Parchi, foreste e Natura 2000

IT4070016 - ZSC - Alta Valle del Torrente Sintria

Superficie: 1174 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA (Brisighella, Casola Valsenio)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4070016 (pdf202.64 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf45.82 KB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

I prati della Valgosa, verso il crinale di Torre Calamello. Foto Stefano Bassi, archivio personaleArea sub-montana dell’Appennino faentino, si estende prevalentemente in direzione nord-sud lungo la dorsale spartiacque Sintria-Lamone dal confine toscano attestato intorno agli 800 m fino al contrafforte di Poggio Lagune (460 m), che in zona rappresenta il limite a monte della fascia collinare. Corrisponde quasi interamente al complesso demaniale Foresta Alto Lamone, acquisito all’Ente pubblico fin dai primi anni ’70 a ricomprendere vasti boschi di latifoglie, per lo più cedui, con rimboschimenti di conifere, noccioleti e castagneti, aree a vegetazione arbustiva ed erbacea su ex-coltivi in un paesaggio mosso ma monotono, lentamente rinaturalizzato a partire da un passato di insediamenti rurali sparsi, attivi fino ad una quarantina di anni fa. Il substrato marnoso-arenaceo, a stratificazione per lo più uniforme anche se a giacitura variabile per complicata evoluzione orogenetica, ancora traspare sotto la rada vegetazione non pienamente ricostituita di certi versanti rivolti a meridione, là dove la pendenza è accentuata, e permangono limitate situazioni schiettamente rupestri. Peraltro la componente marnosa è poco coerente, e non mancano “galestri” nudi anche su pendenze poco marcate, a testimoniare il carattere di plaghe soggette a diffusa erosione e persistente degrado. Pur non presentando zone di particolarmente elevata naturalità, il sito è rappresentativo di habitat e specie tipici della fascia submontana, di “spruzzi mediterranei” e lembi di montagna fresca incassati in remoti rifugi, di ambienti di transizione a vivace dinamica naturale non privi di interesse paesaggistico e storico-antropologico. La compagine boschiva, uniformemente estesa pur con soluzioni di continuità della copertura, ricopre l’80% del sito con Ostrio-Querceti a facies differenziata in base alla stazione, e non mancano praterie cespugliate o veri e propri arbusteti a prevalenza di Ginepro, con interessanti influenze mediterranee nelle zone di Fornazzano, Lagune, Monte Colombo dove compaiono rade garighe a Lembotropis nigricans e Staehelina dubia, anche a variante acidofitica con cisti, segnatamente Cistus incanus. Il sito, in gestione all’Ente pubblico tramite specifico Piano di assestamento forestale, non presenta particolari rischi di conservazione. E’ però opportuno che venga salvaguardata e incrementata la presenza di alberi grandi e vecchi, nonché di esemplari decrepiti anche marcescenti, a fini faunistici. Quattordici habitat d’interesse comunitario, dei quali sei prioritari, occupano meno del 20% della superficie, con prevalenza per i tipi forestali e di prateria più o meno arbustata.

Castagneto coltivato. Foto Maurizio Sirotti Ecosistema, archivio Servizio Sistemi informativi geografici della Regione Emilia-RomagnaVegetazione

Carpino nero e Orniello sono probabilmente le specie arboree più frequenti in boschi la cui composizione e struttura varia sensibilmente in funzione dei fattori topografici, manifestando la locale diffusione di Roverella oppure Cerro, con aceri, sorbi e Castagno. Si rinvengono valloni marcatamente mesofili con relitti  del Tilio-Acerion alterati dalle ceduazioni, alcuni tratti a salici e Ontano nero in situazioni ripariali e un solo lembo di faggeta presso il Monte Toncone. Si tratta più spesso di cedui invecchiati, a tratti indirizzati all’alto fusto tramite diradamenti e interventi di conversione, con risultati non sempre efficaci. Coniferamenti e veri e propri impianti di Pino nero e silvestre hanno localmente contribuito al rinfoltimento e ricostituzione della compagine boschiva senza alterare la possibilità di rinnovazione delle latifoglie spontanee. Sono presenti castagneti da frutto, abbandonati o parzialmente coltivati, e noccioleti. La prateria è quasi mai compatta, talora degrada a gariga a timo ed elicriso nella quale compare il raro Helianthemum jonium, spesso è inframmezzata da arbusteti con Ginepro (sono Aggruppamenti arbustivi con Ginepro comune. Foto Stefano Bassi, Catalogo Cheilanthes Viaggio botanico in Val Sintria 2004localmente presenti anche Juniperus oxycedrus var. rufescens e l’altrettanto mediterraneo Cistus incanus). L'aspetto più significativo di una forma di gariga tipica della zona, su terreni marnoso-arenacei non asfittici, è dato dalla precenza di ciuffi solo apparentemente stentati di Staehelina dubia, Lembotropis nigricans, ed altre specie xerofile e solo moderatamente termofile. Numerose sono le orchidee presenti, tra le quali Limodorum abortivum, Ophrys fuciflora e Neottia nidus-avis.

Fauna

E’ presente almeno un chirottero d’interesse comunitario, il Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), più il vespertilionide Myotis daubentoni, anche se la presenza di ruderi e castagni cavi lascia supporre il possibile reperimento di altre specie. Molti altri mammiferi sono presenti, tra i quali, in attuale espansione, appare l’Istrice. L’avifauna annovera dieci specie di interesse comunitario delle quali otto nidificanti. Le aree prative sono un importante sito di nidificazione di Albanella minore (Circus pygargus), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Tottavilla (Lullula arborea) e Calandro (Anthus campestris). Nidificazione irregolare di Falco pecchiaiolo. Tra gli uccelli migratori, presenti con oltre 30 specie delle quali almeno venti nidificanti, prevalgono i Passeriformi tipici degli ambienti aperti, di macchia e di ecotono forestale. Di rilievo la nidificazione del Lodolaio (Falco subbuteo). Tra i vertebrati minori, sono segnalati il Tritone crestato (Triturus carnifex) e l’Ululone appenninico (Bombina pachypus); sono presenti anche la Raganella italica (Hyla intermedia) e il Saettone o Colubro d’Esculapio (Zamenis longissimus). Nella Sintria, che non ha qui ancora incontrato centri abitati, vive una ricca ittiofauna: Cobite comune (Cobitis taenia), Lasca (Chondrostoma genei), Vairone (Leuciscus souffia), Barbo (Barbus plebejus) e Barbo canino (Barbus meridionalis) sono le specie di interesse comunitario. E’ inoltre segnalato Padagobius martensi. E’ presente anche il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). Per gli insetti, interesse prioritario è dato alla presenza della farfalla Euplagia quadripunctaria; non mancano i coleotteri forestali Cerambix cerdo e Lucanus cervus.

Per saperne di più

L'Alto Lamone nelle pagine di Parchiromagna.it

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf1.57 MB)

Inquadramento territoriale

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ultima modifica 2022-09-08T16:24:36+01:00
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