Servizi Ecosistemici e risorse idriche, conoscenze per il settore montano (2020).
Esperienze in corso presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli
Migliorare le conoscenze sugli ecosistemi naturali e sui servizi ecosistemici, migliorare la conoscenza su stato qualitativo e quantitativo e uso delle risorse naturali, culturali e dei paesaggi: sono alcune delle azioni trasversali riconosciute dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile che attua l’Agenda 2030, individuata come filo conduttore delle politiche regionali.
Gli strumenti di pianificazione territoriale e di settore, attraverso la formazione dei quadri conoscitivi, diventano mezzi fondamentali per dare concretezza a tali indirizzi, passando dall’ambito dei principi a quello della pratica e dell’attuazione. Tra i dati territoriali disponibili presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, quelli su geologia in rapporto alle risorse naturali della montagna possono dare un contributo (per così dire, maggiormente collaudato) al miglioramento delle conoscenze sulla naturale disponibilità, come pure per l’individuazione dei servizi ecosistemici correlati alle risorse idriche, materia questa per alcuni versi nuova e sperimentale.
Applicando le categorie individuate dal Millennium Ecosystem Assessment (2005), le acque del settore montano forniscono servizi ecosistemici di approvvigionamento (attraverso la disponibilità di risorse di pregio naturale elevato), sostegno alla biodiversità e creazione di habitat naturali (legati alle sorgenti libere o con depositi di travertino), regolazione (contribuendo al mantenimento delle zone umide e del deflusso di magra dei corsi d’acqua); possono inoltre collocarsi in contesti di valore culturale, storico e paesaggistico, dove la presenza delle acque (sovente con peculiari caratteristiche chimiche) ha contribuito alla frequentazione storica dei luoghi.
Un esempio di servizi ecosistemici del passato, offerti dalla risorsa acqua. Il volume del 1763 di Domenico Vandelli, cartografo e studioso modenese, documenta la natura e proprietà dell’”Acqua di Brandola”. Proveniente da una sorgente sulfurea nel comune di Polinago dell’Appennino Modenese, l’Acqua di Brandola fu oggetto di commercio ed esportazione, con un apposito marchio ducale che ne garantiva l’origine.
Viene presentata una
relazione illustrativasu alcune recenti attività del Servizio, dove le conoscenze di nuova acquisizione, derivate dalle collaborazioni con Enti, sono utilizzate per la formazione di cartografie applicative utili all’individuazione dei servizi ecosistemici legati alle acque. Lo scopo è quello di informare e promuovere le collaborazioni con i competenti Servizi regionali e gli Enti coinvolti, data l’importanza che queste applicazioni possono avere anche per il futuro delle aree considerate marginali.