Segnaletica lungo i sentieri - N. Agostini

La rete di sentieri presenti in Emilia-Romagna si presenta particolarmente estesa, spazia da camminate più impegnative per gli appassionati e gli escursionisti esperti, a semplici passeggiate turistiche, spesso non troppo lontano dalla città, dove natura, storia, tradizione e attività sportiva accompagnano il turista.

Ciascun tracciato presenta caratteristiche diverse, in base all’utilizzo originale e al territorio che percorrono. Quelli utilizzati per lo spostamento delle persone e degli animali hanno una larghezza ridotta e venivano realizzati quasi sempre su versanti soleggiati, quelli per la raccolta delle castagne sono più larghi e seguono l'andamento del livello del terreno.
In alta quota la rete dei sentieri si moltiplica e diversifica: per gli animali e per le attività degli uomini. 

Molti dei sentieri, inoltre attraversano aree protette (parchi, riserve, paesaggi protetti…). La rete dei percorsi che si snoda attraverso queste aree, da qualche anno è in continuo ampliamento e nasce proprio con l’obiettivo di rendere sempre più fruibile il territorio, con risvolti importanti di carattere culturale e turistico.

L’unica definizione di “sentiero” dal punto di vista legislativo, la troviamo nel Codice della Strada, il quale definisce:“Sentiero (o mulattiera o tratturo), strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali”.

Purtroppo, non vi si fa seguire un’apposita disciplina e il termine utilizzato (“strada”) potrebbe indurre qualche interprete a estendere ai sentieri le norme del Codice in fatto di strade. Proprio per questo e in assenza di una politica nazionale sui sentieri, il Club Alpino Italiano (CAI) nel 1996 ha fissato e successivamente ufficializzato (delibera n. 272 del 27-11-1999) i criteri ai quali attenersi per lo svolgimento delle attività di sentieristica.

Il CAI rappresenta il punto di riferimento per la segnaletica e il catasto dei sentieri, rispetto agli enti locali e agli utenti. Per la sua esperienza e capillare presenza sul territorio, è in grado di valutare la capacità dei sentieri, cioè il massimo passaggio pedonale, e a maggior ragione il passaggio di altri tipi di fruitori, (biciclette, cavalli ecc.), che il sentiero può sopportare senza subire danni; ha anche la competenza di ricercare e indicare percorsi alternativi più adatti.

Il metodo di pianificazione della rete sentieristica CAI permette di identificare sul terreno un sentiero attraverso la numerazione a tre cifre, inoltre la segnaletica che incontriamo lungo i percorsi può essere di due tipi:

  • verticale o principale che è generalmente costituita dalle tabelle di colore bianco e rosso, poste all’inizio del sentiero e agli incroci più importanti, che contengono informazioni sulle località di posa, con nome e quota del luogo, o sulle località di destinazione (meta ravvicinata, intermedia e di itinerario) con i tempi di percorrenza e il numero del sentiero;
  • orizzontale o secondaria che è formata da segnavia a vernice di colore bianco-rosso o rosso-bianco-rosso (detto anche bandierina e che contiene il numero del sentiero) posti all’inizio e lungo il sentiero, su sassi o piante, utilizzati per offrire l’informazione di continuità e conferma del percorso.

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