Geologia, suoli e sismica

L'Area Geologia suoli e sismica supporta le politiche regionali collegate all’ambiente e alla pianificazione territoriale, soprattutto attraverso la produzione di sistemi informativi territoriali e di cartografie geologiche, pedologiche e geo-tematiche. Nel campo della riduzione del rischio sismico e del monitoraggio strategico di alcuni rischi naturali come mareggiate e frane, si pone l'obiettivo di mitigarne gli impatti sul territorio e sulla popolazione. Inoltre lavora per identificare e studiare le risorse naturali come acque, suoli, energia geotermica, risorse minerali

Le pietre viste da vicino

Arenaria

ArenariaLe arenarie sono rocce sedimentarie clastiche formate da piccoli frammenti (clasti) la cui dimensione varia da 2 mm a 1/16 di millimetro. Il minerale prevalente è il quarzo, i cui granuli sono spesso cementati da carbonato di calcio. Arenarie venivano cavate a Bologna dai terreni pliocenici-pleistocenici che affiorano subito fuori le Porte a sud della città (in località dette “alle Grotte”): il materiale era scadente, giallastro, poco cementato e quindi pochissimo durevole. Anche dalle cave poco più distanti di S. Margherita al Colle e di Barbiano provenivano materiali poco cementati e assai friabili. Discreto invece il materiale che si estraeva nelle cave aperte a sud lungo la via Emilia, fin dal medioeva, in località Varignana e quelle più recenti, lungo la valle del Reno, a Sasso Marconi, Monte Mario, Mont’Ovolo e Monte Vigese. Da cave aperte ancora più a sud si estraeva (e si estrae) la Pietra serena di notevole durevolezza. Queste cave si trovavano nei dintorni di Porretta, (Madonna del Ponte, Costa, Puzzola, San Rocco) e a Firenzuola.

Selenite o gesso

Selenite o gessoÈ una roccia evaporitica, originata dalla deposizione di un sale, il gesso (solfato biidrato di calcio), per evaporazione dell’acqua marina. Le formazioni gessose dell’Appennino si formarono durante il Messiniano, periodo geologico risalente a circa 6 milioni di anni fa, quando lo stretto di Gibilterra si chiuse e l’antico Mediterraneo restò isolato dal vicino oceano Atlantico. Il clima torrido di quel periodo portò ad una intensa e rapida evaporazione delle acque, con la formazione di bacini separati, il cui progressivo prosciugamento determinò la deposizione di enormi quantità di sali. Nei bassi fondali che limitavano gli Appennini da poco emersi si depositarono i gessi bolognesi. I depositi prendono il nome di Formazione Gessoso-solfifera miocenica o Vena del Gesso, di cui troviamo tracce lungo l’Appennino sino in Sicilia.

Marmo

MarmoIl marmo è una roccia metamorfica costituita da calcite e/o da dolomite. Il metamorfismo è un complesso fenomeno che avviene quando rocce preesistenti sono trascinate a grandi profondità dove la temperatura e la pressione di carico sono così alte da indurne una completa ricristallizzazione allo stato solido. Questo determina il passaggio di calcari e dolomie a marmi. Tra i marmi italiani famoso è quello di Carrara; tra i marmi greci sono famosi il marmo pario e il marmo cipollino. A Bologna questa pietra è praticamente assente, per le difficoltà relative al trasporto, che avrebbe implicato la circumnavigazione dell’Italia, l’arrivo nel ravennate, il trasferimento dei blocchi su chiatte fluviali e l’approdo a Corticella (o al Porto Navile). I marmi apuani, ma anche quelli greci o africani, giunsero a Bologna solo in epoca imperiale romana. Poi il loro uso cessò del tutto per riprendere poi, molto più tardi, in epoca moderna.

