Le rocce ignee intrusive si formano nel sottosuolo, anche a diversi chilometri di profondità, per lenta perdita di calore del magma stesso. La perdita di calore permette la formazione di cristalli, più o meno sviluppati a seconda della velocità di raffreddamento. La caratteristica più evidente delle rocce intrusive è lo sviluppo dei cristalli (fig. 1). Queste rocce arrivano poi in superficie grazie ai processi tettonici e, successivamente erosivi che asportano la copertura, in genere formata da rocce sedimentarie sollevate e deformate dalla stessa intrusione, e mettono a nudo i corpi rocciosi granitici. Le rocce intrusive possono presentarsi sotto forma di strutture geologiche particolari: i dicchi e i filoni. Sono intrusioni di piccole dimensioni che si dipartono da una massa magmatica più estesa. Sono stati spinti nelle rocce circostanti, dette rocce incassanti, quando la massa di magma si stava facendo strada tra le rocce della crosta.
Fig. 1 - Roccia intrusiva con cristalli di orneblenda (neri).
Se le intrusioni sono nettamente discordanti rispetto alle strutture presenti nella roccia in cui si sono fatte strada, vengono dette dicchi (fig. 2). I dicchi, in generale hanno andamento verticale o molto inclinato e quando si intrudono in corpi rocciosi sedimentari con una stratificazione ad andamento orizzontale, tagliano nettamente gli strati. Al contrario, i filoni, o filoni-strato, derivano da intrusioni parallele alla stratificazione. E' probabile che proprio la discontinuità tra uno strato e l'altro abbia favorito e favorisca il movimento laterale di queste limitate porzioni di magma.
Fig. 2 - Esempio di un dicco intruso in una successione sedimentaria.
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