i Comitati stanno garantendo momenti di analisi e critica con qualche successo come ultimamente sulle macerie.
    COMITATUS AQUILANUS
    Antonio Perrotti
    Allegato Emanuele Chiavola.pdf
    (pdf252.44 KB)
    (perrotti@regione.abruzzo.it)
    • La ricostruzione post-sismica in Umbria come modello di governance di Teresa Crespellani del 30/03/2010
      Ho letto gli interessanti articoli sulla ricostruzione in Friuli dell’Ing. Emanuele Chiavola introdotti dal Prof. Duilio Benedetti, pubblicati sul n. 1 di Ingegneria Sismica del 2010 e inviati dall’Arch. Antonio Perrotti al Forum sulle NTC.
      Credo che un confronto tra le modalità con cui in Italia è stato gestito il post-terremoto sia in questo momento molto opportuno perché non sono pochi coloro che nutrono perplessità sulle dispendiose scelte governative in Abruzzo e sul fatto che, a distanza di un anno dall’evento sismico, non si sia dato avvio alla ricostruzione intesa in senso proprio.
      Perciò per una valutazione più documentata mi pare utile inviare al Forum, con il consenso dell’autore, un articolo del Prof. Roberto Segatori dal titolo “La ricostruzione post-sismica in Umbria come modello di governance”, comparso nel volume curato da S. Sacchi “Oltre la ricostruzione. Profili economici e dimensioni sociali in un processo di cambiamento”, Regione Umbria, Quattroemme, Perugia, 2007.
      Il terremoto del 1997 in Umbria–Marche è, infatti, dopo quello abruzzese, il terremoto italiano più recente, che ha riguardato una regione italiana con forti analogie geografiche e culturali con l’Abruzzo. Il prof. Segatori, nel presentare i principi e il modello organizzativo per la ripresa di condizioni di normalità, mette in luce in modo obiettivo pregi e limiti del modello umbro che, in un’ottica di miglioramento del territorio, si caratterizza per avere privilegiato la qualità degli interventi rispetto alla riduzione dei tempi di realizzazione e per aver dato priorità al ruolo degli enti locali e della regione.
      Allegato Ricostruzione modello.pdf (pdf185.01 KB)
      Teresa, Crespellani
      (crespellani@dicea.unifi.it)
  • Dall'OPCM 3274/2003 al decreto legge 195/2009: la "resistibile ascesa" della Protezione Civile. di Teresa Crespellani del 04/02/2010 
    Come dimostra la vivacità del dibattito in corso per l'interpretazione del DM 14 gennaio 2008, la situazione normativa per le costruzioni non si è ancora stabilizzata e nel mondo professionale gli effetti dirompenti del cataclisma provocato dall'Ordinanza 3274 tardano a scomparire. Con il decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195 un'altra tempesta si sta abbattendo in questi giorni sul nostro Paese e cioé l'esternalizzazione della Protezione Civile, un fatto molto grave, per le Regioni, gli Enti locali, il mondo professionale ma soprattutto per i cittadini, specialmente se lo si legge alla luce dell'ascesa espansionistica di cui l'Ordinanza 3274 (con le annesse operazioni di occupazione di competenze altrui e di formazione di nuovi istituti di ricerca) è stata una tappa determinante.
    Nello scritto che Vi invio, in corso di pubblicazione in "Democrazia e Diritto", si cerca di seguire la linea che collega tra loro i vari momenti del percorso normativo partito dall'Ordinanza 3274 e ora approdato al decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195.
    Allegato La resistibile ascesa della PC.pdf
    (pdf186.48 KB)
    Teresa, Crespellani
    (crespellani@dicea.unifi.it)
    • L'AQUILA. Non si uccide così anche una città? di Georg Josef Frisch del 15/02/2010
      L'importante riflessione di Teresa Crespellani richiama anche il "progetto C.A.S.E." come "distorta esperienza di ricostruzione avviata a L'Aquila".
      Con l'allegato articolo, da un'ottica urbanistica, intendo richiamare l'attenzione sul più complessivo rischio di regressione cui può andare incontro la città de L'Aquila e la sua comunità.
      Allegato Aquila. Terremoto e pianificazione.pdf
      (pdf148.56 KB)
      Georg Josef, Frisch
      (georg.frisch@tiscali.it)

      • Il sisma aquilano e le normative non più in vigore di Giorgio Serafini del 06/04/2010
        Ad un anno dal sisma de L'Aquila, mi sembra possa essere utile proporre una modesta riflessione sull'efficacia del quadro normativo utilizzato per la costruzione degli edifici più recenti nella zona del cratere aquilano.
        Le verifiche di agibilità organizzate dalla protezione civile hanno diviso gli edifici in classi. Nel seguito ci soffermeremo solo sui valori estremi di agibilità:

        Classe di agibilità A – edificio agibile
        Classe di agibilità B – edificio temporaneamente inagibile che richiede alcuni interventi di pronto intervento per poterlo di nuovo utilizzate

        Classe di agibilità E – edificio inagibile
        Classe di agibilità F – edificio inagibile per problemi esterni all’edificio (versante instabile, edificio adiacente pericolante, etc.)

        E’ interessante valutare le categorie di danno per farsi un’idea delle conseguenze del sisma sulle costruzioni esistenti. Per le considerazioni che seguono mi baso sui dati riportati in Georg Josef Frisch (a cura di), “L’Aquila. Non si uccide così anche una città?”, Clean Edizioni, 2009, che riporta i dati ricavati dai documenti del Dipartimento della Protezione Civile.
        Risulta evidente la grande differenza di comportamento che si è riscontrata tra gli edifici del centro storico de L’Aquila e gli edifici presenti in tutto il cratere sismico.
        Nel centro storico de L’Aquila, gli edifici in classe di agibilità A o B sono il 22,9%, mentre gli edifici in classe di agibilità E o F sono il 74,3% (p.31, cit.).
        Considerando l’intero cratere di danneggiamento, invece, gli edifici in classe di agibilità A o B sono il 65,9%, mentre gli edifici in classe di agibilità E o F sono il 30,4% (p.31, cit.).
        Mi sembra utile leggere questi dati sulla base di un’ulteriore considerazione.
        Gli alloggi siti nel centro storico sono solo il 15% del totale (p.45, cit.).
        Ho voluto, quindi, ricavare la distribuzione percentuale delle classi di agibilità riferendomi solamente alle abitazioni del cratere, ma facendo esclusione del centro storico aquilano. In tal modo si ha un riscontro del comportamento degli edifici di più recente costruzione, anche se, ovviamente, costruzioni realizzate con tipologie storiche sono rintracciabili anche nei centri minori del cratere.
        Ad esempio, su 1000 alloggi del cratere, 659 sono in classe A o B. Dei 1000 alloggi, 150 fanno parte del centro storico de L’Aquila e, di questi, 150x22,9/100 = 34 sono in classe A o B. Ne consegue che il numero di alloggi di classe A o B appartenenti al cratere, ma esterni al centro storico de L’Aquila, è 659-34=625, corrispondenti ad un percentuale 625/850=73,5%.
        Escludendo, quindi, il centro storico aquilano dall’intero cratere di danneggiamento, gli edifici in classe di agibilità A o B sono il 73,5%, mentre gli edifici in classe di agibilità E o F sono il 22,7%.
        Questo dato mi sembra dia ragione del fatto che gli edifici di costruzione più recente abbiano, in media, avuto un comportamento abbastanza soddisfacente nei riguardi del sisma. Quasi 3 su 4 risultano agibili, al massimo con interventi locali di pronto intervento. Poco più di 1 su 5 risulta assolutamente inagibile, ma in questa categoria si troveranno certamente edifici storici ubicati al di fuori del centro storico aquilano o edifici di più recente costruzione, ma mal concepiti o realizzati.
        Sulla base di queste considerazioni, mi sembra che si possa concludere che i riferimenti normativi utilizzati per la progettazione degli edifici della zona suburbana (norme sismiche del 1996 o anche precedenti) non sono risultati profondamente inadeguati, pur dando atto all’attuale normativa di mettere in evidenza molte problematiche che non venivano messe in luce dalle normative precedenti.
        Giorgio, Serafini
        (giorgio.serafini@libero.it)
    • Re: Dall'OPCM 3274/2003 al decreto legge 195/2009: la "resistibile ascesa" della Protezione Civile. di Giorgio Serafini del 08/02/2010
      Su questo argomento, segnalo un articolo tratto da "Il fatto quotidiano" del 7/02/2010, in cui si riferisce, tra l'altro, di una iniziativa dell'Ordine degli Architetti di Roma che esprime forti perplessità sulla nuova S.p.A. ed i suoi poteri.
      Personalmente ritengo inquietante che Ordini che si scagliano contro un bando di gara perchè aperto agli ingegneri civili e non agli ingegneri ambientali (o viceversa) non abbiano nulla da eccepire sul fatto che vi sia una S.p.A. governativa che nasce con la dichiarata intenzione di non fare alcun bando, in quanto ritiene che l'espletamento di una gara abbia il solo significato di ridurre la tempestività dell'intervento. Anche se si tratta di un intervento messo in atto un anno dopo il sisma.
      Nel nostro piccolo, con alcuni ingegneri dell'Ordine di Modena stiamo cercando di proporre qualche riflessione sull'argomento.
      Giorgio Serafini
      Questo il link ove si può leggere l'articolo: Pericolo Bertolaso. Gli architetti contro la nuova “Protezione civile spa"
  • SISMA 2009 IN ABRUZZO: IL MANCATO ALLARME di Matteo Di Cesare del 26/10/2009
    Nelle settimane successive al 6 aprile 2009 sono pervenuti a questo FORUM diversi e qualificati interventi circa eventuali nessi tra crolli o danni gravi registrati e mancato rispetto di regole costruttive e norme tecniche.
    Notizie di stampa della scorsa settimana riferiscono di inchieste giudiziarie, anche a seguito di denunce di parti lese, in merito all'aspetto di cui sopra e ad altri risvolti attinenti anche l'informazione ai cittadini interessati nei giorni subito precedenti la scossa principale del 6 aprile 2009.
    Si ritiene opportuno segnalare agli utenti del FORUM l'approfondita riflessione dal titolo: "Prevedere i terremoti: la lezione dell'Abruzzo", a firma di Giuseppe Grandori ed Elisa Guagenti, pubblicata sul n. 3/2009 di "Ingegneria Sismica".
    Allegato Grandori_Guagenti_IS_3-09.pdf
    (pdf99.7 KB)
    Matteo, Di Cesare
    (matteo.dicesare@gmail.it)

 

    • Re: SISMA 2009 IN ABRUZZO: IL MANCATO ALLARME di Ivan Silvestri del 31/10/2009
      Per ridurre le probabilità di falso allarme è possibile integrare le valutazioni sul verificarsi di "fenomeni precursori" di eventi sismici con sistemi di monitoraggio operanti sul territorio basati sulla misurazione di alcuni parametri (fra cui l'emissione di gas Radon) che sono associati al verificarsi del sisma.
      In proposito segnalo le attività della Rete sismica sperimentale del Friuli F.E.S.N. (vedi sito http://www.fesn.org/ ) basata sul monitoraggio di precursori sismici di natura elettromagnetica, le cui basi teoriche sono illustrate nel file allegato.
      Allegato Teoria_precursori.pdf (pdf411.82 KB)
      Ivan, Silvestri
      (silvivan@alice.it)
  • Competenze professionali e D.M. 2008 di carmelo pace del 20/10/2009
    La fretta di fare applicare obbligatoriamente dallo scorso 1° Luglio il D.M. 14.01.2008 è stata ingiustificata:
    • non solo per la mancata accortezza di correggere per tempo tutti gli errori e i riferimenti errati dello stesso D.M. e della circolare pubblicata oltre 4 mesi prima, avendo in tal modo di fatto “cestinato” anche contributi collaborativi, quale quello trasmesso dalle Regioni a inizio del 2009 (cfr, questo stesso forum, 6-2-2009),
    • ma anche per non aver tenuto conto di un aspetto molto importante di natura non tecnica.
    Mi riferisco alle competenze professionali per la progettazione e direzione di lavori strutturali alla luce delle nuove norme tecniche.
    A seguito di apposito quesito da parte di un ufficio tecnico della regione Calabria – recentemente balzata alla cronaca per la presentazione di un progetto fantasma documentato da raitre – il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si è recentemente espresso (Adunanza del 24/7/2009, N. del Protocollo 126/09) escludendo dalla progettazione con le nuove norme tecniche, gli architetti e gli ingegneri junior.
    Nessun riferimento viene fatto invece per i geometri, le cui competenze sono stabilite dal R.D. 274/1929. Come conseguenza logica i geometri dovrebbero fare meno dei laureati junior.
    Ritengo comunque che il parere del C.S.LL.PP sia troppo generico e potrebbe prevedere delle deroghe per i laureati junior almeno dando la possibilità di progettare le "costruzioni semplici" (punto 7.8.1.9 delle NTC 2008) per le quali non sono necessari calcoli sofisticati, e di effettuare calcoli per edifici ordinari nelle zone a bassa sismicità. Analogamente per i geometri.
    Di seguito il file.PDF, relativo al parere del C.S.LL.PP. sulle competenze professionali, scaricabile dal link: http://ordineingegneri.rg.it/download/circ-36-2009/competenze-iuniores-zona-sismica.pdf.
    Allegato Parere CSLLPP_126-2009.pdf (pdf508.26 KB)
    carmelo, pace
    (carmelopace@iscali.it)

 