Sienite e diorite

Sienite e dioriteSono rocce simili al granito: magmatiche intrusive sialiche. Diversamente dal granito, dove il quarzo rappresenta il 30-35%, qui è presente in basse percentuali o è assente (<10%). La sienite è formata da ortoclasio, plagioclasi (albite-oligoclasio), pirosseni e/o anfiboli, e quarzo; la diorite da plagioclasi (oligoclasio-andesina), pirosseni e/o anfiboli e quarzo. Si tratta quindi di due rocce mineralogicamente simili la cui differenza fondamentala sta nel rapporto ortoclasio/plagioclasi: nella sienite, i plagioclasi possono essere del tutto assenti; nella diorite è il contenuto di ortoclasio ad approssimarsi allo zero. Molto note sono: la diorite di Vico Canavese, di Brosso e di Traversella e la sienite della Balma provenienti dal Piemonte; la tonalite (varietà di diorite) di Strembo cavata nel Trentino-AltoAdige, a ovest della dalla città di Trento.

Porfido

PorfidoI porfidi quarziferi sono rocce magmatiche effusive: rocce che si formano quando i magmi, a composizione sialica, effondono in superficie attraverso spaccature della crosta terrestre (vulcani). I magmi che fuoriescono perdono i componenti volatili (gas) e si definiscono lave. Le lave si raffreddano velocemente cosicché la cristallizzazione finale risulta assente, o imperfetta come nel caso dei porfidi: si forma una roccia molto compatta dura e durevole, a tipica struttura “porfirica”: grossi cristalli detti fenocristalli formatisi durante la risalita dei magmi, all’interno della crosta terrestre, sono immersi in una pasta di fondo costituita da cristalli di piccolissime dimensioni, che si consolida all’atto del raffreddamento in superficie. I fenocristalli dei porfidi quarziferi sono soprattutto quarzo, ortoclasio, albite e biotite. Famosa è la piattaforma dei porfidi alto-atesini di età permiana, da cui provengono i cubetti utilizzati per lastricare le vie di Bologna.

Trachite

TrachiteÈ una roccia magmatica effusiva acida e alcalina: che, oltre a molta silice, contiene anche molto potassio e sodio. La struttura è porfirica: i fenocristalli, silicati, sono dati soprattutto da una varietà ialina trasparente di ortoclasio, anortoclasio, plagioclasi sodici, pirosseni, anfiboli e biotite. La pasta di fondo è spesso ricca di listelli feldspatici orientati che ricordano lo scorrere della lava. L’aspetto è quello di pietre molto compatte da grigie a giallastre punteggiate da feldspati bianchi. Le trachiti, provenienti dai Colli Euganei, furono ampiamente utilizzate in età romana come basoli per lastricare le strade. È probabile che la trachite che si osserva oggi in numerose strade di Bologna siano un riuso di elementi provenienti da antiche strade romane. Esistono inoltre a Bologna numerosi esempi di steli funerarie di età romana, realizzate utilizzando questa pietra. Oggi le trachiti euganee sono commercializzate come: trachite grigia, trachite giallo venata e trachite varietà “Zavonite”.

Calcare nodulare veronese

Calcare nodulare veroneseÈ noto col nome di Rosso ammonitico o con quello di Rosso Verona che della formazione è il corpo litologico (facies) più caratteristico e diffuso. Si cava in diverse località della provincia di Verona (S. Ambrogio di Valpolicella, Caprino Veronese, Monte, ecc.). Il Rosso ammonitico è una pietra nodulare, con noduli di dimensioni da millimetriche a centimetriche, con colore d’insieme rosso caratterizzato dall’alternanza di plaghe rosate e plaghe di colore rosso cupo. Il colore d’insieme sfuma soprattutto al tetto degli affioramenti al rosa sino all’avorio (Bronzetto di Verona) e al bianco candido (Nembro di Verona): anche in questi casi la pietra conserva il carattere nodulare. La variazione di colore è dovuta alla maggiore o minore presenza di ossidi di Ferro.

