Geologia, suoli e sismica

L'Area Geologia suoli e sismica supporta le politiche regionali collegate all’ambiente e alla pianificazione territoriale, soprattutto attraverso la produzione di sistemi informativi territoriali e di cartografie geologiche, pedologiche e geo-tematiche. Nel campo della riduzione del rischio sismico e del monitoraggio strategico di alcuni rischi naturali come mareggiate e frane, si pone l'obiettivo di mitigarne gli impatti sul territorio e sulla popolazione. Inoltre lavora per identificare e studiare le risorse naturali come acque, suoli, energia geotermica, risorse minerali

03 - I suoli dell'Emilia-Romagna

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Trascrizione

I suoli dell'Emilia Romagna
Il suolo è il risultato di un lungo processo di trasformazione che dipende dalle condizioni ambientali del luogo in cui esso si forma, ossia dal tipo di roccia, dal clima, dall’esposizione e dalla vegetazione; questo fa sì che i suoli rispecchino la variabilità di ambienti che a loro volta identificano dei paesaggi. I paesaggi dell’Emilia-Romagna possono essere raccontati riconoscendo otto grandi ambienti in cui sono presenti gruppi di suoli differenti per origine, profondità, fertilità. Nelle quattro vetrine si possono osservare le foto dei profili dei suoli più tipici di ciascun ambiente, e i relativi campioni.
Nelle alte e medie montagne dell’Appennino, a sud, si conservano i suoli che possiamo definire naturali in base all’uso, ossia meno impattati dall’uomo. Supportano la vegetazione tipica degli ambienti di alta quota, praterie, brughiere e boschi. Sono suoli in cui gli orizzonti superficiali sono ben differenziati dai sottostanti. Nei primi 10 cm, ricchi di sostanza organica, si concentra la maggior parte dell’attività biologica e della biodiversità del suolo.
Nei paesaggi più dolci del basso appennino e del margine, splendido balcone morfologico che si affaccia sulla pianura, troviamo suoli molti differenti. Nel basso appennino, l’uso agricolo prende il sopravvento rendendo il suolo estremamente vulnerabile all’erosione per azione dell’acqua piovana, i suoli risultano poco sviluppati e poco fertili. Sul margine, si conservano invece i suoli più antichi della nostra regione, caratterizzati da un intenso colore rosso dovuto alla mobilizzazione dei carbonati e delle particelle argillose e alla concentrazione degli ossidi di ferro e manganese.
I corsi d’acqua che scendono dagli Appennini hanno originato la pianura emiliano-romagnola, depositando il loro carico di sedimenti e determinando l’attuale morfologia. La pianura che noi calpestiamo è costituita da un’alternanza di dossi (caratterizzati da sedimenti più grossolani) e di valli (sedimenti più fini). Questi ambienti sono colonizzati dall’uomo fin dall’antichità ed è qui oggi che è più evidente la competizione tra l’uso agricolo e il consumo di suolo per il diffondersi degli insediamenti urbani e produttivi. Nei campioni esposti la presenza di resti di conchiglie testimonia l'origine palustre di questi suoli.
Andando verso il mare, si incontrano due ambienti molto suggestivi: l’antica pianura deltizia, opera del fiume Po, interessata da bonifiche fino alla metà del secolo scorso, e la pianura costiera. Il primo è caratterizzato da suoli torbosi; mentre il secondo, oggi intensamente urbanizzato, conserva localmente relitti di dune sabbiose. In generale, i suoli sabbiosi di questi ambienti si caratterizzano per la gamma di colori che si formano in seguito all’oscillazione della falda: Il ferro assume colori rossastri quando la falda si abbassa e circola aria, assume invece colori grigi quando la terra rimane bagnata per periodi prolungati.
Per avere una visione di insieme dei suoli descritti si consiglia una sosta davanti alla carta delle terre dell’Emilia-Romagna con cui si conclude questa sezione della collezione dedicata al suolo.

Codice per l'incorporamento

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ultima modifica 2023-04-06T13:10:37+02:00
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