      • Re: Competenze professionali e D.M. 2008 di Alessandro Pignagnoli del 24/09/2010
        Risposta all'argomento "Competenze Professionali", ma restando sul tema "Ingegneri", ma anche in risposta agli interventi che parlano di “dettagli”. Qui non so come il Moderatore potrà fare…
        Il mio personale giudizio:
        1) Vorrei rispondere a tutti i colleghi che inoltrano domande inerenti “dettagli”, semplicemente, di agire “da Ingegneri”. Siate “conservativi” e risolvete il problema nel rispetto della Normativa che è cogente. Le maglie di queste NTC 2008, come anche dell’Ordinanza, sono talmente lasche che non è difficile essere, come si dice, “a Norma”. Ovviamente ci sarà da prendersi qualche responsabilità in più, e magari anche “pensare” un poco di più rispetto a prima.
        2) Per parlare di Competenze, farei un "semplice" esempio concreto, il quale tuttavia parte dall'analisi delle NTC 2008 su uno specifico aspetto.
        Vorrei soffermarmi, solo per fare uno dei tanti possibili esempi, su quella che si può definire come “l’impostazione concettuale”, delle NTC 2008, ed in particolare sul coefficiente di struttura “q”. Solo per fare un esempio.
        Parlo del “fattore q”, come molti colleghi lo chiamano, per portare un esempio di riflessione ai colleghi stessi, soprattutto ai più giovani, in quanto potrebbero non avere avuto la fortuna del sottoscritto, il quale (io), senza alcun merito, ha avuto a disposizione Professori del “calibro”, anche “morale”, dei Professori Pozzati e Alessi, con tutti i loro “figli spirituali” diretti, cioè i Professori Ceccoli, Diotallevi, Merli con il suo “assistente” ing. Ricci Bitti (a cui andrebbe il titolo di Prof. “honoris causa”), Majowiechi, ecc., (e sicuramente ne sto dimenticando alcuni, per cui me ne scuso), in quanto “q” un “fattore”, purtroppo, non lo è.
        Nelle NTC 2008, infatti, viene proposto in più punti, una banalizzazione di un problema estremamente complesso, quello dell’utilizzo che coefficiente “q”. Una lucida banalizzazione.
        Questa banalizzazione, come altri esempi che potrei citare (ma non cito, perché vorrei anche sentire la voce di qualche altro collega), in realtà non è involontaria, bensì costituisce “la filosofia” di questa normativa, che fa da “inversione di tendenza” rispetto a tutte le nostre “vecchie” precedenti Normative cogenti: purtroppo, mi ricorda molto una persona che fa “inversione” in autostrada, ma nella sua stessa carreggiata…
        Si sarebbe detto una volta, nelle vecchie norme, che queste cose sono dei “refusi”. I refusi ci sono nelle NTC 2008, sarebbe stato meglio rileggerle meglio, ma si correggeranno, per cui: già chiuso il problema “refusi”. Invece non è un refuso, questa cosa del numerino “q”, perché chi ha scritto e poi chi ha approvato queste norme, persone che io non conosco, sono certamente Professori, quindi persone lucide, molto colte, esperte. Non posso credere il contrario, per cui è voluta. Lucidamente voluta. Un giorno ci spiegheranno anche il “Perché”.
        L’uso del coefficiente di struttura “q”, nell’Ordinanza e nelle NTC 2008, viene indicato, o dato ad intendere, molto tranquillamente, come “il metodo” da utilizzare per risolvere “il problema sismico”, riducendo lo “Spettro di Risposta Elastico”, comparendo fra le “costanti” al denominatore della formula. Dico “costanti” in quanto, poco oltre, c’è una “tabellina” dei valori di “q”, molto comoda, con tutti casi già pronti, per cui devi soltanto prendere il tuo “numerino”, poi ti calcoli il tuo spettro “ridotto”. Poi lanci il tuo “programmino”, e ti risolvi la tua “strutturina”. Tutto apparentemente molto semplice.
        L’uso del coefficiente di struttura “q”, viene proposto, nell’Ordinanza, ma anche nella “Direttiva Beni Culturali” e richiamato nelle NTC 2008, addirittura nel capitolo “Analisi Cinematica”, quindi stiamo parlando di “Analisi Limite delle strutture, Teorema cinematico, spostamenti virtuali, ecc. Però vedo che viene proposto, anzi vivamente consigliato, nelle “Verifiche delle costruzioni in muratura esistenti”: leggo che in una formula, ad un certo punto, il numerino “q” lo trovi al denominatore. Stiamo parliamo di verifica di murature, quindi stringendo, sostanzialmente, di problemi di “ribaltamenti”, con spostamenti certamente “non virtuali”, dove duttilità non ce n’è, dove spesso c’è anche un problema di eccentricità non piccola che significa “instabilità dell’equilibrio”, dove il cinematismo che produce il moltiplicatore “più piccolo” è tutto da trovare, ... e mi voglio fermare qui. Anche volendo affrontare tutta la questione con dei ragionamenti approssimati di altro genere (ma neppure tanto) tipo “semplici ribaltamenti”, saltano fuori, comunque, altri problemini, tutti da vedere e capire.
        Purtroppo, anche se le NTC 2008 “ti vorrebbero tranquillizzare”, l’Ingegnere vero, quello che ha studiato caparbiamente, sa che, invece, il coefficiente di struttura “q”, non è “il metodo” bensì è “un metodo”. Questa distinzione, per l’Ingegnere, non è una differenza da poco. Infatti, per chi non avesse avuto la pazienza di studiarlo a scuola o studiarselo successivamente, sposando in questo modo la “tranquillizzante” filosofia delle NTC 2008 (tuttavia seguendo anche quel signore di prima che ha fatto inversione in autostrada nella sua stessa carreggiata), non è l’unico metodo utilizzabile.
        Purtroppo c’è un secondo problema. Il coefficiente di struttura “q” NON è una costante, non è neanche una “funzione” in senso stretto, bensì “un mondo”: un “mondo di problemi” e un “mondo di Ricerca”. Un mondo di problemi, in quanto riassume in sé decine di altri parametri che, sinteticamente, coinvolgono il comportamento d’insieme della struttura, il quale a sua volta è legato all’abilità dell’ingegnere che l’ha progettata fin dalla sua impostazione concettuale. Quest’ultima cosa, peraltro, costituisce anch’essa “un mondo” di ulteriori cose: conoscenza, esperienza, abilità, ingegno. Poi è anche un “mondo di ricerca”, perché “non è sempre utilizzabile” e “non in tutte le strutture”: nelle strutture in CA e Acciaio, se “ben progettate a monte”, può molto spesso andare bene. Dico “può”, perché teniamo presente che è un modo per “linearizzare” un problema “non lineare meccanico” che noi Ingegneri “normali” che NON SIAMO Pozzati e i suoi, non sappiamo affrontare, anche se abbiamo il programmino non lineare “Push Over”, perché siamo sì caparbi, ma purtroppo non siamo “scienziati” come loro. In altre strutture che non siano CA e Acciaio, come le murature esistenti, quindi ad esempio nel caso del già menzionato “Metodo cinematico”, NON ci sono dati certi “scientificamente comprovati” per l’utilizzo del metodo suddetto sulle murature, quindi per l’Ingegnere, in Italiano, questo si chiama “un azzardo”.
        Purtroppo poi c’è anche un terzo problema: lo “Spettro”. Qui ci sono addirittura come minimo due sotto-problemi: il primo è che se la norma è Europea, vorrei sapere quali accelerogrammi sono stati implementati per ricavare lo Spettro, in quanto noi siamo in Italia e non altrove; il secondo è che dobbiamo ricordarci che il coefficiente di struttura “q” lo applichiamo su uno spettro elastico, determinato analizzando il comportamento di un oscillatore elastico lineare, calcolato con lo smorzamento fisso al 5%. Cos’è lo smorzamento? Lo smorzamento è un altro “mondo” anche lui. Per le murature, ad esempio, non ci sono i dati di smorzamento, perché le murature hanno un solo dato meccanico certo: il fatto che sono marcatamente dissipative, oltre che non lineari, e le Ricerche sono ancora tutte da fare, o quasi interamente. Bisognerebbe quindi avere la ”pazienza” di aspettare che, chi è in grado, cioè i nostri Professori, lo facessero. Bisognerebbe dare loro “il tempo”. Quindi, sintetizzando, per le murature NON ci sono gli spettri “che vanno bene”, cioè non ci sono gli “Spettrini di Rispostina” per stare tranquilli.
        Putroppo, poi, c’è addirittura un quarto problema. Mi sono accorto, cercando su Internet, che, ad esempio, il sisma de L’Aquila, 06-04-2009, Magnitudo 5.8, rischia di non essere “spettro- compatibile”, cioè va fuori di parecchio addirittura dallo “Spettro SLC” in alcuni periodi molto piccoli, da 0 a 0,4 secondi, e probabilmente non è l’unico sisma italiano che ha quelle caratteristiche. Anche quello di Reggio Emilia del ‘96, per altre ragioni legate a certe “armoniche”, ha dato “problemini” non inquadrabili in termini di: “uso lo Spettro dell’Eurocodice e sono tranquillo, anche perché tutto ciò che NON è fatto il Italia va sempre bene”. Tutto ciò accade, in sintesi, perché il “metodo dello Spettro di Risposta”, sembra facile, ma non lo è, come tutti i campi di applicazione dell’ingegneria, statica compresa: Ed inoltre l’Ingegnere sa che lo Spettro “non lo può usare sempre e comunque”, perchè dipende da che tipo di “strutturina” stai analizzando, e perché NON CI SONO ancora tutti gli studi di “microzonazione”, per cui bisognerebbe aspettare anche quelli.
        “Fatti non foste per viver come bruti…”
        Vi propongo anche questa: “Fatti non foste per viver come bruti, ma per gettar cemento con lo ferro!”. Questa ve la segnalo, non è mia (l’ho trovata su un forum d’ingegneria); subito fa ridere , ma ha una doppia lettura: a pensarci bene dovrebbe addirittura diventare il nostro motto: “cultura, razionalità e lavoro duro”.
        INFINE: un saluto e un augurio dal più profondo del mio cuore al Prof. Pozzati, sperando che legga questo importante e vitale “Forum”: PROFESSORE, AUGURI VIVISSIMI DA TUTTI NOI. Ora però si riposi, continui ovviamente a studiare come so che farà sempre, ma ora solo per sé e pensi ora anche un po’ alla sua persona. Professore, Lei ha sempre dato tutto sé stesso. Lei non ha idea di quanti Colleghi (questo conto forse sarà l’unico che avrà perso), oramai sparsi per tutta l’Italia, operano in assoluta tranquillità per merito suo e dei suoi “figli spirituali” Professori, i quali, peraltro, operano ancora attivamente, proficuamente, e con gli stessi “ideali” anche e soprattutto all’interno delle Università. Poi ci sono anche gli altri suoi colleghi Professori che lavorano in altre prestigiose Università Italiane, i quali, come Lei, hanno sempre operato correttamente, con tutti i loro rispettivi figli spirituali. Come in un ideale triangolo, ciascuno di Voi costituisce un angolo, la cui somma dà e darà sempre 180°. I lati del triangolo, per noi, costituiscono il perimetro delle nostre azioni possibili di Ingegneri. Ovviamente ci sono e ci saranno sempre anche coloro, sempre Professori, spesso un poco scalpitanti, che si vogliono identificare invece negli angoli “esterni”, ovviamente, quindi, fuori dal triangolo ideale. Vedrà che, alla fine, pur pagando un prezzo per questa norma ormai in vigore, vinceremo la guerra. Una guerra anche di Civiltà. “…parte della semente...cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”.
        Ore 4,15. Buona notte. Torno a dormire.
        Un cordiale saluto a tutti.
        ing. Alessandro Pignagnoli – C.P.R. Ingegneria – Reggio Emilia
        Alessandro, Pignagnoli
        C.P.R. Studio Associato d'Ingegneria
        (alessandro@cpr-ingegneria.it)
      • Re: Re: Competenze professionali e D.M. 2008 di Carmelo Pace del 06/10/2010
        Pur condividendo nella sostanza il contributo dell'ing. Pignagnoli, mi permetto di esprimere qualche considerazione sui punti da lui citati.
        1) DETTAGLI
        Personalmente, le maglie di questa nuova normativa, non mi sembrano molto "lasche", anzi le svariate pagine di dettagli costruttivi in alcuni casi possono anche limitare la libertà progettuale (solo per citarne uno : gli spessori minimi delle murature).
        2) I REFUSI
        Sono già passati oltre 15 mesi dall'entrata in vigore delle NTC 2008, senza contare il periodo di applicazione delle stesse per le opere strategiche.
        Sia la conferenza delle Regioni, esperti ed altri hanno segnalato pubblicamente la presenza di errori veri e propri oltre che di refusi, ad oggi rimasti lettera morta.
        Recentemente è stato anche istituito un tavolo tecnico per le NTC 2008 il cui coordinatore è il prof. G. Toniolo, che ha già raccolto pagine e pagine di errori. Ma non sono a conoscenza dell’esistenza di una eventuale commissione nominata dal legislatore.
