Foce del Po di Goro. Foto Diateca Ufficio Turismo Bologna

Secondo gli studi che hanno condotto all'aggiornamento della Carta Habitat regionale (2021), nei siti della Rete Natura 2000 in Emilia-Romagna sono presenti 73 tra i 231 habitat definiti a livello europeo come di interesse comunitario (132 in Italia, pari al 54%). Per 19 di questi l’interesse è prioritario ai sensi della Direttiva (27 in Italia).

Quindi sul territorio nazionale, che copre meno del 10% dell'estensione europea, sono rappresentati oltre la metà degli habitat comunitari, rapporto analogo a quello che caratterizza l'Emilia-Romagna nei confronti dell'Italia (vi si trovano il 55% degli habitat nazionali a fronte di un'estensione pari al 7% di quella italiana).

In generale gli ambienti appenninici hanno un interesse, per quanto differenziato, uniformemente diffuso, all'opposto della pianura che, profondamente manomessa, presenta pochi e ridotti ambienti naturali superstiti: solo lungo la fascia costiera (nel Delta e nelle Pinete di Ravenna) e lungo l'asta del Po, si sono potuti conservare ambienti naturali di estensione significativa. C'è in ogni caso una buona rappresentatività dei diversi tipi, dagli habitat costieri e acquatici a fiumi, laghi, rupi e grotte, praterie, arbusteti e foreste di differente natura e composizione.

Sono di particolare rilievo per l’Emilia-Romagna gli habitat salmastri sublitorali, tra i più estesi d’Italia e d’Europa, alcuni relitti planiziari o pedecollinari di natura continentale,  ambienti geomorfologicamente peculiari come le sorgenti salate (salse) o gli affioramenti ofiolitici e gessosi - tra i più grandi della penisola, capaci di selezionare creature endemiche e ambienti irripetibili - e infine solenni e vetuste foreste quasi imprevedibili in quel vasto e apparentemente uniforme manto verde che ricopre l’intero versante appenninico alto adriatico.

Questo settore dell'Appennino settentrionale, marcato da remote tracce glaciali e sovrastato da peculiari anche se non molto estese praterie d'altitudine, presenta versanti scoscesi e forme aspre che conservano presenze inconsuete, di tipo alpino, centro-europeo e in qualche caso mediterraneo. Si registra la presenza di molti degli habitat di interesse comunitario connessi alla presenza e al transito dell’acqua (dolce, salmastra, salata, stagnante o corrente) con una ventina di casi diversi (e tutti gli stadi intermedi), tante peculiarità ed endemismi.

Geofite e facies tipica di querceto acidofilo collinare del tipo 91L0. Foto Stefano Bassi, archivio personale

Secondo la classificazione europea risultano di prioritaria rilevanza le lagune costiere, quali la Sacca di Goro, oppure le Dune fisse a vegetazione erbacea, ormai ridotte e frammentate ma presenti anche ad una certa distanza dal mare come avviene a Massenzatica (FE). Non mancano fenomeni a scala molto ridotta: per quel che riguarda ad esempio le torbiere, fenomeno "nordico" per eccellenza e prioritario in Rete Natura 2000, il Lago di Pratignano (MO) ospita l’unico esempio dell’intero Appennino settentrionale di torbiera alta, un vero "flash dell’epoca dei mammuth" miracolosamente giunto fino ai nostri giorni con i suoi cumuli galleggianti e le sue piante carnivore.

Per quanto riguarda gli habitat non strettamente legati alla presenza dell'acqua, ne sono segnalati una cinquantina tra arbusteti, praterie, rupi, grotte e foreste di vario genere: mediterranee, temperate e boreali, di sclerofille, latifoglie o conifere, con tipi prioritari quali i faggeti con tasso e agrifoglio oppure con abete bianco delle celebri Foreste Casentinesi (FC).

Tutti questi habitat ospitano una flora e una fauna rare e importanti, in un complesso mosaico fatto di situazioni differenti e alternate, rispetto alle quali finisce per prevalere, soprattutto in Appennino - che presenta i maggiori contrasti - una sorta di effetto margine o di transizione tra un ambiente e l'altro, importantissimo per gli scambi tra le cenosi.

La descrizione degli habitat dell’Emilia-Romagna, sviluppata su applicazione del metodo europeo "CORINE-biotopes", è contenuta nel Manuale per il riconoscimento degli habitat (Habitat dell’Emilia-Romagna - Istituto per i beni artistici culturali e naturali - Regione Emilia-Romagna, 2001), che ne riassume i principali connotati indicatori.

Tra tutti questi habitat, la descrizione particolare di quelli d’interesse comunitario corredata di note gestionali è riportata nell’opuscolo “Gli habitat forestali d’interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna”, appendice alla “Carta degli habitat dei SIC e delle ZPS dell’Emilia-Romagna” (Servizio Parchi e Risorse forestali - Regione Emilia-Romagna, 2007), ancora datato 2007 ma in via di aggiornamento, che illustra 71 casi più ulteriori 5 tipi di interesse conservazionistico di particolare pregio riscontrati in ambito regionale.

Documentazione disponibile

La carta regionale degli habitat

Esempio di consultazione della cartografia interattiva. Immagine tratta dal GisWeb in azione. Archivio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna

Il Servizio Parchi e Risorse forestali (ora Settore Aree Protette, Foreste e sviluppo zone montane) ha curato la redazione della "Carta degli habitat dei Siti Natura 2000 dell'Emilia-Romagna". La Carta è disponibile in formato elettronico ed è consultabile attraverso la cartografia interattiva; sono scaricabili anche i relativi shapefile. In appendice alla Carta, è stata curata anche la pubblicazione "Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna (AA. VV., 2015)", in cui vengono descritti gli habitat di interesse conservazionistico segnalati in regione. Il testo è consultabile online e scaricabile in formato PDF.