Parchi, foreste e Natura 2000

Flora

Riserva regionale Ghirardi

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Vegetazione

Orchis mascula - Autore Guido SardellaLa biodiversità vegetale dei Ghirardi è molto elevata e poco omogenea. La variegata morfologia dell’area, caratterizzata dalla presenza di suoli calcarei o acidi, substrati rocciosi od incoerenti, versanti con diverse esposizioni, creano le premesse per microclimi ed habitat molto differenti. Sui versanti volti a settentrione dominano il querceto mesofilo con assoluta prevalenza di cerro ed i consorzi misti con carpino nero. I castagneti da frutto sono abbandonati da decenni, ma ancora caratterizzati da esemplari di diametro elevato, preziosi per la nidificazione dell’avifauna di bosco. Nella parte prossima al torrente compaiono la farnia ed il carpino bianco, con sottobosco a Leucojum vernum. Le zone non boscate si dividono tra prati regolarmente falciati, coltivi abbandonati e calanchi: i primi non risultano molto ricchi di flora spontanea con l’esclusione di alcune parcelle riconducibili ad habitat prativi che, pur nella loro limitata estensione, albergano un’elevatissima ricchezza in flora e fauna. Gli antichi terreni coltivati a prato o seminativo, in via di colonizzazione da Juniperus communis, Rosa sp. pl e Prunus spinosa, sono invece habitat di transizione ricchissimi di specie rare. L’elevata biodiversità della zona è rappresentata anche da 33 specie di Orchidacee. I calanchi, testimonianza di un eccessivo sfruttamento agricolo/pastorale nei secoli passati, sono oggi in via di lentissima ricolonizzazione ad opera di piante specializzate come Astragalus monspessulanum, Coronilla minima, Fumana procumbens.
Nelle stazioni più calde di questi boschi ma anche in cespuglieti e boscaglie aride si possono rinvenire alcune specie caratteristiche della vegetazione mediterranea come il Leccio, spesso anche rupicolo e allo stato arbustivo, la fillirea (Phillyrea latifolia), Erica arborea e l'alaterno (Rhamnus alaternus). I versanti settentrionali ospitano invece boschi mesofi, in genere piuttosto degradati, dominati dal carpino nero, dove oltre a orniello e roverella compaiono acero opalo, maggiociondolo, nocciolo e ciavardello (Sorbus torminalis). In questi boschi molto spesso è presente ed a volte dominante il castagno, che un tempo era coltivato ed ora risulta sub spontaneo. Presenza qualificante in senso mesofilo a queste quote è il faggio, come pure l'agrifoglio e il tasso, rara aghifoglia microterma localizzata in alcune stazioni particolarmente fresche. Tra le specie erbacee più vistose adatte ad identificare questo aspetto della vegetazione si possono segnalare l'anemone (Anemone nemorosa) la scilla (Scilla bifolìa), il bucaneve e il giglio martagone; nei boschi mesofili più caldi compare inoltre il pungitopo. Le aree degli affioramenti arenacei sono occupate solitamente dagli xerobrometi, praterie aride dominate dal bromo (Bromus erectus); possono essere presenti arbusti nani come l'elicriso, la fumana (Fumana procumbens} e gli eliantemi. Numerose sono anche le specie erbacee caratteristiche di questo ambiente come la Vedovella (Globularia punctata) e il garofanino selvatico (Dianthus sylvestris); il lino delle fate (Stipa pennata), una bella graminacea dalla spiga lungamente piumata, arricchisce con la sua presenza alcuni degli affioramenti rocciosi. Questo è anche uno degli ambienti più ricchi di Orchidee, presenti in zona con oltre trenta specie diverse, tra cui le serapidi (Serapias vomeracea) e le ofridi, come Ophrys fuciflora.

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ultima modifica 2015-07-15T15:32:00+01:00
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