Indagine sperimentale sul deperimento e sulla protezione delle foreste contro l'inquinamento atmosferico
Sintesi del rapporto finale (1998). Il progetto, cofinanziato dalla Unione Europea, ha attivato varie indagini: valutazione delle condizioni degli alberi, studi vegetazionali, indagini pedologiche, analisi delle deposizioni atmosferiche, valutazione dei livelli di inquinamento mediante bioindicatori
Negli ultimi decenni si sono verificati preoccupanti danni a carico degli ecosistemi forestali, fluviali e lacustri sia nel Nord America che nell'Europa Centro-Settentrionale. Studi scientifici e indagini puntuali hanno condotto a ipotizzare che esista una relazione diretta tra questi danni e le emissioni gassose inquinanti derivanti dalle aree urbane ed industriali.
Questo progetto, cofinanziato dalla Unione Europea, ha attivato varie indagini: valutazione delle condizioni degli alberi (sia mediante rilievi terrestri sia con varie tecniche di Remote Sensing), studi vegetazionali, indagini pedologiche, analisi delle deposizioni atmosferiche, valutazione dei livelli di inquinamento mediante bioindicatori.
Queste indagini sono state condotte in diverse aree forestali: l'Appennino piacentino-parmense, il Parco regionale dei Boschi di Carrega, l'Appennino modenese, ravennate e forlivese.
Sintesi dei risultati
CONDIZIONE DEGLI ALBERI.
Sebbene la condizione degli alberi sia risultata differenziata per singola specie ed area forestale, lo stato degli alberi nelle foreste esaminate non ha subito variazioni significative nel periodo 1991-1995. Tuttavia, si verificano talvolta "pulsazioni" coerenti tra specie diverse all'interno della stessa area forestale, e ciò suggerisce una risposta comune delle piante a determinati fattori che evidentemente "colpiscono" in maniera trasversale tutte le specie nei singoli complessi forestali esaminati.
STATO DELL'AMBIENTE.
Stato dei suoli nei confronti dell'acidificazione. I suoli delle foreste esaminate hanno mostrato mediamente una moderata sensibilità all'acidificazione.
Chimica delle precipitazioni. Il chimismo delle precipitazioni in aree relativamente remote, lontane da centri urbani e industriali, ha evidenziato precipitazioni acide in una percentuale tra il 25 e il 50% degli eventi, una deposizione di acidità generalmente inferiore al carico critico stimato per quegli ecosistemi e una considerevole deposizione di azoto (stimata tra un minimo di 15-16 kg/ha per anno ed un massimo di 36-38 kg/ha per anno), potenzialmente in grado di avere effetti sullo stato nutrizionale degli alberi e, quindi, sulle loro condizioni vegetative.
Qualità dell'aria. La qualità dell'aria (principalmente in relazione all'anidride solforosa) nelle aree forestali è generalmente buona, solo occasionalmente compromessa in corrispondenza di sorgenti locali di inquinamento (es. strade). Tuttavia, sono stati rilevati elevati livelli di ozono per gran parte dell'area rurale padana, nonchè un incremento di tale concentrazione con l'altitudine, per cui sono da attendersi alte concentrazioni di ozono proprio in corrispondenza delle aree forestali appenniniche.
CONDIZIONE DEGLI ALBERI E VARIABILI AMBIENTALI.
Lo stato degli alberi esaminati è risultato collegato, per le principali specie e con vari livelli di intensità, alle precedenti condizioni degli alberi stessi, alla condizioni climatiche "storiche", alla qualità della stazione, all'altimetria, alla condizioni meteorologiche correnti, agli attacchi parassitari e - limitatamente ai faggi - alle deposizioni azotate e ai livelli di piombo e zinco rilevati nei licheni.
Tuttavia occorre considerare la complessità insita nella valutazione dei dati relativi alle condizioni della chioma degli alberi acquisiti attraverso le indagini estensive in relazione alle variabili ambientali. In generale si assiste al sovrapporsi di fattori in grado di agire localmente a livello di singola stazione o addirittura di singolo albero. Il peso relativo di tali fattori cambia poi anche in relazione ad eventi occasionali e alla scala temporale considerata. Per sempio un'infestazione di parassiti o una gelata tardiva possono mascherare ogni effetto dovuto alla quota, alla qualità della stazione e agli inquinanti atmosferici.
IMPATTO REALE E POTENZIALE DELL'INQUINAMENTO AMBIENTALE SULLE FORESTE DELL'EMILIA-ROMAGNA.
Se non è stata verificata l'evidenza di danni direttamente riconducibili all'azione degli inquinanti atmosferici, ciò non significa che gli inquinanti non abbiano un loro ruolo nel determinare cambiamenti (più che danni veri e propri) negli ecosistemi forestali indagati; tali cambiamenti sono in genere non immediatamente evidenti e possono manifestarsi a livelli diversi dell'ecosistema, arrivando ad interessare gli alberi solo in un secondo momento. In questo senso, tra gli inquinanti, sembra ormai da scartare il ruolo dei composti dello zolfo, i cui valori sono in netta diminuzione, sia a livello di emissione nazionale, sia a livello di deposizione nell'area del centro e nord Italia, in special modo nelle zone esaminate dal Progetto.
E' invece da considerare seriamente l'importanza dei composti dell'azoto, sia in relazione alla loro deposizione sugli ecosistemi che in relazione al loro ruolo di precursori dell'ozono, probabilmente identificabile quale inquinante potenzialmente più pericoloso per lo stato dagli alberi delle foreste emiliano-romagnole.
Recenti ricerche effettuate in Ticino, al confine tra Svizzera e Italia, hanno evidenziato sintomatologie da ozono su molte latifoglie spontanee, incluso il faggio, a concentrazioni di ozono simili a quelle rilevate nelle aree rurali del bacino padano-adriatico. La possibilità di effetti diretti a carico del fogliame delle principali latifoglie, sia sul breve che sul medio periodo, sono quindi rilevanti e a questo proposito sarebbe necessario compiere studi dettagliati.
Il rapporto finale del progetto è stato stampato in un volume di 307 pp. consultabile presso il Servizio Aree Protette, Foreste e Sviluppo della Montagna (Dr. Francesco Besio) - Tel. 051/5276972 - Fax 051/5276957 - Viale della Fiera, 8 - 40127 - Bologna.