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Pterostico di Bucciarelli

Pterostico di Bucciarelli (foto: R.Anderson)Ordine: Coleoptera - Famiglia: Carabidae
 

Stomis bucciarellii Pesarini, 1979

Geonemia: Specie endemica dell’Appennino settentrionale in particolare dell’Emilia-Romagna e solo marginalmente della Lombardia.

Caratteri distintivi: Coleottero carabide della sottofamiglia Pterostichinae, di piccole dimensioni con lunghezza pari a 5,9-7,2 mm. Il corpo è lucido e color nocciola o marrone scuro con le zampe e le antenne rossicce. Il protorace ha lati moderatamente arcuati che in addietro diventano sinuosi. Le elitre sono subparallele con strie robuste e con punteggiatura del fondo distinta. Le ali sono fortemente ridotte. Il capo è munito di due mandibole molto lunghe, taglienti e falciformi.
Una specie simile con cui a volte convive è Stomis pumicatus (Panzer, 1796), da cui si distingue esternamente principalmente per i solchi frontali della testa diritti ed alquanto incisi; in S. pumicatus i solchi sono per contro distintamente arcuati a lira e più superficiali.

Habitat: Specie principalmente di ambienti calanchivi, umidi per un certo periodo dell’anno, nota anche di una zona umida paludosa in pianura, di un bosco preappenninico e di ambienti boscati freschi su substrato gessoso. In collina nei calanchi raggiunge i 400 m di quota.

Biologia: Il suo ciclo biologico è poco conosciuto. Il pterostico di Bucciarellii è specie igrofila specializzata, legata soprattutto ai calanchi argillosi ma anche a boschi e paludi con substrato argilloso. Vive in terreni argillosi infossato tra le crepe e le fessurazioni dell’argilla. è un predatore generalista sia da adulto che da larva, caccia invertebrati nel terreno ed ha attività notturna. Il periodo di attività degli adulti va da inizio primavera all’autunno, con una probabile diapausa estiva nel periodo più caldo e una invernale nella fase più fredda.

Distribuzione e status in regione: E’ un endemismo appenninico della regione Emilia-Romagna con solo due località note per l’Oltrepò pavese. La specie è segnalata per le province di Piacenza, Parma, Modena, Bologna e Ravenna nei calanchi argillosi del basso Appennino. L’esatta distribuzione regionale non è ancora ben chiara, pare comunque rara e minacciata.

Note tassonomiche: La specie è stata descritta piuttosto recentemente, poco più di trenta anni fa. Fino ad allora veniva confusa con l’affine S. pumicatus, da cui presumibilmente si è differenziata.

Curiosità : Stomis bucciarellii è stato dedicato da Carlo Pesarini all’entomologo milanese Italo Bucciarelli che per primo aveva notato negli esemplari emiliani alcune differenze morfologiche rispetto a S. pumicatus.

Interesse conservazionistico: E’ una specie endemica, prossima ad essere minacciata e bioindicatrice secondo Ruffo & Stoch (2005). Indicatrice di ambienti non antropizzati, a libera evoluzione come i calanchi. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. La specie è localizzata e all’apparenza rara, seppure rinvenuta in varie località. E’ entità vulnerabile.

Fattori di minaccia: Le principali minacce derivano dal degrado degli ambienti calanchivi di buona qualità superstiti a causa della diffusa loro messa a coltura. Spesso le coltivazioni intensive, anche se poste ai margini dei calanchi, influiscono molto negativamente provocando squilibri nell’entomofauna. Altre minacce sono date dall’utilizzo del pirodiserbo, dal disboscamento o dalla ceduazione dei piccoli boschi preappennici, dagli incendi boschivi, dalla piantumazione di conifere e dal grufolamento dei cinghiali.

Misure per la conservazione: Occorre prima di tutto conoscere bene la distribuzione attuale della specie e la consistenza delle popolazioni e successivamente tutelare in maniera integrale i calanchi, vietando l’estendersi dell’agricoltura, soprattutto delle colture di vite e albicocco. E’ necessario vigilare anche sugli incendi ed il pirodiserbo, riconvertire i cedui a boschi con piante ad alto fusto, controllare l’eccessiva presenza dei cinghiali.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.

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ultima modifica 2012-05-28T18:20:00+01:00
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