In base al D.lgs. 49/2010, i soggetti competenti agli adempimenti di cui sopra sono le Autorità di bacino distrettuali (come definite all’art. 63 del D.Lgs. 152/2006) e le Regioni, che in coordinamento tra loro e con il Dipartimento nazionale della protezione civile, predispongono la parte dei piani di gestione per il distretto idrografico relativa al sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile.

Non essendo ancora state istituite, ad oggi, le Autorità di Distretto, con il D.lgs. 219 del 10 dicembre 2010 si è stabilito che (art. 4, c. 1, lett. b “Misure transitorie”):
“le Autorità di Bacino di rilievo nazionale, di cui alla legge 183/1989, e le regioni, ciascuna per la parte di territorio di propria competenza, provvedono all’adempimento degli obblighi previsti dal D.lgs. 23 febbraio 2010. n. 49. Ai fini della predisposizione degli strumenti di pianificazione di cui al predetto D.lgs. 49 del 2010, le autorità di bacino di rilievo nazionale svolgono funzione di coordinamento nell’ambito del distretto idrografico di appartenenza”.

Il D.lgs. 219/2010 all’art. 4, c. 3, inoltre, aggiunge:
“L’approvazione di atti di rilevanza distrettuale è effettuata dai comitati istituzionali e tecnici delle autorità di bacino di rilievo nazionale, integrati da componenti designati dalle regioni il cui territorio ricade nel distretto idrografico a cui gli atti si riferiscono se non già rappresentate nei medesimi comitati”.

Secondo quanto sopra esposto, ciò implica, da un lato, per la porzione di territorio che comprende gli affluenti del Po e del Tevere, la completa coincidenza del territorio regionale con l’ambito dell’Autorità di Bacino nazionale (che, quindi, provvedono direttamente agli adempimenti previsti dal D.lgs. 49/2010), dall’altro, per la restante porzione (ricadente nell’Appennino Settentrionale), la presa in carico diretta da parte della Regione Emilia-Romagna dell’applicazione dei contenuti del D.lgs. 49/2010, sotto il coordinamento dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno.

In base al combinato disposto dell’art. 11, c.1 del D.lgs. 49/2010 e dell’art. 4, c.1, lett. b del D.lgs, 219/2010, entro i termini imposti dalla normativa (22 dicembre 2010), è stato stabilito, a scala nazionale, di utilizzare la deroga di cui all’art. 11, c.1 del D.lgs. 49/2010, avvalendosi della pianificazione di bacino vigente, in quanto ritenuta sufficiente e adeguata a fornire le informazioni di cui alla valutazione preliminare stessa, e di predisporre, quindi, al 22/6/2013 le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni (fase 2).

I Distretti idrografici

 Per rispondere al dettato della Direttiva Quadro sulle Acque (Dir. 2000/60/CE ) e di quelle che man mano andranno a inserirsi nella cornice (framework) da essa delineata, come la Direttiva “Alluvioni” (Dir. 2007/60/CE), il legislatore italiano, col D. Lgs. 152/06, opera una radicale riorganizzazione dell’assetto precedentemente impostato dalla L. 183/89, suddividendo il territorio nazionale in soli 8 distretti idrografici (art. 64 D.lgs. 152/2006):
 Alpi Orientali, Padano, Appennino Settentrionale, Serchio (distretto pilota), Appennino Centrale, Appennino meridionale, Sardegna e Sicilia, che originano dalla riaggregazione dei bacini elementari già elencati dalla L. 183/89 e classificati in: nazionali, interregionali e regionali.

In Emilia Romagna gli ambiti di pianificazione di bacino passano così dai cinque originari (bacino del Po, del Reno, Bacini Romagnoli, bacino del Marecchia e Conca e del Tevere) a tre:

  • Distretto idrografico Padano (invariato rispetto al bacino del Po), che raccoglie gli affluenti di destra del Po che scorrono nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara;
  • Distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale, che raccoglie i corsi d’acqua che sfociano direttamente in Adriatico dopo aver solcato le province di Bologna, Ravenna, Forlì - Cesena e Rimini;
  • Distretto idrografico dell’Appennino Centrale, di poche decine di chilometri quadrati (circa 27 kmq), corrispondenti alle testate della valle del Tevere e del suo primo tributario Teveriola, in provincia di Forlì - Cesena.

Secondo quanto sopra esposto e con riferimento al tema della responsabilità di attuazione della Direttiva 2007/60/Ce e del decreto di recepimento, il quadro che si delinea vede, per la porzione di territorio che comprende il bacino del Po e del Tevere, la completa coincidenza del territorio regionale con l’ambito delle rispettive Autorità di Bacino nazionali (che, quindi, provvedono direttamente agli adempimenti previsti dal D.lgs. 49/2010), per la restante porzione (ricadente nel distretto dell’Appennino Settentrionale), la presa in carico diretta da parte della Regione Emilia-Romagna dell’applicazione dei contenuti del D.lgs. 49/2010, sotto il coordinamento dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno e con la collaborazione delle Autorità di Bacino regionali e interregionali e degli altri enti competenti in materia di difesa del suolo.