Riserva regionale Dune fossili di Massenzatica
Dune nell'entroterra ferrarese, dove nell'età del Bronzo si estendeva la costa.
Carta di identità
Istituita nel 1996.
45 ha.
Provincia di Ferrara.
Comuni di Codigoro e Mesola.
Situata nell’entroterra ferrarese tra il Po di Volano e quello di Goro, la riserva tutela una sequenza di dune fossili unica nel panorama regionale che testimonia la posizione di una linea della costa adriatica risalente all’età del Bronzo, circa 3000 anni fa. Le dolci ondulazioni del terreno, rivestite da basse praterie, si alternano ad avvallamenti rioccupati oggi da arbusteti e lembi di bosco, si elevano solo di pochi metri sul piano di campagna, ma contrastano fortemente con la sconfinata pianura coltivata circostante, paesaggio profondamente modificato dall’attività umana che ha bonificato le vaste aree paludose di un tempo. Oggi il mare Adriatico dista una dozzina di chilometri e le dune si sviluppano su un fronte di un chilometro e mezzo e una larghezza media di quattrocento metri, in direzione quasi parellela all’odierna linea di costa. Esse ricordano una tappa importante del delta padano, che negli ultimi millenni ha visto il lento avanzare delle terre emerse a spese del mare. L’area rilevata delle dune fu sede anche dei primi insediamenti umani locali, testimoniati dai ritrovamenti archeologici. Principale artefice delle dune è il forte vento marino che solleva la sabbia e la rilascia sul retro delle spiaggie, ove si accumula formando i caretteristici cordoni dunosi. Una volta incorporata nell’entroterra e non più alimentata dalla sabbia litorale, una duna diviene fossile e tende gradatamente ad essere smantellata dallo stesso agente che l’aveva creata, il vento, soprattutto nei tratti privi di vegetazione. L’area costudisce ancora una buona diversità biologica e funge da rifugio per varie specie. Caratteristiche piante erbacee dette psammofile vivono su questi substrati poveri e aridi, creando habitat preferiti da alcuni rettili e molti invertebrati oggetto di recenti studi: coleotteri, imenotteri e lepidotteri di grande interesse, a loro volta ricercati da uccelli migratori quali upupa e gruccione, legati a tali ambienti ormai molto rari di prateria arida.