Parchi, foreste e Natura 2000

Sfinge dell’epilobio o Proserpina

Sfinge dell’epilobio o Proserpina (foto: P.Mazzei)Ordine: Lepidoptera - Famiglia: Sphingidae

Proserpinus proserpinus (Pallas, 1772)

Geonemia: Il taxon è distribuito dal Maghreb, attraverso tutta l’Europa centro-meridionale fino in Turkestan.

Caratteri distintivi: Apertura alare 40-55 mm. Inconfondibile sfingide di piccola taglia caratterizzato da bordi alari fortemente dentellati. Le ali anteriori sono verdastre con una banda mediana più scura che porta all’interno un’evidente tacca discale nera bordata di bianco. Le ali posteriori, alquanto più piccole, sono di un bel colore giallo ocra con una spessa bordatura scura.

Habitat: Preferisce ambienti caldi e secchi di pianura e collina, di solito non oltre i 1200 m.

Biologia: Presenta una sola generazione annua con sfarfallamento in maggio-giugno. Gli adulti, come molte altre specie di sfingidi, volano di preferenza al crepuscolo. Le uova vengono deposte singolarmente o a coppie sulla faccia inferiore delle foglie delle piante ospiti, costituite di solito da specie appartenenti al genere Epilobium, ma anche Lythrum salicaria, Oenothera biennis e O. stucchii. Durante le calde ore della giornata il bruco sta a riposo sotto frammenti vegetali o sotto pietre; da questi ripari se ne esce poi nel corso della notte per risalire la pianta ospite e nutrirsi. Lo svernamento avviene sotto terra allo stadio di pupa.

Note tassonomiche:
Le popolazioni italiane di questa specie sono tutte ascrivibili alla forma tipica, anche se i singoli individui sono piuttosto variabili.

Distribuzione e status in regione: Presente in tutta la regione, soprattutto a bassa quota, anche se sempre localizzata e scarsa.

Curiosità : E’ l’unico sfingide europeo il cui bruco è privo del caratteristico cornetto situato sul dorso in posizione caudale.

Interesse conservazionistico: La specie è inclusa nell’Allegato IV (specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa) della Direttiva Habitat 92/43/CEE. E’ inclusa anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna (specie strettamente protetta). E’ segnalata come DD ovvero di taxon che necessita di studi approfonditi per essere inclusa in una delle specifiche categorie della lista IUCN. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. è specie a rischio relativo.

Fattori di minaccia: Le cause individuate sono legate al rimboschimento e, soprattutto nelle zone più basse, alla trasformazione di incolti in zone agricole o urbanizzate.

Misure per la conservazione: Importante è il monitoraggio delle stazioni esistenti e la ricerca di nuovi habitat in quanto molto poco si conosce di questa specie e la sua distribuzione in regione è da considerarsi sottostimata. Importante anche evitare che le zone dove crescono copiose le piante del genere Epilobium vengano invase da altri arbusti, quali rovi o altre specie ruderali. Esse infatti tendono a togliere spazio ad altri vegetali, eliminando così anche le potenziali fonti di cibo per le larve della sfinge dell’epilobio. Per cui occorre operare in primis nelle aree in cui questa specie è presente onde evitare la scomparsa degli ambienti idonei e inoltre anche in quelle dove le sue piante nutrici sono comuni al fine di valutarne la presenza e procedere di conseguenza all’adozione di adeguate misure di conservazione.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.

Azioni sul documento

ultima modifica 2012-10-16T12:47:00+02:00
Questa pagina ti è stata utile?

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina