Interfaccia terra-mare e cuneo salino nella pianificazione regionale: il punto su Ecoscienza
L’interfaccia terra-mare ha grande rilevanza in Emilia-Romagna, costituendo un complesso e variegato ecosistema di confine tra l’ambiente marino e l’entroterra. Si estende lungo tutta la costa regionale e in essa coesistono numerose aree protette di diversa natura, zone umide, fiumi, corpi idrici sotterranei e, naturalmente, il mare, in un delicato equilibrio con rilevanti attività economiche e produttive, come l’acquacoltura, la pesca, l’industria e il turismo.
Davanti a questa complessità, il Documento Strategico del nuovo Piano regionale di Tutela delle Acque (PTA 2030) prevede una serie di azioni dedicate all’interfaccia terra-mare, tra cui una misura specifica per contrastare una delle criticità emergenti, la risalita del cuneo salino.
Si tratta dell’ingressione di acque salate che, dal mare, risalgono e si mescolano alle acque sotterranee e superficiali, alterandone le caratteristiche chimico-fisiche con gravi effetti ambientali e, conseguentemente, economici e produttivi. Una dinamica favorita dalla scarsità idrica e dai lunghi periodi siccitosi, che compromette profondamente l’equilibrio dei sistemi acquatici superficiali e sotterranei e il delicato bilanciamento tra acque dolci e salate.
Un fenomeno che merita conoscenza e approfondimenti tecnici; per questo motivo, è stato organizzato nell’ottobre 2023 a Goro (FE), nella sede della Struttura oceanografica Daphne di Arpae, il seminario “Cuneo salino nel delta del Po, stato attuale e prospettive”. Il n. 6/2023 della rivista Ecoscienza raccoglie i contenuti emersi nel seminario, fornendone una visione di lettura e comprensione ampia e dettagliata, tra cui un articolo incentrato sulle strategie e sulle azioni che la Regione intende sviluppare attraverso il PTA 2030.
Articolo “Interfaccia terra-mare e pianificazione regionale”