Sistemi idrici complessi
Interconnessioni fra reticolo idrografico naturale e artificiale, reti idriche di distribuzione e reti fognarie.
Il territorio dell’Emilia-Romagna è caratterizzato dalla presenza di sistemi idrici estremamente complessi spesso fra loro interconnessi:
- il sistema delle acque superficiali costituito da fiumi, torrenti, rii, canali artificiali, laghi, acque di transizione e costiere;
- il reticolo artificiale costituito dai canali di bonifica, che svolge funzioni di scolo delle acque meteoriche e di irrigazione dei terreni agricoli;
- le reti idriche che trasportano acque destinate al consumo umano o industriale, come gli acquedotti;
- le reti idriche che veicolano acque meteoriche e di scarico destinate ad essere scolate o depurate.
Una prima distinzione tra tali sistemi è quella fra i reticoli idrografici, in cui l’acqua defluisce, per lo più, a cielo aperto, e le reti idriche (fognarie e acquedottistiche), in cui l’acqua è trasportata artificialmente all’interno di tubazioni interrate, anche in pressione.
Un’altra distinzione è fra il sistema delle acque superficiali, il cui assetto naturale è stato spesso modificato dall’intervento dell’uomo, e il reticolo artificiale, con particolare riferimento a quello di bonifica, costruito appositamente per svolgere una funzione specifica, tra cui quella irrigua, di scolo o per la navigazione.
Un ulteriore criterio di discriminazione è quello relativo ad eventuali specifici usi cui è destinata l’acqua, ad esempio il consumo umano, la molluschicoltura, la valorizzazione scientifica, naturalistica, ambientale o produttiva della fauna ittica, la balneazione, che richiedono il rispetto di specifici requisiti qualitativi.
Le interazioni fra gli elementi di tali sistemi sono di varia natura e derivano dalle trasformazioni che ha subito l’ambiente naturale al fine di un utilizzo del territorio da parte dell’uomo per produrre beni agricoli o industriali, costruire infrastrutture urbane e di trasporto, insediamenti industriali e civili: si tratta di interconnessioni idrauliche, deviazioni, scolmi, prese e derivazioni, sollevamenti e vettoriamenti che nascono, talvolta, da esigenze di gestione che derivano da motivazioni storiche e del passato e sono, pertanto, estremamente complesse. In alcuni casi, portano ad effetti indesiderati, sia di tipo idraulico (es. tracimazioni, esondazioni), sia di tipo qualitativo (carichi di inquinanti, alterazioni ecologiche e chimiche, etc). Da un punto di vista ambientale e del bilancio idrico, occorre, quindi, valutare caso per caso se si tratta di sistemi ancora necessari, da ammodernare e rivedere alla luce delle norme vigenti, o piuttosto da mitigare e rimuovere, in accordo fra i diversi soggetti che hanno la responsabilità sui beni interferenti, oppure il diritto di usare le acque: Autorità idrauliche, Consorzi di bonifica, ANBI, ATERSIR e Gestori del servizio idrico integrato, Comuni e altri soggetti pubblici e privati.
In tale contesto, l’Area Tutela e Gestione Acqua, in collaborazione con altri settori regionali, ARPAE, Autorità idrauliche, ATERSIR, Gestori del servizio idrico integrato, ANBI e Consorzi di bonifica, svolge un’attività di analisi, individuazione, geolocalizzazione, descrizione, classificazione delle interferenze e interconnessioni e ricerca soluzioni per ridurne gli impatti negativi tendendo ad un miglioramento ambientale delle condizioni dei corpi idrici e al raggiungimento degli obiettivi di qualità di cui ai Piani di Gestione, anche in vista della predisposizione di specifici programmi che individuino le priorità di intervento in funzione della rilevanza di tali impatti e dell’efficacia delle soluzioni attuabili, anche attraverso la sottoscrizione di accordi e protocolli fra tutti i soggetti interessati.
Lo sviluppo di tali attività si inquadra anche nell’ambito dell’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque (PTA) in corso, il cui Documento Strategico, approvato dalla Giunta con DGR 1557/2023, prevede, da un lato la linea “Cooperare con i territori e interagire fra Enti” e in particolare le azioni “Sperimentare progetti integrati per valorizzare ambiti critici” e “Individuare strumenti per il coordinamento multilivello e intersettoriale”, dall’altro, in continuità con le attività che già la Regione portava avanti, la linea strategica “Ridurre la pressione delle città” e le azioni specifiche “Intervenire sulle interferenze tra reticolo fognario e scolante” e “Contenere l'inquinamento da dilavamento urbano” per ridurre lo scarico nei corpi idrici di acque reflue non trattate recapitate dagli scolmatori di piena, ridurre apporti impropri ai depuratori di acque di diluizione, rimuovere le interferenze e migliorare il collettamento degli scarichi.