Pietra d’Istria

Pietra d’IstriaCon questo nome si indicano numerosi tipi di calcari organogeni (formati da spoglie calcaree animali e vegetali, soprattutto a Rudiste: molluschi bivalvi), formatisi nel tardo Mesozoico, che si cavano da più di duemila anni nel Carso triestino principalmente nel Bacino di Aurisina (Aurisina, Bristie, S. Pelagio, Slivia, Medeazza) e nel Bacino di Monrupino (Rupinpiccolo, Rupingrande, Zolla, Opicina). È una pietra con colore che va dal bianco candido al bruno, da micro a criptocristallina, molto compatta da massiccia a stratificata, con strati molto spessi. Le cave dei dintorni di Aurisina erano in passato le più sfruttate, in quanto prossime del mare e i blocchi potevano con poca spesa raggiungere Trieste, Venezia e il ravennate e poi, per via fluviale, molte città dell’interno. Oggi le varietà comercializzate sono: Aurisina chiara, Aurisina fiorita, Aurisina granitello, Roman stone, Fior di mare, Repen chiaro classico. Famoso l’Ingens Saxum, il monolite che ricopre il Mausoleo di Teodorico a Ravenna. A Bologna sono in Pietra d’Istria i rilievi di Iacopo della Quercia nella Basilica di San Petronio. È presente, assieme ad altri materiali, nel portico della Chiesa di Santa Maria dei Servi, nelle tombe dei Glossatori, nella Cattedrale di San Pietro, nella Chiesa di San Domenico, ecc..

Travertino

TravertinoIl travertino (lapis tiberinus: pietra del Tevere) è un calcare di origine chimica che si deposita soprattutto in acque superficiali (di sorgente, di fiume, di palude), ricche di calcio, e anidride carbonica di origine vulcanica. La deposizione del carbonato di calcio è favorita dall’azione di batteri. La roccia che si forma è concrezionata, vacuolare (tanto da essere chiamata localmente tufo calcareo) e ingloba foglie, ramoscelli, lumache e quant’altro si possa trovare sui fondali dove ha origine. Il colore varia dal biancastro al giallastro. Fu una pietra usatissima dai Greci prima (Magna Grecia) e dai Romani poi. Il travertino usato a Bologna ai tempi degli Etruschi (Felsina) proveniva da S. Cristoforo di Labante. Di gran lunga più famoso è certamente il travertino romano dei dintorni di Tivoli (Bianco, Classico, Navona, Michelangiolo, ecc..). A Bologna, a parte l’impiego in epoca pre-Romana, ha un grande utilizzo a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso nella ricostruzione post-bellica nei dintorni della stazione ferroviaria (via Marconi, via Amendola)

Granito

GranitoI graniti sono rocce magmatiche intrusive sialiche, ovvero ricche in silicio e alluminio. Esse derivano dalla cristallizzazione dei magmi che avviene lentamente all’interno della crosta terrestre a varie profondità. I cristalli che si formano, oltre al quarzo (ossido di silicio), sono prevalentemente dei silicati: l’ortoclasio (il cui colore, bianco, grigio o roseo-rosso determina il colore della roccia), l’oligoclasio (un plagioclasio prevalentemente sodico), e la biotite o mica scura (un silicato idrato di ferro, magnesio e potassio). Talora, nei graniti “a due miche” oltre alla biotite è presente anche la muscovite o mica chiara. Numerosissimi tipi di granito rosa, grigio bianco, rosso provengono dalla Sardegna. Famosi sono pure quelli dell’arco alpino (Piemonte, Lombardia, Trentino-AltoAdige): ad esempio il granito rosa di Baveno, il granito bianco di Montorfano, i graniti verdi di Argento, Selene e Oropa, il San Fedelino a due miche, il granito bianco di Canal S. Bovo e il granito rosso di Predazzo.

