Parchi, foreste e Natura 2000

Mnemosine

Mnemosine (foto: S.Piccolo)Ordine: Lepidoptera - Famiglia: Papilionidae

Parnassius mnemosyne (Linnaeus, 1758)

Geonemia: P. mnemosyne è una specie a gravitazione centroasiatico-europea con limite occidentale costituito dai Pirenei. Generalmente lo si riscontra in aree montuose fino ai 2300 m di quota, anche se nella parte più settentrionale del suo areale lo si può trovare a quote collinari o pianeggianti. In Italia è presente nella catena alpina, lungo tutta la dorsale appenninica ed in Sicilia.

Caratteri distintivi: Apertura alare 45-60 mm. Colorazione di fondo bianca con venature nere. Ali anteriori con due macchie nere e bordo ialino, ali posteriori spolverate di scuro sul margine interno e vicino questo. Femmine generalmente più grandi dei maschi, con disegni neri più marcati e soffusione scura più estesa. Si riconosce agevolmente dall’apollo per la mancanza degli ocelli rossi.

Habitat: Le aree frequentate dal mnemosine, talvolta molto esigue come superficie, sono strettamente legate alla presenza delle piante ospiti delle larve, costituite da fumariacee appartenenti al genere Corydalis. Di solito lo si riscontra in pascoli, radure di faggete e aree fresche e umide con una vegetazione arbustiva rada, ad altitudini comprese tra i 1000 e i 1500 m.

Biologia: Presenta una sola generazione annuale con sfarfallamento degli adulti nel mese di giugno e con individui logori presenti anche in luglio. Il grosso dei maschi emerge con un anticipo di alcuni giorni rispetto alle femmine. Al momento della comparsa degli adulti la pianta nutrice delle larve non è ancora presente, per cui le femmine depongono le uova attaccate a fili d’erba o su materiale vegetale secco presente sul terreno. Si pensa che esse posseggano, tramite l’olfatto, la capacità di trovare la posizione sotto terra dei bulbi della pianta ospite. Al momento della schiusa quindi le giovani larve si troveranno nelle vicinanze della pianta, per cui non avranno difficoltà a rilevarne la posizione e iniziare a nutrirsi. Si nutrono di Corydalis lutea, C. solida e C. cava. Il bruco si incrisalida nel terreno in un bozzolo di fili radi. Come l’apollo, anche i maschi di mnemosine appongono, nel corso della copula, lo sphragis sull’addome della femmina onde evitare che essa possa accoppiarsi con altri conspecifici.

Distribuzione e status in regione: Distribuito in modo discontinuo lungo la catena appenninica dal parmense alla Romagna. Localmente comune negli ambienti di volo come ad esempio in alcune aree situate nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. La specie è comunque vulnerabile per gli ambienti di volo ristretti e la scarsa capacità di dispersione.

Curiosità : La sottospecie guccinii, descritta su esemplari provenienti dal parmense, è stata dedicata al celebre cantautore modenese-bolognese (Francesco Guccini) che in seguito ha preso spunto da questo, per dare il titolo ad un suo album: Parnassius Guccinii!!

Note tassonomiche: Come per altre specie del genere Parnassius anche per il mnemosine sono state descritte numerose razze e sottospecie non sempre accettate. Secondo la bibliografia, in Emilia-Romagna sono presenti due sottospecie: guccinii Sala & Bollino descritta per esemplari provenienti dal parmense e schawerdae Bryk per le popolazioni presenti tra il modenese e la Romagna.

Interesse conservazionistico: La specie è inclusa nell’Allegato IV (specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa) della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Lo mnemosine è inoltre incluso nell’Appendice II della Convenzione di Berna fra le specie di invertebrati strettamente protette. E’ una specie considerata vulnerabile e bioindicatrice. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”.

Fattori di minaccia: Le cause di minaccia per questa specie sono principalmente riconducibili alla riduzione dei pascoli e delle radure dovuta alla creazione di rimboschimenti artificiali serrati o alla chiusura delle stesse dovute all’avanzare di aree arbustive e boschetti. Un altro fattore di minaccia da non sottovalutare è costituito dalla notevole presenza in alcune aree di cinghiali che, con la loro azione di scavo alla ricerca di cibo, mettono in serio pericolo la presenza del mnemosine in quanto si nutrono di diversi bulbi fra i quali quelli della sua pianta ospite (Corydalis spp.).

Misure per la conservazione: Il mantenimento di aree aperte è basilare per la sopravvivenza di questa specie che diversamente dall’apollo, frequenta stazioni più basse di quota e quindi ancora più a rischio dal punto di vista del mantenimento dell’habitat. Anche l’eccessiva presenza di cinghiali andrebbe gestita in modo oculato al fine di contenere i danni ambientali provocati da questi ungulati.


Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.  

 

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ultima modifica 2012-11-02T13:01:00+01:00
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