8. Piazza Aldrovandi
Durante il Rinascimento italiano, si assiste a un rinnovato interesse verso gli studi scientifici anche grazie alla riscoperta di testi classici, quali il De rerum natura di Tito Lucrezio Caro e Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, dimenticati durante il medioevo.
Per quanto riguarda le scienze naturali, Ulisse Aldrovandi, (Bologna, 1522 – 1605), naturalista, botanico ed entomologo è un antesignano di questo genere di studi. A lui si deve l’invenzione, nel 1603, del termine geologia (giologia) che compare nell’opera postuma “Giologia ovvero De Fossilibus”.Sebbene ai nostri occhi tutto ciò sembri ovvio e appurato, in quegli anni numerose dispute riguardavano la natura dei fossili. Alcuni li ritenevano semplici scherzi di natura, altri testimoni del diluvio universale, altri ancora manifestazioni della cosiddetta vis vitalis una forza naturale non ben identificata che generava la vita. Aldrovandi riconosce la necessità di affrontare l’argomento in modo sistematico contestualizzandolo con i tipi litologici in cui i fossili venivano rinvenuti
E’ l’inizio della geologia. Piazza Aldrovandi ricorda questo illustre personaggio. Le sue raccolte naturalistiche sono state smembrate ed oggi sono visibili al Museo Capellini, di cui parleremo più avanti, e ai Musei di Palazzo Poggi in cui, in un allestimento settecentesco è presente una sezione specifica a lui dedicata dove sono conservati i suoi reperti e disegni. Questo genere di studi assumeranno in breve un aspetto sempre più sistematico e preciso con interessanti ricadute su medio e lungo termine ad esempio di tipo tecnologico (utilizzo del petrolio) e morale (l’Origine delle Specie di Charles Darwin).