Parchi, foreste e Natura 2000

Fauna

Parco regionale Stirone e Piacenziano

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I mammiferi

Nel parco sono presenti molti dei mammiferi tipici del medio e basso Appennino, per i quali la valle dello Stirone rappresenta un importante corridoio di diffusione dalla montagna verso la pianura. Oltre a specie facilmente osservabili come lepre, riccio e istrice compaiono alcuni predatori molto elusivi come volpe, tasso e faina, la cui presenza è peró rilevabile soprattutto attraverso la ricerca di tracce ed escrementi; soprattutto dopo le piene, sul terreno fangoso non è raro seguire anche per lunghi tratti l'intrecciarsi di impronte di specie diverse. A volte, nascoste tra i cespugli o nel bosco, è possibile osservare anche tane con piú fori di entrata, a qualche metro uno dall'altro, con diametro di circa 20 cm e accumuli di terra davanti all'apertura; sono le tane scavate dal tasso e, una volta abbandonate, possono essere utilizzate anche da altri mammiferi come la volpe.

Gli uccelli dell'ambiente fluviale

GruccioneLe specie ornitiche più caratteristiche del parco sono probabilmente quelle legate agli ambienti del greto. Il gruccione, un uccello dal piumaggio variopinto e vivace (rosso, giallo, verde e azzurro), nidifica nel Parco in grandi colonie, sulle ripide scarpate create dall'attività erosiva del torrente. È una specie migratrice, il cui arrivo è generalmente registrato nella prima decade di maggio; successivamente, ogni singola coppia inizia lo scavo dei nidi, costituiti da una galleria, al termine della quale vengono deposte le uova. Gli accoppiamenti sono osservati nella seconda metà di maggio e le prime nascite nella seconda metà di giugno; la partenza avviene nel mese di settembre. Deve il suo nome al modo un po' impacciato di camminare sul terreno, come se si aiutasse con un paio di grucce. La dieta è costituita da insetti, quali libellule, farfalle diurne, api, vespe, coleotteri, cavallette, che caccia in volo; viene abitualmente osservato sui terreni agricoli circostanti il torrente o sui posatoi, costituiti dalle radici o dalle cime secche di alberi morti, localizzati lungo le sponde in erosione. Essendo la presenza del gruccione una realtà affermata, il Parco attua interventi specifici per assicurarne la conservazione. Un'altra specie dal piumaggio quasi altrettanto colorato, presente tutto l'anno lungo il greto del torrente, è il martin pescatore, che, tuffandosi, cattura piccoli pesci talvolta più lunghi del suo becco. Nel parco sono presenti anche numerose altre specie ornitiche di rilevante interesse, tra le quali sono da ricordare upupa, picchio rosso maggiore, picchio rosso minore, picchio verde, averla piccola, rigogolo e il Biancone (Circaetus gallicus) che da qualche anno, nella parte collinare dell'area protetta, è regolarmente presente, riproducendosi nelle aree boscate più integre.

Anfibi, rettili e pesci

RaganellaL'erpetofauna e l'ittiofauna del parco offrono alcuni motivi di grande interesse.
Tra gli anfibi sono presenti diverse specie relativamente comuni lungo le fasce fluviali del medio e basso Appennino: rane verdi, rana agile, rospo comune, rospo smeraldino, raganella, tritone crestato, tritone alpestre e la testuggine palustre (Emys orbicularis), una delle specie di maggiore interesse conservazionistico dell'area. Tra i rettili, oltre ai piú comuni e diffusi sauri e ofidi, è soprattutto da segnalare una specie piuttosto rara nella nostra regione, di recentissima scoperta all'interno del parco. Si tratta della natrice o biscia viperina (Natrix maura), un colubride largamente diffuso dall'Africa settentrionale all'Europa occidentale. Fino a pochi anni fa questa interessante biscia d'acqua, che puó raggiungere una lunghezza massima di quasi un metro e possiede una colorazione simile a quella delle vipere, sembrava diffusa in Italia limitatamente alla Liguria, al Piemonte meridionale e alla Sardegna. Recentemente è peró stata scoperta in alcune località dell'Emilia occidentale, dove appare strettamente legata all'ambiente dei corsi d'acqua. In effetti si tratta di una specie in maggior misura dipendente dall'acqua rispetto alla piú comune e diffusa biscia dal collare: la sua alimentazione è infatti costituita in prevalenza da anfibi e pesci. Il ritrovamento della biscia viperina in Emilia è con ogni probabilità da mettere in relazione a un'espansione verso est dell'areale di questa specie. Lo Stirone ospita anche un popolamento ittico piuttosto consistente: nelle sue acque sono presenti i ciprinidi come cavedano, lasca, barbo comune e alborella; particolarmente abbondanti sembrano inoltre le popolazioni di cobite e ghiozzo padano, due specie assai ben adattate a vivere nell'ambiente di fondo. 

