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Introduzione

Quattro obiettivi strategici, dieci linee di azione e 50 misure da mettere in campo per tutelare l’acqua, l’oro blu, risorsa prioritaria e bene comune dell’umanità. È questa, in estrema sintesi, l’articolazione del documento strategico propedeutico al nuovo Piano di Tutela delle Acque 2030 della Regione Emilia-Romagna; documento proposto dalla Giunta, che ha avuto oggi l’approvazione dell’Assemblea legislativa senza voti contrari. Inizia così l’elaborazione del Piano vero e proprio, che si avvarrà anche di un percorso partecipato rivolto ai principali stakeholder, al fine di raccogliere idee e contributi.

“Ringrazio tutti i consiglieri per il dibattito che si è sviluppato durante la seduta di oggi, ma anche nelle commissioni già svolte e per quello che scaturirà durante tutto il percorso. Abbiamo tanto lavoro che ci aspetta. La recente alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna e i lunghi periodi di siccità che l’hanno colpita hanno reso ancora più evidente come il tema dell’acqua sia estremamente complesso e strategico nelle politiche nazionali e regionali, ed evidenziato la necessità di agire prontamente- ha sottolineato la vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente, Irene Priolo-. Questo nuovo Piano, che si va delineando, si pone obiettivi ambiziosi, da raggiungere attraverso azioni proiettate dal medio al lungo periodo e sviluppate secondo una strategia pienamente integrata con il Patto per il Lavoro e per il Clima e con la Strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.

In Emilia-Romagna, il Piano riguarderà 454 corpi idrici fluviali, 7 corpi idrici di transizione (parzialmente di natura salina e in prossimità di una foce di un fiume), 2 marino-costieri, 5 lacustri e 135 sotterranei. Tra le linee di azione strategiche, aumentare e diversificare l’offerta d’acqua, ridurre la domanda, accrescere la resilienza del territorio alla siccità, investire in ricerca e innovazione, ridurre i carichi inquinanti, cooperare con i territori.

Il Piano di Tutela delle Acque

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) è il principale strumento di governo e gestione della risorsa idrica su scala regionale, sotto il duplice profilo della tutela qualitativa e quantitativa. La pianificazione regionale dispone attualmente di un Piano, approvato nel 2005 ed elaborato secondo quanto prevedeva la precedente disciplina, ormai superata.

Con l’adozione di una direttiva europea (2000/60/CE), i Paesi membri hanno dovuto infatti rivedere gli obiettivi, gli strumenti e le metodologie per la politica di tutela delle risorse idriche elaborando un nuovo strumento operativo e gestionale denominato Piano di Gestione del distretto idrografico (PdG). I contenuti della direttiva sono stati recepiti dal nostro ordinamento con il decreto legislativo 152/2006 che prevede due livelli di pianificazione: su scala distrettuale con il Piano di Gestione e, su scala regionale, attraverso il Piano di Tutela delle Acque.

Dall’approvazione del decreto sono stati effettuati due cicli di pianificazione distrettuali ed è in corso il terzo (2021-2027). La Regione ha fornito i propri contributi alle Autorità di Distretto per la redazione dei Piani di Gestione del distretto idrografico attuando, in questo modo, le politiche regionali di gestione e tutela delle risorse idriche coerentemente con le nuove strategie e metodologie richieste dall’Unione europea e con gli obiettivi individuati nei PdG stessi.

Alla luce degli aggiornamenti normativi, il PTA si configura oggi come uno “specifico piano di settore”; il percorso di elaborazione del nuovo Piano è stato avviato l’11 maggio scorso con una prima presentazione ai sottoscrittori del Patto per il Lavoro e per il Clima degli obiettivi e delle linee strategiche individuate.

Ultimo aggiornamento: 11-10-2023, 08:27