La roccia è di origine magmatica, molto compatta e formata da cristalli visibili a occhio nudo. Il colore d’insieme è molto chiaro per l’abbondanza di quarzo e plagioclasio in cristalli di dimensione medio-grandi. E' una roccia molto rara nell’Appennino, si trova in affioramenti isolati e di piccole dimensioni nelle montagne parmensi e piacentine.
I pannelli del Giardino Geologico
Sono esposte le Evaporiti di Burano (A), il Calcare Cavernoso (B) e le Arenarie Quarzitiche (C), che nel complesso sono note come “Gessi Triassici”. Si trovano nell’alta valle del Secchia (Reggio Emilia).
Si tratta di un insieme di rocce magmatiche e metamorfiche, molto ricche in ferro e magnesio, chiamate ofioliti per la particolare colorazione variegata, verde-blunera, che le rende simili alla livrea dei serpenti (ophios in greco significa serpente). Le ofioliti comprendono balsalti, gabbri, peridotiti serpentinizzate e serpentiniti. Affiorano estesamente lungo il crinaleparmense e piacentino e, con estensioni più limitate,in tutta la fascia collinare emiliana.
Si tratta di un ”calcare micritico”, ovvero costituito da cristalli talmente minuscoli (inferioria 4 micron) da essere invisibili ad occhio nudo. Il suo aspetto risulta quasi vetroso e gli spigoli scheggiosi e taglienti. E' una delle formazioni geologiche più diffuse nell’Appennino emiliano e, in misura minore, in quello romagnolo.
Questa roccia sedimentaria è costituita da ciottoli arrotondati e da sabbie ben cementate. E' presente dal Monferrato sino all’Appennino modenese. L’area di affioramento più significativa è situata nella Val Baganza (Parma) dove un unico strato, disposto verticalmente, emerge dal fitto bosco per decine di metri di altezza, allungandosi per 5 chilometri tra le località Cassio e Chiastre.
Sono un’arenaria (sopra) e un calcare (sotto) e rappresentano un vasto gruppo di formazioni rocciose formate da calcari microcristallini e arenarie più o meno calcaree, alternate ad argille e marne. La loro caratteristica principale è la marcata stratificazione, sottolineata dall’alternarsi ritmico di colori chiari (strati calcarei arenacei) e scuri (marne o argille). Queste rocce sono tra le più diffuse e caratteristiche dell’Appennino (ma si trovano spesso anche sulle Alpi). Lungo alcune valli dell’Emilia gli strati possono essere seguiti con lo sguardo per più chilometri.
E' un calcare microcristallino grigio. Affiora in molte aree dell’alto Appennino emiliano, con prevalenza presso il Passo della Cisa (Parma) e Ramiseto (Reggio Emilia).
E' una roccia sedimentaria di tipo arenaceo. In origine una sabbia, i cui granuli sono ora ben cementati da carbonato di calcio. Queste arenarie si estendono con continuità in una fascia posta qualche chilometro a nord-est del crinale appenninico, dove formano alcuni dei monti più alti come il Cimone, il Cusna, e il Ventasso.
La roccia è un’arenaria, formata da granuli di sabbia cementati tra loro. Proviene da una successione di strati caratterizzata dalla regolare e ripetuta alternanza di strati di arenarie e marne, da cui deriva il nome della formazione geologica. Affiora con straordinaria estensione nelle colline e nelle montagne romagnole, dalla valle del Sillaro sino a quella del Savio, dove dà identità a un paesaggio molto caratteristico.
Le rocce sono un particolare tipo di arenaria chiamata biocalcarenite perché una considerevole parte dei granuli è calcarea, formata da frammenti fossili di organismi marini.Si trovano nelle colline emiliane tra le valli dell’Enza e del Sillaro e, in Romagna, lungo la valle del Marecchia, dove forma colline, dorsali e caratteristiche rupi.
La roccia è formata da cristalli di un solo minerale, il gesso, che dal punto di vista chimico è un sale (solfato di calcio biidrato). I cristalli possono presentare dimensioni diverse, alcuni molto grandi, dalla tipica forma a coda di rondine o a ferro di lancia. Si trova dalle colline emiliane sino a quelle romagnole, dove formano dorsali e caratteristiche rupi segnati dalle tipiche morfologie carsiche come valli cieche, doline, inghiottitoi e ingressi di grotte. Esemplare è la lunga dorsale tra le valli del Santerno e del Montone, nota come Vena del Gesso.
La roccia è un’arenaria dal colore giallo dorato, segnata da una cementazione molto variabile, al cui interno si trovano frequentemente resti fossili. Affiorano nelle colline bolognesi, tra le valli del Reno e dell’Idice, dove formano una spettacolare successione di rupi nota come Contrafforte pliocenico.
E' una roccia sedimentaria molto particolare nella quale spicca la straordinaria abbondanza di resti fossili, tra cui sono frequenti molluschi bivalvi dal guscio robusto, come pettinidi e ostriche. Vi si trovano anche organismi coloniali chiamati briozoi e particolari alghe calcaree nodulari dette rodoliti, tipiche di fondali luminosi e acque turbolente. Si trova nelle colline faentine, tra le valli del Montone e del Senio, dove affiora in una fascia sottile, dalla marcata continuità, che corre trasversalmente alle vallate, dando origine a dorsali e rupi dal colore chiaro che spiccano sui versanti argillosi circostanti.
La roccia è un marmo arabescato, una roccia di origine metamorfica costituita da una breccia ad elementi di marmo appartenente alla formazione dei Marmi delle Alpi Apuane.Afiora diffusamente nelle Alpi Apuane ubicate nelle Province di Massa-Carrara e Lucca, dove sono coltivati in dall’epoca romana.
È una roccia sedimentaria, un calcare di colore grigio chiaro bruno. La base è costituita da calcare marnoso, nettamente stratificato, con piccole masse tondeggianti di carbonato microcristallino (peloidi), mentre il tetto è costituito da calcare bioclastico tipico per la presenza di fossili di Lithiotis. Affiora estesamente in Trentino, nell’area del basso Sarche, nel M. Paganella, nelle pendici settentrionali delle Dolomiti di Brenta e nell’Altipiano di Lavarone. Affiora, inoltre, in Friuli Venezia-Giulia e in Veneto.
È una roccia magmatica intrusiva, di colore grigio chiaro costituita principalmente da feldspati e quarzo, con minerali di colore più scuro e di dimensioni centimetriche rappresentati da singoli cristalli di biotite e orneblenda. Si contraddistingue per le ottime proprietà fisico-meccaniche perchè estremamente compatta e di elevata durezza. Costituisce il Massiccio dell’Adamello - Presanella posto nel cuore della Catena Alpina, fra il Trentino (Val Rendena) e la Lombardia (Val Camonica).
Sono lave appartenenti al complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. Derivano da un magma a chimismo basaltico-alcalino (tefriti leucitiche), ricco in silice e in elementi alcalini (sodio, potassio). I blocchi provengono da due distinte eruzioni: dalla colata Caposicchi (1834) nel comune di Terzigno, e dal comune di Ottaviano, entrambi situati in provincia di Napoli.
Il magma eruttato dal vulcano Roccamonfina presenta un chimismo di tipo basaltico-alcalino (tefriti leucitiche). Si tratta di rocce laviche ricche in silice e in elementi alcalini (sodio, potassio), e povere in calcio e magnesio. Costituisce il complesso vulcanico del Roccamonfina, situato nel comune omonimo in provincia di Caserta.
Si tratta di un calcare mesozoico. Il blocco proviene dal versante meridionale del Monte Fellino, nel comune di Roccarainola in provincia di Napoli, località situata quasi al centro della Campania ed è un pezzo di piattaforma carbonatica cretacica.
È costituita da clasti calcarei immersi in una matrice bauxitica di colore prevalente rossobruno. Il blocco proviene dalla cava “Rosso Uria”, la famosa “Cava del Vanvitelli”. I siti estrattivi sono ubicati nei comuni di Vitulano e Cautano, entrambi in provincia di Benevento, lungo i versanti del Monte Taburno e del Monte Camposauro.