Il 2 febbraio è la Giornata mondiale delle zone umide

La celebrazione internazionale nasce per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza dell’importanza di queste aree

E' dal 1996 che il 2 febbraio viene celebrata la giornata mondiale delle zone umide: giorno in cui, nel 1971, è stata adottata la Convenzione Internazionale per le Zone Umide nella città iraniana di Ramsar.

Oggetto della Convenzione di Ramsar sono la gran varietà di zone umide: le paludi e gli acquitrini, le torbiere, i bacini d'acqua naturali o artificiali, permanenti o transitori, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le distese di acqua marina, la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri. Sono inoltre comprese le zone rivierasche, fluviali o marine, adiacenti alle zone umide, le isole o le distese di acqua marina con profondità superiore ai sei metri, durante la bassa marea, situate entro i confini delle zone umide, in particolare quando tali zone, isole o distese d'acqua, hanno importanza come habitat degli uccelli acquatici, ecologicamente dipendenti dalle zone umide.

La Convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone umide mediante la loro individuazione e delimitazione, lo studio degli aspetti caratteristici, in particolare dell'avifauna, e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione degli habitat, della flora e della fauna.

Ad oggi sono 172 i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati 2.433 siti Ramsar per una superficie totale di 254,645,305 ettari (dati tratti da sito Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica).

La Regione Emilia-Romagna tutela 10 zone Ramsar, ricomprese all’interno del Parco regionale del Delta del Po e di Riserve statali incluse sempre nel territorio del Parco.

I temi al centro della Giornata mondiale delle zone umide 2023 riguardano la perdita e il declino di queste aree: dal ‘700 a oggi, infatti, si stima che 9 zone umide su 10 siano state almeno degradate. E la perdita delle wetlands corre 3 volte più veloce di quella delle foreste.

Queste zone occupano una superficie limitata del Pianeta, ma questi ecosistemi sono fondamentali per molte delle specie animali. In parte perché ne rappresentano l’habitat fondamentale, in parte perché è nelle zone umide che molte specie si riproducono. Questi ecosistemi sono poi dei potenti “filtri naturali” in grado di depurare l’acqua e dei pozzi di carbonio molto efficienti. Sono anche un aiuto contro gli eventi estremi, perché formano barriere costiere contro le tempeste e sono delle spugne naturali che mitigano gli allagamenti.

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ultima modifica 2023-02-02T12:00:09+02:00
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