Geologia, suoli e sismica

Sentiero geo-paleontologico “La Pietra di Bismantova”

Foto Francesco FerrettiC’è la Pietra più nota, vista dal piazzale sottostante o guardando verso l’Appennino, talvolta arrivando fino al Santuario o fino alla sommità. C’è un’altra Pietra “sconosciuta”, ai più, da scoprire camminando, prestando attenzione a particolari, prospettive, colori, suoni, suggestioni che cambiano nell’arco di una giornata e nelle diverse stagioni.

La Pietra di Bismantova è quel massiccio roccioso dall'inconfondibile ed isolato profilo a forma di nave che contraddistingue il paesaggio dell'Appennino Reggiano. Con una lunghezza di 1 km, una larghezza di 240 m ed un'altezza di 300 m, sull'altopiano che le fa da base, è un gigantesco esempio di erosione residuale.

Il nuovo Punto Info con i suoi pannelli vuole essere un invito a conoscere meglio questa Pietra di Bismantova; le informazioni presenti vogliono illustrare l’insieme dei diversi valori che fanno la Pietra. Un blocco monolitico di arenaria, una rupe tra le foraggere, un luogo della geologia e della letteratura, della storia e della spiritualità, del turismo e della natura, dell’alpinismo e del paesaggio, dell’attività agricola e del Parmigiano-Reggiano.

La conoscenza è la base dell’affetto, della cura e del rispetto nei confronti di questa originale e unica montagna, da preservare nella sua naturalità e nell’equilibrio degli usi umani, storici e attuali, che ne connotano l’identità.

 

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Pietra di Bismantova - Pannello 3

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Il percorso

Lungo le maestose pareti della Pietra di Bismantova affiorano le particolari arenarie, dette biocalcareniti, che ne formano l’intera mole. Il loro colore beige chiaro-giallino assume, per l’esposizione agli agenti atmosferici, diverse tonalità di grigio, diventando nero nelle zone di percolazione dell'acqua. Gli estesi affioramenti rocciosi sono segnati da una fitta stratificazione e da numerose fratture, queste ultime sono verticali o assai inclinate. Suggestivi profili muovono la parete, con sottili cornicioni, diedri, rientranze e tozzi torrioni, rimarcando sempre l'andamento della stratificazione e delle fratture. Le inospitali pareti rocciose offrono a diverse piante erbacee, arbustive ed arboree la possibilità di vivere, grazie alla loro capacità di adattamento agli habitat rupicoli, in condizioni ambientali molto selettive per la scarsa disponibilità di suolo e di acqua.1.
Lungo le maestose pareti della Pietra di Bismantova affiorano le particolari arenarie, dette biocalcareniti, che ne formano l’intera mole.
Il loro colore beige chiaro-giallino assume, per l’esposizione agli agenti atmosferici, diverse tonalità di grigio, diventando nero nelle zone di percolazione dell'acqua. Gli estesi affioramenti rocciosi sono segnati da una fitta stratificazione e da numerose fratture, queste ultime sono verticali o assai inclinate. Suggestivi profili muovono la parete, con sottili cornicioni, diedri, rientranze e tozzi torrioni, rimarcando sempre l'andamento della stratificazione e delle fratture. Le inospitali pareti rocciose offrono a diverse piante erbacee, arbustive ed arboree la possibilità di vivere, grazie alla loro capacità di adattamento agli habitat rupicoli, in condizioni ambientali molto selettive per la scarsa disponibilità di suolo e di acqua. 

2.
La foresteria della Pietra è stata ricavata da un antico edificio agricolo di origine seicentesca, i cui muri inglobano un grande masso di arenarie. Una delle pareti interne corrisponde a un affioramento roccioso nel quale spiccano esemplari di Pentacrinus.
Si tratta di resti di Crinoidi (detti gigli di mare) di cui sono visibili parti dello stelo dalla caratteristica forma pentagonale.

