Superficie: 6151 ettari
Province e Comuni interessati: PIACENZA (Calendasco, Caorso, Castel San Giovanni, Castelvetro Piacentino, Monticelli d'Ongina, Piacenza, Rottofreno, Sarmato, Villanova sull'Arda)

Territorio confinante con IT20A0016 ZSC "Spiaggioni di Spinadesco" della regione Lombardia, con IT2080703 ZPS "Po di Pieve Porto Morone" della regione Lombardia, con IT2080702 ZPS "Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po" della regione Lombardia, con IT2090702 ZPS "Po di Corte S. Andrea "della regione Lombardia, con IT2090701 ZPS "Po di San Rocco al Porto" della regione Lombardia, con IT4010016 ZSC-ZPS, con IT20A0501 ZPS "Spinadesco" della regione Lombardia, con IT2090503 ZPS "Castelnuovo Bocca d'Adda" della regione Lombardia, e con IT2090501 ZPS "Senna Lodigiana" della regione Lombardia

Il sito ricade parzialmente nel territorio del Parco regionale fluviale del Trebbia

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4010018 (PDF - 319.3 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia occidentale

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 217.7 KB) 

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 12.8 MB)

Piano di Gestione (PDF - 1.2 MB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP)

Descrizione e caratteristiche

Il sito è costituito dal tratto del Fiume Po che corrisponde al territorio provinciale di Piacenza, dai limiti lombardi con Pavese e Cremonese fin quasi al territorio parmense. Si tratta dell’area fluviale padana di probabile maggiore importanza in Emilia Romagna, non foss’altro per la collocazione in un tratto di pianura ancora alto che consente anche in magra uno scorrimento abbastanza veloce del grande Po e un conseguente rapido smaltimento dei tassi d’inquinamento. Golene (tratti inondabili dalle piene), lanche (bracci morti del fiume a scorrimento lentissimo), argini e ripe di diversa foggia contengono un mondo liquido che scorre su sedimenti anch’essi variabili dalla ghiaia al limo più fine (prevalgono sabbie medie e grossolane), in un contesto vegetazionale che varia dalla lussureggiante foresta-galleria fino alla prateria semiarida di dossi sabbiosi asciutti, a vari tipi di vegetazione acquatica. Il sito, di forma meandreggiante come le strutture fluviali ricalcate, che tra l’altro comprendono le confluenze in Po di grossi affluenti come Tidone, Trebbia, Nure e Chiavenna, è suddivisibile in un terzo "forestale" (a prevalenza di impianti di pioppo) con boschi e boscaglie ripariali, un terzo agricolo con seminativi, colture estensive e qualche prato incolto, infine un terzo di habitat acquatici, con isole sabbiose e canneti. Per circa 1500 ettari (meno di un quarto dell’intero sito) insistono aziende faunistico-venatorie (Isola Serafini, Bosco Celati) e Oasi di protezione (la più vasta è Isola De Pinedo). Per vicinanza con siti industriali e urbani di notevole impatto e per facile percorribilità dovuta alla mancanza di ostacoli naturali e conseguente diffusissima viabilità, l’area risulta molto antropizzata, genericamente alterata e facilmente alterabile, ancorchè condizionata dalla presenza del Grande Fiume. L’efficacia degli indirizzi di tutela non può prescindere da accordi con l’opposta sponda fluviale lombarda. La complessa mosaicatura ambientale annovera sei habitat d’interesse comunitario: due boschivi (uno prioritario) e quattro di acque correnti e stagnanti, a carattere fortemente stagionale, che nel complesso rivestono meno di un quarto dell’area.

Vegetazione

Forse più che per aspetti vegetazionali particolari, pressochè ovunque fortemente alterati, il sito si distingue per presenze floristiche di grande pregio legate in particolare ad ambienti acquatici con vegetazione sommersa o galleggiante: è di interesse comunitario la rara felce natante Marsilea quadrifolia; sono rare e minacciate in canali e specchi d’acqua a corrente debole, anche soggetti a temporaneo disseccamento, la Genziana d’acqua Nymphoides peltata, poi Trapa natans, Riccia fluitans, Oenanthe aquatica, Salvinia natans e Utricularia vulgaris. Di grande interesse conservazionistico, in ambienti umidi sono Sagittaria sagittifolia e il grande campanellino Leucojum aestivum. Il sito più nord-occidentale (e, per alcuni aspetti, più continentale) della regione, ospita lembi frammentati di bosco igrofilo, golenale e ripariale, con saliceti relitti, pioppeti (di pioppo nero, prevalente sui suoli ghiaiosi a monte di Piacenza), qualche farnia e un alneto di ontano nero presso la centrale di Caorso. Sull’area potrebbe ancora vegetare allo stato spontaneo Prunus padus, il ciliegio a grappoli eurosiberiano che "di regola" non oltrepassa il Po, tuttavia, per mancanza di esempi ben conservati di foresta planiziaria, gli aspetti forestali di quest’area sono ancora da approfondire. La conoide del Trebbia fino alla confluenza nel Po rappresenta un’importante area floristica della pianura piacentina, con arbusteti aridi su ghiaie, specie appenniniche e numerose orchidee.

