Difesa del suolo, costa e bonifica

FAQ PGRA

Che cos’è il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni? Quali sono i suoi contenuti e obiettivi? Ecco un documento sintetico e di pronta lettura con le informazioni di base relative alla Direttiva 2007/60/CE, entrata nel 2018 nel suo secondo ciclo di attuazione. Sono le risposte alle domande più frequenti raccolte per spiegare in modo chiaro e accessibile le fasi della costruzione del Piano di Gestione del rischio di Alluvione e i suoi principali elementi.

Che cos’è il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni?

A cosa serve?

Come è fatto?

Quali e quanti Piani di Gestione del Rischio Alluvioni interessano il territorio dell’Emilia-Romagna?

Chi lo ha scritto?

Dove posso trovare il piano pubblicato?

Sono un cittadino, come entra nella mia vita questo piano?

Sono un amministratore pubblico, cosa cambia per me con questo piano?

Come faccio per sapere se la mia casa, la scuola dei miei figli, ecc. sono in posizione rischiosa?

Come posso far sapere la mia opinione a chi gestisce il Piano?

Posso dare un contributo pratico a realizzare il Piano?

Come consultare il P.G.R.A.?

È possibile proporre modifiche e aggiornamenti alle mappe della pericolosità di cui al PGRA? Chi può farlo?

In caso siano disponibili approfondimenti idraulici nell'ambito dell'aggiornamento di piani urbanistici o di interventi urbanistici privati, è previsto un aggiornamento delle relative mappe di pericolosità del PGRA?  In che tempi e con quale procedura?

Se un intervento proposto a finanziamento (statale o regionale) ha un effetto positivo sulla riduzione del rischio idraulico e della mappatura delle aree allagate di cui al PGRA, ci sono possibilità di incidere sui relativi finanziamenti attraverso le attività del PGRA?

Qual è il rapporto tra la programmazione regionale degli interventi e il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni?

In quale misura e con quale modalità il quadro conoscitivo del PGRA deve essere riportato nel PTAV e nei PUG comunali?

Quali benefici e innovazioni ha portato il PGRA nel campo della pianificazione urbanistica di livello comunale?

Il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni ha effettivamente portato benefici in termini di aggiornamento della pianificazione di emergenza di livello comunale?

Come assumono cogenza normativa le condizioni di pericolosità/rischio del PGRA adeguato e aggiornato?
  

 

 

Che cos’è il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni?

Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (P.G.R.A.) è un nuovo strumento di pianificazione previsto nella legislazione comunitaria dalla Direttiva 2007/60/CE, relativo alla valutazione efficace e alla gestione sostenibile del rischio di alluvioni.

La Direttiva ha terminato il suo secondo ciclo di pianificazione nel dicembre 2021, con l’adozione del secondo P.G.R.A., ed è ora entrata nel secondo ciclo di attuazione sessennale (2022-2027).

A cosa serve?

Il P.G.R.A. si propone come obiettivo generale la riduzione delle conseguenze negative delle alluvioni, causate dai corsi d’acqua naturali, dai canali e dal mare, sulla vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, le attività economiche e le infrastrutture, attraverso specifiche misure applicate nelle aree inondabili, individuate nelle mappe di pericolosità e di rischio di alluvioni, parte integrante del Piano.

Tali misure si distinguono in 4 categorie e riguardano tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni: prevenzione, protezione, preparazione, risposta all’emergenza e ritorno alla normalità.

Il Piano si prefigge anche una gestione dell’ambiente fluviale che coniughi gli obiettivi di sicurezza idraulica con quelli ambientali e di qualità delle acque, secondo quanto stabilito dalla Direttiva 2000/60/CE.

Come è fatto?

Il P.G.R.A. è un documento complesso e articolato in 2 parti principali:

  • Parte A relativa alla pianificazione a medio-lungo termine (tempo differito), che contiene misure di prevenzione (azioni e regole di governo del territorio e di uso del suolo, approfondimento delle conoscenze…) e di protezione (opere di difesa, casse di espansione, manutenzione e gestione dei corsi d’acqua e della fascia costiera...);
  • Parte B relativa all’attività di pianificazione e gestione dell’emergenza (tempo reale), che contiene misure di preparazione (piani di protezione civile, modelli di previsione e allertamento, informazione e formazione della popolazione…) e di risposta all’emergenza e ritorno alla normalità (ripristino delle condizioni pre-evento, supporto medico-psicologico…).