La foresteria della Pietra è stata ricavata da un antico edificio agricolo di origine seicentesca, i cui muri inglobano un grande masso di arenarie. Una delle pareti interne corrisponde a un affioramento roccioso nel quale spiccano esemplari di Pentacrinus.Si tratta di resti di Crinoidi (detti gigli di mare) di cui sono visibili parti dello stelo dalla caratteristica forma pentagonale. I grandi massi nei pressi del parcheggio permettono di cogliere da vicino i caratteri della roccia che forma la Pietra di Bismantova, costituitada frammenti di gusci di microrganismi fossili e da  sabbie, cementati assieme da carbonato di calcio.Si possono notare i granuli sabbiosi cementati tra loro e numerosi resti fossili, generalmente di colore bianco. Una antica pieve sorgeva alla sommità della Pietra. Intorno al 1225 fu costruito un nuovo edificio religioso alla base della parete sud-orientale.La chiesa attuale fu edificata nel 1617 nelle adiacenze di un piccolo monastero benedettino. Nella sagrestia sono conservati affreschi risalenti al XV secolo, fra questi si trova la Madonna di Bismantova a cui l’Eremo è dedicato e verso la quale da secoli si svolge, nel mese mariano, un sentito pellegrinaggio.

 

3. I grandi massi nei pressi del parcheggio permettono di cogliere da vicino i caratteri della roccia che forma la Pietra di Bismantova, costituitada frammenti di gusci di microrganismi fossili e da  sabbie, cementati assieme da carbonato di calcio.
Si possono notare i granuli sabbiosi cementati tra loro e numerosi resti fossili, generalmente di colore bianco.

4. Una antica pieve sorgeva alla sommità della Pietra. Intorno al 1225 fu costruito un nuovo edificio religioso alla base della parete sud-orientale.La chiesa attuale fu edificata nel 1617 nelle adiacenze di un piccolo monastero benedettino. Nella sagrestia sono conservati affreschi risalenti al XV secolo, fra questi si trova la Madonna di Bismantova a cui l’Eremo è dedicato e verso la quale da secoli si svolge, nel mese mariano, un sentito pellegrinaggio.

Campo Pianelli è una superficie pianeggiante che si estende ai piedi della parete nord-orientale della Pietra. In questo luogo si sono avvicendate diverse fasi di frequentazione preistorica, a partire dall’Età del Rame, 2500 anni fa circa. Un vero e proprio insediamento è documentato nell'Età del Bronzo (XV secolo a. C.) e successivamente (XI-X secolo a.C.) l’area  venne utilizzata per un sepolcreto ad incinerazione.Il pianoro è stato frequentato anche in epoca etrusca. Una grande frana scende lungo il versante nord-orientale della Pietra: segnata in superficie da una lingua detritica, ha l’aspetto di una pietraia e si prolunga per quasi 1 km, sino alla frazione di Fontana Cornia. Verso l’alto si osserva l’ampio anfiteatro roccioso corrispondente alla nicchia didistacco. La frana è colonizzata da una vegetazione tipica delle zone detritiche e assolate, tra cui spiccano il pero corvino (Amelanchier ovalis), l’orniello (Fraxunus ornus), il maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e la roverella (Quercuspubescens). Nel bosco che riveste il pendio nord-occidentale della Pietra, formato in prevalenza di noccioli, si trova il Sassolungo, un grande prisma roccioso crollato dalle pareti sovrastanti. Lungo i suoi fianchi si osservano interessanti strutture sedimentarie e si apre una suggestiva prospettiva sulla vicina parete, il cui profilo è segnato da cuspidi, profondi crepacci e geometriche rientranze. Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate il sottobosco si colora delle fioriture di numerose orchidee.


5. Campo Pianelli
è una superficie pianeggiante che si estende ai piedi della parete nord-orientale della Pietra. In questo luogo si sono avvicendate diverse fasi di frequentazione preistorica, a partire dall’Età del Rame, 2500 anni fa circa. Un vero e proprio insediamento è documentato nell'Età del Bronzo (XV secolo a. C.) e successivamente (XI-X secolo a.C.) l’area  venne utilizzata per un sepolcreto ad incinerazione.
Il pianoro è stato frequentato anche in epoca etrusca. 

