Geologia, suoli e sismica

conCittadini 2017/18 – Terre di memoria

L’Istituto d'istruzione superiore "A. Serpieri" di Bologna realizza il progetto Terre di memoria, in collaborazione con il Museo Giardino Geologico "Sandra Forni", l’Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri E-R, "La Carovana" Onlus, Associazione "Linea Gotica" - Officina della Memoria.

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E' il percorso progettuale promosso dall'Assemblea Legislativa, è rivolto alle Scuole, agli Enti Locali, alle associazioni e istituzioni del territorio emiliano-romagnolo, e propone alle realtà giovanili organizzate e strutturate, e agli adulti interessati, di aderire a forme di incontro e scambio con le Istituzioni locali e regionali per la diffusione di buone pratiche di cittadinanza attiva.

 

Terre di memoria

Il progetto sviluppa il tema della memoria nell'area appenninica della sede di Loiano dell'Istituto, in un percorso volto a favorire negli studenti una maggiore conoscenza condivisa del territorio, in sinergia con le realtà aggregative che vi operano.

Attraverso una sperimentazione storico-geografica e naturalistica, e le esplorazioni in loco, gli studenti approfondiscono la conoscenza dei luoghi in cui ci sono succedute le varie epoche, dalla Preistoria con il Contrafforte Pliocenico, ai tragici fatti del Novecento bellico, alle trasformazioni socio-economiche più recenti dell'Appennino, sapendone vedere le opportunità di sviluppo e valorizzazione attuali. 

 

Il contributo del MuGG

Il Servizio Geologico Sismico e dei Suoli partecipa con il contributo del Museo Giardino Geologico “Sandra Forni” mirato ad approfondire la conoscenza del territorio che fa da sfondo al progetto e che custodisce le memorie che si intendono indagare: il Contrafforte Pliocenico. Con questo nome si intende l’allineamento di pareti rocciose che si elevano trasversalmente alle valli dei torrenti Reno, Setta, Savena, Zena e Idice. Il contrafforte è il paesaggio quotidiano di chi vive tra il Comune di Sasso Marconi, Monzuno e Pianoro e, dal 2006, è una Riserva regionale.

Un paesaggio formato da arenarie del Pliocene medio-superiore depositatesi in ambienti di spiaggia che testimoniano l’esistenza di un piccolo golfo marino quando l'odierna Pianura Padana era ancora un ambiente di mare aperto e profondo, a ridosso del quale la catena appenninica era già in gran parte emersa.

Sulle rocce che affiorano nelle pareti del Contrafforte sono numerosi i segni che richiamano il loro luogo di origine: spiagge battute dal moto ondoso in cui sfociavano gli impetuosi torrenti appenninici. I profili slanciati del Contrafforte, in particolare lungo il versante meridionale, sono l'esemplare risultato del modellamento erosivo avvenuto tra rocce di differente "durezza", con le soprastanti arenarie che si sono mostrate ben più resistenti all'erosione dei pendii argillosi alla loro base.

 

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