Il territorio dell’Emilia-Romagna è costituito per metà dai rilievi dell’Appennino settentrionale e per l’altra metà, a nord della via Emilia, dalla Pianura Padana e dalla costa adriatica a sud del Po.

La presenza di morfologie estremamente giovani, le evidenze di sollevamenti recenti e la frequente sismicità testimoniano che il processo di strutturazione di questo territorio è tuttora attivo.

Epicentri dei principali terremoti che hanno interessato l’Emilia-Romagna dall’anno 1000 (da Rovida et al., 2022)

L’Emilia-Romagna, pur avendo una pericolosità sismica meno elevata rispetto ad altre aree del territorio nazionale, è comunque soggetta ad una sismicità rilevante e, considerando l’elevata concentrazione di abitanti, attività produttive e beni artistici, nonché la vulnerabilità delle costruzioni, è sicuramente una regione ad alto rischio sismico.

Modello di pericolosità sismica MPS04-S1Pericolosità e microzonazione sismica

Come purtroppo insegna l’esperienza, i terremoti hanno sempre pesanti ricadute sulle attività e lo sviluppo del territorio. In caso di forti terremoti, i tempi di ricostruzione sono dell’ordine dei 5÷10 anni e, in territori intensamente urbanizzati come l’Emilia-Romagna, importanti conseguenze si possono avere anche in caso di terremoti di moderata energia.

La sismicità è dunque un aspetto che condiziona fortemente la gestione del territorio in tutte le sue fasi: dalla programmazione territoriale alla pianificazione urbanistica, dalla prevenzione alla pianificazione delle attività di protezione civile per il superamento delle fasi di emergenza, dalla progettazione alla realizzazione, nonché manutenzione, delle costruzioni, sia ordinarie che strategiche, e delle grandi opere.

Per questi motivi, alla fine degli anni ’90, la Regione ha ritenuto importante avviare una collaborazione con il CNR per sintetizzare le conoscenze geologiche e sismologiche e realizzare una prima cartografia sismotettonica del territorio regionale.

Negli anni successivi molte cose sono successe e nuove conoscenze sono state acquisite. Le reti sismiche sono state implementate, la Pianura Padana e l’Appennino settentrionale sono stati interessati da varie sequenze sismiche e nuovi studi sono stati effettuati. Ciò ha permesso di acquisire una considerevole quantità di nuovi dati e caratterizzare meglio le strutture tettoniche.

Si è quindi ritenuto opportuno, avvalendosi della collaborazione dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, dell’INGV e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, procedere all’aggiornamento della carta pubblicata nel 2004, anche ampliando l’area di studio.

A chi rivolgersi

Area Geologia, suoli e sismica

Luca Martelli

ACQUISIZIONE E ANALISI DEI DATI PER LA VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE RISORSE ENERGETICHE