L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.

In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.

Con la legge regionale 5 ottobre 2015 n.16 l'Emilia-Romagna ha fatto propri i principi dell’Economia circolare: il modello di gestione delineato è in linea con la “gerarchia dei rifiuti” europea, che pone al vertice delle priorità prevenzione, riuso e riciclaggio. L’attenzione si sposta quindi sulla parte a monte della filiera e non più solo su quella terminale, attraverso la progressiva riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio e l’industrializzazione del riciclo.

Il PRRB 2022-27 (Piano regionale di Gestione Rifiuti e Bonifica Siti Contaminati), strumento operativo della norma regionale, pone al 2027 il raggiungimento di obiettivi importanti, in alcuni casi più ambiziosi di quelli previsti dalla normativa europea. All’interno del piano stesso sono anche individuate alcune delle azioni necessarie per conseguire tali obiettivi.

Per andare verso una economia circolare è necessario lavorare ad un sistema in cui tutte le attività, a partire dalla produzione, e ancora prima dalla progettazione, siano organizzate in modo che lo scarto diventi risorsa.

Il Piano d’Azione per l’Economia Circolare approvato dal Parlamento Europeo il 9 febbraio 2021 prendendo le mosse dai lavori svolti a partire dal 2015 si concentra su una progettazione e una produzione funzionali all’economia circolare, con l’obiettivo di garantire che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile nell’economia dell’UE. L’estrazione e la trasformazione delle risorse sono infatti responsabili di metà delle emissioni totali di gas a effetto serra, di oltre il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico.

La Legge regionale 16/2015 prevede alcuni strumenti, già attivi da diversi anni e in costante crescita, quali il Coordinamento permanente per i Sottoprodotti e le Linee guida per i Centri del Riuso, nonchè un coordinamento permanente degli stessi attraverso la rete ReUSER. Nell’ambito delle azioni di prevenzione, grandissima rilevanza assume la tariffazione puntuale strumento idoneo a garantire alle imprese ed ai cittadini virtuosi la possibilità di ottenere “sconti sulla bolletta”. In tale contesto assumono particolare importanza gli accordi di filiera sottoscritti su base volontaria con i vari portatori d’interesse, in primis le aziende e le associazioni.

Infatti per un efficiente ed efficace sviluppo delle politiche regionali, secondo i principi dell’economia circolare, è necessario il coinvolgimento di tutte le parti interessate e gli accordi si configurano come lo strumento più idoneo a garantire tale coinvolgimento.

Anche la “Strategia regionale per la riduzione dell’incidenza delle plastiche sull’ambiente” (#Plastic-FreER),  pur non essendo prevista dalla L.R. 16/2015, si inserisce nella cornice dell’Economia circolare, in quanto tra gli obiettivi ha quello di invertire i processi di produzione, diffusione e utilizzo dei materiali plastici e di ridurne gli effetti negativi, in linea con la gerarchia comunitaria nella gestione dei rifiuti. La strategia è individuata come “best practice” a livello europeo e segnalata anche sulla piattaforma ECESP.

Inoltre la Regione aderisce alla piattaforma ICESP dove è attiva su 4 gruppi di lavoro (1,2,4 e 5) ed ha il compito di co-cordinamento del sottogruppo AGRIFOOD del Gdl4.

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