Parchi, foreste e Natura 2000

IT4070023 - ZPS - Bacini di Massa Lombarda

Superficie: 42 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA (Massa Lombarda)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4070023 (pdf178.08 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf60.74 KB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf1.24 MB)

Piano di Gestione (pdf546.98 KB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

Tarabusino (Ixobrychus minutus) su nido. Foto Maurizio Bonora, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003L’area si trova nel settore più occidentale della bassa pianura romagnola, in territorio imolese seppur amministrativamente in provincia di Ravenna - al confine con Bologna - in una zona agricola tra Sillaro e Santerno storicamente interessata da opere di bonifica e di gestione controllata delle acque. La Zona di Protezione Speciale istituita presso il Fondo Botte, tra Villa Serraglio e il capoluogo municipale Massalombarda, è costituita da una zona umida recentemente realizzata come cassa di espansione presso l’incrocio dei due scoli Gambellara e Gambellarino, peraltro già individuato dal P.T.C.P. di Ravenna come zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale. Si tratta di un piccolo biotopo rappresentativo degli ambienti umidi un tempo presenti nella pianura interna ravennate, in un comprensorio costellato di insediamenti ed opifici tra immense larghe solcate da fossi e canali, con alcuni maceri e stagni di modeste dimensioni, gli ultimi rimasti dopo oltre un paio di secoli di incessante bonifica. Inserito in zona interfluviale con depositi alluvionali più o meno recenti, il sito è caratterizzato da terreni limosi e argillosi. L’area è interdetta all’attività venatoria poiché la cassa di espansione è inclusa in una Zona di Ripopolamento e Cattura. E’ d’altronde l’avifauna selvatica, stanziale e di passo, l’elemento di maggior interesse naturalistico. Essa si avvale di un unico habitat d’interesse regionale, lembi di canneto a Phragmites australis, su poco meno di un quarto della superficie del sito. Lo specchio d’acqua dolce di tipo eutrofico con vegetazione sommersa e anfibia, circondato da margini erbosi e adiacente a seminativi, non esclude la possibilità di sviluppo di vegetazione sommersa di alghe a candelabro del 3140 e, alle spalle della cinta di canneto, qualche lembo di prateria alta tipo 6430 per ingresso di specie quali il Cardo dei lanaioli Dipsacum fullonum o Salcerella Lythrum salicaria che occhieggiano nei fossi circostanti. La gestione dell’area sarà orientata al completamento del recupero naturalistico, con particolare attenzione al controllo dei livelli idrici e della presenza di specie animali esotiche in fase di naturalizzazione (Myocastor coypus, Procambarus clarckii, Trachemys scripta): la Nutria in particolare costituisce un fattore di minaccia rilevante per lo sviluppo delle specie vegetali e animali locali.

Vegetazione

Il recupero e la rinaturalizzazione dei Bacini di Massalombarda sono stati iniziati negli anni ’90 in un preesistente ambito agricolo. Flora e vegetazione sono il risultato di colonizzazione spontanea a partire dalla rete dei fossi e della messa a dimora di alcuni esemplari di specie arboree ed arbustive autoctone e tipiche degli ambienti planiziari padani. La reintroduzione di specie locali dovrebbe comprendere Ontano nero, Pioppo bianco, Salice bianco, Frassino meridionale, Farnia, Acero campestre, Carpino bianco, Biancospino, Pero selvatico, Prugnolo, Evonimo, Corniolo, Frangola, e Sanguinella. Nelle zone allagate allignano idrofite tra le quali: Polygonum, Potamogeton, Lemna e Ceratophyllum, con il tipico Iris pseudacorus e bordure di elofite. Non sono (ancora) segnalate specie di particolare rarità o specifico interesse naturalistico.

Fauna

Gli uccelli sono la componente di maggior pregio dell’area, con ben diciotto specie di interesse comunitario, delle quali quattro nidificanti (Martin pescatore, Averla piccola, Cavaliere d’Italia e Tarabusino) proprie degli ambienti umidi d'acqua dolce o aperti, anche coltivati. Di particolare interesse la nidificazione di questi ultimi due, legata all’ambiente umido. Sono complessivamente censite ulteriori trenta specie circa come migratori abituali che frequentano il sito per sosta e svernamento, tra i quali Ardeidi, Anatidi e Rallidi, nonché vari Passeriformi. L’elevata presenza di idrofite, peraltro minacciata dalla potenziale diffusione di alcune specie ittiche alloctone, è desiderabile per fornire habitat di nidificazione a Moretta tabaccata e Mignattino piombato. Non sono state condotte specifiche ricerche faunistiche mirate ad accertare la presenza di invertebrati, anfibi, rettili e pesci di importanza comunitaria, tuttavia è il sito è idoneo alla presenza di numerose specie quali ad esempio il Tritone crestato, la Testuggine palustre o il Cobite.

Per saperne di più

Foto Unione Comuni Bassa Romagna

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf908.81 KB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2022-09-08T17:24:27+02:00
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