Riqualificazione Fluviale
Tra le azioni che la Regione Emilia-Romagna mette in campo per il contenimento del rischio idraulico assume rilevanza la pratica della Riqualificazione Fluviale, che è diventata strumento operativo dei programmi e dei progetti di intervento del Servizio Difesa del Suolo e della Costa e Bonifica e dei Servizi Tecnici di Bacino, in attuazione della pianificazione di bacino.
La Riqualificazione fluviale è l'insieme integrato e sinergico di azioni, di tipo anche molto diverso (strutturali, giuridiche, amministrative, finanziarie),volte a portare un corso d'acqua, con il territorio ad esso più strettamente connesso (sistema fluviale), in uno stato dotato di maggior valore ambientale, capace di espletare le sue caratteristiche funzioni ecosistemiche (geomorfologiche, fisico-chimiche e biologiche), assicurando comunque gli obiettivi di sicurezza idraulica e di qualità delle acque e cercando di soddisfare nel contempo anche gli obiettivi socio-economici.
La Riqualificazione fluviale è una pratica che si fonda sul rispetto delle dinamiche idrogeomorfologiche, sul ridare spazio al fiume per divagare e spendere in tal modo la sua energia, sul rallentamento del deflusso attraverso la meandrificazione ed il mantenenimento della scabrezza dell’alveo, sulla eliminazione delle strozzature (ponti “stretti”, tombinature, ecc.), sulla movimentazione degli apporti solidi, sull’impiego di materiali naturali e locali, sulla gestione selettiva della vegetazione e sullo sfruttamento, ovunque fattibile, delle opportunità che il territorio ed il contesto offrono per cercare il miglior compromesso possibile tra uso antropico del suolo e dinamica ed ecosistema fluviali.
In ciò diverge dall’approccio idraulico “classico” che si sostanzia nella esecuzione di interventi di contenimento delle esondazioni che conferiscono ad alvei, argini ed opere fluviali un assetto rigido e che separano il corso d’acqua dalla sua regione fluviale.
Non va confusa con l'ingegneria naturalistica, che costituisce una gamma di tecniche di stabilizzazione dell'alveo o delle sponde alternativa alle opere “in grigio”, che non sempre riqualificano il corso d’acqua e ne migliorano lo stato ecologico.
Le tecniche della Riqualificazione fluviale possono essere applicate anche al reticolo artificiale rappresentato dai canali di bonifica, di scolo ed irrigazione, peraltro intimamente interconnesso al reticolo naturale.
In ogni caso la Riqualificazione fluviale non va mai considerata in contrasto con gli interventi di tipo tradizionale quanto piuttosto come una pratica alternativa e sinergica, da applicare nei casi e nei contesti possibili, per raggiungere l’obiettivo comune della sicurezza del territorio e del suo utilizzo sostenibile.
Per approfondimenti sull’approccio e sulle tecniche della Riqualificazione fluviale è possibile consultare il Manuale del Centro Italiano Riqualificazione Fluviale (CIRF) "La riqualificazione fluviale in Italia". Si rimanda inoltre alla Direttiva approvata con deliberazione di Giunta regionale 3939/1994 “Criteri progettuali per l’attuazione di interventi in materia di difesa del suolo nel territorio della regione Emilia-Romagna” presente in questo sito.
A chi rivolgersi
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