Fauna

Rana di Lataste (Rana latastei). Foto Guglielmo Stagni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003

Numerosissima l'avifauna, acquatica e non, di interesse comunitario. Tra i nidificanti sono presenti: Airone rosso, Garzetta, Tarabusino, Nitticora, Occhione, Falco di palude, Voltolino, Fraticello, Sterna comune, Succiacapre, Martin pescatore, Calandro, Calandrella, Ortolano, Averla piccola. Regolarmente presenti durante le migrazioni, il periodo post-riproduttivo o di svernamento sono altri Ciconiformi (Airone bianco maggiore, Sgarza ciuffetto, Tarabuso, Cicogna bianca, Mignattaio), Accipitriformi (Falco pecchiaiolo, Falco pescatore, Pellegrino, Albanella reale, Albanella minore), Caradriformi (Avocetta, Cavaliere d'Italia, Piro piro boschereccio, Combattente, Piviere dorato, Pernice di mare) e Gaviformi (Strolaga mezzana, Strolaga minore). Gli ambienti sono ancora adatti alla frequentazione da parte di Moretta tabaccata, Gufo di palude, Forapaglie castagnolo, Ghiandaia marina. L'elevata eterogeneità ambientale favorisce la presenza di una ricca avifauna migratoria, in maggioranza nidificante entro il sito (Acrocefalini di canneto, Silvidi e Turdidi degli ambienti di macchia e siepe, Torcicollo, Tortora, Upupa) o nell'immediato intorno (varie specie antropofile come ad esempio Rondine, Balestruccio e Rondone che si alimentano nei pressi del fiume).La presenza di ambienti umidi fa del sito una delle aree più importanti per anfibi e rettili in regione: si tratta di uno dei tre siti conosciuti in Emilia Romagna per la riproduzione di Rana di Lataste (Rana latastei); si trovano inoltre consistenti popolazioni di Testuggine palustre (Emys orbicularis) e Tritone crestato (Triturus carnifex), infine è segnalata la Natrice viperina (Natrix maura), qui al margine del suo areale distributivo. La popolazione di pesci annovera numerose specie di interesse comunitario: Storione del Naccari (Acipenser naccarii), prioritario, poi Cheppia (Alosa fallax), Barbo (Barbus plebejus), Lasca (Chondrostoma genei), Savetta (Chondrostoma soetta), Cobite comune (Cobitis taenia), Pigo (Rutilus pigus), Cobite mascherato (Sabanejewia larvata). La ricca fauna ittica comprende altre specie di interesse conservazionistico, quali: Luccio (Esox lucius) scomparso da interi bacini idrografici e indicatore di buone condizioni ecologiche; Gobione (Gobio gobio) specie fortemente rarefatta negli ultimi decenni in Italia e Tinca (T. tinca), specie anch’essa in declino. Tra gli invertebrati degni di nota si citano i lepidotteri Ropaloceri Lycaena dispar e Apatura ilia, le libellule (odonati) Ophiogomphus cecilia e Stylurus flavipes. Tra i mammiferi presenti, vanno citati i chirotteri Serotino comune (Epseticus serotinus), Pipistrello di Savi (Hypsugo savi), Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentoni), Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), Pipistrello albolimbato (Pipistrellus khulii) e Orecchione (Plecotus auritus). E’ localmente cospicua l’invasione di specie alloctone vegetali (Sicyos angulatus, Amorpha fruticosa) e animali (Myocastor coypus), nonché di alcune specie ittiche. 

Per saperne di più

Flora piacentina

Cartografia

Carta di dettaglio 1 di 2 (PDF - 3.2 MB)

Carta di dettaglio 2 di 2 (PDF - 3.6 MB)