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Gonfo coda clavata di fiume o Gonfo a zampe gialle

Gonfo coda clavata di fiume o Gonfo a zampe gialle (foto: F.Sacchi)Ordine: Odonata - Sottordine: Anisoptera - Famiglia: Gomphidae

Stylurus flavipes (Charpentier, 1825)

Geonemia: Ha distribuzione sibirico-europea. In Italia si rinviene in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio (fiume Tevere); non è infrequente lungo il medio e basso corso del Po.

Caratteri distintivi: Lunghezza totale del corpo 50-55 mm, misure dell’addome 37-42 mm e ali posteriori 30-35 mm. La colorazione generale è giallo-verdastra e nera, il torace giallo porta sui lati fasce nere, l’addome è nero con una fascia dorsale gialla. L’addome è stretto e si allarga notevolmente verso l’estremità. Le zampe sono gialle con linee nere. Nei maschi gli occhi sono azzurri e l’addome è nettamente dilatato nella parte finale. Le femmine hanno occhi verdi e sono mediamente più grandi e più scure dei maschi. Stylurus flavipes è leggermente più grande delle specie europee del genere Gomphus, ha rispetto queste un addome più slanciato e una colorazione del torace differente.

Habitat: L’ambiente primario è costituito dal tratto medio e inferiore dei fiumi a lento corso e poco inquinati, con acque profonde e fondali fangosi. Secondariamente la specie colonizza canali artificiali anche con sponde in cemento.

Biologia: Il periodo di volo degli adulti è compreso fra la metà di giugno e la metà di settembre. L’adulto sosta sulle rive sabbiose prive di vegetazione, allontanandosi poco dai siti riproduttivi. Il maschio difende un territorio di caccia e di solito staziona posato orizzontalmente sul terreno. Dopo l’accoppiamento il maschio lascia la femmina e questa emette lentamente le uova e le trattiene con la lamina vulvare, poi volando rasente l’acqua, percuote con l’estremo dell’addome la superficie e ogni volta libera alcune uova. Per la deposizione vengono preferite zone a corrente molto debole o con acqua quasi stagnante, in modo che le uova possano precipitare sul fondo, fino a una profondità di 4,5 m. Le uova schiudono 20-30 giorni dopo la deposizione e nel caso di deposizione tardiva, possono entrare in diapausa e schiudere la primavera seguente. Le larve si sviluppano nelle acque correnti del tratto inferiore dei grandi fiumi e dei canali in pianura, dove si seppelliscono nel fango del fondale e dove possono raggiungere concentrazioni numeriche elevate. Per il loro sviluppo richiedono una temperatura dell’acqua di 17°C o più. Lo sviluppo larvale è lento e richiede in genere 3-4 anni, secondo le temperature. Le larve, predatrici come in tutte le libellule, predano principalmente chironomidi, oligocheti e anfipodi. Al momento dello sfarfallamento la larva si arrampica sulla vegetazione emergente e si fissa verticalmente, a differenza degli altri Gonfidi che si dispongono orizzontalmente.

Distribuzione e status in regione: La specie è nota lungo il fiume Po, nel tratto di pianura di alcuni suoi affluenti e in qualche canale irriguo emiliano. La specie attualmente è a rischio relativo in quanto frequente lungo il corso del fiume Po.

Note tassonomiche: Il gonfo coda clavata di fiume è incluso da taluni autori nel genere Gomphus. Sono state descritte tre sottospecie che in alcuni casi sono considerate buone specie.

Curiosità : L’accoppiamento, preceduto da una danza nuziale, è molto rapido, avviene in volo e si conclude al suolo o su un arbusto.

Interesse conservazionistico: Van Tol & Verdonk (1988) le assegnano globalmente lo status di specie minacciata. Considerata da IUCN in passato come “Lower risk”, a basso rischio, e anche ora inserita tra le specie “Least Concern”, a rischio relativo, e con trend delle popolazioni in aumento (Kalkman et al., 2010). Dichiarata in pericolo da Ruffo & Stoch (2005).La specie è inclusa nell’Allegato IV (specie di interesse comunitario che richiede protezione rigorosa) della Direttiva Habitat. E’ inclusa anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna (specie strettamente protetta) ed è stata citata fra le specie che necessitano di speciali misure per la conservazione dell’habitat (gruppo di specialisti: Convenzione di Berna).Inserita tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna” in quanto inserita nella Direttiva Habitat. In regione è diffusa lungo il fiume Po, alcuni suoi affluenti e canali irrigui emiliani e non è minacciata.

Fattori di minaccia: Il declino o l’estinzione sono stati riscontrati in passato nella maggior parte dei paesi europei ed in particolare in quelli nord occidentali. Il fenomeno è imputabile all’inquinamento, di cui soffrono tutti i fiumi del tratto terminale. Gli interventi di regolazione idraulica hanno ripercussioni negative sulla specie poiché scompaiono le zone marginali con acque più calme, ed inoltre vengono asportati i fondali melmosi, in cui vivono le ninfe. Peraltro, sebbene l’habitat primario sia quello fluviale, nel nord Italia è meno raro nei canali artificiali, anche in quelli con sponde in cemento. In regione non è nota nel dettaglio la sua distribuzione ma la specie non sembra essere in declino. Certamente nel tratto di pianura dei fiumi romagnoli la sua presenza appare molto difficile per il regime idrico, per essere questi pensili e racchiusi tra alti argini e quindi con alveo molto stretto privo di estesi banchi sabbiosi.

Misure per la conservazione: In regione è necessario dapprima mappare i siti di presenza, intraprendendo una campagna di censimento, in seguito tutelare le aree fluviali dove la specie è insediata individuando gli opportuni interventi che devono essere realizzati per una buona conservazione della specie. Fondamentale monitorare e mantenere nei siti di presenza, oltre una discreta qualità delle acque, uno stato naturale dell’alveo e delle rive fluviali, facendo rispettare il deflusso minimo vitale e vietando il prelievo di sabbia e ghiaia.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.

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ultima modifica 2012-11-02T13:57:00+02:00
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