La siccità è un fenomeno naturale determinato da una condizione temporanea di riduzione o deficit della disponibilità idrica definita come lo scostamento da condizioni climatiche medie di un determinato luogo o zona di interesse (si veda, ad esempio, Schmidt et al., 2012). Secondo questa accezione si presenta, quindi, come un fenomeno sporadico che può colpire anche aree non aride. La siccità è, infatti, una normale e ricorrente caratteristica del ciclo idrologico e può verificarsi sia in regioni secche che umide.

La scarsità o carenza idrica (water scarcity) è invece definita come la riduzione della disponibilità di acqua rispetto ai fabbisogni idrici dei vari utilizzi antropici (agricolo, civile e industriale). Si verifica quando è presente un disequilibrio tra l’offerta, ossia la disponibilità di risorsa nell’ambiente, e la domanda di acqua, che può essere ulteriormente aggravato da fenomeni siccitosi in atto.

Siccità e scarsità, insieme all’alterazione di altre variabili ambientali indotte dai cambiamenti climatici e alla loro frequenza e intensità, impattano sensibilmente non solo sulla capacità di soddisfare i diversi fabbisogni antropici e sull’aumento del disagio bioclimatico della popolazione, ma anche sulla possibilità di garantire le esigenze ecologiche degli ambienti acquatici. Tale situazione condiziona pertanto l’efficacia dei processi naturali, pregiudicando le capacità autodepurative e rigenerative della risorsa idrica, con ricadute su condizioni qualitative, banalizzazione e riduzione degli habitat, resilienza dei sistemi naturali ed effetti complessivi sulla potenzialità di erogazione dei servizi ecosistemici.

Le competenze regionali in relazione alla siccità riguardano principalmente:

  • la definizione di un sistema di monitoraggio e di restituzione delle grandezze rilevate per le temperature, le piogge, le portate dei corsi d’acqua, i livelli delle falde e degli invasi di interesse regionale;
  • la predisposizione e l’aggiornamento di indicatori di livello regionale e sub-regionale, utili a fornire il quadro delle risorse idriche presenti e di quelle prevedibili nell’immediato futuro.

La realizzazione di tali attività discende da due fasi complementari:

  • il monitoraggio coordinato dal Servizio IdroMeteoClima di ARPAE Emilia-Romagna;
  • la valutazione del rischio coordinato dall’Area Tutela e Gestione Acqua della Regione Emilia-Romagna.

Entrambe le strutture operano in situazioni ordinarie e di attenzione, cioè in presenza di condizioni idrologiche, agricole e di volumi di riserva prossime a livelli di criticità. In condizione di forte anomalia dovuta a intensi e lunghi fenomeni di siccità, subentrano nell’attività operativa le strutture previste dalle norme regionali promulgate ad hoc.

Più in dettaglio, l’Area presidia le attività di:

  • partecipazione formale agli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici dell'Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale;
  • partecipazione ai gruppi di lavoro a livello distrettuale per la redazione di direttive inerenti alla gestione dinamica dei rilasci di deflussi minimi vitali/deflussi ecologici in funzione del livello di severità idrica osservata. Emanazione di norme e regolamenti regionali in coerenza con le suddette direttive;
  • istruttoria tecnica ed emissione di pareri vincolanti ai sensi della DGR 802/2022 “Disposizioni per l’accesso all’istituto della deroga temporanea al rispetto del Deflusso Minimo Vitale (DMV)” in relazione alle richieste di deroghe al DMV/DE per i prelievi da corsi d’acqua;
  • partecipazione e promozione di progetti sperimentali riguardanti cambiamenti climatici e adattamenti trasformativi, monitoraggio dell’intrusione salina nel Delta del Po e nelle falde acquifere costiere e monitoraggio dei deflussi nel reticolo idrografico in condizioni di magra.

Norme e documenti

Norme nazionali

Norme regionali

Per approfondire

Livello regionale

Livello nazionale

Livello internazionale