        Riguardo all'introduzione del FATTORE DI STRUTTURA, già in uso in diverse normative sismiche nel mondo e da parecchi decenni, e contemplato anche degli eurocodici, forse l'Italia era rimasta il fanalino di coda.
        Poi sulla calibrazione dei vari coefficienti che ne determinano il valore finale si potrebbe aprire un lungo dibattito.
        La cosa anomala è che tale normativa basata sulla Gerarchia delle Resistenze, non rispetta appieno invece la Gerarchia delle Fonti giuridiche, difatti la circolare 617/09 con l'introduzione di nuovi coefficienti e parametri, stravolge in alcuni casi l'impostazione del D.M. 14.01.2008.
        Con la "Direttiva Beni culturali", più correttamente denominata Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 12.10.2007. (G.U. 29.01.08 n. 24), il legislatore dà sempre idea dell'interesse che nutre verso la legislazione sismica, peraltro vanto dell'attuale governo, di cui è anche figlia la famosa Ordinanza 3274.
        Tale normativa è interamente basata sul D.M. 14.09.2005 e sulla citata O.P.C.M. 3274, non tenendo conto di quanto afferma l'art.1 del D.M. 14.01.2008: "... Le presenti norme sostituiscono quelle approvate con il decreto ministeriale 14 settembre 2005”.
        Quindi nella norma sui beni culturali saranno adottati, fra le altre cose, valori di fattori di struttura di una normativa ritenuta errata.
        Riguardo ai parametri che concorrono al calcolo di "q" alcuni docenti universitari che hanno approfondito gli studi soprattutto per quanto riguarda gli edifici irregolari in pianta od in altezza non sono molto d'accordo sui parametri forniti dalla norma.
        Mentre l'analisi Push-over, presentata come un metodo facile di verifica visto che inputando pochi valori trasferisce tutta la responsabilità del calcolo al computer, rischia invece di sovvertire i risultati se non si ha la giusta preparazione per tale tipo di verifica. Difatti uno dei programmi di calcolo più diffusi a livello nazionale sul manuale di spiegazione dell'analisi Push-over afferma: "Vista la delicatezza dell’argomento, si sconsiglia l’utilizzo delle procedure qui descritte a chi non fosse in possesso di solide basi a riguardo".
        Si auspica che il legislatore provveda ad istituire una commissione od un tavolo tecnico ufficiale di revisione delle norme, e della corretta applicazione delle stesse coinvolgendo docenti, professionisti, e personale delle Regioni che si occupano della materia, in modo da pervenire ad un testo tecnico corretto ed unitario, facilmente applicabile e che definisca altresì le reali competenze ed i limiti dei professionisti che le devono applicare siano essi geometri, periti, architetti od ingegneri.
        Carmelo, Pace
        (carmepace@tiscali.it)
        • NTC 2008 - maglie lasche: un esempio. Risposta a Carmelo Pace di Alessandro Pignanoli del 07/10/2010 
          Buongiorno a tutti i colleghi e al moderatore del Forum.
          A proposito del concetto "maglie lasche" che ho espresso in un mio intervento precedente, a cui ha risposto l'ing. Carmelo Pace (che saluto), vorrei fare un esempio che, se non ho preso un "granchio", aiuterà anche ad evidenziare alcune "lacune" contenute nelle NTC 2008".
          Le NTC 2008, parlando ad esempio di Acciaio, non esplicitano alcun limite nella deformazione limite dell'acciaio. Io ho sfogliato più volte la norma, istruzioni comprese, ma non ho trovato nulla. Se qualche collega dovesse avere trovato anche una sola riga in merito, sarei felice di saperlo.
          Se invece, come penso, non c'è nulla, adottando quindi la filosofia "Eurocodici", vorrei segnalare questo piccolo problema:
          Se la norma non stabilisce alcun limite:
          1) chi impedisce ad un progettista "scalpitante" di utilizzare, in luogo del vecchio 10 per mille, un valore tipo, 2%, oppure 3%, o addirittura 5%, o perché no? anche 10%! Se il suo "programmino" lascia la possibilità, come dovrebbe, di gestire la deformazione limite, egli potrebbe, anziché limitarsi ad una banalissima analisi elastica, "lanciarsi" in entusiasmanti calcoli a rottura (che quasi certamente neppure ha studiato), con evidenti "problemini" successivi...
          2) il collaudatore, poi, che si troverà a collaudare questa ipotetica struttura progettata con acciai che lavorano a deformazioni "folli", ma diciamo anche solo al 2-3% (quindi al triplo di prima) che dovrà fare? Gli acciai si rompono ad oltre il 20% di deformazione... come si può giustificare un "non collaudo"? Con quali argomenti?
          E' questo che, nel mio precedente intervento, intendevo con "maglie lasche"...
          Peraltro Carmelo Pace ha ragione, perché ha evidenziato la presenza ridondante di prescrizioni, che spesso poi portano a risultati assurdi, come per esempio, nel CA, ad esempio, per le staffature delle travi in spessore. In questo caso, infatti, le ridondanti prescrizioni non sono abbastanza dettagliate, perché uno sprovveduto potrebbe staffare a passo 5 cm una trave larga 100 cm e alta 24 cm, ma dimenticarsi che bisogna disegnare staffe con più "braccia", in modo da presidiare bene i ferri compressi affinché non si instabilizzino. Questa cosa è ben più importante del passo 5, perché significa anche perdere la famigerata "duttilità delle sezioni".
          Queste cose accadranno, se non sono esplicitamente impedite: dobbiamo solo aspettare.
          Ditemi che c'è quella riga e mi sentirò subito meglio...
          Grazie a tutti e Cordiali saluti.
          Alessandro Pignagnoli - C.P.R. Ingegneria - Reggio Emilia
          Alessandro, Pignanoli
          C.P.R. Studio Associato d'Ingegneria
          (alessandro@cpr-ingegneria.it)
          • Re: NTC 2008 - maglie lasche: un esempio. Risposta a Carmelo Pace di Carmelo Pace del 13/10/2010 
            Intendendo con il termine "lasche" le lacune delle NTC 2008, non posso che concordare con l'ing. Pignagnoli.
            Infatti sono parecchi gli aspetti della nuova norma su cui ancora oggi non si hanno certezze, quali ad esempio le già citate competenze professionali, i contrasti con altre norme attualmente in vigore (vedi ad esempio il D.M. 18.12.75: carichi per edifici scolastici),
            Egr. ing. Pignagnoli, lei ha trovato una delle numerose falle delle NTC 2008.
            In effetti questa nuova normativa teorizza nessuna limitazione di deformabilità dell'acciaio; in alcuni corsi tenuti da docenti universitari si è affermato che le NTC 2008 considerano un legame elasto-plastico dell'acciaio senza limitazione della deformazione ultima. Fino al D.M. 14.09.2005 tale limitazione era fissata all'1%.
            Nella tab.11.3.Ib del punto 11.3.1 "Acciaio per cemento armato B450C", sono riportate le caratteristiche dell'acciaio, e fra queste è previsto che l'allungamento sia maggiore o uguale al 7,5%.
            Quindi poiché la caratteristica a rottura deve essere almeno pari al 7.5%, ne consegue che la crisi di una sezione non avviene per crisi dell'acciaio: Tutto questo equivale ad affermare che la deformazione ultima dell'acciaio è illimitata, e la crisi di una sezione inflessa o pressoinflessa avviene per lo schiacciamento del calcestruzzo.
            Tuttavia nonostante questo concetto innovativo rispetto alle precedenti normative, anche le NTC 2008 introducono delle limitazioni nella deformazione dell'acciaio:
            A) § 7.4.4.2.1 Sollecitazioni di calcolo nei pilastri
            Per garantire il rispetto della G.d.R. sia in CD A, che in CD B, se si adotta per l'acciaio il modello elastico bilineare finito con incrudimento (fig. 4.1.a del § 4. 1.2.1.2.3), i momenti di calcolo che garantiscono il rispetto della G.d.R. devono essere determinati assumendo una deformazione massima nell'acciaio
            es= 1%.
            B) §7.8.3.2.1 Verifiche di sicurezza delle Costruzioni in muratura armata. Pressoflessione nel piano
            Le deformazioni massime da considerare sono pari em = 0,0035 per la muratura compressa es = 0,01 per l’acciaio teso.
            C) §7.8.3.2.3 Verifiche di sicurezza delle Costruzioni in muratura armata. Pressoflessione fuori del piano
            Si ribadiscono gli stessi valori di deformazione, quindi ancora es = 0,01 per l’acciaio teso.
            D) Un tentativo di puntualizzazione si ha nella circolare al § C4.1, dove si afferma:
            Vengono definiti i legami costitutivi per l’acciaio; è previsto l’utilizzo tanto di un legame elastico indefinitamente plastico quanto di un legame elastico incrudente. Nel primo caso non vi è più la limitazione al 10 ‰ , con drastica semplificazione nei calcoli senza peraltro introdurre significative variazioni di sicurezza. Nel secondo caso si può utilizzare il rapporto ft/fy , oggi controllato su base statistica e dunque sufficientemente garantito.
            Carmelo, Pace
            (carmepace@tiscali.it)
  • FINE REGIME TRANSITORIO per le opere private di carmelo pace del 14/08/2009
    Sulla G.U. del 13 agosto, è stata pubblicata la circolare 5 agosto 09, che decreta la fine del regime transitorio (ex art.20 L.31/09) per le opere private non iniziate entro il 30 giugno scorso.
    una finestra aperta rimane ancora per le opere pubbliche ai sensi del comma 3 sempre dell'ex art.20 citato.
    sono fatti salvi i casi di cui all'art. 30 L.64/74, per le varianti, "poco modificative" della struttura esistente, vale ancora la normativa previgente.
    per tutto il resto invece D.M. 14.01.2008
    la circolare fornisce ulteriori chiarimenti relativi all'uso dei materiali.
    qui il link :
    http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/ ... 0232642411
    carmelo, pace
    (carmelo.pace@regione.sicilia.it)
    • FINE REGIME TRANSITORIO per le opere private _data sbagliata ? di Marco Rossi del 03/09/2009
      A mio parere la Circolare non è corretta.
      Essa riporta, al 6 capoverso, la data del 30.giugno.2009 quale limite temporale discriminante per i lavori pubblici, come se tale data fosse quella di entrata in vigore delle NTC 2008 (data richiamata dal comma 3 dell'art. 20).
      A mio parere il 30.giugno.2009 terminava il periodo transitorio istituito dal comma 2.bis de DL 28 maggio 2004 136. E' tale termine che è stato continuamente prorogato, non l'entrata in vigore delle NTC 2008, che in realtà sono entrate in vigore il 5 marzo 2008.Se fosse stata prorogata l'entrata in vigore delle NTC2008 come potevano essere utilizzate quale normativa alternativa alla previgente?
      Quindi la data alla quale il RUP deve fare riferimento per la sua eventuale dichiarazione è quella di entrata in vigore delle NTC2008 (5 marzo 2008) e non quella del 30 giugno 2009 (data di cessazione del regime transitorio.
      Solo con tale correzione è possibile comprendere il 6 capoverso della circolare.
      In conclusione quanto riportato nel comma 3 dell'art 20 della L 28 febbraio 2008 n 31 (legge di conversione-con modifica- del milleproroghe)deve essere riferito, come esplicitamente scritto, alla data di entrata in vigore delle NTC2008 e non alla data della fine del periodo transitorio.
      Marco, Rossi
      Presidente Commissione Strutture Ordine degli Ingegneri di Brescia
      (marco@studiotecnicorossi.it
      • Re: FINE REGIME TRANSITORIO per le opere private _data sbagliata ? di Domenico Andreacchi del 10/09/2009
        Devo dire che lo stesso dubbio era venuto a me.
        Il dubbio, però, è stato fugato da una legge regionale della regione Emilia Romagna, la L.R. n. 6/2009 (deliberazione legislativa n. 91/2009), laddove all'art. 64 comma 7 è scritto testualmente: "l'articolo 20, comma 3, del D.L. 31 dicembre 2007, n. 248, convertito con modifiche dalla L. 28 febbraio 2008 n. 31 si applica anche agli interventi edilizi per i quali entro la data del 30 giugno 2009 sia stata presentata al Comune denuncia di inizio attività o domanda per il rilascio del permesso di costruire, nell'osservanza di quanto disposto dalla legge regionale n. 19 del 2008".
        Domenico, Andreacchi
  • Scontri politici sulle NTC di Mario Musumeci del 15/05/2009
    Ho letto con vero fastidio sul sito di Edilportale che si vuole barattare l'entrata in vigore delle norme tecniche con la possibilità di assunzione da parte degli enti locali.
    Mi sembra che il grado di politicizzazione su queste benedette norme ha superato qualunque livello di decenza.
    Mario, Musumeci
    (mariomusu@tiscali.it)

