Parchi, foreste e Natura 2000

IT4070017 - ZSC - Alto Senio

Superficie: 1015 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA - 643 ettari (Casola Valsenio), BOLOGNA - 371 ettari (Castel del Rio)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4070017 (pdf188.29 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf47.86 KB)

Piano di Gestione (pdf5.97 MB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

Castagneto coltivato. Foto Mario Vianelli, archivio Servizio Valorizzazione e Tutela del Paesaggio della Regione Emilia-RomagnaArea sub-montana collocata tra l’Appennino faentino e quello imolese, si estende prevalentemente in direzione nord-sud lungo la dorsale spartiacque Santerno-Senio dal confine toscano (attestato intorno agli 850-900 m) fino a ridosso del contrafforte di Monte Battaglia, lungo un margine che viaggia tra i 500 e i 600 m. a ricomprendere gran parte del sottobacino del Rio Cestina. Corrisponde quasi interamente al complesso demaniale Foresta Alto Senio, acquisito dall’Ente pubblico fin dai primi anni ’70. Raggruppa vasti boschi di latifoglie, per lo più cedui, con rimboschimenti di conifere (in particolare pinete di pino nero ma anche di pino domestico e cipresso), castagneti, aree a vegetazione arbustiva ed erbacea su ex-coltivi in un paesaggio mosso, lentamente rinaturalizzato a partire da un passato di insediamenti rurali sparsi, attivi fino ad una quarantina di anni fa. Il substrato marnoso-arenaceo, a stratificazione per lo più uniforme anche se a giacitura variabile per complicata evoluzione orogenetica, ancora traspare sotto la rada vegetazione non pienamente ricostituita di certi versanti rivolti a meridione, là dove la pendenza è accentuata, e permangono limitate situazioni schiettamente rupestri. Peraltro la componente marnosa è poco coerente, e non mancano “galestri” nudi anche su pendenze poco marcate, a testimoniare il carattere di plaghe soggette a diffusa erosione e a persistente degrado. Pur non presentando zone di particolarmente elevata naturalità, il sito è rappresentativo di habitat e specie tipici della fascia submontana, di “spruzzi mediterranei” e lembi di montagna fresca incassati in remoti rifugi, di ambienti di transizione a vivace dinamica naturale non privi di interesse paesaggistico e storico-antropologico. La compagine boschiva, uniformemente estesa pur con soluzioni di continuità della copertura, ricopre l’83% del sito con Ostrio-Querceti a facies differenziata in base alla stazione, castagneti, e non mancano praterie cespugliate o veri e propri arbusteti a prevalenza di Ginepro, con alcune influenze mediterranee. Il sito, in gestione all’Ente pubblico tramite specifico Piano di assestamento forestale, non presenta particolari rischi di conservazione. E’ però opportuno che venga salvaguardata e incrementata la presenza di alberi grandi e vecchi, nonché di esemplari decrepiti anche marcescenti, a fini faunistici. Undici habitat d’interesse comunitario, dei quali quattro prioritari, occupano circa un quinto della superficie, con prevalenza per i tipi forestali e di prateria più o meno arbustata.

Arbusteto xerofilo con Ginestra ed Elicriso. Foto Stefano Mazzotti, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003Vegetazione

Carpino nero e Orniello sono probabilmente le specie arboree più frequenti in boschi la cui composizione e struttura varia sensibilmente in funzione dei fattori topografici, manifestando la locale diffusione di Roverella oppure Cerro, con aceri, sorbi e Castagno. In modo estremamente sporadico, è presente la Cerro-sughera (Quercus crenata). Si rinvengono valloni marcatamente mesofili con relitti del Tilio-Acerion, alcuni tratti a salici e Ontano nero in situazioni ripariali e qualche lembo di faggeta, a tratti mista a Cerro e Carpino bianco, presso la Macchia dei Cani. Si tratta più spesso di cedui invecchiati, talora indirizzati all’alto fusto tramite diradamenti e interventi di conversione. Coniferamenti e veri e propri impianti di pino nero e silvestre (ci sono anche impianti di Pinus pinea) hanno localmente contribuito al rinfoltimento e ricostituzione della compagine boschiva senza alterare la possibilità di rinnovazione delle latifoglie spontanee. Sono presenti castagneti da frutto, abbandonati o parzialmente coltivati. La prateria è raramente continua e compatta, talora degrada a gariga a Timo ed Elicriso nella quale compare il raro Helianthemum jonium, spesso è inframmezzata da arbusteti con Ginepro e specie dei Prunetalia. In questi ambienti compaiono Staehelina dubia, Lembotropis nigricans e qualche esemplare di ginepro rosso (Juniperus oxycedrus var. rufescens). Numerose sono le orchidee presenti, tra le quali Ophrys fuciflora, Orchis provincialis e Neottia nidus-avis.

Fauna

Il ghiro, chiassoso abitatore di boschi e ruderi appenninici. Foto Stefano Bassi, archivio personaleE’ presente almeno un chirottero d’interesse comunitario, il Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), più il vespertilionide Myotis daubentoni, anche se la presenza di ruderi e castagni cavi lasci supporre il possibile reperimento di altre specie. Molti altri mammiferi sono presenti, tra i quali, in attuale espansione, appare l’Istrice. L’avifauna annovera presso le aree prative siti di nidificazione di Albanella minore (Circus pygargus – 2,3 coppie), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Tottavilla (Lullula arborea), Calandro (Anthus campestris) e Averla piccola (Lanius collurio). Nidificazione irregolare di Falco pecchiaiolo. L'avifauna nidificante conta anche numerose specie tipiche degli ambienti di campagna e ripari della pianura e della fascia pedecollinare. Tra le specie migratici presenti al di fuori del periodo; di particolare interesse: Averla cenerina (Lanius minor), Averla capirossa (Lanius senator), Prispolone (Anthus trivialis), Lodolaio (Falco subbuteo), Silvidi quali Sterpazzolina, Bigia grossa, Bigiarella. Tra i vertebrati minori sono segnalati il Tritone crestato (Triturus carnifex) e l’Ululone appenninico (Bombina pachypus) e sono presenti anche la Raganella italica (Hyla intermedia) e il Colubro d’Esculapio (Zamenis longissimus). Riguarda il sito anche una segnalazione del raro serpente Coronella girondica, a distribuzione altamente frammentata. Per gli insetti, interesse prioritario è dato alla presenza della farfalla Euplagia quadripunctaria; non mancano i coleotteri forestali Cerambix cerdo e Lucanus cervus.

Per saperne di più

L'Alto Senio nelle pagine di Parchiromagna

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf6.69 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2022-09-08T16:24:35+01:00
Questa pagina ti è stata utile?

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina