Parchi, foreste e Natura 2000

Ferretto arancio

Ferretto arancio (foto: S.Krejcic)

Ordine: Coleoptera - Famiglia: Elateridae
 

Elater ferrugineus Linnaeus, 1758

Geonemia: Distribuzione europeo-mediterranea. In Italia presente nelle regioni del nord e in Toscana, Marche, Lazio, Basilicata e Calabria.

Caratteri distintivi: Lunghezza compresa tra 17 e 25 mm. E’ caratteristico ed è uno dei più grandi Elateridi italiani. Adulto con pronoto ed elitre arancio, con fine pubescenza giallastra, capo, antenne e scutello neri e zampe brune. Antenne profondamente seghettate.

Biologia: E’ specie predatrice. Le larve vivono nel legno e sono predatrici di larve di altri Coleotteri, soprattutto grossi Cetonidi (Osmoderma, Gnorimus, Potosia e Cetonia) che si sviluppano nel legno cariato di latifoglie. Gli adulti attivi in giugno-agosto, hanno costumi crepuscolari e sono attirati dalle sostanze zuccherine.

Habitat: Vive all’interno dei tronchi cavi e cariati di alberi grandi e vecchi in boschi di latifoglie e nei grandi parchi anche cittadini. Presente dalla pianura alla media montagna (800 m).

Distribuzione e status in regione: Segnalata nella regione Emilia-Romagna di tutte le province tranne quella di Modena. E’ specie vulnerabile e in rarefazione.

Note tassonomiche: Sono state descritte alcune varietà cromatiche per il pronoto nero o nero-bruno o per le elitre bruno-nerastre.

Curiosità : Come gli altri Elateridi, quando presi in mano o cadono supini sul terreno, sono in grado di spiccare dei balzi per rimettersi nella posizione normale e di emettere contemporaneamente un rumore secco. Sono per questo chiamati “click-beetles” dagli inglesi. La capacità di saltare è data da particolari strutture toraciche. Questo comportamento è un meccanismo di difesa per sottrarsi da eventuali predatori mediante uno spostamento rapidissimo e simultaneamente di creare un attimo di panico mediante l’emissione del rumore secco.

Interesse conservazionistico: Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. E’ specie interessante come bioindicatore.

Fattori di minaccia: Taglio e rimozione dei singoli vecchi alberi cariati presenti in alberature, parchi e boschi e dei vecchi salici e pioppi capitozzati dei filari di vite.

Misure per la conservazione: è un bioindicatore della qualità e maturità dell’ambiente boschivo, della presenza di vecchi alberi di latifoglie vivi e della ricchezza biologica delle cavità degli alberi. è specie caratteristica, vulnerabile e in forte rarefazione per la scomparsa dei suoi ambienti di vita. Siccome gli alberi cavi sono sempre più rari per preservare le popolazioni è necessario adottare tecniche per conservare anche singoli vecchi alberi cariati presenti in alberature e boschi e i vecchi salici e pioppi capitozzati dei filari di vite, lasciando comunque in piedi, dove possibile, i tronchi degli alberi vivi ma malandati. Sono da evitare interventi di cura dei grandi alberi presenti nei parchi e boschi

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.

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ultima modifica 2012-10-16T12:34:00+02:00
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