L'era Cenozoica (65 - 1.8 milioni di anni fa), è anche detta l'era dei Mammiferi che, in questo intervallo di tempo, si diffondono enormemente sulla terra. Alla fine del Cenozoico gli Ominidi fanno la loro comparsa nella savana africana.
L'ultima Era del tempo geologico è l'Era Cenozoica, in cui stiamo tuttora vivendo (fig. 1).
Fig. 1 - Scala dell'Era Cenozoica.
I geologi dividono quest'Era in Terziario (suddiviso ulteriormente in 2 Periodi, Paleogene e Neogene, contenenti 5 Epoche: Paleocene, Eocene, Oligocene, nel primo, e Miocene e Pliocene, nel secondo) e in Quaternario (suddiviso in 2 Epoche: Pleistocene ed Olocene) (capitolo 13. Il Quaternario).
1. PALEOGEOGRAFIA
Gli eventi più importanti, che ebbero ripercussioni a scala globale (cioè in quasi tutto il mondo) furono due: l'isolamento del continente antartico, e la formazione dell'Oceano Artico. In realtà, molti altri eventi si svolsero in questo Periodo, ma non influirono particolarmente sulla situazione complessiva del nostro pianeta.
FORMAZIONE DELL'ANTARTIDE. Lo spostamento verso nord del Sud Africa e dell'India (fig. 2), nel Mesozoico, portò l'Antartide ad essere unita al Gondwana solo attraverso l'Australia e lo stretto di Drake. Durante l'Eocene (circa 37 milioni di anni fa), iniziò il movimento di apertura dello stretto di Tasmania (tra Antartide e Australia), che terminò solo nell'Oligocene inferiore (circa 33 milioni di anni fa). Solo lo stretto di Drake rimaneva ancora chiuso. Questa nuova "libertà" delle coste dell'Antartide causò notevoli cambiamenti nella circolazione oceanica. Infatti mentre nel Mesozoico le coste dell'Antartide erano ancora circondate dagli altri continenti, nel Cenozoico iniziale le acque potevano già bagnare le coste del continente. Poiché Australia, Nuova Zelanda, India e Tasmania erano ancora vicine all'Antartide, le correnti marine iniziarono a muoversi intorno al continente polare, bloccate solo dall'istmo di terra, che univa Antartide e Sud America. Questa corrente "rubava" acqua calda da quelle più settentrionali, e queste masse d'acqua man mano che ruotavano in senso orario attorno al continente si raffreddavano.
Fig. 2 - Spostamento dell'India.
Nell'Oligocene iniziale (circa 25 milioni di anni fa) anche il Sud America si separò dall'Antartide (fig. 3), portando le acque temperate che si muovevano intorno al continente polare a ruotare sempre in circolo. Ciò causò il progressivo raffreddamento delle correnti, e sviluppò la prima vera corrente circumpolare.
Fig. 3 - Apertura dello Stretto di Drake.
FORMAZIONE DELL'OCEANO ARTICO. Gli eventi tettonici del Mesozoico, che avevano portato il Bacino Artico ad essere separato dalla circolazione oceanica, nel Cenozoico cambiarono strada. Nel Paleocene la dorsale medio-atlantica si estese sempre più verso Nord, andando a separare, ad Ovest, Groenlandia e Nord America, e ad Est, Groenlandia ed Europa. Il braccio occidentale del rifting si bloccò, mentre quello orientale continuò la separazione tra Europa e Groenlandia.
Questi movimenti tettonici causarono l'ingresso di correnti oceaniche atlantiche nel Bacino Artico, mentre Artico e Pacifico rimanevano separati, perché l'Alaska e la Siberia erano ancora collegate dal ponte di Bering.
In Europa questi movimenti portarono all'annegamento di aree continentali, come dimostrano i sedimenti marini in Inghilterra meridionale, in Francia e in Danimarca. Questa trasgressione marina continuò fino al limite Eocene/Oligocene, come dimostrano i sedimenti marini presenti in quasi tutta l'Europa settentrionale. Alla fine dell'Oligocene, la trasgressione terminò, e si prosciugarono completamente alcune zone.
Nel Mediterraneo, la situazione era complessa. La placca africana continuava ad avvicinarsi a quella europea, costringendo le microplacche mediterranee a spostarsi verso Nord-Ovest. Ciò causò l'inizio dell'Orogenesi Alpina (capitolo 14. Le Orogenesi).
