Parchi, foreste e Natura 2000

IT4050011 - ZSC - Media Valle del Sillaro

Superficie: 1108 ettari
Province e Comuni interessati: BOLOGNA (Monterenzio)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4050011 (pdf175.99 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna      

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf97.92 KB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf7.35 MB)

Piano di Gestione (pdf22.5 MB)

Descrizione e caratteristiche

Margine con siepe di biancospino. Foto Ivano Togni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003   Il sito include una zona “disabitata” della fascia collinare in sinistra Sillaro fra le due traverse S.Clemente-Monterenzio a valle e Sasso Nero-Bisano a monte, sull’Appennino bolognese, presso il confine con la “Romagna fitogeografica zangheriana”. Il substrato geologico è costituito da argille scagliose, con frequenti formazioni calanchive e vasti dossi tondeggianti localmente punteggiati di frammenti rocciosi alloctoni calcarei o arenacei. Dal Sillaro al largo spartiacque con l’Idice, l’esteso versante - sempre compreso tra i 200 e i 500 m s.l.m. - assume i contorni di un antico paesaggio rurale permeato dall’alternanza di ex coltivi e pascoli. Il contesto non è aspro, anche se prevalgono generali condizioni di aridità, e presenta gradevoli mosaicature di magri pascoli (25%) e macchie di ginepro dalle svelte sagome (30%), boscaglie e boschi di Roverella e Carpino con qualche cerreta (15%). Tra una morbida ondulazione e l’altra, l’umidità si ferma più a lungo e la prateria si presenta più fresca e ricca di specie mesofile (10%). Completano il quadro gli affioramenti rocciosi a tratti litoidi ma prevalentemente argillosi delle formazioni calanchive, le ghiaie nel letto del Sillaro, punteggiate di rada, apparentemente stentata vegetazione e pochi coltivi a carattere estensivo, gli ultimi di una zona che, dopo un lunga, progressiva fase di abbandono, può dirsi oggi del tutto “rinselvatichita” (oppure, più propriamente, “rinaturalizzata”). Quindici habitat d’interesse comunitario, dei quali uno prioritario, coprono oltre un terzo della superficie del sito, in particolare con una importante e variegata serie di praterie e arbusteti termofili. 

Vegetazione

Prateria con ginepro. Foto Elena Ferrari, archivio Parco Storico Monte SoleLa collocazione biogeografica del sito, in ambito collinare di transizione fra la “calda” Romagna e il “continentale” Bolognese, traspare dalle numerose presenze mediterranee (esemplificate dal Ginepro rosso Juniperus oxycedrus var. rufescens qui al suo limite occidentale in regione) che caratterizzano un contesto chiaramente termo-xerofilo peraltro reso problematico da specializzazioni legate al caotico eterogeneo delle argille scagliose, come testimonia la rara, piccola camefita chenopodiacea Camphorosma monspeliaca, a queste strettamente legata. L’ambiente argilloso calanchivo è adatto anche alla presenza delle rare (e poco conosciute) Plantago maritima e Ononis masquillierii. Gli arbusteti di Ginepro, su brachipodieti o xerobrometi, sono una delle caratteristiche salienti del sito, con Sanguinella, ginestre e specie dei Prunetalia oppure Pyracantha coccinea, Cotynus coggygria, Hippophae rhamnoides, Leccio (un bel macchione occhieggia in sinistra del Rio Grande), Elicriso e Ginepro rosso nelle plaghe più assolate. Il carattere mediterraneo è confermato dalla interessante presenza, tra le più occidentali in regione, di Phyllirea latifolia e Osyris alba. Boscaglie e boschi di Roverella e Orniello, con Carpino nero e Cerro che appare talora dominante, sono trattati a ceduo e rappresentano l’espressione più evoluta di un ambiente spesso difficile. Strisce di vegetazione ripariale a volte boschiva costeggiano il Sillaro, con salici, pioppi e qualche Ontano nero. Il corrispondente quadrante del censimento della flora protetta regionale riporta la ragguardevole cifra di 36 specie, tra le quali il Dittamo (Dyctamus albus). Praterie e margini ecotonali favoriscono la presenza di numerose orchidee, tra le quali si citano Himantoglossum adriaticum, Orchis coriophora, Serapias neglecta, Serapias lingua e S. vomeracea.

Fauna

Luscengola (Chalcides chalcides). Foto Guglielmo Stagni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003Per quanto riguarda l’avifauna, sono nidificanti Ortolano e Averla piccola. E’ riportata la presenza di Biancone (Circaetus gallicus) rapace con dieta specializzata su rettili, in particolare ofidi. Tra gli anfibi sono segnalati Tritone crestato e Ululone appenninico (Bombina pachypus); è inoltre presente Rana italica, endemismo appenninico. Tra i Rettili sono presenti il Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus) e la Luscengola (Chalcides chalcides).I pesci contano cinque specie di interesse comunitario: Barbo canino, Barbo, Lasca, Cobite comune, Vairone. Il campionamento col bat-detector ha evidenziato 7 specie di chirotteri dal forestale barbastello al grande vespertilio Myotis myotis. La ricca fauna ittica del torrente Sillaro comprende anche Padogobius martensii. Per quanto concerne gli Invertebrati, sono presenti quattro specie d’interesse comunitario: Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), due Coleotteri legati agli ambienti forestali e con resti di alberi marcescenti (Lucanus cervus, Cerambix cerdo), il Lepidottero Euplagia quadripunctaria.

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf7.32 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2019-06-10T12:41:06+02:00
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