Per comprendere a fondo il fenomeno dell'inquinamento atmosferico risulta fondamentale conoscere il carico emissivo degli inquinanti di origine antropica, ovvero che provengono dalle diverse attività umane.

Gli inquinanti si distinguono in primari quando derivano direttamente dalle sorgenti naturali od antropiche e secondari quando si generano per relazioni chimico-fisiche da quelli primari, favorite da temperatura, umidità e radiazioni solari.

Tra i principali inquinanti primari troviamo gli ossidi di azoto (NOx), il particolato primario (PM10 e PM2.5), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il biossido di zolfo (SO2), il monossido di carbonio (CO), il benzene, i metalli pesanti, l’ammoniaca ed i composti organici volativi (COV). Tra gli inquinanti secondari, spiccano invece il particolato secondario e l’ozono (O3) troposferico (detto anche, assieme ad altri inquinanti secondari, smog fotochimico). Entrambi i tipi di inquinanti sono dispersi nell'aria ambiente grazie all’azione del vento o dei moti turbolenti dell'atmosfera ed impattano sull'ambiente creando, a causa della loro concentrazione nell’aria, danni all’uomo e all’ambiente.

La stima quantitativa delle sostanze emesse è relativa ai soli inquinanti primari ed è raccolta nei cosiddetti inventari delle emissioni, che presentano la quantità di inquinanti introdotta in atmosfera, da ciascuna fonte di emissione, calcolata integrando fattori medi di emissione ed indicatori di attività.

In base alle Linee Guida per gli inventari EMEP/EEA dell'Agenzia Europea dell'Ambiente sono individuati 11 macro settori emissivi, fra cui la produzione di energia, la combustione industriale e non industriale, le attività produttive e l'uso di solventi, i trasporti, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, l'agricoltura, le sorgenti naturali.

Nella diffusione degli inquinanti hanno però notevole importanza anche le caratteristiche orografiche del territorio e le condizioni meteorologiche

Prendendo a riferimento l’intero bacino padano infatti, il territorio è caratterizzato da una fascia pianeggiante che risulta però chiusa su tre lati dalle montagne (a nord e a ovest le Alpi e a sud l’Appennino). Questo comporta, assieme a particolari condizioni meteo-climatiche del periodo autunno-inverno, che il bacino padano diventi una sorta di reattore in cui gli inquinanti dell'aria si mescolano, reagiscono, ma non si disperdono, portando a concentrazioni elevate di inquinamento.

In tema di emissioni la Regione, in adempimento delle normative europee (es. la DIR/2010/75/UE) che prevedono la limitazione delle emissioni in atmosfera di taluni inquinanti emessi da particolari processi (ad es. attività che usano solventi organici, i grandi impianti di combustione) e delle norme nazionali di riferimento (in particolare la parte quinta del D. Lgs. 152/2006), emana direttive ed indirizzi volti alla semplificazione e all'omogeneizzazione dei procedimenti autorizzativi, come ad esempio i criteri e le modalità per richiedere le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera e di carattere generale per particolari tipologie di impianti definite dalla stessa norma nazionale.

Di seguito si riportano i principali atti in materia:

Modalità di richiesta dell'autorizzazione

Le richieste di autorizzazione devono essere inviate ad ARPAE che, tramite i SAC provinciali competenti, emana i relativi atti.

Contatti

  • Matteo Balboni: matteo.balboni@regione.emilia-romagna.it
  • Alberto Toschi: alberto.toschi@regione.emilia-romagna.it