Meno plastiche e più economia circolare. Via libera dalla Giunta alle proposte “Plastic-FreER”

Frutto di oltre un anno di lavoro, con 37 incontri e 110 partecipanti. Focus su settori chiave quali food, meccanica e turismo

Rivedere i processi produttivi e di consumo per far crescere l’economia circolare, anche attraverso norme più chiare e incentivi alle imprese impegnate nella transizione ecologica. Creare filiere locali per generare nuova occupazione di qualità. Elaborare criteri specifici per favorire il riutilizzo degli scarti in plastica, evitando che siano classificati come rifiuti e facilitandone così il recupero.

Sono le priorità da seguire per ridurre e, dove possibile, eliminare l’utilizzo della plastica, in particolare usa e getta. A declinarle è la Cabia di regia istituita per individuare modalità e tempistiche di attuazione della strategia #Plastic-FreER, parte centrale del nuovo Piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche in corso di approvazione, che punta a prevenire e recuperare la produzione e la diffusione di materiali plastici.

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato l’esito di oltre un anno di lavoro, in cui la Cabina si è riunita 7 volte in sessione plenaria e ha promosso circa 30 incontri di specifici gruppi tematici attivati al suo interno.

Tra le altre indicazioni prioritarie emerse, l’impegno per prevenire e contrastare la dispersione dei rifiuti e la creazione di occasioni di formazione e informazione rivolte anche alla cittadinanza. Non solo. Su food, meccanica-elettronica e turismo, tre settori fondamentali per l’economia emiliano-romagnola, si è svolto un approfondimento specifico, individuando proposte per ridurre l’utilizzo di nuove materie prime favorendo il riuso e il riciclo degli scarti plastici.

  

La Cabina di regia 

L’istituzione di una Cabina di regia è una delle quindici azioni della strategia #Plastic-FreER. La sua mission è sostenere l’adozione di misure per favorire un’economia circolare della plastica che privilegi sistemi e prodotti riutilizzabili in grado di preservare il valore dei materiali più a lungo possibile, per ridurre la produzione dei rifiuti e la pressione sulle risorse sull’ambiente.

Alla Cabina partecipano 25 componenti, affiancati di volta in volta da esperti e soggetti interessati alle tematiche. Nel corso del 2021 si è riunita 7 volte in sessione plenaria e ha svolto circa 30 incontri dei gruppi tematici; in tutto ha coinvolto 110 soggetti strutturandosi in tavoli di lavoro orizzontali (policy e normative, tecnologia, economia, formazione e informazione) e verticali (food, meccanica-elettronica e turismo).

La filiera delle plastiche in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna la filiera delle plastiche rappresenta un settore importante dell’economia regionale. Sono 7.800 le imprese attive con 117mila addetti: si tratta del 9,4% del totale delle aziende operanti sul territorio, che generano un fatturato di 42 miliardi di euro (dato 2019).

Il solo indotto delle plastiche (di cui fanno parte sia le aziende di recupero e preparazione per il riciclaggio di materiale plastico, sia le aziende di trattamento e smaltimento di altri rifiuti non pericolosi) include 480 imprese e 17mila addetti.

 

Food, meccanica-elettronica e turismo: le proposte

La Cabina di regia ha elaborato obiettivi specifici di riduzione dell’uso delle plastiche per tre settori strategici dell’economia regionale: food, meccanica-elettronica e turismo.

Il gruppo di lavoro che si è occupato del food ha posto al centro le alternative agli imballaggi monouso, il potenziamento e l’industrializzazione della filiera del riciclo del polistirolo, il miglioramento delle conoscenze sugli impatti ambientali dei teli da pacciamatura in plastica biodegradabile e la tracciabilità dei rifiuti prodotti dalle attività agricole. Nel campo della pesca, ha approfondito la possibilità di passare a sistemi di allevamento dei molluschi che non facciano uso di reti in plastica e nylon, creando una filiera locale per l’avvio a riciclo di quelle conferite dai pescatori nelle strutture portuali. E ancora: ha posto l’accento sulla necessità di potenziare le infrastrutture per la raccolta dei rifiuti nei porti, sostituire le cassette in polistirolo con alternative durevoli e riutilizzabili, sperimentare modelli di business basati su prodotti riutilizzabili anche per l’asporto/delivery.

Nel campo della meccanica e dell’elettronica, dove l’elevata complessità di prodotti e materiali spesso ne rende difficile il riciclaggio, l’invito è quello di agire sul fronte dell’ecodesign dei prodotti plastici per ridurre il numero dei polimeri impiegati nello stesso prodotto; ri-progettare i materiali plastici impiegando polimeri compatibili con il riciclo meccanico e/o chimico; avvalersi di tecnologie innovative per il riciclo chimico; favorire sistemi di raccolta semplici ed efficaci per la separazione dei rifiuti plastici, con soluzioni ibride per i diversi polimeri; impiegare tecnologie efficienti e a basso impatto ambientale e ridotte emissioni per riciclo e smaltimento dei prodotti plastici.

Sul fronte del turismo, le proposte puntano a un sistema di sconti sulla bolletta dei rifiuti per le imprese volontariamente attive nella riduzione delle plastiche monouso, senza aumentare la produzione di rifiuti in altri materiali. Altro tema centrale, favorire la nascita e il consolidamento di nuove aziende (e nuove filiere) centrate sullo sharing, ossia sulla condivisione o il noleggio, anziché sull’acquisto di nuovi prodotti: ad esempio, contenitori riutilizzabili per l’asporto di alimenti e bevande nel settore della ristorazione o per la distribuzione anche di prodotti non alimentari.

 

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ultima modifica 2023-05-26T15:12:09+02:00
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