La stessa forza che spingeva la zolla africana era la causa dello spostamento verso Nord dell'India, che nel Neogene avrebbe portato a far collidere la placca indiana con quella eurasiatica.
La fine dell'Eocene è segnata da una estinzione di molte specie marine fossili, tipiche di zone tropicali. Inoltre, anche le specie fossili vegetali ed animali terrestri sembrano indicare un raffreddamento globale.
La causa più probabile sembra essere la formazione della corrente circumantartica, che raffreddò sempre più le zone polari antartiche, causando la formazione di depositi glaciali, e modificando drasticamente le correnti oceaniche.
Un ulteriore peggioramento climatico a scala globale è documentato nell'Oligocene superiore (intorno a 34 milioni di anni fa) dall'abbassamento del livello del mare, probabilmente connesso alla formazione di una calotta glaciale antartica (fig. 4). Questo fenomeno elimina, intrappolandola sotto forma di ghiaccio, moltissima acqua, sottraendola al suo ciclo di evaporazione. Si pensa che questo cambiamento radicale, anche se lento, possa aver portato all'estinzione di numerosi tipi di Mammiferi, adatti alle foreste tropicali, mentre altri gruppi animali in grado di popolare i nuovi ambienti di savana, come cavalli e rinoceronti primitivi, ebbero notevole diffusione.
Fig. 4 - La calotta antartica.
Gran parte degli animali, che oggi possiamo avvicinare od ammirare in documentari televisivi, e persino le specie vegetali, che formano i prati attuali, che calpestiamo in un parco, hanno avuto origine nell'Era Cenozoica, detta anche "Era dei Mammiferi" (fig. 5). Al gruppo dei Mammiferi, che fin dall'inizio dell'Era divennero comuni a scapito degli altri organismi, appartiene anche la specie umana, giunta per ultima circa 3 milioni di anni fa. I Mammiferi erano già comparsi nel Mesozoico, ma erano rimasti in posizione subordinata rispetto ad altri animali.
Fig. 5 - I Mammiferi.
Gran parte degli animali, che oggi possiamo avvicinare od ammirare in documentari televisivi, e persino le specie vegetali, che formano i prati attuali, che calpestiamo in un parco, hanno avuto origine nell'Era Cenozoica, detta anche "Era dei Mammiferi" (fig. 5). Al gruppo dei Mammiferi, che fin dall'inizio dell'Era divennero comuni a scapito degli altri organismi, appartiene anche la specie umana, giunta per ultima circa 3 milioni di anni fa. I Mammiferi erano già comparsi nel Mesozoico, ma erano rimasti in posizione subordinata rispetto ad altri animali.
I primi Mammiferi dell'Era Cenozoica erano Insettivori, Marsupiali e Roditori di piccole dimensioni, che abitavano lussureggianti foreste che ricoprivano un pianeta ancora molto simile alla "serra" del precedente Periodo Cretaceo.
L'Eocene, fu un intervallo di tempo di grande importanza per lo sviluppo dei Mammiferi, che aumentarono di dimensioni e si diversificarono notevolmente per habitat: in pochi milioni di anni nacquero i piccoli pipistrelli e le prime grandi balene, dotate di denti; i cavalli si svilupparono, mentre comparvero i primi membri della famiglia degli elefanti. Gli Uccelli, comparsi nel Mesozoico, si diffusero ed alcuni loro rappresentanti, privi della capacità di volare, divennero temibili predatori. Negli oceani ebbero grande diffusione i Molluschi (fig. 6), soprattutto Bivalvi e Gasteropodi, ed i Pesci (fig. 7) si diversificarono in numerosissimi gruppi, la maggior parte dei quali tuttora esistenti.
Fig. 6 - Lamellibranchi.
Fig. 7 - Pesce eocenico.
1. PALEOGEOGRAFIA
Anche nel Neogene ci furono eventi paleogeografici a scala regionale, con influenza limitata ed altri a scala globale, le cui conseguenze furono importanti in tutto il pianeta.
FORMAZIONE DELL'ISTMO DI PANAMA. La formazione di questo lembo di terra bloccò le correnti oceaniche che univano Atlantico e Pacifico, e ciò ebbe ripercussioni sul clima globale. La chiusura del collegamento fra Atlantico e Pacifico generò la Corrente del Golfo. Il ponte fra le due Americhe facilitò le migrazioni di Mammiferi fra il Nord ed il Sud America: quelli nordamericani migrarono verso sud e soppiantarono gran parte della fauna sudamericana.
