Parchi, foreste e Natura 2000

IT4020024 - ZPS - San Genesio

Superficie: 277 ettari
Province e Comuni interessati: PARMA (Fontanellato, San Secondo Parmense)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4020024 (pdf297.47 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna    

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf255.93 KB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf2.63 MB) 

Descrizione e caratteristiche

Natrice tassellata (Natrix tessellata). Foto Guglielmo Stagni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003Individuato nelle campagne di San Secondo Parmense, bassa pianura parmense a ovest del basso Taro e a sud dei Prati di Frescarolo e Samboseto, il sito è caratterizzato dalla presenza di due laghi derivanti dal ripristino naturalistico di vecchie cave e di alcuni degli ultimi residui di prati epifiti permanenti (prati stabili) della provincia di Parma, alcuni dei quali hanno un’età di oltre un secolo.
Il sito si estende in direzione N-S su antiche alluvioni del Taro; una di queste seppellì il primo impianto della Pieve di San Genesio, uno degli edifici romanici più antichi e importanti della bassa parmense, che si trova sul margine orientale del sito in ambiente integro, ancora immerso cioè nel suo contesto rurale originario. Importanti sono infatti anche i resti dei filari di alberi che delimitavano gli appezzamenti di terra e che sono costituiti essenzialmente da gelsi (in particolare Morus alba) e da specie delle associazioni del querco-carpineto tipiche dell’antica foresta planiziale (farnia, olmo), spesso ridotte ad un unico esemplare e sede di nidificazione di numerosi uccelli. Si tratta di agrocenosi particolarmente varia e multifunzionale, soprattutto se confrontata ai paesaggi a monocolture tipici della Pianura Padana, molto frequentata dall’avifauna. E’ in particolare sede di nidificazione del Falco Cuculo (Falco vespertinus), avvistato in non meno di 15 esemplari tra adulti e subadulti, in zona insolitamente occidentale per la specie. In questa zona nidificano le averle (Lanius minor e L. collurio) e, inoltre, una massiccia percentuale di tutti gli uccelli presenti è rappresentata dai predatori, all’apice delle catene trofiche e pertanto maggiormente vulnerabili alle modificazioni ambientali. L’affioramento di falda lo rende un ambiente piuttosto vulnerabile: l’inadeguata manutenzione del canale di bonifica, l’inquinamento delle acque dei laghi e la trasformazione dei prati stabili, oggi ancora mantenuti in forma estensiva in particolare tramite fertilizzazione operata unicamente con concime naturale, costituiscono le maggiori fonti di rischio di gravi alterazioni.
Il contesto agricolo largamente dominante rende “rari” e ancor più preziosi i pochi ettari (meno di 20) che contengono habitat d’interesse comunitario: si tratta di quattro tipi, uno di bosco ripariale a pioppi e salici (92A0), uno di vegetazione perenne galleggiante e fluttuante del 3150, e due di prateria da termoxerofitica del 6210 a umida, igrofitica, del 6410.  

Vegetazione

La zona umida ospita una comunità vegetale idrofitica piuttosto semplificata con Potamogeton natans e Myriophyllum spicatum, tuttavia manca oltre ad un elenco floristico completo anche una percezione dell’evoluzione ecosistemica della vegetazione idrofitica e di ciò che resta di vegetazione naturale in un contesto di colture estensive tradizionali prative là dove agli originari boschi e paludi si erano lentamente sovrapposti molini, pievi e comunità rurali sin da tempi molto antichi. E' presente qualche specie di pregio nell'ambito delle pleustofite come Rorippa amphibia e Lemna minor, oltre a igrofite e idrofite di interesse conservazionistico, come Leucojum aestivum e Crocus biflorus, nonchè elofite e geofite in grado di popolare argini e stazioni asciutte, come le orchidee Orchis tridentata e Ophrys sphegodes.

Fauna

Stante la mancanza di una dettagliata checklist faunistica della zona (l'ambiente dei fossi e di alcune zone umide favorisce la presenza di anfibi e rettili quali la biscia tassellata Natrix tessellata), sono gli uccelli i protagonisti del sito con numerose specie nidificanti. Oltre ai già citati falco cuculo e averle, sono segnalati Ardeidi, Anatidi e Rallidi, oltre ai tipicamente praticoli (e limicoli) Caradridi, Scolopacidi, Motacillidi. Tra le specie avvistate di maggior pregio si ricordano le cicogne bianca e nera, il mignattaio, voltolini, pivieri, il combattente, alcuni laridi, in particolare sterne, chiurlo, pantana, e tra i tanti predatori, molti rapaci diurni e notturni (in particolare falchi, albanelle e l’elusivo succiacapre).  Se per i mammiferi mancano informazioni sui chirotteri (presenti certamente Puzzola e Toporagno appenninico), per gli invertebrati campeggia la specie di interesse comunitario Licena delle paludi (Lycaena dispar), lepidottero di interesse comunitario incluso nell’Allegato II della Direttiva Habitat, legato alla vegetazione delle zone umide. Sono segnalate, inoltre, due libellule: Calopterix splendens, legata ad acque correnti, e Sympetrum depressiusculum, le cui larve si sviluppano in raccolte d’acqua stagnante di pianura, anche temporanee, in lanche, paludi e risaie.

Per saperne di più

Flora piacentina

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf3.96 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2019-04-02T14:00:14+01:00
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