Parchi, foreste e Natura 2000

IT4070021 - ZSC-ZPS - Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno

Superficie: 472 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA - 437 ettari (Alfonsine, Conselice), FERRARA - 35 ettari (Argenta)

Territorio confinante con IT4060001 SIC-ZPS e con IT4060002 SIC-ZPS

Il sito include la Riserva Naturale regionale di Alfonsine

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4070021 (pdf340.25 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf1.22 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf3.46 MB)

Piano di Gestione (pdf959.23 KB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

Bacino di Fornace Violani. Foto Milko Marchetti, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003E’ il più vasto sito della bassa pianura ravennate esterno al Parco del Delta, con una breve estensione al ferrarese. L’ambiente umido ripariale, racchiuso tra grandi argini asciutti e coltivazioni intensive, è ovunque predominante. Alle tre aree situate nel territorio di Alfonsine (da ovest il Boschetto Tre Canali verso Voltana, la Golena Canale dei Mulini, lo Stagno di Fornace Violani) distanti alcuni chilometri una dall’altra e caratterizzate da ambienti più o meno umidi, si aggiungono quelli propriamente ripariali del corso del Fiume Reno da San Biagio ad Anita, inclusa la confluenza del Santerno a discendere dalla Reale.  La prima e più occidentale area, situata attorno all’incrocio di vari canali a Sud dello stradone Bentivoglio, comprende un boschetto igrofilo periodicamente allagato a Fraxinus oxycarpa, Salix alba, Ulmus minor, con una garzaia, una piccola zona umida recentemente ripristinata su seminativi ritirati dalla produzione attraverso l’applicazione di misure agroambientali, due zone umide preesitenti e un tratto degli scoli Arginello e Tratturo.  La seconda e più settentrionale delle tre aree sopra citate si estende dalle fasce boscate ripariali igrofile della golena destra del fiume Reno lungo una macchia boscata mesofila a Quercus robur, Populus alba, Acer campestre e Ulmus minor all’interno della golena abbandonata del Canale dei Mulini; al margine di tale macchia boscata sorge un antico fabbricato, oggi abbandonato, sede di una interessante colonia di Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum. La terza area, situata a Nord-Est del centro abitato di Alfonsine, è costituita da una ex cava di argilla con bacino allagato (Stagno di Fornace Violani) ricco di vegetazione elofitica e bordato di siepi arboree.  L’alveo del Reno, fiancheggiato da una continua fila di salici e pioppi, è racchiuso tra alti argini erbosi a evoluzione (se si escludono sfalci più o meno regolari) naturale. Il sito, di rilievo per la fauna anche ornitica, comprende le tre piccole aree (13 ettari in tutto) della Riserva Naturale Speciale Alfonsine e, tramite il corridoio determinato dal corso del Reno, collega in un grande sistema ripariale-planiziario i siti di Molinella-Argenta col Mezzano e i siti della costa. Tredici habitat, ben sette di acque stagnanti e correnti e di vegetazione acquatica galleggiante, fluttuante o di bordo, perenne o temporanea, tre di tipo erbaceo asciutto o umido di grossa taglia e tre forestali di tipo ripariale arboreo, occupano circa un terzo del sito, altrimenti caratterizzato da estesi seminativi ed aree agricole non ovunque a regime intensivo, in ogni caso inserite in un territorio di bassa pianura fortemente antropizzato.

Vegetazione

Boschetto Tre Canali (stazione della Riserva di Alfonsine). Foto A.Gentilini, archivio Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-RomagnaIl sito è abbastanza ricco di specie relitte della bassa pianura, sia dei contesti ripariali sia di quelli pianiziali arborei ed erbacei. L’abbandono di antiche pratiche idrauliche (gestione golene, canali e bonifiche) e agricole (maceri, margini) rende disponibili per un’evoluzione naturale rapida e complessa habitat potenzialmente ricchi e in ogni caso, preziosi in quanto inseriti in contesto fortemente depauperato nelle componenti naturali in quanto antropizzato. I boschetti e le compagini ripariali arboree sono dominati da Pioppi (nero e bianco) e Salici (bianco soprattutto), ma non mancano, oltre all’Ontano Nero, Farnia, Frassino meridionale e Olmo campestre, qua è là occhieggianti sotto l’omnipresente Robinia, ma nel sottobosco c’è anche Euphorbia palustris. Nei fossi e nelle siepi c’è un po’ di tutto. Tipica e di pregio è la presenza del Luppolo, della Clematis viticella e di Aristolochia rotunda. Gli orli bagnati sono l’ambiente di Iris pseudacorus, le acque ferme della Ninfea bianca, del Morso di Rana e del Nannufaro. Sono però gli ultimi lembi residui di prato umido a conservare le presenze più rare come Leucojum aestivum, in particolare, e Galium palustre. Un vecchio muro nella volta della Chiusa ospita la felce Lingua cervina (Phyllitis scolopendrium), mentre su prato asciutto c’è Tulipa sylvestris e, lungo le arginature del Reno, almeno cinque orchidee (Ophrys sphegodes, O. apifera, Orchis tridentata, O morio e O. simia).

Fauna

Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche. Di rilievo è la presenza del Ferro di Cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) accertato nel vecchio edificio del Canale dei Molini, poi sono accertati Pipistrellus nathusii, Eptesicus serotinus e Myotis daubentoni. Un altro mammifero sicuramente presente è la Donnola, oltre al Moscardino Muscardinus avellanarius e alla Puzzola (Mustela putorius). L’avifauna è presente con molte specie, tra le quali nidificanti sono Averla piccola (Lanius collurio), Martin Pescatore (Alcedo atthis), Pendolino (Remiz pendulinus), Tarabusino, Cinciallegra, Rigogolo e Capinera e non mancano rapaci quali Gufo comune, Barbagianni e Poiana. Di passo sono gli Aironi, il Mignattaio, il Mignattino piombato e il Gruccione, che nidifica nei dintorni della Riserva. Gli specchi d’acqua ospitano la Testuggine palustre, la Rana Verde, il Rospo e la Raganella, la Natrice tassellata e, a quanto pare, anche il Tritone crestato. Tra i pesci di interesse comunitario, ricordando che da alcuni anni non si hanno più notizie del Luccio, vanno citati Rutilus pigus, Alosa fallax, Chondrostoma genei, C. soetta, Barbus plebejus e infine Rutilus erythrophthalmus. Va citato infine il lepidottero Lycaena dispar, d’interesse comunitario, poi Zerynthia polyxena.

Per saperne di più

Cartografia

Azioni sul documento

ultima modifica 2023-12-14T09:52:23+01:00
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