Una delle scoperte più esaltanti della storia della Paleontologia italiana è stata quella di Scipionyx samniticus, piccolo Dinosauro del Cretacico. Il ritrovamento fu annunciato nel marzo del 1998 da Marco Signore, dell'Università di Napoli, e Cristiano dal Sasso, del Museo di Storia Naturale di Milano, sulla rivista "Nature". Essi presentarono il primo studio completo su questo straordinario ritrovamento, avvenuto quattro anni prima in provincia di Benevento. La presenza in suolo italiano dei giganteschi sauri che dominarono la Terra fino a 65 milioni di anni fa è stata così definitivamente confermata. L'esemplare, unico nella sua specie, presenta organi interni e fibre muscolari: pur non essendo la prima volta che si rinvengono parti molli in Dinosauri fossili, il grado di preservazione di "Ciro" è eccellente, così gli studiosi potranno ora indagare anche su tutti gli aspetti della biologia dei Dinosauri che gli scheletri non sono in grado di chiarire. Il livello scientifico della scoperta è tanto maggiore se si considera la giovanissima età dell'esemplare: si tratta di un cucciolo di poche settimane, praticamente appena uscito dall'uovo. Fossili di animali tanto giovani sono piuttosto rari, perché le loro ossa sono molto più fragili di quelle degli adulti, e quindi difficilmente arrivano conservate fino ai giorni nostri. Dai resti di "Ciro", i paleontologi pensano di comprendere la struttura familiare dei Dinosauri e le attenzioni che i genitori dedicavano ai piccoli. Lo "Scipionyx" visse circa 110 milioni di anni fa, e misura 60 centimetri dal muso alla coda. Se "Ciro" fosse cresciuto avrebbe tuttavia raggiunto dimensioni ben maggiori: secondo i paleontologi, gli adulti arrivavano ai due metri di lunghezza.
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