L'estinzione che pose fine al Periodo Permiano ed a tutta l'Era Paleozoica, è considerata dagli scienziati la "madre di tutte le estinzioni"; essa annientò il 95% degli organismi allora viventi. Inoltre fu la prima grande estinzione da quando i Vertebrati fecero la loro comparsa sulla terraferma.
Gli studiosi ritengono che si sia trattato di un duplice evento: una prima estinzione, in cui scomparve il 70% degli organismi marini, all'inizio del Permiano terminale, seguita da quella "enorme" della fine del Permiano.
Nell'analisi dei fenomeni avvenuti da così tanto tempo, e con così poche tracce sopravvissute ai grandi movimenti della crosta terrestre e all'erosione, bisogna essere molto prudenti nel trarre conclusioni definitive.
Per la prima estinzione, si ritiene che la causa più probabile sia una nuova glaciazione, come sembrano indicare i depositi glaciali nelle rocce di questo periodo della Siberia. In effetti, gli organismi più colpiti furono quelli tipici di zone tropicali.
Per la seconda sono state proposte varie ipotesi, legate a fenomeni molto diversi.
· Secondo alcuni ricercatori, l'estinzione non avvenne in un batter d'occhio, ma durò circa 10 milioni di anni. A questo proposito ci si deve ricordare che in quel tempo molti continenti che erano in avvicinamento si saldarono, arrivando quasi a formare la Pangea. Questa saldatura portò alla sparizione fisica di decine di migliaia di km di coste, portando ad estinzione le specie marine che ne abitavano le acque.
Inoltre, il progressivo sollevamento dei fondali, dovuto agli urti precedenti la completa saldatura, portò ad un consistente innalzamento della temperatura delle acque sempre più basse, e in particolare della salinità, fenomeno dovuto alla sempre maggiore evaporazione dell'acqua. Si tratta di due mutamenti ambientali che agirono come durissimi agenti della selezione naturale sulle specie acquatiche, moltissime delle quali non resistettero, e si estinsero.
· Recenti scoperte, effettuate da scienziati della NASA e divulgate sulle pagine di "Science" attribuiscono questa terribile estinzione alla caduta di un gigantesco bolide celeste, un asteroide o un frammento di cometa, da 6 a 12 chilometro di diametro, che sarebbe giunto sul nostro Pianeta innescando una serie di reazioni a catena, tra le quali devastanti eruzioni vulcaniche. Di particolare intensità fu l'eruzione che produsse 1,5 milioni di chilometri cubici di lave basaltiche che oggi tappezzano per centinaia di migliaia di chilometri quadrati le pianure della Siberia, eruttate da lunghissime fratture nella crosta terrestre. E' probabile che, in seguito all'impatto del bolide celeste, nel breve volgere di 10.000 anni, immense nubi di gas vulcanico contenenti biossido di zolfo si alzassero nell'atmosfera, generando piogge acide letali per la flora e la fauna continentali; è possibile che le nubi schermassero al tempo stesso i raggi solari, dando luogo ad un interminabile inverno. L'improvviso raffreddamento del pianeta, avrebbe generato l'ispessimento delle calotte glaciali, ed il conseguente abbassamento del livello degli oceani, che provocò la scomparsa di gran parte delle specie marine.
Il luogo dell'impatto del corpo celeste è ancora oggi imprecisato: in 250 milioni di anni, la superficie terrestre ha subito cambiamenti troppo radicali perché sia conservata traccia dell'immane collisione.
E' anche possibile che a questi eventi tettonici e climatici si sia aggiunto l'impatto del meteorite, causando una combinazione di eventi sfavorevoli che portò all'estinzione la quasi totalità degli organismi marini, ed una parte consistente di quelli terrestri.
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