Fig. 1 - Gli acquiferi occupano gli strati porosi dei sedimenti, mentre le argille, impermeabili, sigillano gli acquiferi.
Dal punto di vista geologico, i materiali nel primo sottosuolo della piana del Po sono formati da alcune centinaia di metri di sedimenti alluvionali accumulati dal trasporto del fiume Po e dei suoi affluenti in poco più di un milione di anni. Essi registrano la fase finale del riempimento di un ampio bacino (avanfossa) interposto tra le Alpi e gli Appennini, che iniziò a formarsi molti milioni di anni fa. L'area dove si trova ora la Pianura Padana era infatti coperta da un mare profondo poche centinaia di metri, in continuo abbassamento per cause tettoniche, in cui si depositavano sabbie ed argille marine, che attualmente costituiscono il substrato deformato dei depositi alluvionali.
Fig. 2 - Quando uno strato impermeabile interseca la superficie della pianura, costringe l'acquifero sottostante ad emergere sotto forma di sorgente, che in pianura prende il nome di risorgiva o fontanile.
Gli strati porosi dei depositi alluvionali, formati da sabbia e ghiaia, costituiscono un'immensa riserva di acqua: gli acquiferi. Questa riserva viene largamente usata a scopo potabile o per altri usi dalla popolazione della Pianura Padana. I diversi acquiferi sono separati tra loro da strati impermeabili (argille) che ne impediscono lo scambio. L'acquifero superficiale, detto anche freatico, è limitato in superficie dal suolo attraverso il quale si ricarica durante le precipitazioni. Talora avviene una fuoruscita spontanea di acque dolci dal sottosuolo, lungo allineamenti noti come linea delle risorgive, causati della presenza di strati impermeabili che interrompono la continuità di uno strato poroso raccordandosi con la superficie.
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