Geologia, suoli e sismica

L'Area Geologia suoli e sismica supporta le politiche regionali collegate all’ambiente e alla pianificazione territoriale, soprattutto attraverso la produzione di sistemi informativi territoriali e di cartografie geologiche, pedologiche e geo-tematiche. Nel campo della riduzione del rischio sismico e del monitoraggio strategico di alcuni rischi naturali come mareggiate e frane, si pone l'obiettivo di mitigarne gli impatti sul territorio e sulla popolazione. Inoltre lavora per identificare e studiare le risorse naturali come acque, suoli, energia geotermica, risorse minerali

Le Pietre di Bologna: litologia di una città

La carta propone quattro itinerari per scoprire la storia della città e dei suoi monumenti attraverso i materiali con cui sono stati realizzati.

La carta delle pietre

NettunoIn occasione della terza edizione del Congresso Nazionale “Geologia e Turismo – beni geologici e geodiversità” (Bologna 1-2-3 Marzo 2007) il Prof. Marco Del Monte del Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali dell’Università di Bologna ha presentato la carta geologico-turistica “le Pietre di Bologna – litologia di una città ” realizzata in collaborazione con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna. La carta propone un viaggio insolito per le strade del centro storico di Bologna e suggerisce una nuova lettura della storia di questa città a partire dai materiali che compongono le facciate dei suoi palazzi, le pavimentazioni, i portici e le numerose torri.

Carta delle pietre di Bologna (jpg2.71 MB) 

La carta delle pietre di Bologna

 

Le pietre dunque come documenti, non solo quelle iscritte (come il codice di Hammurabi e la stele di Rosetta) o istoriate, ma anche quelle utilizzate a scopo monumentale e per la realizzazione di semplici manufatti. Una pietra messa in opera ci racconta molte storie. La sua storia geologica che riguarda la formazione della roccia attraverso processi e fenomeni avvenuti in un tempo immensamente lontano e in luoghi spesso molto diversi da quelli in cui la roccia oggi si rinviene. Le pietre dicono anche delle loro aree di provenienza cioè delle regioni geografiche da cui sono state estratte. Questa informazione permette di ricostruire le antiche rotte commerciali, gli scambi culturali, il gusto artistico del tempo, lo sviluppo delle conoscenze geologiche e delle pratiche estrattive nonché di eseguire eventuali ripristini o rifacimenti servendosi degli stessi materiali utilizzati al tempo della costruzione degli edifici. Infine vi è una terza storia ancora più recente che va dal momento della messa in opera delle pietre sino ai giorni nostri. Le pietre ci parlano, attraverso le patine superficiali e le forme di degrado, delle condizioni ambientali presenti nell’ambiente urbano e del loro mutamento nelle varie epoche. In particolare, ci danno informazioni sulla qualità dell’aria in città e del suo inesorabile declino che a Bologna risale al periodo del boom economico (anni ’50 del XX secolo), ma che ha avuto, negli ultimi anni, una accelerazione impressionante.

Evolutio urbis (jpg1.18 MB)Evolutio urbis  

Il retro completa la carta. I testi e le foto di palazzi, chiese e vie illustrano i percorsi e svelano alcuni aspetti storici e litologici di una Signora Città che ancora oggi conserva un fascino tutto particolare. Gli itinerari percorrono i quartieri amministrativi e militari in cui era suddivisa la città nel XIII secolo; sono quattro, da cui la parola “quartiere”: Porta Stiera, Porta Ravegnana, Porta Piera, San Procolo.
Avete mai notato e letto la lapide che ricorda un evento del 1455 quando Aristotele Fioravanti con una macchina di sua invenzione trasportò per circa 13 metri la Torre della Magione, dalle fondamenta alla cima,  perché impediva di vedere dalle Due Torri la Porta Maggiore? Alla domanda a cosa servivano gli anelli di ferro fissati a blocchi di gesso inseriti nei muri in cotto, la risposta ovvia è per legare cavalli e buoi… ma bisogna completarla con “per ancorare anche le barche”. Bologna è stata una città d’acqua: della fitta rete dei canali che l’attraversavano restano i nomi: via del Porto, Riva di Reno, Val d’Aposa, via Savenella, via delle Moline. Molte altre curiosità e informazioni arricchiscono il contenuto scientifico e turistico della carta.

Lo scopo di questa carta è quello di invitare il lettore a riscoprire angoli e scorci di una città ultra millenaria attraverso uno sguardo inusuale che fa emergere la trama di argille, arenarie, selenite, calcari, marmi, rocce eruttive che compone il tessuto urbano di una città affascinante e ricca di storia come Bologna.
Oltre a una pianta topografica in scala 1:3500, la carta offre un ricco corredo di immagini dei principali monumenti bolognesi e propone quattro itinerari, per andare alla scoperta di chiese, strade, portici e palazzi, significativi non solo per le loro caratteristiche architettoniche e artistiche, ma anche per il materiale con cui sono stati realizzati.

Gli Itinerari

I quartieri nel XIII secolo (jpg279.9 KB)I quartieri nel XIII secolo 

I percorsi proposti si snodano attraverso i quartieri amministrativi e militari in cui era suddivisa Bologna nel XIII secolo. Sono quattro, da cui la parola "quartiere": Porta Stiera, Porta Ravegnana, Porta Piera, San Procolo. L´itinerario di Porta Stiera parte dalla Fontana del Nettuno le cui opere in pietra sono realizzate in rosso ammonitico e bronzetto di Verona per arrivare alla Grada sul Canale Reno, realizzata in cotto e arenaria. Si snoda invece dal palazzo Francia detto "dei drappieri" o "degli strazzaroli" in Piazza Ravegnana, realizzato prevalentemente in arenaria, e arriva fino al Portico di Santa Maria dei Servi, in calcare nodulare veronese, il secondo itinerario, quello appunto del quartiere di Porta Ravegnana. L´antico quartiere di Porta Piera permette invece di riscoprire la prima cerchia muraria di Bologna, in età preromanica. Realizzata in selenite, sopravvive oggi solo nel cortile di Casa Conoscenti in via Manzoni 6. Appartiene ad epoca del tutto diversa la tappa finale di questo percorso, ovvero la Palazzina di caccia detta "della Viola" in cotto e calcare, fatta realizzare dai Bentivoglio verso la fine del 1400. L´ultimo percorso si snoda attraverso il quartiere di San Procolo e dall´Archiginnasio, ancora in arenaria e cotto, arriva a Piazza San Domenico, dove il monumento funebre di Egidio Foscherari fu realizzato in marmo, cotto, arenaria e calcare.

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina