Carta delle zone del Parco
Parco nazionale Appennino Tosco-Emiliano
Il Piano Territoriale del Parco è lo strumento per definirne le scelte di assetto e utilizzo del territorio e delle sue risorse, oltreché per delineare con maggiore precisione la sua identità e stabilire strategie e interventi prioritari. Nell’elaborazione del piano una decisione tra le più importanti è la sua articolazione in zone territoriali omogenee. In linea di massima quasi tutti i parchi regionali prevedono la medesima articolazione: una Zona A di protezione integrale, una Zona B di protezione generale, una Zona C di protezione ambientale, una Zona D corrispondente al territorio urbano e urbanizzabile e una Area Contigua, con funzione di transizione e connessione rispetto al territorio del Parco stesso.
La Zona A racchiude di norma gli ambienti più preziosi, lasciati alla libera evoluzione naturale e in linea di massima accessibili solamente per scopi scientifici e didattici. Nella Zona B, che di solito circonda la Zona A ed è quasi altrettanto interessante dal punto di vista naturalistico, sono consentite l’attività agricola e altre attività tradizionali. Nella Zona C, dove è in genere più elevata la presenza di nuclei e centri abitati e si concentrano l’agricoltura e le altre attività significative, il grado di tutela è meno forte e il conseguimento di positivi risultati nella gestione del territorio è in una certa misura legato alla capacità del parco di diventare un partner affidabile e un sostegno per i produttori agricoli e gli altri operatori economici.
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