Parchi, foreste e Natura 2000

IT4010012 - ZSC - Val Boreca, Monte Lesima

Superficie: 4725 ettari
Province e Comuni interessati: PIACENZA (Ottone, Zerba)

Territorio confinante con IT1330905 ZSC 'Parco dell'Antola' della Regione Liguria e con IT1180011 ZSC 'Massiccio dell'Antola - Monte Carmo - Monte Legna' della Regione Piemonte

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4010012 (pdf170.66 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna    

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf11.56 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA

Piano di Gestione (pdf164.24 KB)

Descrizione e caratteristiche

Monte Lesima. Foto Angelo Battaglia, Provincia di PiacenzaIl sito, localizzato nell'Alta Val Trebbia, è uno dei luoghi più remoti della regione e presenta le più spiccate caratteristiche di naturalità di tutta la provincia di Piacenza. Si caratterizza per gli imponenti rilievi dei monti Cavalmurone (1670 m), Chiappo (1699 m), Alfeo (1651 m) e Lesima (1725 m), tutti con cime relativamente piatte, emergenti con grandi dislivelli tra profonde e boscose incisioni. Queste montagne disposte a semicerchio aperto verso Est custodiscono e quasi nascondono la profonda valle del torrente Boreca e dei suoi numerosi affluenti, isolando una vera e propria microregione. La vallata, grazie alla sua posizione geografica (versante emiliano dello spartiacque dei fiumi Scrivia e Trebbia, lontano dalle grandi vie di comunicazione), conserva una natura relativamente integra, in cui le scarse attività umane si inseriscono armoniosamente. L'area è ricca d'acqua, ha elevata copertura boschiva e, sul piano cacuminale, vaste zone prative in parte ancora tenute a pascolo. Per molti aspetti interessante è, per quanto scarso, il condizionamento antropico, costituito da alcuni insediamenti o villaggi oggi abbandonati e da pochissime strade (vi si accede in pratica solo da Ottone), per giunta non facilmente percorribili. Sono inoltre presenti un piccolo bacino artificiale sotto l'abitato di Zerba (quota 531m s.l.m., messo in opera nel 1932 mediante sbarramento in pietrame di un’ansa del Torrente Boreca, con capacità massima di 60.000 mc) e una stazione radar sulla vetta del Lesima. Nel sito predominano le formazioni boschive di caducifoglie: querceti misti, castagneti in parte abbandonati, faggete d'alto fusto, impianti di conifere; sono presenti brughiere e praterie d'altitudine; corpi d'acqua interni con acque correnti e stagnanti, affioramenti rocciosi. Ben 14 habitat d’interesse comunitario, dei quali cinque prioritari, ricoprono circa un terzo del vasto sito, con prevalenza per boschi, praterie (ci sono le uniche praterie montane da fieno in regione) e brughiere d'altura.