 

      • Re: Scontri politici sulle NTC di Paolo Rugarli del 26/05/2009
        Per ragioni politiche entrerà in vigore una norma non ancora messa completamente a punto e ancora bisognosa di limature e chiarimenti, nonché di essere armonizzata con le altre norme esistenti.
        Si è colpevolmente fatto credere - come già in passato per S. Giuliano di Puglia: c'è del metodo... - che i crolli de l'Aquila avessero a che fare con le norme e non con l'incuria criminale di singoli.
        Complici giornalisti pigri e smemorati, istituzioni cieche sorde e mute, politici un tanto al chilo, anchormen fieri della loro ignoranza.
        Dovremo quindi rodare sul campo 400 più 400 pagine, ed applicarle all'intero scibile, con considerevoli problemi applicativi dovuti al mancato vero lavoro di messa a punto mai ancora compiuto dalla Commissione di Monitoraggio. Molti calcoli inutili saranno obbligatori (per esempio il "calcolo" delle ag con 3 o 4 cifre significative), mentre le cose davvero importanti saranno seppellite sotto pagine e pagine o addirittura assenti.
        Si dice che siano prestazionali ma sono inutilmente, ridicolmente prescrittive. Non hanno la semplicità di una norma prestazionale, non hanno la ampiezza e serietà degli eurocodici: sono un bigino (o bignamino che dir si voglia).
        Le regole minime e fondamentali, nel frattempo, sono ampiamente disattese da decenni nonostante le norme già esistenti, e così continueranno ad essere, anche perché l'ignoranza dilaga, nascosta dietro l'impiego da parte di torme di incompetenti di software sempre più utilizzati come protesi per sanare vizi di conoscenza incoffessabili. Come nelle Università, un tempo gloriose, certi Allievi architetti presentano, sotto l'occhio compiaciuto dei loro Docenti, modelli fem 3d apparentemente complessi però totalmente errati, realizzati con alti programmi sblindati, vere panzane in 3d con animazione e prospettiva, e ciò per mascherare la loro ignoranza delle regole minime della statica che modellini con carta e penna avrebbero svelato; così, allo stesso modo, complessi algoritmi nonlineari che in Italia non più di qualche centinaio di persone sono davvero in grado di comprendere e dominare compiutamente saranno allegramente usati da moltitudini di p.iva per giocare a fare alta ingegneria, mentre nei cantieri le pieghe a 135° continueranno ad essere un mistero, clandestini portati col pullmino continueranno a fare cose che non sanno fare, guidati da occhiuti capomastri in delirio di onnipotenza, sempre più certi di avere una professionalità grazie agli apparenti successi dovuti ai mancati crolli al momento del disarmo. Fino a un nuovo terremoto, affinché il meraviglioso ciclo ricominci.
        Lo sguardo strabico del nostro Stato, con una mano chiederà di calcolare la ag con formule di interpolazione bilineari (dato che altrimenti genera mostri), con l'altra sanerà allegramente nuovi abusi edilizi per fare cassa, trasformando parti via via crescenti del nostro territorio in mari di cubicoli di calcestruzzo armato della più volgare fattura, blocchetti di tufo a vista, pareti non intonacate con finestre in alluminio anodizzato, ferri di ripresa in vista per futuri rialzi, sopralzi, superfetazioni, bubboni, e poi fogne a cielo aperto, quartieri dormitorio, lottizzazioni selvagge.
        Si è detto "si rimbocchino le maniche e lavorino per adeguarsi", come se qui si giocasse al ribasso, e non invece al rialzo. Ma la verità qual è?
        Chi ha scritto ottimi articoli tecnici, motivati e dettagliati, non ha avuto le necessarie, doverose risposte dal Soviet, che c'è solo per le parate, non per prendersi le proprie responsabilità.
        Così, esattamente come, in deroga ad ogni regola deontologica, gli errori del foglio EXCEL ministeriale venivano corretti alla chetichella senza farne menzione (come invece qualsiasi software house seria fa coi propri Clienti), nonostante le segnalazioni provenissero dal pubblico, un pubblico di "buoi" da mandare al macello senza informarli della esistenza di versioni con errori, allo stesso modo le amenità del room effect (cfr. questo stesso forum, 18-3-2008, e Ingegneria Sismica n° 1/2008) venivano sanate da una circolare esplicativa che, Unico Esempio al mondo, cambia le norme che intende spiegare, perché se le dovesse solo spiegare non saprebbe come fare.
        "I change the standard I wish to explain
        since any explaination would be vain"
        Ed ora, nascosto probabilmente dietro lo pseudonimo di Musumeci, qualcuno dal cognome più noto pretende di far apparire bianco il nero, e tondo il quadrato, a conferma che in questo Paese il ribaltamento della verità è sempre produttivo, sempre premiato dal consenso: in fondo tra chi promulga queste norme e la massa indistinta di chi le "applicherà" grazie alle protesi, rispettando magari la forma ma non la sostanza, vi è una profonda analogia, una analogia di fondo: ne fa fede lo stato in cui versa il nostro povero Paese, già a suo tempo testimoniato da alte voci di intellettuali, sempre disperatamente e inevitabilmente soli, sempre però lucidi nel descrivere la verità.
        Infatti diceva se non sbaglio il Poeta: "ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave senza nocchiero in gran tempesta, / non donna di province ma bordello!".
        Mai diagnosi fu, come in questi giorni, più azzeccata.
        Paolo Rugarli
        Ingegnere Strutturista & Software Developer
        (staff@castaliaweb.com)
        • Re: Re: Scontri politici sulle NTC di Alessandro Pignagnoli del 20/09/2010
          Egregio ingegnere Paolo Rugarli. Vorrei commentare il suo intervento, quello del 2009, visto che mi sembra di capire che praticamente nessuno, dal 2009, abbia trovato il tempo di rispondere o commentare. Non vorrei che percepisse il senso di vuoto totale dell’uomo “che grida nel deserto”...
          Ciò che lei ha scritto è la semplice verità, anche se nessuno ormai sembra interessare.
          Ciò che lei ha scritto, l’ha scritto perchè lei è un ingegnere preparato, che ha studiato con diligenza e passione.
          Ciò che lei ha scritto, l’ha scritto perchè Lei ritiene che siano fondamentali la correttezza ed il rigore intellettuale di un professionista, per cui sposa pienamente quel famoso articolo del Prof. Piero Pozzati, grande Ingegnere, grande Professore, e Grande Uomo, il quale ancora una volta, con grande pazienza, ha ammonito tutti, soprattutto i più scalpitanti, a tornare a quel senso di responsabilità che deve guidare la nostra Professione. Ci sono in gioco cose grosse, che coinvolgono altre persone, persone spesso ignare!
          Ciò che lei ha scritto, con tutta questa passione, lascia trasparire la verità e la sincerità della Persona e del messaggio. Su questo non vi è dubbio.
          Ciò che Lei ha scritto, è condiviso da noi tutti che lavoriamo, tutti i giorni, con il massimo del nostro impegno, con il massimo della passione, con il massimo del senso di responsabilità di cui possiamo disporre dentro di noi.
          Purtroppo però l’Italia soffre ormai da anni di una “malattia”, una malattia molto più vasta che invade tutti campi, compreso il nostro. Purtroppo le logiche che guidano molte persone oggi, e quindi anche moltissimi nostri colleghi, lucidamente decisi in questo, sono altre, in particolare il tornaconto personale immediato e diretto.
          L’importante, per me e per quelli come me, è farle sapere che siamo in tanti anche a pensarla come Lei, e siamo uniti e abbiamo le idee molto chiare. Siamo quelli che non cedono alle logiche delle Parcelle e a tutto il resto della malattia. Dobbiamo quindi attendere che tutti, lentamente, arrivino a condividere queste sue/nostre analisi.
          Aspetteremo quindi, democraticamente, o che si riesca a discutere in modo corretto dei problemi, oppure, sempre democraticamente, che si arrivi il primo collasso strutturale, con tutte le relative conseguenze di vite umane innocenti, causato da una bieca e disumana logica di soldi. Non c’è problema: è già cinicamente successo tante volte in Italia.
          La saluto cordialmente e con tanta stima.
          Dimenticavo: un saluto anche a tutti gli altri colleghi che hanno già supportato, prima di me, questi concetti, come l’ing Fausto Giovannardi e tutti gli altri.
          ing. Alessandro Pignagnoli 
          C.P.R. Studio Associato d'Ingegneria – Reggio Emilia
          (alessandro@cpr-ingegneria.it)
        • Re: Re: Scontri politici sulle NTC di vittorio suprani del 26/05/2009 
          come non dispiacersi di essere d'accordo e purtroppo sulla stessa barca
          vittorio, suprani
          (vsuprani@libero.it)
      • Re: Scontri politici sulle NTC di Claudio Ferrari del 20/05/2009 
        Ho letto anch'io la notizia del 18.05.2009 sul sito di Edilportale e presumo che la frase alla quale Mario Musumeci si riferisce sia quella relativa ad uno dei punti di contrasto che hanno portato al mancato raggiungimento dell’accordo tra Governo e Regioni, ovvero: […] la richiesta (ndr – delle Regioni) di una deroga alle assunzioni da parte degli enti locali, necessarie per gestire le nuove norme antisismiche, qualora entrino immediatamente in vigore. […].
        Penso che le interpretazioni possano essere tante, tuttavia non ho inteso che ci sia una volontà di “baratto” tra questa richiesta e l’entrata in vigore fin dal 30.06.2009 delle nuove norme tecniche.
        Non l’ho intesa così perché attualmente, nella gran parte delle Regioni, le autorizzazioni per le costruzioni in zona sismica 1 e 2 sono definite con delle procedure che prevedono un controllo a campione, cosa che invece la sentenza n. 182 del 24.04.2006 della Corte Costituzionale ha definito illegittima perché pregiudizievole per la sicurezza dei cittadini: e questo a prescindere dal tipo di normativa tecnica che viene utilizzata, ovvero DM 14.01.2008 o DM 16.01.1996.
        Come segnalato nel mio precedente intervento del 22.04.2009 su questo forum, era presumibile che la questione relativa all’autorizzazione preventiva di cui all’art. 94 del DPR 380/2001 emergesse nuovamente. D'altronde su queste questioni, assieme a quelle connesse all’art. 104 del DPR 380/2001, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome aveva inoltrato le relative proposte di emendamento al Governo da molto tempo e prima ancora dell’emanazione del DM 14.01.2008.
        Supporre quindi che una struttura tecnica regionale preposta al controllo a campione sulle pratiche sismiche possa ritenersi dimensionata anche per un controllo complessivo di tutti i progetti non sarebbe certamente ragionevole e quindi è lecito pensare che debba esserci un potenziamento degli uffici tecnici regionali. Questo anche in relazione ai futuri sviluppi della classificazione sismica del territorio nazionale (si veda OPCM 3519 e questione dei "criteri generali" ancora da precisare), che potrebbe complicare lo scenario dell’attuale classificazione (OPCM 3274), per questioni anche strettamente connesse all’art. 104 del DPR 380/2001, ma soprattutto anche in relazione alla serietà, qualità e capillarità dei controlli che devono essere eseguiti obbligatoriamente.
        Ritengo che il problema risieda fondamentalmente nel modo in cui vengono pubblicate simili notizie, che - ad una prima lettura – possono prestarsi a interpretazioni arbitrarie.
        Tuttavia è da rilevare che l’inserimento di nuove normative tecniche (in questo caso “sismiche” e anche “prestazionali”) in un contesto legislativo nazionale ben più ampio richiederebbe una preventiva valutazione sugli effetti e sulle ricadute in termini operativi che questa operazione comporta. Relegare questi aspetti al semplice ruolo di questioni procedurali è evidentemente riduttivo perché alla fine si rischia di non riuscire a dare seguito concreto a quella prevenzione sismica di cui il nostro Paese ha veramente bisogno, in modo serio, compiuto e nel rispetto dei ruoli attribuiti per legge ai singoli enti che hanno e devono avere la competenza sul territorio.
        Basterebbe poco per evitare tutto questo, ma non si riesce a capire perché non lo si voglia veramente fare.
        Claudio, Ferrari
        (c.ferrari@aierre.net)
        • Proroga o non proroga e D.d.L. n.1534 di carmelo pace del 25/05/2009 
          Pare sia alle battute finali l'approvazione dell'annullamento della proroga delle NTC al 30.06.2010, con conseguente entrata in vigore dal prossimo imminente 30.06.2009.
          Mi pare l'annuncio di tale annullamento sia stato dato subito dopo il terremoto d'Abruzzo, il 10.04.09, ma ancora dopo 45 non si è riusciti a trasformare in legge tale volontà, lasciando progettisti e quanti operano nel campo dell'edilizia nel caso più totale.
          Il disegno di Legge n.1534, il cosidetto Decreto Abruzzo, all'art. 1-bis recita :"
          Art. 1-bis. - (Misure urgenti in materia antisismica). – All’articolo 20, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni, al primo periodo, le parole: “30 giugno 2010“ sono sostituite dalle seguenti: “30 giugno 2009“ e il secondo periodo è soppresso».
          Tale articolo presenta però alcune anomalie :
          1) innanzitutto non viene citato nel testo, il recente articolo 1-septies del D.L. 30.12.08 convertito nella legge 27.02.09 n.14 (su G.U. 28.02.09 n.49), che recita testualmente :"1-septies. Al comma 1 dell'articolo 20 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, le parole: «30 giugno 2009» sono sostituite dalle seguenti: «30 giugno 2010».
          2) Lo stesso articolo 1-bis fa riferimento alla soppressione di un secondo periodo dell'art.20 comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, che in realtà non esiste.
          3) rimangono invece ancora in vigore dello stesso art. 20, il comma 3 che consente ancora di utilizzare la normativa previgente per opere infrastrutturali per le quali "le amministrazioni aggiudicatrici abbiano affidato lavori o avviato progetti definitivi o esecutivi prima dell’entrata in vigore della revisione generale delle norme tecniche per le costruzioni approvate con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 14 settembre 2005".
          4) viene snaturato tutto quanto previsto dal comma 6 dello stesso articolo 20.
          Ovvero tutto il lavoro fatto dalla commissione consultiva di monitoraggio delle Nuove norme Tecniche, ovvero il D.M. 14.01.2008 (l'oggetto della proroga); la commissione avrebbe avuto tempo fino al 30.06.2009 per sperimentare la nuova norma ed eliminare errori e discrasie presenti nella stessa.
          L'applicazione della norma proprio in concomitanza con la fine dei lavori della commissione, ritengo vanifichi il lavoro fatto dalla stessa, con la probabilità che si sancisce l'obbligo di una norma ancora non pienamente sperimentata, ed ancora contenente errori, come evidenziato da ingegneri, studiosi e docenti universitari. In rete o in riviste specializzate (Ingegneria Sismica ad esempio) si trovano specifici forum (questo ne è un valido esempio) dedicati ad errori, imprecisioni, difficoltà applicative della norma. Io stesso ne ho catalogati alcuni (in corso di pubblicazione sul prossimo numero di Ingegneria Sismica).
          Oltretutto ritengo che la maggior parte dei progettisti non sia ancora pronta per poter applicare questa nuova norma molto complessa, nè si è dotata di software adeguato. Allo stesso modo nei vari uffici, non si è avuta l'accortezza di preparare adeguatamente il personale, tenendo conto che in molti casi si tratta di geometri.
          La nuova norma (D.M. 14.01.2008) deve essere naturalmente applicata, ma non per effetto dell'onda emotiva scatenata dal sisma abruzzese.
          Condivido pienamente le perplessità poste dal collega C. Ferrari nell'articolo dello scorso 20.05 circa le difficoltà degli Uffici a trattare il 100% delle pratiche dove invece prima i controlli erano a campione in misura del 10% o del 5%.
          Potrebbe fare eccezione la Sicilia in cui la 64/74 veniva applicata in modo integrale per tutte le istanze.
          Ma in Sicilia, comunque vige l'art. 32 della L. 19.05.2003, che nonostante la sentenza della Corte Costituzionale n.182/2006 consente in zona sismica di poter iniziare i lavori senza la prescritta autorizzazione necessaria ai sensi dell'art.18 L.64/74.
          Io penso si stia iniziando un continuo e progressivo processo di paralisi degli uffici addetti a rilasciare le autorizzazioni.
          Difatti la psicosi da mancata proroga sta già provocando un ingolfamento presso i Geni Civili, le richieste di autorizzazione prima della scadenza del 30.06 stanno aumentando in modo esponenziale; entro il mese di Giugno fra l'altro, i funzionari devono fruire per legge, delle ferie residue dell'anno precedente, quindi negli uffici il personale non è al completo, proprio nel periodo del cambio della normativa.
          E dove il personale era dimensionato per i controlli a campione la situazione diventerà naturalmente ancora più critica.
          Tutto questo complesso di cose, fra l'altro contribuirà dal mese di Luglio, se non al blocco, sicuramente ad un notevole rallentamento dell'attività edilizia, che acuisce la già forte crisi del settore, che il governo stava cercando di risolvere (in modo comunque discutibile) con il piano casa, proprio per la carenza di professionalità preparate ad operare con la nuova norma.E non mi riferisco solo ai progettisti, ma anche a chi realmente deve realizzare le nuove tipologie strutturali.
          Senza contare che il tempo medio per l'istruttoria di queste nuove pratiche sarà notevolmente maggiore rispetto a prima "per l'abbondanza di richieste di verifiche"
          a prescindere dalla tipologia costruttiva e dalla destinazione dell'opera.
          Un esempio non esaustivo delle nuove verifiche da effettuare, oltre naturalmente a quelle sismiche deve contenere :
          azioni eccezionali (almeno urti ed incendi)
          verifica a liquefazione (per come è stata concepita obbligatoria per tutti i suoli, vedi 7.11.3.4.2
          verifica alle vibrazioni, fatica, deformazioni, tensioni di esercizio
          calcolo delle imperfezioni geometriche e strutturali
          effetti del secondo ordine
          calcolo degli elementi di ancoraggio per armadi e librerie permanenti, controsoffitti e corpi illuminanti, e impianti
          rispetto di tutte le norme UNI contemplate nelle NTC
          effettuazione di prove meccaniche per la determinazione delle capacità portanti e le deformabilità dei mezzi di unione utilizzati nei collegamenti (4.4.9). L'elenco potrebbe probabilmente ancora continuare, ma le mie "ridotte conoscenze" del D.M. 2008 non mi consentono di andare oltre.
          Va da se che la redazione di un progetto che contenga oltre alle verifiche sismiche, quanto sopra elencato comporterà una dilatazione dei tempi sia per la redazione, da parte del progettista, e sia da parte degli uffici preposti alle verifiche.
          In caso di approvazione del D.d.L. 1534, sarebbe utili chiarire sin d'ora, il regime normativo da applicare alle richieste di autorizzazioni inoltrate agli uffici del Genio Civile, entro il 30 giugno, ed evase successivamente, ovvero nel periodo di vigenza delle nuove norme, per evitare tutto il "bailamme", verificatosi nel mese di Gennaio dello scorso anno a causa della "proroga fantasma" non inserita nel mille-proroghe di fine anno.
          Lascio al lettore la facoltà di trarre le proprie conclusioni, da quanto sopra esposto, ma personalmente ritengo, che da solo, il necessario ed auspicabile potenziamento degli Uffici preposti - peraltro non perseguibile in tempi brevi- non riuscirà ad arginare il processo di rallentamento dell'attività edilizia, almeno nel breve termine.
          ing. carmelo pace
          carmelo.pace@tiscali.it
        • Re: Re: Scontri politici sulle NTC di Raffaele Santoli del 22/05/2009
          > ... futuri sviluppi della
          > classificazione sismica del territorio nazionale (si
          > veda OPCM 3519 e questione dei "criteri generali" ancora
          > da precisare), che potrebbe complicare lo scenario
          > dell’attuale classificazione (OPCM 3274), per questioni
          > anche strettamente connesse all’art. 104 del DPR
          > 380/2001 ....
          Un breve commento:
          con le vecchie norme le appartenenze sismiche venivano caratterizzate attraverso le famose zone (I, II, III, IV). Il passaggio o l'assegnazione di un sito ad una data zona corrispondeva, oltre che ad una serie differente di obblighi normativi, ad una sostanziale diversità di intensità dell'azione sismica.
          Con le nuove norme zone ed intensità sismica non vanno più a braccetto. Cioè posso far passare un comune da zona IV a zona I ma le coordinate geografiche restano le stesse per cui l'intensità sismica non cambia.
          Una Regione che volesse esercitare la propria facoltà di modificare la classificazione sismica del territorio di sua competenza ha due possibilità:
          1) Cambiare i valori nazionali di ag, Fo, Tc adottando dei diversi parametri regionali;
          2) Cambiare i vari parametri di "localizzazione sismica" o le loro modalità di determinazione(paragrafo 3.2 delle NTC08).
          In ogni caso si verrebbe a creare un ulteriore elemento di confusione perchè una parte di quanto scritto nelle norme non sarebbe più metodologicamente valida nella regione che volesse adottare una nuova e diversa classificazione sismica.
          Ad esempio il famoso file "Spettri" del CSLP dovrebbe essere localizzato così come i software commerciali.
          Su questi aspetti inviterei a riflettere perchè, fatto salvo il diritto di qualsiasi regione a garantire una diversa tutela dei cittadini rispetto agli standards nazionali, questo non si traduca in un altro elemento di imbarazzo e confusione per coloro che la norma devono applicarla.
          ing. Raffaele Santoli
          (rafsantoli@tin.it)
  • Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Angelo De Cocinis del 25/04/2009
    Vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione alcune considerazioni, che mi portano a formulare una proposta articolata in tre punti. Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero in merito.
    Alla luce delle nuove norme tecniche per le costruzioni (DM 14/01/2008 e della probabilie imminente entrata in vigore 30/06/2009) valutata la complessità e il carattere estremamente innovativo dei suoi contenuti,ed i risvolti sulla sicurezza delle persone, considerato il vuoto normativo sulle competenze tecniche relativamente alle varie figure professionali attualmente operati nel settore della progettazione strutturale, quali geometri, periti, architetti, ingegneri civili ambientali, ingegneri industriali, ingegneri dell’informazione ecc. ecc., con formazione di base notevolmente diversa, ma tutti abilitati a fare le strutture.
    Una normativa così complessa e articolata in tutte le sue fasi dalla progettazione alla direzione dei lavori, non può che essere gestita solo e soltanto da tecnici con una formazione di base solida alla quale si dovrà affiancare un costate aggiornamento professionale, pertanto credo sia opportuno se non indispensabile rivedere l’Art.93 del DPR 06/06/2001 n.380 (ex art.17 e 19 Legge n.64/74) ed altri, definendo una volta per tutte “i limiti delle rispettive competenze” sulle quali interviene periodicamente la Corte di Cassazione con delle sentenze mettendo delle pezze ma senza risolvere il problema.
    Alla luce di quanto sopra esposto si propone:
    1)L’istituzione di un elenco di Tecnici Strutturisti da tenere presso il ministero dell’interno (simile a quanto avviene per la 818), articolato in tre sezioni, ossia
    - Progettisti
    - Direttore dei lavori
    - Collaudatore
    A questo elenco si possono iscrivere Ingegneri Architetti e Geometri che abbiamo determinati requisiti, e che abbiano superato un esame, da definire nel dettaglio (chi ne ha i requisiti si può iscrivere a tutti e tre).
    I quali, per mantere l'iscrizione, saranno obbligati ad una formazione permanente.
    2)Eliminazione del ribasso d’asta per le opere strutturali. Ggli oneri per la realizzazione delle opere strutturali, che garantiscono la sicurezza delle persone, NON POSSONO essere messi al ribasso al pari degli oneri per la sicurezza nei cantieri ex 494.
    3)Reintroduzione del minimo tariffario per il progetto delle strutture con aggiornamento dei coefficienti alla luce dell’aggravio di impegno a carico del progettista, direttore dei lavori e collaudatore. Eliminazione del ribasso degli oneri di progettazione (NON SI PUO’ scegliere il progettista che costa meno, come non si scegli il medico che costa meno, ma quello che sa fare il suo lavoro)
    Angelo, De Cocinis
    (ingegneria@studiodeg.it)