6. Una grande frana scende lungo il versante nord-orientale della Pietra: segnata in superficie da una lingua detritica, ha l’aspetto di una pietraia e si prolunga per quasi 1 km, sino alla frazione di Fontana Cornia. Verso l’alto si osserva l’ampio anfiteatro roccioso corrispondente alla nicchia didistacco. La frana è colonizzata da una vegetazione tipica delle zone detritiche e assolate, tra cui spiccano il pero corvino (Amelanchier ovalis), l’orniello (Fraxunus ornus), il maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e la roverella (Quercus pubescens).

7. Nel bosco che riveste il pendio nord-occidentale della Pietra, formato in prevalenza di noccioli, si trova il Sassolungo, un grande prisma roccioso crollato dalle pareti sovrastanti. Lungo i suoi fianchi si osservano interessanti strutture sedimentarie e si apre una suggestiva prospettiva sulla vicina parete, il cui profilo è segnato da cuspidi, profondi crepacci e geometriche rientranze. Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate il sottobosco si colora delle fioriture di numerose orchidee.

Alla sommità della Pietra di Bismantova si apre una vertiginosa veduta sulla parete rocciosa, sui pendii sottostanti e sui vicini Gessi Triassici. Lungo il pendio che scende dolcemente verso nord ovest si legge la corrispondenza tra la giacitura degli strati e l’andamento del versante. I prati e i seminativi che rivestono il pendio un tempo erano molto più vasti.Con l’abbandono dei terreni agricoli avvenuto negli anni ’50 - ’60, arbusti e alberi hanno progressivamente ricolonizzato le aree aperte, cambiando gli ambienti e il paesaggio. Il sentiero è fiancheggiato da un affioramento di calcareniti nel quale è ben visibile un esempio di stratificazione incrociata: gli strati non sono piani e paralleli tra loro ma sono inclinati, tagliandosi l’un l’altro. Queste peculiari strutture sedimentarie sono tipiche di mari poco profondi, e si originano quando le correnti marine muovono sul fondale la sabbia in direzioni opposte. La Pietra è circondata da versanti argillosi segnati da un particolare paesaggio vegetale: estesi campi tenuti a fieno, separati da folte siepi e lembi di bosco. La tradizione agricola e produttiva locale si identifica in questo mosaico paesaggistico tanto da aver permesso la definizione del Paesaggio del Parmigiano Reggiano. Nell’area si trovano diversi caseifici che danno luogo ad un distretto produttivo tra i più densi e più capaci di esprimere il peculiare legame tra prodotto e paesaggio.

8. Alla sommità della Pietra di Bismantova si apre una vertiginosa veduta sulla parete rocciosa, sui pendii sottostanti e sui vicini Gessi Triassici. Lungo il pendio che scende dolcemente verso nord ovest si legge la corrispondenza tra la giacitura degli strati e l’andamento del versante. I prati e i seminativi che rivestono il pendio un tempo erano molto più vasti.
Con l’abbandono dei terreni agricoli avvenuto negli anni ’50 - ’60, arbusti e alberi hanno progressivamente ricolonizzato le aree aperte, cambiando gli ambienti e il paesaggio.

9. Il sentiero è fiancheggiato da un affioramento di calcareniti nel quale è ben visibile un esempio di stratificazione incrociata: gli strati non sono piani e paralleli tra loro ma sono inclinati, tagliandosi l’un l’altro. Queste peculiari strutture sedimentarie sono tipiche di mari poco profondi, e si originano quando le correnti marine muovono sul fondale la sabbia in direzioni opposte.

10. La Pietra è circondata da versanti argillosi segnati da un particolare paesaggio vegetale: estesi campi tenuti a fieno separati da folte siepi e lembi di bosco. La tradizione agricola e produttiva locale si identifica in questo mosaico paesaggistico tanto da aver permesso la definizione del Paesaggio del Parmiggiano Reggiano. Nell'area si trovano diversi caseifici che danno luogo ad un distretto produttivo tra i più densi e più capaci di esprimere il peculiare legame tra prodotto e paesaggio.

