Il paesaggio terrestre, caratterizzato da valli, pianure e rilievi è costantemente sottoposto a modificazioni causate sia da processi che agiscono a livello di litosfera, sia da fenomeni superficiali ove dominano l'erosione e la sedimentazione.
Le forme caratteristiche del paesaggio, valli, pianure e rilievi, derivano dall'interazione tra due tipi di processi di trasformazione [approfondimento 25], quelli che operano a livello di litosfera (detti endogeni), e quelli che agiscono sulla superficie terrestre e che tendono a livellare il paesaggio modificandone l'aspetto (processi esogeni), ove dominano l'erosione e la sedimentazione. E' al continuo equilibrio tra erosione e sedimentazione che va attribuita la formazione delle pianure (fig. 1).
Fig. 1 - Rilievi, pianure.
L'erosione è l'insieme dei processi di prelievo e di incisione della superficie terrestre che portano ad un progressivo abbassamento del rilievo (fig. 2). Il fenomeno è governato da agenti diversi, quali la gravità, l'acqua, il vento o ancora dalla combinazione di alcuni di essi, e dal tipo di roccia o sedimento in cui si sviluppa. E' pertanto possibile differenziare diversi tipi di erosione.
Fig. 2 - Erosione.
L'erosione di versante o degradazione avviene quando la gravità ha il sopravvento sui terreni che costituiscono i suoli o le rocce fortemente alterate. Essi perciò precipitano o scivolano a valle lungo un pendio sotto forma di frana. Questo tipo di fenomeno da luogo a cambiamenti di morfologia anche molto repentini, che portano al denudamento dell'area in cui il materiale viene asportato ed al deposito dello stesso nelle aree vallive sotto forma di accumulo caotico (fig. 3).
Fig. 3 - Esempio di frana.
L'erosione glaciale, prodotta dal lento spostamento dei ghiacciai, è uno dei più efficaci meccanismi di modellamento della superficie terrestre poiché è in grado di cancellare ogni traccia di rilievo preesistente, erodendo profondamente ed asportando enormi quantità di detriti (fig. 4).
Fig. 4 - Erosione glaciale.
Nell' erosione fluviale l'acqua del fiume svolge un'azione di prelievo e di trasporto del materiale detritico dal fondo e dalle sponde. Perché questo avvenga l'energia della corrente deve superare le forze di gravità e di attrazione delle particelle, per questo è per lo più nei ruscelli e nei torrenti montani che avviene l'azione demolitrice e di trasporto, mentre, nei fiumi di pianura, avviene piuttosto la sedimentazione (fig. 5).
Fig. 5 - Erosione fluviale.
L'erosione marina [approfondimento 26] è legata all'azione di diversi agenti tra i quali dominano le onde, le correnti marine ed il vento, anche se, nel caso di coste costituite da scarpate rocciose (falesie), hanno notevole importanza la gravità ed i processi di degradazione chimica legati alla presenza delle acque marine (fig. 6).
Fig. 6 - Erosione marina.
Le pianure sono aree di bassa quota, pianeggianti o lievemente ondulate e poco inclinate (<2°). Queste morfologie sono prodotte dall'accumulo, protratto nei millenni, di sedimenti fluviali nelle zone depresse, oppure determinate dai processi erosivi di fiumi o ghiacciai. In Italia le pianure occupano circa 56400 km2 e si differenziano in piane alluvionali, piane costiere e piane intermontane (fig. 7).
Fig. 7 - Pianure italiane.
Sono pianure prodotte dall'accumulo dei sedimenti trasportati dai fiumi (alluvium) nel loro percorso verso il mare, ed in cui la fase erosiva è praticamente esaurita. Durante le alluvioni, le pianure ricevono nuovi sedimenti, quelli più grossolani sono abbandonati nel corso d'acqua e vicino ad esso (alveo ed argini), mentre quelli più fini possono essere depositati a distanze molto grandi, determinando il progressivo innalzamento del letto del fiume e delle aree adiacenti (fig. 8). Questo fa si che il letto del fiume, ad un certo punto, superi la quota della pianura circostante, ed il fiume diventi così "pensile", determinando la tipica morfologia di pianura alluvionale con zone rialzate (canali ed argini) e zone depresse (le aree tra i fiumi, note come bacini interfluviali).
Fig. 8 - Evoluzione fluviale.
I fiumi sono tipicamente caratterizzati da una forma sinusoidale (fig. 9) con anse a curvatura più o meno stretta (i meandri), che, se non confinati da arginature artificiali, tendono a divagare in modo continuo, grazie all'azione costante di sedimentazione, sul lato interno dei meandri ed erosione su quello esterno.
Fig. 9 - I meandri.
Un esempio tipico di pianura alluvionale è la Pianura Padana (fig. 10), in cui scorrono il fiume Po ed i suoi affluenti, e che, con i suoi 3000 km2 di superficie costituisce la più grande piana alluvionale dell'Europa occidentale. La parte sepolta (sottosuolo [approfondimento 27]) della pianura è caratterizzata dall'ingente accumulo di depositi alluvionali sovrapposti a sedimenti marini riferibili all'inizio del Quaternario. I depositi alluvionali sono sede di consistenti serbatoi d'acqua (acquiferi), ampiamente sfruttati sia ad uso civile che industriale. Ove l'estrazione di acqua è più intensa, i sedimenti si compattano e la superficie del suolo tende ad abbassarsi, generando così il fenomeno della subsidenza [approfondimento 28].
Fig. 10 - Pianura Padana.
Le piane costiere sono zone di bassa quota, interposte tra il mare e le prime colline, oppure, come nel caso della Pianura Padana, costituiscono la prosecuzione verso mare della piana alluvionale (fig. 11) dove i sedimenti registrano l'azione congiunta di fiume e di mare.
Fig. 11 - Piana costiera zona foce Reno.
Se si osserva la successione dei terreni accumulati nelle piane costiere, infatti, sono caratterizzati dall'alternanza di depositi alluvionali (sabbie e limi), di laguna e palude costiera (argille e torbe), di spiaggia (sabbie) e di mare (sabbie e fanghi marini) (fig. 12).
Fig. 12 - Depositi costieri.
L'area costiera padana, mostra il tipico panorama del delta del Po, con canali distributori tra i quali si interpongono baie, generalmente allagate, dove le acque del fiume si mescolano a quelle del Mare Adriatico. Sia a sud sia a nord del delta ci sono vaste spiagge sabbiose che in passato erano dotate di sistemi di dune che fornivano anche una valida protezione alle ingressioni marine durante gli episodi di tempesta. Sfortunatamente queste non sono più visibili al giorno d'oggi perché sono state spianate per far posto a strade e stazioni climatiche
L'ampliamento delle piane costiere è favorito dall'apporto di sabbie dai fiumi, che avviene quando questi sono conservati in condizioni naturali, diversamente è il mare ad avere il sopravvento determinando il fenomeno dell' erosione costiera [approfondimento 26].
Sono depressioni circondate dai rilievi, caratterizzate da riempimento alluvionale e/o lacustre. Alcune di esse sono impostate su depressioni tettoniche, graben (vedi cap. 3), colmate parzialmente con sedimenti erosi dai rilievi circostanti (fig. 13).
Fig. 13 - Piana intermontana.