 

    • Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Paolo Rugarli del 10/06/2009
      Sulla questione “elenco tecnici strutturisti” penso si possano fare le seguenti considerazioni.
      Capita, obiettivamente, di imbattersi in relazioni di calcolo fatte da Colleghi e piene di gravi errori ed omissioni, così da far pensare che chi le ha messe a punto abbia dimenticato concetti di base della Scienza delle Costruzioni. Recentemente ho visto una relazione di calcolo dove il taglio non esisteva, le verifiche a resistenza nemmeno. Dove la verifica a presso flessione era stata sostituita da una mera verifica a compressione, ecc. ecc.. Ma gli esempi non sono solo questi.
      Se si sale con la specialità sale anche la probabilità che le cose siano applicate male, in specie quando vi sono da usare algoritmi e programmi di calcolo.
      Gli esempi sono davvero numerosi.
      Quindi, e non solo in ambito strettamente sismico, l'idea che certe cose le debbano fare solo le persone che le sanno fare mi pare condivisibile. In realtà non ci sarebbe da inventare nulla, perché la (auto)limitazione nell'accettare lavori fa parte delle regole deontologiche di base. Purtroppo, bisogna dire che questo non avviene.
      Dunque in linea di principio va bene pensare che certe cose le possano fare solo le persone che abbiano le conoscenze adeguate.
      Dove però "cade l'asino" è nel modo con il quale si dovrebbero valutare le competenze, ovvero non solo sui criteri, ma anche sulle persone. Infatti siamo in Italia, e questo non dobbiamo dimenticarcelo. Da un lato ci sarebbe il rischio di accettare persone che hanno solo "patacche di latta" o "pezzi di carta", dall'altro vi sarebbe il rischio di estromettere altri che, pur essendone privi, hanno magari una elevata competenza. Ci sono strutturisti di nome e non di fatto ed aeronautici che hanno elevatissima preparazione. Non si può generalizzare per etichette.
      Inoltre la tendenza degli ultimi anni è stata quella di far credere che analisi numeriche obiettivamente complesse siano indispensabili, con il risultato che un ristretto gruppo di presunti "guru" verrebbe ad essere il depositario del sapere in materie delicate e importanti come la ingegneria sismica. In realtà molti sostengono, ed io tra questi, che si possa perfettamente fare ottima ingegneria antisismica senza sapere cosa sia l'approccio corotazionale o il tensore della deformazione di Greeen, o senza essere molto esperti delle procedure di calcolo non-lineare . Viceversa io ritengo che per fare analisi di qualsiasi tipo non basti assolutamente saper usare il software che si è acquistato per fargli fare le analisi desiderate, ma che si debba disporre di approfondite conoscenze sui metodi che il software usa e su cosa effettivamente va a fare: altrimenti ci si consegna mani e piedi ad una procedura automatica con tutti i rischi del caso. Ora si dà certamente il caso che le persone in grado di disporre delle necessarie conoscenze in merito ai calcoli nonlineari siano pochissime, molte meno di quelle che usano i programmi sw in questione.
      Ne consegue che a voler essere davvero seri le analisi nonlineari dinamiche in Italia le possono fare poche persone, mentre la necessità del Paese è di avere tante persone in grado di fare ingegneria antisismica. Se anziché far credere che fosse necessaria la mirabilia (che ha i suoi nei, li ha) si fosse spiegato che bastava una onesta analisi modale forse più persone avrebbero potuto capire quanto necessario.
      Quindi il rischio è che sulla base di criteri inconfessabili un gruppo di happy few dia le pagelle a tutti gli altri basandosi su criteri opinabili per non dire sbagliati. Per questo motivo ritengo che sarebbe oggi come oggi assai rischioso e sconsigliabile mettere in piedi simili elenchi, a meno che non si cambi la prassi del Paese che, come sappiamo, non è delle migliori. Dobbiamo infatti rilevare che vi è un mercato per la antisismica, e che la drastica riduzione dei competitori non può che portare vantaggi a chi verrebbe selezionato. E sempre quando ci sono di mezzo anche gli interessi il rischio è che questi possano, volontariamente o meno, prevalere.
      Io credo che sia interesse del Paese che il maggior numero possibile di tecnici sappia praticare l'ingegneria antisismica davvero utile a ridurre il rischio sismico, e che si debba lavorare per questo scopo.
      Paolo, Rugarli
      (staff@castaliaweb.com)

    • Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di (Anonimo) del 27/04/2009
      Sui p.ti 2) e 3) posso concordare con Lei.
      Sul p.to 1 mi permetto di dissentire.
      Ci sono paesi in cui non esistono particolari albi, abilitazioni o elenchi specialistici.
      Esistono pero’ controlli degli Enti preposti: chi sbaglia paga, paga subito (senza condoni e di certo non dopo 10 anni) e non potrà più operare in quell’attività.
      Questo è l’unico deterrente: i controlli.
      Chiunque, diventasse necessario per Legge fare un corso, se costretto non farà altro che iscriversi ad un primo corso di sismica e poi ai corsi annuali di permanente aggiornamento, svolgendo il relativo compito d’esame e conseguendo il voto positivo.
      E questo cosa cambia?
      Assolutamente niente: chi operava prima in un certo modo continuerà ad operare nello stesso modo (ha messo in tasca l’ennesimo patentino e va avanti).
      Chi invece ha rigore intellettuale, corsi o non corsi obbligatori per legge, anteporrà sempre la propria perizia, attenzione e aggiornamento individuale.
      I corsi obbligatori per decreto non migliorano chi migliore non vuol essere.
      Per chi invece migliore vuole essere i corsi sono sicuramente utili: ma l’offerta è già ampia (basta pensare all’Eucentre o ai tanti validi corsi già organizzati o in via di organizzazione dai nostri ordini professionali).
      Chi migliore vuole essere non ha bisogno che gli si imponga per legge i corsi di aggiornamento: sarebbe, a mio modo di vedere, uno sgarbo alla loro onestà intellettuale (oltre che l’ennesima tassa economica per i professionisti).
      Anzi, l’imposizione per legge di una qualche formazione permanente, in chi desidera comunque migliorarsi, può generare sentimenti contrari.
      Specie se l’imposizione di questo o quel corso o addirittura di una formazione permanente annuale, potrebbe portare ad un business e ad un’altra, ennesima casta di Organizzatori, Docenti, ecc., tutta nostrana (non bastano già i tanti balzelli che i professionisti già devono sostenere?).
      Mi permetto di dissentire su un altro punto, riferendosi alle Norme Tecniche del D.M. 14.01.08, Lei dice:
      “valutata la complessità e il carattere estremamente innovativo dei suoi contenuti”.
      Mi permetto, mestamente, di invitarla ad una riflessione.
      Ne è sicuro?
      Sono 20 anni che esistono testi sui contenuti introdotti dal D.M. 14.01.08.
      Contenuti già incorporati dagli Eurocodici più di 10 anni fa e ripresi ben 5 anni fa dalla nota Ordinanza 3274.
      Si, sono passati 5 anni e centinaia di corsi su GR, duttilità, q factor, ecc., cioè esattamente sui contenuti della norma del D.M. 14.01.08.
      Mi sembra perlomeno eccessivo parlare di carattere estremamente innovativo della norma.
      Ricordo già un ottimo corso di Tecnica delle Costruzioni dell’indimenticabile prof. Alessi che dava minimi dettagli per gli edifici in zona sismica (regolarità, giunti, evitare piani soffici, distanze tra i fabbricati esistenti).
      Certo, le vecchie generazioni di ingegneri devono sicuramente aggiornare le proprie conoscenze (e sono già ricorsi e possono continuare a ricorrete ai tanti pur validi e innumerevoli corsi già svolti o in via di svolgimento).
      Le nuove generazioni invece possono iniziare ad essere formate tra i banchi universitari.
      I nostri Docenti universitari, all’interno delle Aule di ingegneria, potranno dedicare tutto il loro tempo, l’attenzione e le energie che servono per i futuri ingegneri.
      Come hanno insegnato il Prof. Alessi o il Prof. Pozzati che all’interno delle aule universitarie formavano con passione noi studenti.
      Ing. Gherardo.
      areaing@tiscali.it 
      • Re: Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Ing. Renato Tritto del 29/04/2009
        La maggior parte dei laureati in ingegneria ed architettura non segue i corsi di Geotecnica, Ingegneria Sismica e Dinamica delle strutture (se non addirittura di Tecnica delle Costruzioni) a mio avviso attualmente appena necessari per affrontare seriamente una progettazione che oggi è diventata di tipo sismico in tutte il territorio italiano.
        In attesa di una riforma dell'ordinamento professionale (da decenni attesa invano a causa di ragionamenti del tipo di quello dell'Ing. Gherardo) e riconoscendo alla progettazione strutturale un ruolo importante nella sicurezza almeno pari a quello accordato alla prevenzione incendi o alla sicurezza dei cantieri, appare evidente che i laureati che NON abbiano superato i suddetti esami o che non dimostrino una equipollente esperienza nel campo dovrebbero conseguire un titolo abilitativo. Per ingegneri chimici, elettrotecnici, nucleari, etc. etc. non si può, infatti, parlare di inutile e costoso aggiornamento professionale ma di formazione professionale EX NOVO.
        Ing. Renato Tritto
        (rtritto@tin.it)