Nei PGRA di seconda generazione, adottati in dicembre 2021, le misure sono articolate e specificate con riferimento alle Aree a Rischio Potenziale Significativo (APSFR), Unità territoriali di gestione del rischio dove le condizioni di rischio potenziale di alluvione sono particolarmente significative e per le quali è necessaria una gestione specifica del rischio (Art. 5, paragrafo 1 della Direttiva 2007/60/CE). Sono parte integrante del Piano anche le Mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni e le mappe dei tiranti idrici e delle velocità, quando disponibili.

Quali e quanti Piani di Gestione del Rischio Alluvioni interessano il territorio dell’Emilia-Romagna?

Il territorio dell’Emilia-Romagna ricade in 2 differenti distretti idrografici:

  • del fiume Po (quasi totalità del territorio)
  • dell’Appennino Centrale (riguarda solo 19 kmq dell’area delle sorgenti del Tevere, in Provincia di Forlì-Cesena, e di alcune porzioni della Provincia di Rimini).

Per questo motivo i nuovi Piani adottati nel dicembre 2021 che hanno effetto sul territorio regionale a partire dal 2022 sono due:

-    Piano per la valutazione e la gestione del rischio di alluvioni del distretto del fiume Po (bacino del Po e suoi affluenti, bacini del Reno, del Marecchia – Conca e altri bacini regionali romagnoli);

-    Piano di gestione del rischio di alluvioni del distretto dell’Appennino Centrale (sorgenti del Tevere e ulteriori porzioni di territorio ricadenti nei Comuni di Verghereto, Mondaino, Montecopiolo e Saludecio).

Chi lo ha scritto?

Il P.G.R.A. è stato elaborato per ogni distretto idrografico attraverso il coordinamento tra le Autorità di Bacino distrettuali, le Regioni, l’Agenzia Regionale per la Sicurezza territoriale e la protezione civile e le Autorità idrauliche competenti, con il supporto del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Un importante supporto è stato fornito dai Consorzi di Bonifica.

Dove posso trovare il piano pubblicato?

I Piani pubblicati in dicembre 2021 sono consultabili sui siti delle Autorità di Bacino distrettuali (nella sezione dedicata) ai seguenti indirizzi:

-    https://pianoalluvioni.adbpo.it/   per il distretto padano;

-    https://www.autoritadistrettoac.it/pianificazione/pianificazione-distrettuale/pgraac

     per il distretto dell’Appennino Centrale.

Ulteriore modalità è quella di visitare la pagina del Portale Ambiente regionale:

https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/suolo-bacino/sezioni/piano-di-gestione-del-rischio-alluvioni

Sono un cittadino, come entra nella mia vita questo piano?

Il P.G.R.A. ha questi effetti positivi:

  • mi permette di sapere se il territorio in cui vivo è a rischio di alluvione, mi rende quindi più consapevole dei rischi che corro e più preparato ad affrontarli;
  • mi permette di conoscere quali sono gli enti competenti e le modalità con cui gestiscono le situazioni di emergenza;
  • i corsi d’acqua naturali ed artificiali ed il mare con cui convivo potranno essere gestiti in modo più sostenibile, integrato e consapevole, a garanzia di una progressiva e durevole riduzione del rischio che mi consentirà di godere di una maggiore tutela della mia salute e di quella dei miei cari, dei miei beni, del mio territorio.

Sono un amministratore pubblico, cosa cambia per me con questo piano?

Il P.G.R.A. mi fornisce:

  • strumenti aggiornati di conoscenza e indirizzi che mi consentono di meglio pianificare la trasformazione, l’uso e la gestione del territorio di mia competenza, ai fini della riduzione del rischio nelle previsioni di aree di espansione urbanistica residenziale e produttiva;
  • strumenti oggettivi per motivare azioni di delocalizzazione di attività residenziali, commerciali e produttive o dinieghi a specifiche richieste;
  • una documentazione completa e omogenea a scala di bacino utile e necessaria per elaborare o aggiornare il Piano di Emergenza Comunale relativo al rischio idraulico e di inondazione marina, fondamentale nella fase di gestione dell’evento.

Come faccio per sapere se la mia casa, la scuola dei miei figli, ecc. sono in posizione rischiosa?

Consulto le Mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni, attraverso la cartografia interattiva Moka DIRETTIVA ALLUVIONI.

Le Mappe permettono di individuare le APSFR, le aree potenzialmente allagabili per i tre scenari presi in esame (alluvioni frequenti, poco frequenti e rare) e i beni potenzialmente esposti presenti (edifici, infrastrutture, attività economiche e sociali, beni culturali, ecc. che possono essere coinvolti da eventi alluvionali).

