I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

Presentato il Rapporto ASviS che analizza il posizionamento degli enti locali rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile

Martedì 6 dicembre, presso il Parlamentino di Villa Lubin – sede del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) - a Roma, si è tenuto l'evento di presentazione Rapporto ASviS sui Territori 2022.

Il documento comprende una rassegna delle esperienze internazionali ed europee di territorializzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell'Agenda Onu 2030 e lo stato di attuazione della Strategia nazionale, delle Strategie regionali e delle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile.  

Attraverso indicatori statistici elementari e compositi, il rapporto raccoglie e analizza il posizionamento di regioni, province, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Onu. Il Sustainable development solutions network (Sdsn) stima infatti che 105 dei 169 Target degli SDGs (62%) non saranno raggiunti senza un coinvolgimento degli enti locali.

Per la prima volta, il documento analizza anche le differenze di comportamento tra le regioni e le province autonome tra il 2010 e il 2021; inoltre, per ogni Obiettivo dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili i dati (14 Goal su 17), lo studio mette in relazione il comportamento dei cinque territori con la performance migliore e i cinque con la performance peggiore. Per alcuni Goal il Rapporto offre anche una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica sui diversi territori.

La rappresentazione che emerge dallo studio è quella di un Paese a diverse velocità, in cui le differenze territoriali aumentano anziché diminuire. Ad esempio, nel periodo 2010-2021 le disuguaglianze territoriali tra le regioni e le province autonome sono:

  • aumentate per sette Goal: Povertà (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parità di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Città e comunità (Goal 11);
  • diminuite per due Goal: Economia circolare (Goal 12), Giustizia e istituzioni (Goal 16);
  • rimaste stabili per cinque Goal: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), Infrastrutture e innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal 15).

Secondo il rapporto, in Emilia-Romagna dal 2020 al 2021 sono migliorate salute, istruzione, parità di genere, energie rinnovabili, infrattustrutture e innovazione, produzione e consumo responsabile mentre sono peggiorati invece povertà, servizi gienico-sanitari e biodiversità. Situazione sostanzialmente invariata per gli altri Obiettivi.

All’interno del Rapporto, l’ASviS ha anche elaborato un decalogo di proposte per realizzare un’“Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile”, tra le quali vi sono:

  • l’attivazione di una sede di confronto interistituzionale con tutti gli stakeholder, istituita dalle Commissioni Ambiente e Territorio di Camera e Senato, per individuare il «nucleo essenziale» delle questioni che necessitano di un aggiornamento normativo;
  • l’approvazione in via definitiva della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile;
  • l’estensione a tutti i Ministeri dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile del MIMS (oggi MIT);
  • l’attuazione delle raccomandazioni sul dissesto idrogeologico della deliberazione della Corte dei Conti del 18 ottobre 2021 in materia di finanziamenti, di accelerazione dei tempi degli interventi e di governance.

Vengono illustrate, infine, numerose buone pratiche sviluppate a livello regionale e locale. Lo studio dedica inoltre un capitolo alle disuguaglianze territoriali e uno ai rischi naturali e antropici

  

Per approfondire

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ultima modifica 2022-12-07T13:12:29+02:00
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