        • Re: Re: Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Alberto Gherardo del 29/04/2009 
          Gentile ing. Renato Tritto,
          devo essermi espresso proprio male se dalle mie argomentazioni Lei ha dedotto delle conclusioni che NULLA hanno a che vedere con il mio pensiero.
          Davvero nulla.
          Mi permetta quindi di esplicitare meglio ciò che penso.
          Ritengo la progettazione strutturale importantissima.
          Opero ogni forma di dissuasione se un committente è disposto a spendere 1.000 euro in più per un pavimento in cotto, che per un adeguamento sismico.
          Sono favorevole ad una riforma degli Ordini che dia peso alle professioni e soprattutto alle specializzazioni.
          Personalmente ho frequentato e frequento decine di corsi sulle strutture e ribadisco l’utilità e la necessità dell’aggiornamento professionale.
          Quello che metto in discussione è se in Italia ogni comportamento debba essere decretato per Legge: anche quello di frequentare corsi di formazione permanente.
          Con la possibile conseguenza di corsi da qualche centinaio di ore, stabiliti per legge, e sotto l’egida di potenziali Caste di organizzazioni, docenti, ecc. interessate al nuovo bussinesS (OPCM 3274 dovrebbe già avere insegnato molto in proposito, oppure vogliamo tutti avere la memoria corta e mettere la testa sotto la sabbia ?).
          Si stabilisca invece, ad esempio, che solo i laureati in ingegneria civile, indirizzi costruzioni, strutture con almeno gli esami di base (Scienza, Tecnica,…), possano progettare strutture.
          Ma poi si lasci a costoro la libertà di percorrere il proprio aggiornamento professionale.
          Il problema di questo paese è che ci sono troppe leggi che obbligano (manca solo quella che obblighi gli ing. Strutturisti alla formazione permanente) e pochi controlli.
          Come dicevo in precedenza chi migliore vuole essere trova il modo di aggiornarsi e di migliorarela propria preparazione, anzi per chi si specializza diventa una necessità fisiologica (senza bisogno che gli si vada a normare pure quella).
          Per chi migliore non vuole essere non servono e non serviranno corsi di aggiornamento imposti per decreto.
          Concordo quindi pienamente sulla necessità di circoscrivere chi può progettare strutture (okay alla specializzazione), dissento dal legare questo a pseudo-corsi di aggiornamento permanente di qualche decina o centinaia di ore imposti per Legge.
          Sarebbe bene non cadere, in tal senso, in illusorie tentazioni.
          Cordialità, ing. Alberto, Gherardo
          (areaing@tiscali.it)
          • Re: Re: Re: Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Marco Franceschini del 25/05/2009 
            Al fine di dare un contributo all'interessante dibattito, riporto in modo testuale uno stralcio della intervista all'Ing. Clemente di ENEA tratta dalla pagina 5 del Resto del Carlino -QN - del 22 c.m. a seguito della problematica creatasi sulla pila del Ponte a Gela.
            Intervista:
            ... omissis...
            Domanda: E per le opere future?
            Risposta:
            «Anche qui, più controlli sul rispetto delle norme. E poi anche l’esperienza aquilana ha dimostrato che la progettazione delle strutture non può essere affidata a chiunque sia laureato in ingegneria. Bisogna istituire
            albi di progettisti quantomeno per costruire in zone sismiche, che poi sono larga
            parte del Paese. Del resto se lei ha un grave problema al cuore si cura dal
            medico generico o dal cardiologo? Serve più specializzazione».
            Marco Franceschini
            (marco.franceschini@teleios-ing.it)
            • Re: Re: Re: Re: Re: Proposta "Elenco Tecnici Strutturisti" di Giorgio Serafini del 30/05/2009
              Sono rimasto colpito dall'affermazione: "Del resto se lei ha un grave problema al cuore si cura
              dal medico generico o dal cardiologo? Serve più specializzazione".
              Ma, mi è sfuggito qualcosa, o davvero c'è un albo dei cardiologi?
              Io pensavo che si andasse dal medico di base e, dopo una fase diagnostica necessaria a capire, ad esempio, che vi sono problemi cardiaci, si concordasse il nome di uno specialista, noto come tale al medico di riferimento ed accettato dal paziente sulla base delle informazioni che questi potrà assumere.
              E' chiaro che se lo specialista si trova a sbagliare un po' troppi interventi, i medici di base (nonchè le informazioni scambiate con il passa parola) porteranno ad andare da altri "specialisti". Più o meno così succede nella sanità ed in modo non molto dissimile nell'ingegneria.
              Quali sono le differenze?
              Che il cardiologo che effettua un intervento sbagliato porta alla morte il paziente, e la sua "fama" ne risulta immediatamente intaccata; al contrario, quando un ingegnere progetta male una struttura sismica, normalmente non se ne accorge nessuno (a meno di terremoti).
              Che il medico di base chiede allo specialista di guarire il paziente, mentre spesso il coordinatore della progettazione chiede all'ingegnere strutturista di non modificare l'architettonico, di spendere poco,... insommma, di non porre vincoli alla progettazione e limitare i propri interventi (tanto, il valore di mercato dipende più dal tipo di battiscopa che dal passo delle staffe).
              Mi sembra, quindi, che l'idea di un albo (o lista) per ingegneri strutturisti sia una pessima idea, un progetto non è affidabile perchè fatto da un progettista preso in una certa lista, ma perchè è fatto bene. Non sarebbe preferibile che ci fosse qualcuno competente che verificasse se il progetto è fatto bene (e non se è firmato da un professionista iscritto in un albo speciale)?
              Scusate il mio tono un po' acido, ma mi sono fatto un'idea, ascoltando un po' di proposte in giro. Che nel 50% dei casi, se il progetto elaborato da questi specialisti riguardasse casa mia, me lo controllerei tutto, come se fosse stato redatto da un giovane laureato alla sua prima esperienza. E, probabilmente, dovrei rifarlo dall'inizio.
              Giorgio Serafini
              P.S. E chi controlla i progetti dovrà avere: tempo, denaro e potere.
              (giorgio.serafini@libero.it)
  • faglie sismicamente attive divieti di costruire di massimo trossero del 22/04/2009
    L'eurocodice 8, nella parte 5 (fondazioni) al 4 capitolo recita:
    4 REQUIREMENTS FOR SITING AND FOR FOUNDATION SOILS
    4.1 Siting
    4.1.1 General
    ---- omissis ---
    4.1.2 Proximity to seismically active faults
    (1)P Buildings of importance classes II, III, IV defined in EN 1998-1:2004, 4.2.5,
    shall not be erected in the immediate vicinity of tectonic faults recognised as being
    seismically active in official documents issued by competent national authorities.
    (2) An absence of movement in the Late Quaternary may be used to identify non
    active faults for most structures that are not critical for public safety.
    (3)P Special geological investigations shall be carried out for urban planning
    purposes and for important structures to be erected near potentially active faults in areas
    of high seismicity, in order to determine the ensuing hazard in terms of ground rupture
    and the severity of ground shaking.
    Poiché si tratta di PRESCRIZIONI e vi si usa il termine SHALL, è grave è che le nuove norme italiane DM 14/01/2008 disattendano un norma primaria e prescrittiva dell'eurocodice, cosa che non permetterebbe di affermare che le nostre nuove norme sono in accordo con l'eurocodice per aspetti di carattere geologico.
    Vorrei inoltre capire in maniera chiara se tale eurocodice può essere seguito o mancando una appendice nazionale non lo può?
    massimo, trossero
    geologo libero professionista
    (massimo.trossero@geologipiemonte.it)
  • PROROGA DM 2008 e Piano Casa di carmelo pace del 21/04/2009
    Condivido quanto correttamente riportato nel contributo del Servizio geologico sismico e dei suoli, Regione Emilia-Romagna, nell’ultimo contributo del 18.04, e proprio prendendo spunto da quanto si sta muovendo attorno al piano casa, solo mi permetto di aggiungere qualche considerazione.
    Innanzitutto mi sento di poter affermare che se questo terremoto non si fosse verificato, nulla avrebbe scosso le coscienze politiche al punto da proporre di ritirare di un anno la proroga della Normativa di ultima generazione (leggasi NTC di cui al D.M. 14.01.2008).
    Ritengo infatti quantomeno inutile al momento, se non addirittura dannosa la proposta di anticipare di un anno l’entrata in vigore del D.M. 14.01.2008 per tutte le opere cosiddette ordinarie.
    Il D.M 14.01.2008 qualora fosse stato applicato sin dalla data di pubblicazione sulla G.U. del 04.02.2008, non avrebbe purtroppo cambiato gli effetti disastrosi del sisma abruzzese, poiché ha interessato nella totalità edifici realizzati prima di quella data.
    Forse il legislatore, ignora (nel senso che non è a conoscenza), che una valida normativa sismica vige già nel territorio nazionale dal 1996, che è obbligatoria la sua applicazione nei comuni dichiarati sismici, e che probabilmente i controlli sono risibili.
    La considerazione sopra riportata, scaturisce dalla lettura, dell’ultima (probabile) versione del piano casa, in particolare dell’art.2, intitolato :”Misure urgenti in materia antisismica” e presente nella bozza addirittura in neretto, quasi ad evidenziare una aggiunta, non presente nelle versioni precedenti. (1).
    Tale articolo, assolutamente non innovativo, vincola tutti i premi urbanistici, ed in particolare gli aumenti di cubatura, “alla prova documentale del rispetto della vigente normativa antisismica da parte del progettista.”
    Al legislatore sono probabilmente sfuggiti gli enunciati della vigente l. 02.02.1974 rispettivamente agli artt. 3 e 17 e 18, ed in particolare l’art.3 quando afferma che :“tutte le costruzioni la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica incolumità, da realizzarsi in zone dichiarate sismiche...,sono disciplinate da specifiche norme tecniche...”.
    Quanto invece affermato all’art.1 circa l’Attività edilizia libera, non riportando al 1° comma l’obbligo dell’osservanza della norma antisismica, si verifica che gli interventi di cui al punto b stesso comma, risultano in palese contrasto con alcuni punti della norma per la quale il legislatore sta invocando il ritiro della proroga, ponendo l’obbligo di adozione del D.M. 14.01.2008 al 30.06.2009.
    Entrando nello specifico, alcuni interventi previsti dal 1° comma dell’art.1 del cosidetto “Piano Casa”, per i quali sembra non imposto il rispetto delle norme sismiche, né è necessario alcun titolo abitativo possono riguardare :
    a) Lo spostamento e/o la realizzazione di aperture, benchè realizzate in elementi non strutturali, può portare ad avere le situazioni descritte nell’ultimo periodo del punto 7.4.4.2.1, per i quali occorrerebbero specifiche verifiche (rel.7.4.5)
    b) Le situazioni che portano ad avere i tamponamenti che non si estendano per l’intera altezza dei pilastri adiacenti, obbligano ad effettuare quanto previsto dal punto 7.4.6.2.2
    c) Tutte le modifiche interne relative ad “elementi non strutturali” debbono essere considerate così come previsto dal punto 7.2.3 “Criteri di progettazione di elementi strutturali secondari ed elementi non strutturali”; ad esempio una distribuzione fortemente irregolare in pianta comporta un aumento dell’eccentricità accidentale di cui al punto 7.2.6; e ancora: “con l’esclusione dei soli tamponamenti interni di spessore non superiore a 100 mm, gli elementi costruttivi senza funzione strutturale il cui danneggiamento può provocare danni a persone, devono essere verificati, insieme alle loro connessioni alla struttura, per l’azione sismica corrispondente a ciascuno degli stati limite considerati.”
    d) La realizzazioni di nuovi elementi costruttivi senza funzione strutturale deve essere verificata all’azione sismica definita dalla relazione (7.2.1)
    e) Il punto 7.3.6.3, Per gli elementi costruttivi senza funzione strutturale afferma che debbono essere adottati magisteri atti ad evitare collassi fragili e prematuri e la possibile espulsione sotto l’azione della Fa (v. § 7.2.3) corrispondente allo SLV.
    f) Occore provare ancora verificare che l’azione sismica di progetto non produca ai nuovi elementi costruttivi senza funzione strutturale, danni tali da rendere la costruzione temporaneamente inagibile (punto 7.3.7.2).
    Spero inoltre che si tratti di un mero errore quanto rientra possibile realizzare ancora come attività edilizia libera senza obbligo di rispetto della norma sismica, e riportato alla lettera g) dell’articolo 1, che si riporata integralmente : g) i mutamenti di destinazione d’uso attuati senza esecuzione di opere edilizie, purché non determinino un aumento del carico urbanistico, nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche comunali e siano conformi agli strumenti urbanistici;
    Non mi riesce possibile pensare che il legislatore trascuri ancora una volta la sicurezza antisismica prediligendo invece il rispetto degli stumenti urbanistici ed in particolare il carico urbanistico.
    Sono fiducioso nelle Istituzioni, e ritengo che in effetti per carico urbanistico, si intenda invece il carico d’esercizio.Comunque ritengo che pur rispettando gli strumenti urbanistici, e pur avendo lo stesso carico d’esercizio un Ufficio non aperto al pubblico, non possa essere trasformato in una scuola (cat.B.2 e cat. C.1 Tab.3.1.II punto 3.1.4 D.M. 2008).
    Quanto previsto quindi nel piano casa, contrasta palesemente con quanto enunciato nel 2° periodo del punto 8.2. del D.M. 2008, che recita :” Nel caso di interventi non dichiaratamente strutturali (impiantistici, di ridistribuzione degli spazi, ecc.) . Tale aspetto viene ancora ribadito al successivo punto 8.3.
    La validità di tali affermazioni assume rilevanza ancora maggiore, per quegli edifici che vogliono avvalersi delle facilitazioni introdotte dal piano casa, e che a seguito di eventi sismici più o meno recenti, non avendo riportato danni visibili, non si è in grado di stabilire correttamente gli effetti, poiché non sono completamento manifesti.
    Infine per quanto riguarda la prova documentale del rispetto della vigente normativa antisismica da parte del progettista,” sembrerebbe ancora possibile che il tecnico autocertifichi il rispetto della vigente normativa sismica.In molte regioni è previsto il solo deposito del progetto, non viene rilasciata l’autorizzazione di cui all’art.18 L.64/74. Addirittura in alcuni casi le verifiche vanno fatte dal collaudatore.
    Alcuni interventi, come le soparaelevazioni se oggi applicando il DM 1996 possono essere realizzate, probabilmente applicando il DM 2008, rendono l’intervento costoso al punto tale da non essere conveniente, per effetto degli adeguamenti che si rendono necessari. Infatti, ad esempio,
    g) la sopraelevazione parziale, come premio di cubatura per edifici fino a tre piani, determina un restringimento della sezione orizzontale, che sicuramente trasforma un edificio esistente da regolare in altezza a non regolare in altezza (lett. h punto 7.2.2. D.M. 2008) peggiorandone la situazione in caso di sisma.
    h) L’aumento dei carichi potrebbe comportare a partire delle fondazioni, e nei pilastri un raffittimento delle staffe, impensabile da realizzare, né risulta agevole effettuare eventuale l’adeguamento dei nodi non confinati, in quanto mai previsto da norme precedenti.
    i) Qualora il valore di theta; (7.3.2) dovuto all’incremento di carico ed altezza, relativo alla sopraelevazione, può determinare un incremento dell’azione sismica risulti > 0,1 è necessario incrementare l’azione sismica