FORMAZIONE E DISSECCAMENTO DEL MEDITERRANEO. Nel Miocene e nel Pliocene nacquero il Mar Ligure, originato dal distacco di Sardegna e Corsica dall'area europea e il Mar Tirreno, legato alla formazione della catena appenninica, che continuò ad innalzarsi. Negli ultimi 10 milioni di anni, vennero dati gli ultimi "ritocchi" alla conformazione attuale del globo terrestre: si sviluppò il Mar Rosso, lo stretto di Gibilterra venne momentaneamente chiuso (originando il disseccamento del Mediterraneo) e poi riaperto, come dimostrano gli estesi depositi evaporitici miocenici del Mediterraneo (fig. 8).
Fig. 8 - Depositi evaporitici.
La deriva continentale continuò a modellare la superficie terrestre anche dopo l'inizio della formazione delle Alpi e dell'Himalaya [approfondimento 53]: durante l'Oligocene, nel continente africano iniziò il processo di lacerazione della crosta terrestre (capitolo 1. L'interno della Terra) che ha dato origine al cosiddetto "rift" dell'Africa orientale, il più grande e noto tra i sistemi di fratture continentali esistenti [approfondimento 54].
Durante il Miocene ed il Pliocene il clima mondiale continuò la tendenza al raffreddamento (fig. 9) iniziato nell'Oligocene, preludio delle glaciazioni più recenti dell'emisfero settentrionale.
Fig. 9 - Grafico delle temperature.
Nel Miocene (circa 14 milioni di anni fa) ci fu probabilmente un brusco calo delle temperature.
Le cause scatenanti, che contribuirono al peggioramento del clima della Terra e al suo graduale e marcato raffreddamento, furono molteplici. Si può citare, per esempio, il blocco, o la deviazione, delle correnti calde marine provenienti dalle zone equatoriali e dirette verso le zone fredde polari (e viceversa per quello che riguarda le correnti profonde) causato dai movimenti delle placche (capitolo 2. Tettonica delle placche), avvenuto nei Periodi precedenti. Anche il sollevamento di nuove catene montuose avrebbe creato, in alta quota, le condizioni necessarie alla conservazione delle nevi da un anno all'altro, cioè alla formazione delle nevi perenni, necessarie alla nascita di un ghiacciaio. Altre possibili cause furono la diminuzione dell'intensità luminosa e calorica del sole (dovuta allo schermo formato dall'aumento del pulviscolo per una accentuata attività vulcanica), oppure, una diminuzione della quantità di energia solare ricevuta dalle terre situate verso i Poli in seguito alle variazioni periodiche dell'inclinazione dell'asse terrestre e dei caratteri dell'orbita di rivoluzione della Terra attorno al Sole.
Già a partire dai 2.4 milioni di anni (ossia in pieno Pliocene superiore) si verifica la prima grande avanzata glaciale sui continenti. Questo primo raffreddamento segna una svolta decisiva nella storia climatica della Terra.
Nei mari, gli Invertebrati non hanno prodotto strutture morfologiche nuove, ma solo modesti cambiamenti.
La vera novità dei mari neogenici fu l'evoluzione dei Cetacei (Mammiferi acquatici). Le prime Balene (fino al Miocene) erano tutte carnivore e dotate di denti aguzzi, successivamente si sviluppò la famiglia dei Capodogli (tutt'ora dotata di denti) e la famiglia delle Balene (dotate di fanoni). Sempre nel Miocene si svilupparono anche i primi Delfini.
Sulla terraferma si svilupparono velocemente le Rane e i Rospi, i Topi, i primi serpenti velenosi e gli Uccelli canori. Inoltre si svilupparono diversi gruppi di Mammiferi, tra cui quello delle Giraffe, dei Maiali, degli Elefanti e delle Antilopi. I Primati, "nati" alla fine del Cretacico, continuarono ad evolversi, sviluppando le linee evolutive che nel Quaternario porteranno alla nostra specie. Tra i carnivori fecero la loro comparsa i gruppi delle Iene e degli Orsi, mentre Felini e Canidi proseguirono la loro evoluzione, iniziata nel Paleogene.