Con ambiente sedimentario si intende l'insieme delle condizioni geografiche e climatiche del luogo in cui si sono depositati i sedimenti dal quale avrà origine una roccia. Le caratteristiche delle rocce che permettono di riconoscere a ritroso nel tempo questi ambienti definiscono una facies. Attraverso i caratteri petrogafici (litofacies) di una roccia, uniti a quelli paleontologici (biofacies) e alle eventuali strutture deposizionali, si possono dedurre le condizioni dell'ambiente naturale ai tempi della loro formazione.
Gli ambienti sedimentari rientrano in tre grandi gruppi, corrispondenti a differenti domini: il dominio continentale, quello marino e una zona di transizione più o mena estesa.
Fig. 1 - Ambienti sedimentari.
Al dominio continentale sono attribuiti i seguenti sedimenti che corrispondono a differenti facies:
- Facies eolica: sabbie desertiche o litorali, Loess.
Contenuto paleontologico principale: gasteropodi, piante.
- Facies di falda e frana: detriti di falda, brecce, frane più o meno cementate.
- Facies glaciale e periglaciale: morene, varve, massi erratici, depositi fluvio-glaciali, fenomeni di soliflusso.
Contenuto paleontologico principale: piante, animali di clima freddo, terricoli.
- Facies alluvionale: sabbie, argille melme.
Contenuto paleontologico principale: animali di acqua dolce, piante.
- Facies lacustre o limnica: argille, melme, depositi detritici misti anche a organici.
Contenuto paleontologico principale: piante acquatiche e di terra, molluschi d'acqua dolce, vertebrati terrestri grandi e di media taglia.
- Facies d'incrostazione: depositi chimici, alabastri, travertini, pisoliti, brecce.
Contenuto paleontologico principale: vertebrati nelle brecce ossifere, gasteropodi, pollini.
Alla zona di transizione si possono attribuire le seguenti facies:
- Facies lagunare o salmastra: fanghiglie, sabbie, evaporiti.
Contenuto paleontologico principale: molluschi, vertebrati, piante.
- Facies d'estuario o deltizia: fanghi, sabbie, ciottoli arrotondati, accumuli vegetali.
Il dominio marino si suddivide in tre ambienti differenti:
- litorale da 0 a -200 m, eufotico (attraversato dalla luce), è ulteriormente suddiviso in supralitorale (sopra il livello di alta marea), litorale o intertidale (fra i due livelli di marea), sublitorale (dal livello di bassa marea fini a -200 m; fino a -50 m si chiama infralitorale, da -50 a -200 m circalitorale).
- batiale, emipelagico o della scarpata, compreso tra -200 a -1000/2000 m, afotico (privo di luce).
- abissale, eupelagico o del pavimento oceanico e fosse abissali, da -1000/2000 in poi.
Dai vari ambienti del dominio marino possono derivare:
- Litofacies normale: susseguirsi di depositi a granulometria decrescente verso il largo. La distribuzione granulometrica può variare a seconda della morfologia del fondo marino, del tipo di costa, della presenza o meno di corsi d'acqua, con eventuali prolungamenti all'interno del mare, dell'ampiezza delle maree, delle correnti e del moto ondoso.
- Litofacies speciali: ambienti di scogliera organogena, facies eusiniche di ambienti riducenti.
- Biofacies normali: la zona litorale è ricchissima di organismi vegetali e animali, molti dei quali possono aver subito trasporto da altri ambienti. Nelle zone di mare aperto gli organismi bentonici fissi, non soggetti al trasporto, forniscono le indicazioni più attendibili.
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