    Molte regioni depositano il progetto, senza controlli, ed in alcune controlla il collaudatore.
    Infine l’improvvisa applicazione del DM 2008, provocherà non pochi problemi ai tecnici e agli uffici preposti al controllo. Se poi si continua a prediligere la strada del semplice deposito piuttosto che il controllo, allora il problema del sapere applicare una nuova norma (oltre 800 pagine con la circolare) complicata ed ingarbugliata, attualmente non si pone, sarà solo rimandato!
    Per tutte le motivazioni sopra esposte, ritengo che una anticipazione dell’entrata in vigore definitiva del D.M. 14.01.2008, non produce , al momento, gli effetti positivi desiderati, anzi potrà determinare confusione e ritardo nei rilasci dell’autorizzazioni, dove previste.
    Qualora invece, si dovesse appurare che la causa dei danni provocati dal sisma, sia dovuta alla corretta applicazione di una normativa ritenuta poco idonea allo scopo (D.M. 16/01/1996), allora ritengo che da subito sia necessario applicare il D.M. 14.01.2008.
    (1) http://www.ateservizi.it/News/17%20aprile/Decretolegge%20casa%20%20Versione%2015%20aprile.pdf
    carmelo, pace
    (carmepace@tiscali.it)
    • Re: PROROGA DM 2008 e Piano Casa di Mario Musumeci del 22/04/2009
      In merito agli interessanti interventi sulla opportunità o meno dell'annullamento della proroga facendo riferimento anche a problematiche di tipo procedurale volevo solo richiamare l'attenzione su alcuni punti.
      Mi sembra che sia chiaro come la collettività sia sostanzialmente insoddisfatta della risposta delle strutture agli eventi sismici. Questo dovrebbe farci riflettere sulla inadeguatezza di tutta la filiera di produzione rispetto a realizzare delle vere strutture antisismiche. Basta vedere le foto del rapporto V1.10 della reluiss dove sono evidenti che i meccanismi di collasso sono tutti di piano o dovuti a collassi fragili a taglio dei pilastri e dei nodi. Tali meccanismi non sono assolutamente prevenuti dall'applicazione delle norme dei DM96 e precedenti che si limitano di fatti a fornire solo indicazioni sulle forze orizzontali equivalenti. Cosa dire inoltre della necessità di garantire la piena funzionalità delle strutture strategiche prestazione che sicuramente non è ottenibile semplicemente usando un coefficiente I=1.4.
      Una cosa è però emersa chiaramente, progettare e realizzare una struttura sismica non è per nulla una cosa semplice ma è il risultato di notevoli competenze e la progettazione non può ridursi a effettuare una serie di verifiche formali dettate dalle prescrizioni di legge. Mi sembra quindi veramente autolesionista continuare a posporre l'applicazioni di norme che in tutti i paesi sismici sono applicate dagli anni 90 e che ormai cominciano ad essere sostituite da quelle di nuova generazione basate sul metodi agli spostamenti.
      Mario, Musumeci
      (mariomusu@tiscali.it)
      • Re: Re: PROROGA DM 2008 e Piano Casa di IL MEDIATORE DEL FORUM Regione Emilia-Romagna del 27/04/2009 
        Visto il merito dell'intervento dell'ing. M. Musumeci, ad iniziativa del mediatore del Forum si è ritenuto opportuno - in data 24 aprile 2009 - formulare questa richiesta:
        "Egregi Ingegneri C. Ferrari e C. Pace,
        vi comunico che, a seguito dei vostri rispettivi interventi (al Forum in oggetto) in date 21 e 22 aprile u.s., è pervenuto - da parte dell'ing. M. Musumeci - un ulteriore commento il cui contenuto mi sembra che interfacci, anche in parte, alcune considerazioni presenti in entrambi i vostri interventi. Pertanto, nel caso riteniate opportuno inviare al Forum vostre ulteriori considerazioni, vi chiedo di farle possibilmente pervenire condensate in un unico testo condiviso per poterne favorire la leggibilità e la fruizione da parte dei frequentatori dello stesso Forum. Nel ringraziare per la cortese collaborazione, si inviano distinti saluti."
        In data odierna, è pervenuto (a firma congiunta degli ingg. C. Ferrari e C. Pace) il seguente contributo:
        "Innanzi tutto è doveroso precisare (anche se ovvio) che la questione non riguarda un confronto tra il DM 16.01.1996 ed il DM 14.01.2008. Porre la discussione in questi termini sarebbe poco edificante e soprattutto alquanto irrispettoso nei riguardi delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.
        Noi tutti dovremmo riflettere ed evitare di farci trasportare da una “ondata” emotiva che rischia di travolgerci, come purtroppo è già successo nel recente passato (vedi San Giuliano di Puglia).
        Affermare che "la collettività sia sostanzialmente insoddisfatta della risposta delle strutture agli eventi sismici" è evidente soprattutto se ci si riferisce a chi ha perso una casa o, peggio, a chi ha perso un familiare o una persona cara, però non è chiaro se la collettività che Mario Musumeci richiama siano i cittadini o i tecnici del settore, né è dato sapere su quali elementi o sondaggi si basa tale insoddisfazione.
        Altrettanto rischioso è trarre conclusioni immediate sui meccanismi di collasso osservati nel terremoto in Abruzzo imputandone la colpa ad un vuoto normativo, senza aspettare indagini più approfondite che considerino tutti gli aspetti che concorrono alla costruzione di un edificio e che consentano di formulare un giudizio completo. Dimenticare che una serie di avvertenze erano già contenute nel commentario allo stesso DM '96, che come la Circ. del 10.04.1997, non erano però cogenti e quindi spesso erano disattesi, vuol dire non ammettere che forse, a volte, i problemi possono scaturire da una cattiva qualità della progettazione e/o dai pochi controlli attualmente previsti, che una pedissequa applicazione di una normativa non potrà mai colmare. E' anche indispensabile prendere atto che, nell'attuale realtà, il sistema di controllo non è sufficiente a garantire una adeguata qualità esecutiva.
        Nessuno può negare che da 10 anni a questa parte siano stati compiuti dei notevoli progressi nell’ambito dell’ingegneria antisismica, ma pretendere che l’applicazione immediata del DM 14.01.2008 anche per gli edifici ordinari sia di per sé la garanzia di una maggiore sicurezza è molto pericoloso.
        Pericoloso perché, trasportati da un “onda emotiva”, si trasmette un segnale alla collettività (quella che Mario Musumeci cita nel suo intervento) di assoluta certezza sulla comprensione del comportamento delle strutture e sulla previsione dell’entità dell’evento sismico che può creare molte attese e molte speranze e che poi rischia di essere vanificato nei fatti.
        Si rischia quindi di fornire delle garanzie che in assoluta onestà nessuno può a priori fornire, ma soprattutto si rischia di eludere la vera natura del problema che ha radici ben più profonde.
        Su questo aspetto infatti è doveroso riflettere, innanzitutto per questioni di onestà intellettuale, dicendo chiaramente che il DM 14.01.2008 è attualmente in fase sperimentale e che una apposita Commissione di Monitoraggio (istituita per legge e conseguente decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti) ha il compito di valutare anche le problematiche connesse alla sua applicazione, anche se la cosa alquanto imbarazzante è sia che in questa Commissione siano presenti anche gli autori della stessa norma e sia che continui a non arrivare alcun segnale dai lavori di tale Commissione in merito a necessari “aggiustamenti” già proposti (es. dal recente documento delle Regioni, pubblicato anche in questo Forum in data 6 febbraio 2009).
        Si dovrebbe anche riflettere sul fatto che nei mesi scorsi gli aspetti sismici non venivano sottoposti all’opinione pubblica come prioritari, basta ricordare le prime proposte del “piano casa” in cui non si metteva in risalto la sentenza della Corte Costituzionale n. 182 del 20/04/2006 che, definendo tra l’altro come prioritaria l’esigenza della sicurezza dei cittadini, ribadiva quanto disposto dall’art. 94 del DPR 380/2001 con l’obbligatorietà alla preventiva autorizzazione sismica nelle zone ad alta e media sismicità.
        Non si tratta quindi di essere favorevoli o contrari all’entrata in vigore definitiva del DM. 14.01.2008, si tratta di capire quali possano essere gli effetti che si verranno a creare inserendo una norma di tipo prestazionale in un contesto normativo vigente di tipo prescrittivo (vedi DPR 380/2001).
        Si tratta di capire se il DM 14.01.2008 può essere ancora migliorato ed aggiornato per colmarne le lacune, cosa che non si è fatta nel periodo transitorio previsto inizialmente, con successiva proroga all’entrata in vigore che adesso si vuole abrogare.
        Si parla troppo di aspetti connessi alla verifica delle strutture dando quasi per scontato quelli connessi al controllo, senza mettere in evidenza le problematiche correlate all’applicazione del cap. 11 delle NTC,.
        Le richieste dello scorso febbraio al Ministro Matteoli da parte delle varie associazioni imprenditoriali (già qualificate dal STC del Cons. Sup. LL.PP.) per evitare una proroga del regime transitorio non sono la realtà con cui si avrà a che fare per le costruzioni ordinarie, in cui saranno le piccole e medie imprese che opereranno. Il DM 14.01.2008 è già in vigore e già per le opere di una certa importanza molte volte si devono sospendere i lavori perché le procedure in corso d'opera vengono, in "buona fede" disattese.
        Si dovrebbe quindi in primo luogo emendare il DPR 380/2001, evitando che nascano dei contrasti nell’applicabilità del DM 14.01.2008, perché l’assenza di un quadro normativo di riferimento chiaro produce sempre delle situazioni in cui il rispetto della normativa diviene difficoltoso se non impossibile e favorisce comunque un clima di “elusione” culturale delle prescrizioni come spesso si verifica in Italia.
        L’obiettivo principale deve essere la tutela della sicurezza dei cittadini e questa è possibile con azioni di prevenzione che sono da affrontare nella fase di concezione progettuale dell’opera: nessuna normativa potrà mai insegnare a progettare.
        Il problema è nella “qualità” della progettazione, ovvero nel considerare l’organismo edilizio non come un insieme di singole parti tra loro disgiunte, ma inserite in un complesso organico in cui le interferenze reciproche devono essere affrontate, mitigate e risolte.
        Il problema è nel garantire un sistema di controllo sui progetti che abbia un quadro normativo di riferimento armonico, chiaro e privo della possibilità di interpretazioni arbitrarie.
        Il problema è nel garantire che l’esercizio del controllo in corso d’opera avvenga senza doversi scontrare con normative del settore della certificazione dei prodotti non applicate perché in altro modo disattese o a loro volta prorogate (vedi marchio CE sui prodotti).
        Dobbiamo ricordarci che la classificazione sismica del territorio italiano di cui all’Ordinanza 3274/2003 è entrata in vigore 29 mesi dopo, sprecando tempo prezioso dal punto di vista della prevenzione sismica e tutto questo perché ancora una volta si vedeva in una normativa la soluzione di tutti i problemi, senza considerare il contesto legislativo in cui la si doveva inserire.
        Per evitare che anche il DM 14.01.2008 abbia un percorso travagliato dovremmo imparare dagli errori procedurali del passato ed avere una visione globale del problema che riguarda tutta la società civile.
        Dobbiamo agire in fretta, senza aggiungere confusione alla confusione e pretendere che una norma risolva tutti i nostri problemi.."
        Ancora grazie per la puntuale collaborazione.
        IL MEDIATORE DEL FORUM, Regione Emilia-Romagna
        (segrgeol@regione.emilia-romagna.it)
        • Re: Re: Re: PROROGA DM 2008 e Piano Casa di vittorio suprani del 27/04/2009
          >"Il problema è nella “qualità” della progettazione, ovvero nel considerare l’organismo edilizio non come un insieme di singole parti tra loro disgiunte, ma inserite in un complesso organico in cui le interferenze reciproche devono essere affrontate, mitigate e risolte.
          Il problema è nel garantire un sistema di controllo sui progetti che abbia un quadro normativo di riferimento armonico, chiaro e privo della possibilità di interpretazioni arbitrarie.
          Il problema è nel garantire che l’esercizio del controllo in corso d’opera avvenga senza doversi scontrare con normative del settore della certificazione dei prodotti non applicate perché in altro modo disattese o a loro volta prorogate (vedi marchio CE sui prodotti)."
          Aggiungerei anche il problema legato alla direzione lavori e anche il problema di una corretta esecuzione dei lavori da parte di imprese qualificate.
          La realizzazione di molte opere, quelle "normali", non sempre avviene con imprese organizzate e spesso l'intervento del direttore dei lavori è visto come una interferenza e non come un doveroso e dovuto controllo.
          Credo che la qualità sia da ricercare non solo nella progettazione, ma in tutta la "filiera" legata al comparto delle costruzioni, in quanto una corretta esecuzione nasce sicuramente da una buona progettazione, ma si realizza con molteplici figure professionali e la loro capacità è parte integrante del processo produttivo.
          Rimarcherei anche come un quadro normativo faraginoso, soggetto spesso a interpretazioni, proroghe e correzioni non aiuta certamente a creare un clima di condivisione delle norme, ma crea sfiducia e disattenzione.
          Vittorio Suprani
          (vsuprani@libero.it)
    • Re: PROROGA DM 2008 e Piano Casa di Claudio Ferrari del 22/04/2009
      La proposta di anticipare la scadenza del regime transitorio del DM 14.01.2008 al 30.06.2009 dovrebbe considerare anche gli aspetti legati alle problematiche strettamente connesse al quadro normativo nazionale, che se non anticipatamente affrontate e risolte potrebbero produrre una notevole confusione nei soggetti che a vario titolo operano nel settore delle costruzioni.
      Il tema non è nuovo perché dagli atti documentali della conferenza delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, emerge chiaramente la richiesta al governo di armonizzare le nuove norme tecniche con le normative già in vigore che trattano gli stessi argomenti.
      Tra questi aspetti ne cito alcuni in particolare, ovvero: il problema del collaudo (art. 63 DPR 380/201), quello dell’autorizzazione all’inizio lavori in zone sismiche (art. 94 DPR 380/2001), quello delle costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione (art. 104 DPR 380/201) e quello relativo ai controlli e all’accettazione dei materiali (cap. 11 del DM 14.01.2008).
      Ricordo che l’ambito in cui si opera deve comunque avere come riferimento la sentenza della Corte Costituzionale n. 182 del 20/04/2006, che definendo tra l’altro come prioritaria l’esigenza della sicurezza dei cittadini ha ribadito quanto disposto dall’art. 94 del DPR 380/2001, che obbliga alla preventiva autorizzazione sismica nelle zone ad alta e media sismicità.
      Nello specifico segnalo che il DM 14.01.2008 impone il collaudo (preferibilmente in corso d’opera) per tutte le tipologie strutturali contemplate e disciplinate, mentre il DPR 380/2001 all’art. 63 definisce questa attività solo per costruzioni di cui all’art. 53 DPR 380/2001, ovvero per quelle con strutture in c.a., c.a.p. e acciaio). In sostanza, anche se il DM 14.01.2008 obbliga al collaudo di tutte le strutture il DPR 380/2001 prevede che questo atto abbia una procedura ben definita solo per alcune tipologie strutturali e quindi ci si trova di fronte a problematiche che non hanno carattere esclusivamente burocratico ma sostanziale, perché vengono meno le linee essenziali delle procedure e dei comportamenti da adottare.
      Per inciso, basterebbe emendare il DPR 380/2001 agli articoli 53 e 63 per risolvere la questione, ma sembra che questo aspetto non abbia nessun interesse, nonostante i ripetuti solleciti e le ripetute istanze rivolte agli organi di governo, anche da parte del sottoscritto.