Fauna del SIC IT4010008 "Castell'Arquato, Lugagnano Val d’Arda"

Succiacapre

Come diretta conseguenza di questa grande varietà di habitat tra loro contigui, il SIC IT4010008 possiede un ricco ed interessante popolamento vertebratologico costituito da almeno 92 specie di uccelli (di cui 80 nidificanti) e da almeno 40 specie di mammiferi, 8 di rettili e 3 di anfibi.
Le specie di uccelli di interesse comunitario che frequentano il sito sono rappresentate dal succiacapre (Caprimulgus europaeus), dall’albanella minore (Circus pygargus), dal falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), dal falco pellegrino (Falco peregrinus), dall’averla piccola  (Lanius collurio), dall’ortolano (Emberiza ortolana) e dalla totavilla (Lullula arborea) mentre l’albanella reale (Circus cyaneus,) e lo smeriglio (Falco columbarius) vi svernano . A questi si associano il lodolaio (Falco subbuteo), il barbagianni  (Tyto alba), l’assiolo (Otus scops) il picchio minore (Picoides minor) e lo zigolo giallo (Emberiza citrinella), tutte specie d’interesse conservazionistico regionale ed altre interessanti specie tra cui la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), lo sparviero (Accipiter nisus), la civetta (Athene noctua), l’allocco (Strix aluco), il gufo comune (Asio otus), il rondone alpino (Apus melba), il picchio rosso maggiore (Picoides maior), il picchio verde (Picoides viridis), Columba palumbus, Oriolus oriolus, Saxicola torquata, Muscicapa striata, Sylvia cantillans, Sylvia communis, Sylvia atricapilla, Sitta europea, Phylloscopus bonelli, Troglodytes troglodytes ed Emberiza cirlus.
La compresenza di prati aridi, boschi maturi, gallerie e pareti ricche di fenditure ha inoltre favorito l’instaurarsi di una ricca comunità chirotterologica, tra le più differenziate in ambito regionale, costituita da 7 specie di interesse comunitario (Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum, Miniopterus schreibersii, Myotis bechsteini, Myotis blythii, Myotis emarginatus, Myotis myiotis), da 6 specie di interesse conservazionistico regionale (Myotis daubertoni, Myiotis nattereri, Hypsugo savii, Nyctalus noctula, Plecotus austriacus e Tadarida teniotis) e da altre specie di minore interesse conservazionistico locale (Myotis mystacinus, Pipistrellus kuhlii..).
Numerosi altri di mammiferi di interesse comunitario popolano l’areale del SIC e, tra queste, l’istrice (Hystrix cristata), il moscardino (Muscradinus avellanrius), l’arvicola di Savi (Microtus savii, d’interesse conservazionistico regionale), il riccio (Erinaceus europaeus), la crocidura minore (Crocidura suaveolens), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), il tasso (Meles meles), la faina (Martes foina), la puzzola (Mustela putorius), la volpe (Vulpes vulpes), il capriolo (Capreolus capreolus)  e l’incontenibile cinghiale (Sus scrofa).
Tra i rettili è stata accertata la presenza del biacco (Coluber viridiflavus), della coronella (Coronella austriaca), del saettone (Elaphe longissima), della vipera (Vipera aspis), dell’orbettino (Anguis fragilis), e di numerose lucertole (Lacerta viridis, Podarcis muralis e Podaciris sicula). Alcune pozze alimentate da piccole sorgenti perenni offrono inoltre rifugio a piccole popolazioni di anfibi di interesse comunitario, come il tritone (Triturus canifex), e consentono la riproduzione della rana dalmatina (Rana dalmatina) e del rospo (Bufo bufo).
Le compagini forestali a Quercus spp. e a C. sativa, per quanto minacciate dall’espansione di R. pseudoacacia, godono ancora di un livello di conservazione tale da consentire l’esistenza di una consistente popolazione del cervo volante (Lucanus cervus) e del cerambice Cerambyx cerdo, due coleotteri di interesse comunitario.

 

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ultima modifica 2013-11-13T18:08:00+02:00
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