Il bene candidato è un sito seriale, costituito da 7 aree che si trovano nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini:

  1. i Gessi triassici dell’Alta Valle Secchia,
  2. i Gessi della Bassa Collina Reggiana,
  3. i Gessi di Zola Predosa,
  4. i Gessi Bolognesi,
  5. la Vena del Gesso Romagnola,
  6. le Evaporiti di San Leo
  7. i Gessi di Onferno

Tutte le aree sono  accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante deposizione dei sali minerali, tra cui appunto  il gesso.

L’iscrizione nella lista è proposta ai sensi del criterio (viii) tra i 10 criteri definiti dalle linee guida operative UNESCO secondo cui il bene deve:

“costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.”

Il sito seriale include, infatti, al suo interno oltre il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio della Regione Emilia-Romagna e ospita, grazie al particolare contesto geologico e climatico,  una densità di forme carsiche superficiali, grotte, sorgenti saline, minerali, speleotemi e contenuti paleontologici che non ha eguali nel mondo.

Per la loro accessibilità e vicinanza, in questi luoghi i fenomeni sono stati studiati fin dal XVI secolo e qui sono nate molte delle moderne teorie scientifiche sul carsismo evaporitico. Un insieme di straordinario valore, non solo geologico e geomorfologico, ma anche paleontologico, biologico, archeologico e per la storia dell’arte.