Vegetazione

Garofano selvatico (Dianthus superbus). Foto F. Ambrosini, archivio Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-RomagnaL'area è caratterizzata prevalentemente da copertura forestale: querceti con Roverella, Cerro, Rovere, Castagno e Carpino nero sono sostituiti a maggior altitudine da Faggio, Maggiociondolo alpino e Sorbo degli uccellatori. Elemento di rilievo costituisce la presenza di faggete ad alto fusto. I boschi ospitano un corteo ricchissimo di flora rara e protetta. Ai margini delle faggete vegeta l'Aconito di Lamarck (Aconitum lamarckii), una orofita sudeuropea molto rara. Sono presenti anche limitate aree rimboschite con Pinus sylvestris e Larix decidua. Sul versante che si affaccia sulla Val Trebbia è dominante il Carpino nero. Sul versante opposto si trova un'ampia pietraia su cui prevale una vegetazione arbustiva ed erbacea tipica dei terreni aridi e calcarei (Teucrium chamaedrys, Teucrium montanum, Asperula purpurea, Helianthemum nummularium, Sesleria italica, Sesleria autumnalis; abbondante è Sempervivum tectorum, concentrato soprattutto nel versante meridionale della cima e rilevante è la presenza della rarissima Fritillaria tenella). Legate alle rocce sono presenti rare felci come Asplenium fontanum, distribuita in Italia sull'Appennino dalla Liguria all'Abruzzo, e Asplenium viride entità circumboreale tipicamente alpina. Alle quote più elevate, nelle praterie destinate al pascolo, sono abbondanti le leguminose foraggere e trovano l'ambiente adatto rarissime orchidee a distribuzione artico-alpina quali Nigritella nigra (qui al suo limite meridionale di distribuzione) e Leucorchis albida, spesso insieme a Traunsteinera globosa e Gymnadenia conopsea. Nei pascoli lungo i pendii soleggiati è stato rinvenuto il Giglio di S. Bruno (Paradisea liliastrum), segnalato solo in un'altra stazione nel parmense. La vetta del Monte Lesima è inoltre l'unica stazione dell'Italia settentrionale per l'Astragalo di M. Sirino (Astragalus sirinicus), entità mediterraneo-montana con areale disgiunto e frammentato, diffusa sull’Appennino centrale. Da un censimento floristico condotto nell'area sono risultate presenti 350 specie diverse di cui molte di interesse medicinale, quali: Arnica montana, Gentiana lutea, (All.V Direttiva habitat)Valeriana tripteris, Atropa belladonna). Di interesse comunitario è il Barbone adriatico Himantoglossum adriaticum. Di notevole interesse infine è la presenza di Coeloglossum viride e Antennaria dioica. Sono comunque protette: Aconitum variegatum, Aquilegia vulgaris, Campanula medium, Cephalanthera damasonium e C. longifolia; Corallorhiza trifida, Convallaria majalis, Daphne mezereum e D. laureola; Dianthus armeria, D. sylvestris, D. carthusianorum, D. monspessulanus; Epipactis helleborine, E. atropurpurea, E. muelleri; Erythronium dens-canis, Galanthus nivalis, Gentiana ciliata, G. cruciata, G. asclepiadea e G. kockiana; Leucojum vernum, Lilium bulbiferum e L. martagon; Limodorum abortivum, Orchis ustulata, O. purpurea, O. mascula e O. morio, Platanthera bifolia e P. chlorantha; Saxifraga cuneifolia e S. paniculata; Scilla bifolia, Trollius europaeus, Tulipa australis.

Fauna

Rosalia alpina. Foto Ivano Togni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003La presenza, seppur saltuaria, del Lupo (Canis lupus) sembra ricorrere nel comprensorio delle valli Boreca, Staffora e Borbera. Si tratta di esemplari provenienti dall'Appennino centrale in espansione verso Nord a ricolonizzare territori storicamente già occupati. Altri mammiferi presenti sono il Quercino (Elyomys quercinus) e il chirottero Serotino comune (Eptesicus serotinus). Per l’avifauna nidificano il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e probabilmente l'Aquila reale (Aquila chrysaetos) e l'Astore (Accipiter gentilis), oltre alle rondini montane (Ptyonoprogne rupestris) sulle coste rocciose. Sono presenti il Codirossone (Monticola saxatilis) e il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus); nei boschi d’alto fusto il Picchio muratore (Sitta europaea) e il Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), negli ambienti aperti in quota lo Spioncello montano (Anthus spinoletta). Di interesse prioritario è la presenza del coleottero Rosalia alpina. Anfibi e rettili vantano importanti presenze: tra i primi Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), Rana appenninica (Rana italica) e Geotritone (Speleomantes strinatii); tra i secondi è segnalato il Colubro d'Esculapio (Zamenis longissimus). Il torrente Boreca risulta particolarmente vocato ad ospitare la lontra (Lutra lutra), presente in provincia fino agli anni ‘70 e successivamente scomparsa.

Per saperne di più

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf2.61 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2022-09-08T17:26:52+02:00
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