Come posso far sapere la mia opinione a chi gestisce il Piano?

Posso:

  • partecipare agli eventi di comunicazione e partecipazione organizzati sul territorio dalla Regione e dalle Autorità di Bacino e pubblicizzati sui relativi siti;
  • utilizzare la Piazza SEINONDA di PartecipAzioni (https://partecipazioni.emr.it), nuovo portale regionale della partecipazione, registrandomi per poter avere accesso alla piazza;
  • scrivere direttamente a:
  • direttivaAlluvioni@regione.emilia-romagna.it
  • difesaalluvioni@adbpo.it  (per il distretto padano)
  • segreteria@abtevere.it (per il distretto Appennino Centrale)

Posso dare un contributo pratico a realizzare il Piano?

Sì, dal momento che sono informato dei rischi che corro e posso preparami consapevolmente all’evento, so come comportarmi in modo da contribuire alla sicurezza mia e collettiva, collaborando con le strutture della Protezione Civile, anche nella fase di recupero e ritorno alla normalità.

Posso, inoltre, adoperarmi per rispettare e far rispettare le norme di uso del territorio, stabilite dal Piano e/o dagli altri Piani vigenti e richiamate nel P.G.R.A. stesso.

Come consultare il P.G.R.A.?

Il P.G.R.A. è un Piano complesso e di non semplice lettura, anche perché fa riferimento ad altri Piani vigenti, in particolare i Piani di Assetto Idrogeologico e il Piano di Gestione dei distretti idrografici.

Le parti più importanti del Piano sono quelle relative al quadro conoscitivo (le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni) e all’insieme delle misure da mettere in atto in un arco temporale di sei anni (2022 – 2027) necessarie al raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia della salute umana, dell’ambiente, del patrimonio culturale, delle attività economiche e infrastrutture.

È possibile proporre modifiche e aggiornamenti alle mappe della pericolosità di cui al PGRA? Chi può farlo?

L’aggiornamento delle mappe di pericolosità nelle APSFR di cui al PGRA avviene ogni sei anni, nell’ambito del reporting sessennale alla Commissione europea, ultimo dei quali concluso nel marzo 2022. Le mappe complessive possono essere, tuttavia, aggiornate in relazione al variare della situazione morfologica, ecologica e territoriale dei luoghi ed all’approfondimento degli studi conoscitivi e di monitoraggio, nonché in relazione allo stato di realizzazione delle opere programmate, secondo procedure stabilite a scala di distretto che prevedono che il Segretario Generale approvi con proprio Decreto, ogni qualvolta si renda necessario e previo parere della Conferenza Operativa, le modifiche cartografiche alle perimetrazioni delle aree suddette.

Gli aggiornamenti possono essere proposti da:

  • Autorità di bacino
  • Regione
  • Comuni ed altri Enti
  • Privati
    previo rispetto delle metodologie e procedure indicate dall’Autorità di bacino.

In caso siano disponibili approfondimenti idraulici nell'ambito dell'aggiornamento di piani urbanistici o di interventi urbanistici privati, è previsto un aggiornamento delle relative mappe di pericolosità del PGRA?
In che tempi e con quale procedura?

L’Autorità di bacino con la Deliberazione della Conferenza Istituzionale Permanente (CIP) n. 6 del 20 dicembre 2021 ha modificato le norme del Piano di Assetto Idrogeologico del Po (PAI Po, art. 1 e 18) per individuare procedure più chiare e semplificate di modifica delle mappe del PGRA ad opera dei Comuni nell’ambito delle procedure di formazione e aggiornamento degli strumenti urbanistici, in ambito collinare-montano e ha dato mandato al Segretario Generale di predisporre uno specifico regolamento che preveda che gli aggiornamenti possano essere effettuati dall’Autorità stessa e su istanza delle Regioni e dei Comuni. In particolare, nel caso in cui il Comune voglia intraprendere il percorso di aggiornamento delle mappe del PGRA, si sottolinea l’importanza di attivare una stretta collaborazione con la Regione, avendo quest’ultima il ruolo di verificare tecnicamente la proposta, esprimere l’intesa con atto di Giunta e inviarla all’Autorità di bacino per la prosecuzione dell’iter.

L’art. 5 della Deliberazione 6/2021, inoltre, detta disposizioni per le procedure di aggiornamento del PAI e del PGRA dei bacini regionali e interregionali facenti part del distretto.

