Geologia, suoli e sismica

Il monitoraggio dell’acquifero freatico costiero e del cuneo salino in Emilia-Romagna

Alcuni momenti dell’attività di monitoraggio dell’acquifero freatico costiero realizzata dal Dott. Geol. Paolo Severi e le colleghe dell'Area Geologia suoli e sismica della Regione Emilia-Romagna

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Il video riprende alcuni momenti dell’attività di monitoraggio dell’acquifero freatico costiero realizzata da Paolo Severi insieme alle colleghe Marica Landini e Alessandra Aprea (Regione Emilia-Romagna).

Dall’estate del 2009 è stata attivata dall’Area Geologia Suoli e Sismica della Regione Emilia-Romagna una rete di monitoraggio regionale specifica per questo acquifero. La rete, che si estende lungo tutta la costa, è costituita da piezometri la gran parte dei quali sono stati perforati appositamente a cura dei tecnici regionali. L’attenzione su questo acquifero costiero dipende dal fatto che viene captato da pozzi domestici per irrigazione di orti e giardini, e da pozzi produttivi di aziende agricole o strutture turistiche. L’acquifero inoltre intercetta le radici delle piante (pinete, colture agricole), e le acque superficiali dei fiumi e dei canali di bonifica e irrigazione e delle numerose zone umide presenti nella zona settentrionale della costa.

La presenza di acque salate o salmastre nell’acquifero costiero ne diminuisce in modo deciso la possibilità di utilizzo, e laddove le acque risultano salate o salmastre gli usi dell’acquifero sopra menzionati sono pertanto a rischio.

L’ingressione del cuneo salino è dunque un fenomeno che va monitorato accuratamente, perché può danneggiare le colture e mettere a rischio i delicati ecosistemi che rendono il territorio costiero regionale una riserva di biodiversità.

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