Nascita e sviluppo dei Parchi e delle altre Aree protette
La storia dell'istituzione delle Aree protette in Emilia-Romagna
Il primo passo concreto verso la creazione delle aree protette dell’Emilia-Romagna venne compiuto verso la fine degli anni ‘70, con la legge regionale n. 2 del 1977, che conteneva precise norme per la salvaguardia delle specie più preziose e rare della flora spontanea regionale e contemplava anche, per la prima volta, la possibilità di istituire parchi e riserve per la tutela delle emergenze naturali più integre e il recupero di quelle più interessanti dal punto di vista naturalistico.
Tre anni dopo, nel programma di interventi per l’attuazione della legge, compariva un primo elenco di 15 aree protette considerate prioritarie e così, nel giro di pochi anni, si arrivò alla istituzione del primo parco e delle prime due riserve. Nel marzo del 1982 nacque il Parco Regionale Boschi di Carrega, nel parmense, poche settimane dopo la Riserva Naturale Salse di Nirano, nel modenese, e due anni dopo quella del Bosco della Frattona, sulle colline imolesi.
Dopo questo primo risultato, e una pausa di qualche anno per la messa a punto di più specifici strumenti giuridici, la Regione diede rapidamente vita al proprio sistema di parchi e riserve naturali attraverso la legge quadro 11/1988, che in buona parte già prefigurava la successiva legge nazionale sui parchi del 1991 e portò alla istituzione di ben otto nuovi parchi (Stirone, Taro, Alto Appennino Reggiano, Sassi di Roccamalatina, Corno alle Scale, Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, Alto Appennino Modenese, Crinale Romagnolo); a questi nel medesimo anno si aggiunse il grande parco nel settore emiliano del Delta del Po. L’anno seguente venne istituito, con un apposito provvedimento giustificato dalla particolarità dei luoghi e dei tragici episodi a essi legati, il Parco Storico Regionale Monte Sole.
Nel 1989 il Piano Territoriale Paesistico Regionale definì il quadro del sistema delle aree protette regionali, nel quale la lista dei parchi e delle riserve esistenti era integrata da un programma per la creazione di diverse altre aree protette, che venne in parte attuato nel decennio successivo. Nel 1990 due nuove riserve naturali (Alfonsine e Parma Morta) si affiancarono a quelle nate all’inizio degli anni ‘80 e altre quattro furono istituite nel biennio 1991-92 (Onferno, Bosco di Scardavilla, Fontanili di Corte Valle Re, Monte Prinzera). Nel 1995 fu la volta di tre nuovi parchi (Valli del Cedra e del Parma, Abbazia di Monteveglio, Laghi di Suviana e Brasimone) e di due riserve (Piacenziano, Sassoguidano).
Tra il 1996 e il 2001 vengono istituite ulteriori riserve: Dune Fossili di Massenzatica, Casse di espansione del Fiume Secchia (1996) e Rupe di Campotrera (1999). Infine attraverso provvedimenti più recenti nascono il Parco della “Vena del Gesso Romagnola” nel 2005 e la Riserva naturale del “Contrafforte Pliocenico" nel 2006.
L’attuale articolazione del sistema, vede la presenza di due parchi nazionali, quattordici parchi regionali e quattordici riserve. I due Parchi nazionali, Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna istituito nel 1993 e Appennino Tosco-emiliano nel 2001, sono stati anticipati dai parchi regionali rispettivamente Crinale Romagnolo e Alto Appennino Reggiano, entrambi abrogati.
Nel 2005 nasce la legge regionale n. 6/2005 che abroga la legge precedente (n. 11/1988) e attraverso la quale la Regione punta innanzitutto ad aggiornare le proprie politiche per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, passando da logiche di protezione puntuali e settoriali a logiche di sistema e puntando sulla copianificazione e la cooperazione istituzionale, con l’obiettivo di interconnettere armonicamente le politiche speciali a favore delle parti del territorio più ricche di naturalità, come i parchi e le riserve, con le più generali politiche improntate alla sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo regionale.
Nel luglio 2009 viene approvato dall’Assemblea Legislativa il Programma per il sistema regionale delle Aree protette e dei siti della Rete Natura 2000 come previsto dall’art.12 della L.R. 6/2005 che contiene la previsione di nuovi parchi e riserve naturali e l’istituzione di altre forme di tutela quali i Paesaggi naturali e seminaturali protetti e le Aree di riequilibrio ecologico.
In attuazione del Programma regionale nell’autunno 2009 viene istituito il Parco regionale fluviale del Trebbia ed ampliato il Parco regionale Valli del Cedra e del Parma e nel corso del 2010 le riserve dei Ghirardi e di Torrile e Trecasali.
Sempre in attuazione del Programma, con la legge regionale n. 24/2011 la Riserva del Piacenziano e il Parco fluviale dello Stirone vanno a costituire un'unica area protetta: il Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano; con la medesima legge regionale viene ripensato il modello regionale di gestione delle Aree protette e di Rete Natura 2000: vengono soppressi i precedenti Consorzi di gestione dei singoli Parchi regionali e vengono istituiti i 5 Enti di gestione delle Macroaree per i Parchi e la Biodiversità.