I tempi della procedura sono dettati dalla LR 24/2017 e dal periodo necessario per l’avvio e il completamento dell’istruttoria da parte della Regione e da parte dell’Autorità di bacino (Conferenza Operativa, Decreto del Segretario Generale e pubblicazione sul BUR).

Se un intervento proposto a finanziamento (statale o regionale) ha un effetto positivo sulla riduzione del rischio idraulico e della mappatura delle aree allagate di cui al PGRA, ci sono possibilità di incidere sui relativi finanziamenti attraverso le attività del PGRA?

I criteri, le modalità e le procedure per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico sono stabiliti dal DPCM 27 settembre 2021 “Aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell’entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico”.

Le richieste di finanziamento per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico devono essere inserite nel data base on line ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo - ISPRA) a cura delle Regioni territorialmente competenti.

Tra i numerosi criteri indicati per la classificazione regionale dei progetti (tra cui, ad es. Persone a rischio diretto, Riduzione percentuale del numero di persone a rischio, ecc) è presente anche l’”Attuazione di una misura di piano (PAI, PGRA o assimilabili)”.

Qual è il rapporto tra la programmazione regionale degli interventi e il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni?

Sulla base di quanto indicato nel DPCM 27 settembre 2021, l’Autorità di bacino Distrettuale deve esprimere un proprio parere con riferimento alla coerenza dell’intervento inserito nella piattaforma ReNDiS rispetto agli strumenti di pianificazione vigenti (PAI, PGRA, PdG (Piano di Gestione del distretto idrografico)).

L’Autorità valuta anche che dagli elaborati tecnici caricati in ReNDiS risulti che l’opera e/o i suoi effetti ricadano in aree perimetrate nella pianificazione di bacino, oppure in aree comprese negli aggiornamenti in corso della pianificazione di bacino o in aree colpite da eventi calamitosi recenti.

In quale misura e con quale modalità il quadro conoscitivo del PGRA deve essere riportato nel PTAV e nei PUG comunali?

Il quadro conoscitivo dei PGRA, costituito dalle mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni e, laddove disponibili, dalle mappe dei tiranti e delle velocità, così come quello dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) vigenti, costituisce elemento essenziale per indirizzare le scelte di pianificazione dei PTAV (Piano Territoriale di Area Vasta), PTM (Piano Territoriale Metropolitano) e PUG (Piano Urbanistico Generale Comunale) e deve pertanto essere ricompreso nel quadro conoscitivo di tali strumenti (art. 22 della LR 24/2017).

Quali benefici e innovazioni ha portato il PGRA nel campo della pianificazione urbanistica di livello comunale?

Il PGRA ha sicuramente costituito una innovazione positiva nel processo di pianificazione territoriale e urbanistica, mettendo a disposizione nuovi dati inerenti la pericolosità di alluvioni relativa non solo ai corsi d’acqua naturali ma anche alle inondazioni costiere e al reticolo secondario di pianura. Nel corso degli anni alle informazioni relative alla estensione delle aree allagabili secondo diversi scenari di alluvione si sono aggiunti i dati relativi ai tiranti idrici e, in alcuni casi, alle velocità, molto utili per indirizzare le scelte di trasformazione dell’uso del suolo e l’adozione di misure di riduzione della vulnerabilità dei beni esposti.

Il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni ha effettivamente portato benefici in termini di aggiornamento della pianificazione di emergenza di livello comunale?

Il quadro conoscitivo del PGRA fornisce utile supporto all’aggiornamento della pianificazione di emergenza di livello comunale.

Le misure contenute nei PGRA relative al supporto e alla conseguente verifica della Pianificazione di Protezione Civile ai vari livelli istituzionali hanno previsto continue attività finalizzate all’adeguamento dei Piani di Protezione civile in relazione al rischio idraulico e di inondazione marina in accordo con le linee guida regionali per la pianificazione di emergenza DGR 1439/2018. Tutti i Comuni della Regione Emilia-Romagna sono oggi dotati di un Piano di protezione Civile.   Sono in corso le attività di adeguamento della Pianificazione di Protezione Civile in relazione alle nuove Direttive Nazionali.

Come assumono cogenza normativa le condizioni di pericolosità/rischio del PGRA adeguato e aggiornato?

Alle aree a diversa pericolosità individuate nel quadro conoscitivo del PGRA si applicano le norme di cui alle Varianti di coordinamento PAI/PGRA approvate nel 2016 e la DGR 1300/2016.

 

Per richiedere ulteriori informazioni scrivere a:
direttivaAlluvioni@regione.emilia-romagna.it

 

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina