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Introduzione

Ha preso il via il primo dicembre dal cuore storico della città di Piacenza, e si concluderà alla foce del Grande Fiume, il percorso di coinvolgimento di enti, imprese, associazioni e cittadini nel progetto “Una visione strategica per il fiume Po”. Tre le principali tematiche emerse e oltre 100 spunti.

Questi i primi riscontri dalla “platea” dei partecipanti che aprono la strada al lavoro che proseguirà con incontri diretti, interviste e tavoli di lavoro così da avere una visione strategica comune nella quale far confluire le istanze e i progetti che investono i territori del Po. Territori che, proprio grazie alla presenza del fiume, possono accrescere i valori ambientali, sociali, culturali, economici, turistici che li contraddistinguono.

Ci si è chiesti da dove partire per rendere il Po sempre più attrattivo per le persone (turisti e residenti) e le imprese. Il valore naturalistico del fiume, la sua unicità e la sua identità (anche attraverso la definizione di un brand) sono il primo spunto su cui lavorare al quale si collega direttamente la lentezza da ritrovare per vivere il fiume. La “mobilità dolce”, la “navigazione turistica”, il “cibo” sono i principali elementi descritti per dare corpo a questa lentezza. E poi gli eventi per dare vita ad un territorio vivo tutto l’anno per tutti.

Si è discusso poi di quale contesto e a partire da quali cambiamenti per i prossimi dieci anni questo potrà accadere. Dalle risposte emerge che lo sguardo al futuro (complice anche l’acceleratore di processi rappresentato dalla pandemia) verso la natura, la lentezza, l’attenzione alla salute, alla bontà e alla genuinità dei cibi, è rivolto decisamente al recupero e alla valorizzazione naturalistica del fiume. “Il potenziamento del patrimonio naturalistico”, la “qualità dell’acqua”, “il mantenimento della biodiversità” sono precondizione per qualsiasi sviluppo economico del fiume.

E infine quali sfide da affrontare sono all’orizzonte. A partire dal fare rete tra i progetti e tra i soggetti: “andare oltre i campanilismi”, “superare una progettualità frammentaria”, “mettere a sistema le risorse e far dialogare i diversi settori” sono alcuni degli stimoli emersi proprio in questa direzione. Ma questo deve avvenire grazie alla capacità di creare e mantenere un equilibrio tra la conservazione e la valorizzazione, a partire dalle esperienze già presenti lungo il fiume come le riserve MaB Unesco che rappresentano collettori di progettualità, anche interregionali, volte a rendere il fiume e il suo delta sempre più vivibili e vissuti.

Questo è stato del resto indicato dalla vicepresidente Irene Priolo “Il percorso che abbiamo intrapreso e che si concluderà il prossimo autunno servirà anche a definire, a partire dalla visione condivisa, le priorità di finanziamento della programmazione regionale in questo ambito”.

Ultimo aggiornamento: 18-06-2024, 08:54