Superficie: 38 ettari
Province e Comuni interessati: FORLI'-CESENA (Civitella di Romagna)

Formulario

In fase di aggiornamento

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

In fase di aggiornamento

Descrizione e caratteristiche

Panoramica del sito da ovest, paesaggio collinare. (Foto di Giancarlo Tedaldi - Museo di Ecologia del Comune di Meldola)

Il sito, localizzato sulla collina romagnola in provincia di Forlì-Cesena nella media Valle del Voltre, è ricompreso nella fascia gessoso-calcarea romagnola, in corrispondenza di emergenze rocciose complesse tra le quali prevale un potente discontinuo affioramento di puddinghe (Conglomerati di Cusercoli) tra Cà Sasso e Corbara.

Non mancano marginalmente sottili, affascinanti affioramenti gessosi notevolmente alterati e lenti ascritte alla formazione detta “dei colombacci” in un contesto digradante dagli aspri calanchi e dalle giovani Arenarie di Rivoschio, affacciato verso la bassa rotondeggiante e solitaria Valle del Voltre, in un versante destro denudato dalle colture ma storicamente occupato da un antico bosco che anticipa, in questa fascia di passaggio verso l’alto appennino, le folte selve soprastanti.

Vegetazione xerofila con presenza di erica (Foto di Giancarlo Tedaldi - Museo di Ecologia del Comune di Meldola)

Il crinale posto tra il Fosso della Piana e il Rio della Canovaccia separa la Cerreta della Corbara sui terreni sciolti del versante nord da querceti più aridi e rocciosi esposti a meridione e dominati dalla Roverella.

Geomorfologicamente vario con asperità rocciose, forme calanchive in alto e dolci ondulazioni per lo più incolte, il sito annovera peculiarità litologiche per blocchi sparsi in un eterogeneo complesso accomunato da terreni prevalentemente sciolti, nel quadro comunque vario della fascia mio-pliocenica preappenninica romagnola a ridosso della soprastante formazione marnoso-arenacea. Diffusi sono i caratteri mediterranei alternati a localizzate plaghe fresche d’alto appennino, con una certa acidofilìa determinata dalla disgregazione della roccia friabile, che tende a originare substrati calciocarenti.

Vegetazione mesofila  (Foto di Giancarlo Tedaldi - Museo di Ecologia del Comune di Meldola)

Diffusi sono i caratteri mediterranei alternati a localizzate plaghe fresche d’alto appennino, con una certa acidofilìa determinata dalla disgregazione della roccia friabile, che tende a originare substrati calciocarenti.

La copertura forestale si estende su oltre metà del sito, in gran parte costituita da boschi dell’orizzonte dei querceti misti, in parte da neoformazioni e arbusteti molto diversificati. Praterie aride e mesiche, tradizionalmente sfalciate a stagione avanzata, completano il panorama. Nonostante una certa pressione antropica dovuta alla vicinanza di insediamenti e di attività agricole (la quota, a partire dai 230 m non supera i 385 m s.l.m.), il sito è remoto e poco antropizzato. Almeno tre habitat principali di interesse comunitario, dei quali due forestali, ricoprono oltre la metà della superficie del comunque piccolo sito.

Vegetazione

Foglie di melo fiorentino in ambiente mesofilo (Foto di Giancarlo Tedaldi - Museo di Ecologia del Comune di Meldola)

I boschi, a impronta di cedui invecchiati con tratti all’alto fusto, abbondano di necromassa e di piante vetuste e sono dominati da Cerro con Carpino bianco da un lato (91L0), Roverella, Orniello e Carpino nero dall’altro (91AA).

Diffusi e articolati sono sottobosco e frazione arbustiva, con Melo ibrido (Malus florentina) e biancospino selvatico (Crataegus laevigata), poi scotano, cisto rosa, erica arborea e calluna, insolitamente affiancate, e addirittura Ginestra dei Carbonai (l’habitat arbustivo 4030 è latente ma forse il più peculiare) e tratti di gariga rocciosa.

Sono frequenti Serratula tinctoria, Genista tinctoria e archeofite come Delphinium consolida, tra le geofite almeno bucaneve – a bassa quota – e Lilium croceum.

Fauna

Esemplare di gatto selvatico individuato con la tecnica del trappolaggio fotografico. (Foto di Giancarlo Tedaldi, Museo di Ecologia - Meldola FC, CTA Parco Nazionale Foreste Casentinesi)

Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche mediterranee pur nelle ridotte superfici individuate. Sicura è la presenza di Chirotteri e del Gatto selvatico.

Tra gli altri mammiferi è presenti certamente l’Istrice, oltre all'onnipresente Ghiro (Glis glis).

L’avifauna fa registrare presenza di specie tipiche dell'ambiente calanchivo (Albanella minore, Succiacapre, Calandro, Averla piccola). Da accertare la presenza dei rapaci tra i quali probabile lo Sparviero.

L'erpetofauna conta la presenza di Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus), e meritano di essere citati Tritone crestato (Triturus carnifex) e Rana agile.

Tra gli invertebrati, è segnalato il Cervo volante (Lucanus cervus), coleottero legato agli ambienti forestali.

Per saperne di più

Inquadramento su Appennino romagnolo

Colline forlivesi

Storia del popolamento vegetale dei terreni decalcificati della collina forlivese (PDF - 4,1 MB)

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 3,9 MB)