Lungo il sentieroche scende in direzione di Ginepretosi coglie una veduta d’insieme del versante sud orientale della Pietra, di cui si apprezza l’estensione dei detriti di falda, corrispondente ai versanti ripidi che si sviluppano ai suoi piedi.Interessanti prospettive si aprono sulla valle del Secchia e sulle montagne reggiane e modenesi. In direzione del fondovalle spiccano nel paesaggio le pronunciate dorsali modellate nei gessi triassici, delimitate da dirupi scoscesi, nelle quali si aprono numerose grotte carsiche. Lungo il versante sud orientale della Pietra si trovano alcuni grandi massi, conosciuti con nomi diversi, attorno ai quali pullula la vita del bosco: gufi, istrici, tassi, cinghiali, caprioli. I massi vengono utilizzati come palestre per una peculiare attività sportiva di gruppo nota come sassismo, a cui si deve uno straordinario richiamo turistico anche d'oltralpe: la scalata ai massi si compie con materassi giganti posizionati alla base della parete. Alla sommità della Pietra sorgeva già in epoca romana un insediamento difensivo, mentre lungo il ciglio nord orientale si trovano i resti del Castrum Bismantum di epoca bizantina. Durante la dominazione longobarda e parte del medioevo questo castello governava l’alta valle del Secchia.Abbandonato dopo la costruzione della vicina rocca di Castelnovo ne’ Monti, il castello crollò in seguito alle frane staccatesi dalla vicina parete rocciosa.

11. Lungo il sentiero che scende in direzione di Ginepreto si coglie una veduta d’insieme del versante sud orientale della Pietra, di cui si apprezza l’estensione dei detriti di falda, corrispondente ai versanti ripidi che si sviluppano ai suoi piedi.Interessanti prospettive si aprono sulla valle del Secchia e sulle montagne reggiane e modenesi. In direzione del fondovalle spiccano nel paesaggio le pronunciate dorsali modellate nei gessi triassici, delimitate da dirupi scoscesi, nelle quali si aprono numerose grotte carsiche.

12. Lungo il versante sud orientale della Pietra si trovano alcuni grandi massi, conosciuti con nomi diversi, attorno ai quali pullula la vita del bosco: gufi, istrici, tassi, cinghiali, caprioli. I massi vengono utilizzati come palestre per una peculiare attività sportiva di gruppo nota come sassismo, a cui si deve uno straordinario richiamo turistico anche d'oltralpe: la scalata ai massi si compie con materassi giganti posizionati alla base della parete.

13. Alla sommità della Pietra sorgeva già in epoca romana un insediamento difensivo, mentre lungo il ciglio nord orientale si trovano i resti del Castrum Bismantum di epoca bizantina. Durante la Ginepreto, sorge lungo il panoramico crinale che dalla Pietra scende in direzione del fondovalle Secchia. Da qui si gode di un’insolita, spettacolare vista della parete strapiombante e dei prati che la circondano. A Ginepreto si trova la bella chiesa di S. Apollinare, la cui edificazione risale al 1229.L’adiacente canonica ospita l’Azienda Agrituristica il Ginepro.dominazione longobarda e parte del medioevo questo castello governava l’alta valle del Secchia.
Abbandonato dopo la costruzione della vicina rocca di Castelnovo ne’ Monti, il castello crollò in seguito alle frane staccatesi dalla vicina parete rocciosa.

14. Ginepreto, sorge lungo il panoramico crinale che dalla Pietra scende in direzione del fondovalle Secchia. Da qui si gode di un’insolita, spettacolare vista della parete strapiombante e dei prati che la circondano. A Ginepreto si trova la bella chiesa di S. Apollinare, la cui edificazione risale al 1229.
L’adiacente canonica ospita l’Azienda Agrituristica il Ginepro.

 

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ultima modifica 2021-06-16T16:08:15+01:00
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