      Per quanto riguarda gli artt. 94 e 104 del DPR 380/2001 non voglio entrare nel merito, segnalo solo che ormai da tempo la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha inoltrato le relative proposte di emendamento al governo. In particolare per l’art. 94, viste anche recenti nuove norme regionali (prima della Toscana, perché “costretta” a provvedere con immediatezza dalla citata Sentenza n. 182/2996, e poi dell’Emilia-Romagna, con la L.R. n. 19/2008), nel caso si confermi la norma nazionale di autorizzazione preventiva generalizzata per le zone “1” e “2”: cosa che potrebbe probabilmente meglio chiarirsi anche nelle prossime settimane, visto che ciascuna Regione sarà tenuta a raccordarsi sul piano legislativo con le preannunciate disposizioni del “piano casa nazionale”, si evidenzierà comunque un problema nuovo (e non facile da risolvere) che è quello di stabilire in cosa debba consistere l’autorizzazione a fronte di norme tecniche prevalentemente “prestazionali” (D.M. 14-1-2008), e non più sostanzialmente “prescrittive” (D.M. 16-1-1996).
      Nel caso poi del cap. 11 del DM 14.01.2008 devo ammettere che la situazione è imbarazzante, perché le certificazioni rilasciate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ai produttori, ai centri di trasformazione ed ai fornitori sono in numero esiguo o addirittura assenti (basta visitare il sito http://www.cslp.it/cslp). Paradossalmente il direttore dei lavori si troverebbe nella situazione di non poter autorizzare la posa dei materiali strutturali per assenza della documentazione di cui al cap. 11 del DM 14.01.2008 e nella stessa situazione si troverebbe anche il collaudatore.
      Non voglio dilungarmi oltre, il mio intervento vuole solo sottolineare che l’assenza di un quadro normativo di riferimento chiaro produce sempre delle situazioni in cui il rispetto della normativa diviene difficoltoso se non impossibile e favorisce comunque un clima di “elusione” culturale delle prescrizioni come spesso si verifica in Italia.
      Ritengo che la questione principale sia nella “qualità” della progettazione, ovvero nel considerare l’organismo edilizio non come un insieme di singole parti tra loro disgiunte, ma inserite in un complesso organico in cui le interferenze reciproche devono essere affrontate, mitigate e risolte. La prevenzione sismica nasce nella fase di concezione progettuale dell’opera, non nella verifica a posteriori e su questo penso che siamo tutti d’accordo, tuttavia non mi pare che il clima culturale di questi giorni (nei quali ci si accinge ad anticipare la scadenza del regime transitorio del DM 14.01.2008) dia seguito a questi concetti.
      Nel merito è appena il caso di ricordare che per la sopra citata LR n. 19 del 30.10.2008, emanata dalla Regione Emilia Romagna a seguito della sentenza della C.C. 182/2006, è – a mio parere – importate sottolineare che la stesura del testo è avvenuta coinvolgendo anche i soggetti che a vario titolo operano nel settore delle costruzioni (associazioni di categoria, ordini e collegi professionali, organi amministrativi del territorio ecc. …), con assoluto riguardo agli intenti e agli obiettivi di tutela dell’incolumità e della sicurezza dei cittadini, che vanno ben oltre i singoli ruoli istituzionali, ma formano un patrimonio comune e condiviso.
      Invito a leggere la LR 19/2008 allegata all’intervento del Servizio geologico sismico e dei suoli del 18.04.2009, in particolare gli artt. 4, 10, 11, 12, 13 e 19.
      Claudio, Ferrari
      (c.ferrari@aierre.net)
  • dati Abruzzo di francesco morace del 21/04/2009
  • Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Gianluca Regoli del 15/04/2009
    • Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Salvatore Miano del 25/04/2009
    • Spettri "da norma" e sisma abruzzese di Nicola Cosentino del 21/04/2009
      • Re: Spettri "da norma" e sisma abruzzese di Gianluca Regoli del 23/04/2009
        • Re: Re: Spettri "da norma" e sisma abruzzese di Nicola Cosentino del 24/04/2009
    • Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Tomaso Trombetti del 20/04/2009
      • Re: Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Fortunato Siano del 21/04/2009
      • Re: Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Gianluca Regoli del 20/04/2009
    • Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Gianluca Regoli del 20/04/2009
      • Re: Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Domenico Andreacchi del 20/04/2009
    • Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Domenico Andreacchi del 19/04/2009
      • Re: Re: Sisma Abruzzo Aprile 2009 di Luca Caviglione del 20/04/2009
  • Che sia la volta buona di Mario Musumeci del 09/04/2009
    • Che sia il modo giusto di Paolo Fantoni del 21/04/2009
    • Re: Che sia la volta buona di Carmelo Pace del 16/04/2009
      • Applicazione D.M. 14/01/2008 di Gianluigi Spadoni del 23/04/2009
      • Re: Re: Che sia la volta buona di Alessandro Dragone del 19/04/2009
      • Sisma Abruzzo - norme tecniche - piano casa di Servizio geologico sismico e dei suoli Regione Emilia-Romagna del 18/04/2009
        • Re: Re: Re: Che sia la volta buona di Giorgio Serafini del 21/04/2009
    • Re: Che sia la volta buona di (Anonimo) del 09/04/2009
  • silenzio e poca generosità di francesco morace del 31/03/2009
    • Altri aspetti di Carmelo Pace del 03/04/2009
      • Re: Altri aspetti di (Anonimo) del 03/04/2009
    • Re: silenzio e poca generosità di Vittorio Suprani del 31/03/2009
  • PUBBLICATA LA PROROGA di carmelo pace del 02/03/2009
  • PUBBLICAZIONE CIRCOLARE ESPLICATIVA di carmelo pace del 26/02/2009
  • classe d'uso edifici cimiteriali di pietro passaniti del 10/02/2009
    • Re: classe d'uso edifici cimiteriali di Domenico Andreacchi del 12/02/2009
  • Commissione di Monitoraggio NTC 2008 di Regione Emilia-Romagna Servizio Geologico Sismico e dei Suoli del 06/02/2009 
    I rappresentanti delle Regioni nella Commissione di Monitoraggio NTC 2008 hanno inviato la seguente comunicazione:
    "al fine di rendere più concreto il lavoro della Commissione di Monitoraggio per le NTC 2008, nella riunione del 14/1/2009 è stato deciso di chiedere a chiunque abbia seguito, con qualsiasi ruolo, applicazioni progettuali e/o esecutive redatte secondo il D.M 14/1/2008 (o il D.M. 14/9/2005), informazioni sul progetto e eventuali osservazioni sul testo della norma...seguendo, ove possibile, lo schema di seguito riportato.
    1) una breve descrizione dell'opera (max 1 cartella) contenente:
    - localizzazione
    - denominazione opera
    - caratteristiche planovolumetriche
    - destinazione d'uso
    - opera nuova/esistente
    - tipo di materiali strutturali principali
    - norme adottate (D.M. 14/9/2005, D.M. 14/1/2008, altre consentite dal D.M. 14/1/2008)
    - tipo di fondazione
    - categoria di suolo
    - tipo di analisi sviluppata
    - pga agli stati limite esaminati (per le opere esistenti possibilmente prima e dopo l'intervento)
    2) un elaborato (max A3) planovolumetrico sintetico (pianta, prospetti, sezioni, 3-D, ecc.)
    3) un elenco delle osservazioni specificando, per ciascuna di esse, il testo di riferimento, il capitolo, il paragrafo ed il contenuto dell'osservazione (se possibile, riferendosi all'elenco delle osservazioni già sviluppate ed inviate dalle Regioni in sede di Commissione di Monitoraggio per le Norme Tecniche, elenco che si allega)".
    PER I TECNICI CHE RITERRANNO DI ADERIRE SECONDO LE INDICAZIONI SOPRA INDICATE, SAREMO BEN LIETI - ATTRAVERSO IL PRESENTE FORUM - DI FACILITARE LA CIRCOLAZIONE DEI POSSIBILI CONTRIBUTI.
    Allegato 004_Osservazioni Regioni NTC_080109.pdf
    (pdf303.66 KB)
    Regione Emilia-Romagna, Servizio Geologico Sismico e dei Suoli
    (segrgeol@regione.emilia-romagna.it)
  • PROBABILE PROROGA DM 2008 di carmelo pace del 25/01/2009
    • Re: PROBABILE PROROGA DM 2008 di carmelo pace del 07/02/2009
      • Re: Re: PROBABILE PROROGA DM 2008 di Carmelo Pace del 14/02/2009
    • Re: PROBABILE PROROGA DM 2008 di Mario Musumeci del 27/01/2009
  • Iterpretazionedi "competenza statale" di Domenico Andreacchi del 23/01/2009
    • Re: Iterpretazionedi "competenza statale" di vittorio suprani del 23/01/2009
      • Re: Re: Iterpretazionedi "competenza statale" di Claudio Ferrari del 26/01/2009
  • Accanimento normativo di Carmelo Pace del 20/01/2009
  • Commissione di monitoraggio: ultime notizie di Carmelo Pace del 22/12/2008
    Nel sito Ateservizi in data 18.12.2008 è riportata la seguente notizia:
    Dal C.N.I.-Consiglio Nazionale ingegneri
    Con D.M. 142 del 17/09/2008 è stata istituita la Commissione consultiva per il monitoraggio delle norme tecniche per le costruzioni
    - Riunione di insediamento 11 novembre 2008
    - Prossima riunione 14 gennaio 2009
    - Fine lavori della Commissione entro il 30 giugno 2009
    uno degli obiettivi principali della Commissione è quello di individuare l'eventuale esistenza di malfunzionamenti nell'applicazione concreta delle Norme Tecniche 2008.
    Di tale notizia girando un po’ in rete ho trovato riscontro anche sul sito del Collegio dei Geometri della Valle d'Aosta, come notizia inserita il 28.10.2008.
    Ed ancora, con non poche difficoltà, sono riuscito a reperire in rete il testo del "Decreto ministeriale n. 142 del 17 settembre, 2008, istitutivo della Commissione consultiva per il monitoraggio delle Norme Tecniche per le costruzioni".
    Tale "Decreto" è stato inviato con Raccomandata A.R. al Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, dall'Ufficio di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture con Prot. 0014586 del 01/10/2008 di uscita, ed è pervenuto al Consiglio Nazionale dei Geometri in data 13.10.2008 prot. di arrivo 7478.
    Desta un po’ di perplessità il fatto che di tale Decreto non risulta traccia in nessuna Gazzetta Ufficiale, o perlomeno io non ne ho trovato, per cui non sono in grado di stabilire la validità di un decreto ministeriale non pubblicato in Gazzetta.
    Inoltre è quantomeno insolito che il decreto ministeriale datato 17 Settembre 2008 che include nella commissione di monitoraggio in rappresentanza del Consiglio Nazionale degli Ingegneri l'ing. Donatella Guzzoni (Presidente di A.T.E.), sia pubblicizzato nel sito di A.T.E. solo a partire dal 18 Dicembre.
    Praticamente supponendo valido tale decreto, altri tre mesi persi per poter inoltrare considerazioni valide sul travagliato D.M. 2008 e sulla relativa circolare "fantasma".
    Allego il "decreto" inviato al Consiglio nazionale dei Geometri.
    Allegato D.M._142-2008_Comm._Monit._NTC_2008.pdf
    (pdf714.71 KB)
    Carmelo, Pace
    (carmelo.pace@regione.sicilia.it)
    • Re: Commissione di monitoraggio: ultime notizie - PRECISAZIONI di Carmelo Pace del 23/12/2008
      • Re: Re: Commissione di monitoraggio: ultime notizie - PRECISAZIONI di Vittorio Suprani del 23/12/2008
  • Quesito in merito alla classe d'uso degli edifici scolastici di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna del 10/12/2008
  • edifici strategici figli di un dio minore di Carmelo Pace del 23/07/2008
  • Riflessioni sugli aspetti geotecnici delle nuove NTC di Giovanni Vannucchi del 11/07/2008
  • NORMATIVE SISMICHE DI ULTIMA GENERAZIONE: COSTRUZIONI DI MURATURA di Paolo Foraboschi del 04/06/2008
  • A ciascuno il suo ruolo - Commenti alle NTC di Ivan Silvestri del 04/06/2008
    • Re: A ciascuno il suo ruolo - Commenti alle NTC di Andrea Olginati del 09/06/2008
      • Re: Re: A ciascuno il suo ruolo - Commenti alle NTC di Ivan Silvestri del 01/07/2008
        • Re: Re: Re: A ciascuno il suo ruolo - Commenti alle NTC di Ivan Silvestri del 01/07/2008
  • Microzonazione sismica e Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) di Teresa Crespellani Luca Martelli del 23/05/2008
  • Osservazioni normativa sismica 2008 di Pierfranco Ventura del 26/04/2008
  • Alcune considerazioni sul tema posto da Duilio Benedetti di Paolo Angeletti del 24/04/2008
  • Ricorso al TAR da parte dell'Ordine Naz. Geologi. di Marco Franceschini del 14/04/2008
    • Re: Ricorso al TAR da parte dell'Ordine Naz. Geologi. di Raffaele Santoli del 14/04/2008
      • Re: Re: Ricorso al TAR da parte dell'Ordine Naz. Geologi. di Andrea Olginati del 28/04/2008
  • Nuova Normativa Tecnica sulle Costruzioni di Antonio Caruso del 10/04/2008
  • Commissione di monitoraggio di Marco Franceschini del 31/03/2008
    • Re: Commissione di monitoraggio di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna del 02/04/2008
      • Re: Re: Commissione di monitoraggio di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna del 09/05/2008
      • Re: Re: Commissione di monitoraggio di Pietro Antonio De Paola del 03/04/2008
    • Re: Commissione di monitoraggio di carmelo pace del 01/04/2008
      • Re: Re: Commissione di monitoraggio di Marco Franceschini del 02/04/2008
  • Norme Tecniche sulle Costruzioni: le sorprese non finiscono mai. di Fausto Giovannardi del 26/03/2008
    • Re: Norme Tecniche sulle Costruzioni: le sorprese non finiscono mai. di Raffaele Santoli del 27/03/2008
  • Circolare sulle NTC di Marco Torricelli del 19/03/2008
  • Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di Paolo Rugarli del 18/03/2008
    • Re: Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di (Anonimo) del 10/04/2008
      • Re: Re: Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di Paolo Rugarli del 16/04/2008
        • Re: Re: Re: Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di Gianluca Regoli del 17/04/2008
          • Re: Re: Re: Re: Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di carmelo pace del 17/04/2008
    • Re: Determinazione dei parametri sismici in accordo al DM 14-1-2008 di Matteo Mainetti del 03/04/2008
  • Obbligo delle NTC di Mario Musumeci del 14/03/2008
    • Re: Obbligo delle NTC di Claudio Ferrari del 20/03/2008
      • Re: Re: Obbligo delle NTC di Gianluca Regoli del 20/03/2008
    • Re: Obbligo delle NTC di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna del 18/03/2008
      • Re: Re: Obbligo delle NTC di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia Romagna del 09/05/2008
      • Re: Re: Obbligo delle NTC di Eugenio Boni del 17/04/2008
        • Re: Re: Re: Obbligo delle NTC di Gianluca Regoli del 18/04/2008
      • Re: Re: Obbligo delle NTC di Raffaele Santoli del 21/03/2008
      • Re: Re: Obbligo delle NTC di Gianluca Regoli del 19/03/2008
    • Re: Obbligo delle NTC di Gianluca Regoli del 18/03/2008
      • Re: Obbligo delle NTC di Alberto Scuderi del 07/04/2008
        • Re: Re: Obbligo delle NTC di Gianluca Regoli del 11/04/2008
    • Applicazione norme previgenti di Domenico Andreacchi del 17/03/2008
  • Invito al dibattito di Duilio Benedetti del 12/03/2008
    • Forum sulle normative tecniche per le costruzioni di Il Moderatore del 11/04/2008
    • Re: Invito al dibattito di Elisa Calabrò del 07/04/2008
      • Re: Re: Invito al dibattito di mario musumeci del 07/04/2008
        • Re: Re: Re: Invito al dibattito di Elisa Calabrò del 07/04/2008
          • esistono ancora le zone sismiche? di carmelo pace del 08/04/2008
            • Re: esistono ancora le zone sismiche? di Servizio Geologico Sismico e dei Suoli Regione Emilia-Romagna del 11/04/2008
            • Re: esistono ancora le zone sismiche? di Gianluca Regoli del 09/04/2008
              • Re: esistono ancora le zone sismiche? di ing. carmelo pace del 09/04/2008
                • Re: Re: esistono ancora le zone sismiche? di Gianluca Regoli del 09/04/2008
    • Re: Invito al dibattito di Raffaele Santoli del 25/03/2008
      • Re: Re: Invito al dibattito di Gianluca Regoli del 26/03/2008

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ultima modifica 2013-05-08T11:31:00+01:00
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