Riserva regionale Onferno
Un piccolo complesso carsico nei gessi, con una grotta che ospita varie specie di pipistrelli.
Carta di identità
Istituita nel 1991.
273 ha.
Provincia di Rimini.
Comune di Gemmano.
La riserva tutela un piccolo complesso carsico nei gessi e altri ambienti del composito paesaggio della bella valle del Conca, come le pareti arenacee della Ripa della Morte e i vicini calanchi. La principale emergenza è la grotta che si apre sotto lo sperone gessoso dove nel medioevo sorgeva il castello di Inferno. Con una temperatura interna di circa 15°C gradi che si mantiene costante durante tutto l'anno, la grotta si è originata dalle acque meteoriche che dissolgono il gesso. La cavità, caratterizzata da vistose concrezioni colorate dagli acidi organici, attira ogni anno migliaia di visitatori e ospita la più importante colonia di pipistrelli della regione, oltre 8000 individui, con ben sette specie diverse tra cui il miniottero, considerato in pericolo in tutta Europa. La particolare geomorfologia ha favorito la presenza di piante tipiche di climi più freschi che arricchiscono la biodiversità dell'area. Un tempo il nome della localitá era Inferno (dal latino infernum: luogo basso e oscuro, per la presenza di grotte) e solo agli inizi dell'Ottocento venne mutato in Onferno dal vescovo di Rimini, che non desiderava una tale denominazione nella sua diocesi. Tra le attività principali vi erano l'estrazione e la cottura del gesso, protrattesi fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Sulla sommità della rupe, dove un tempo sorgeva il castello, rimane un piccolo borgo in bella posizione panoramica sulla riserva e i territori circostanti: verso nord si riconosce l'inconfondibile profilo di San Marino, più a est il mare. Il centro visita, situato nell'antica pieve di Santa Colomba, è il punto di riferimento per le visite guidate alla grotta e le escursioni lungo gli itinerari. La riserva regionale protegge circa 130 ettari, oltre alla cavità, anche la circostante area calanchiva, comprende altre manifestazioni carsiche come doline e inghiottitoi, pareti rocciose e boschi che compongono il mosaico di ambienti idonei al sostentamento della importante colonia di chirotteri.