Glossario

  • Arenaria. Sabbie cementate i cui granuli, costituiti in gran parte da quarzo, hanno dimensioni attorno al millimetro. La loro cementazione avviene sui fondali marini. Il colore varia da giallo intenso a ocra o a grigio azzurrino. Cave esistevano sull’Appennino o in pianura nei dintorni di Varignana (Castel San Pietro).
  • Breccia calcarea. Roccia costituita da frammenti calcarei a spigoli vivi di dimensioni centimetriche.
  • Calcare nodulare veronese. Roccia costituita in prevalenza da carbonato di calcio o calcite. Sono ricche di fossili (ammoniti). Il colore è soprattutto rosso intenso: rosso ammonitico, ma può essere anche giallino o bianco.
  • Calcari (altri). Oltre alla Pietra d’Istria e al nodulare Veronese si possono osservare altri calcari quali il Nembro e il Chiampo, il Botticino, il Persico d’Assisi.
  • Cotto (o pietra cotta o laterizio). Argilla modellata e cotta nelle fornaci. In cotto sono i mattoni ma anche molti fregi o rilievi. Il colore varia dal rosso al giallo. A Bologna, scarseggiando le pietre, il cotto venne largamente usato sin dai tempi degli Etruschi, ciò gli ha valso il nome di Bologna la rossa. Le cave di argilla erano in aree pede-collinari e in pianura.
  • Granito (bianco, rosa, rosso). Roccia derivata dalla solidificazione a grandi profondità di masse fuse, dette magmi. Sono rocce costituite da vari minerali (quarzo, feldspati, biotite) molto resistenti al degrado. Il colore va dal bianco punteggiato di nero, al rosa, al rosso o al nero. La provenienza è alpina.
  • Marmi. Calcari, rocce carbonatiche ricristallizzate, allo stato solido, sotto l’azione di pressioni e temperature molto alte. E’ la pietra statuaria per eccellenza. In Italia sono famose le cave di Carrara. Il colore prevalente è bianco diafano.
  • Metamorfiti. Pietre derivate dalla rasformazione di rocce preesistenti di varia origine, portate a grandi profondità e sottoposte a pressione e temperatura elevata. Prendono il nome di gneiss, micascisti, filladi, marmi.
  • Pietra d’Istria. Calcare fossilifero, simile talora al marmo, che si cava dal Carso Triestino. I fossili prevalenti sono le Rudiste. Il colore è in genere bianco e talora grigio o bruno chiaro. Questa pietra, diffusa a Bologna e in tutta l’Italia settentrionale, viene cavata fin dai tempi dei romani.
  • Porfido. Roccia di origine vulcanica emesse sotto forma di nubi ardenti. Raffreddandosi i porfidi si suddividono in barre dalle quali si ottengono i caratteristici cubetti utilizzati per lastricare le strade. Il colore è bruno scuro-violetto. I porfidi utilizzati a Bologna provengono dal Trentino Alto-Adige.
  • Selenite (Gesso). Nome che localmente viene dato a una roccia costituita in prevalenza da cristalli di gesso che si deposita per precipitazione nei mari. Questa pietra venne usata a Bologna sin dai tempi più antichi ma le testimonianze monumentali sono soprattutto di età medievale.
  • Sienite e Diorite. Rocce di origine simile ai graniti: assomigliano per aspetto e durevolezza, si differenziano per minor contenuto in quarzo e per la colorazione più scura. La provenienza è alpina. Siltite. Roccia simile, per genesi e per aspetto, alle arenarie dalle quali si differenzia per la minor dimensione dei granuli..
  • Trachite. Roccia derivata dalla solidificazione di lave vulcaniche in superficie. Le trachiti, diffusamente usate a Bologna soprattutto come basoli per lastricare le strade in epoca romana, provengono dai Colli Euganei. I basoli di età romana vennero riutilizzati, in varie epoche, per lastricare le strade.
  • Travertino. Calcare che deriva dalla precipitazionedi carbonato di calcio presso sorgenti, cascate o paludi dove gorgoglia anidride carbonica di origine vulcanica; ingloba foglie, bacchetti, molluschi d’acqua dolce o terricoli come le lumache. La roccia che si forma è spesso listata e ricca di vacuoli. Il colore è bianco latte. Famose nell’antichità le cave di Tivoli presso Roma. A Bologna gli Etruschi lo estraevano dalle cave di San Cristoforo di Labante (Vergato).

 

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